Castello di Arundel con arcobaleno – 1825
Turner è considerato, sia per i suoi acquerelli che per i dipinti ad olio,
uno dei più grandi artisti dell’800 nell’ambito della paesaggistica.
(Londra 23.4.1775 – Chelsea 19.12.1851)
BREVE BIOGRAFIA
Nato in una famiglia in cui sia la madre che la sorella ebbero grossi problemi psichici, Joseph Mallord William Turner fu inviato a Brentford, cittadina sul Tamigi presso lo zio materno dove ben presto manifestò capacità pittoriche.
Ammesso alla Royal Academy of Arts di Londra, dopo un iniziale interesse per l’architettura, fu indirizzato verso la pittura ed ebbe ben presto, ancor giovanissimo, dei riconoscimenti.
Fece poi un lungo tour per l’Europa per conoscere i grandi della pittura (Francia, Svizzera e Italia… soprattutto Venezia).
Il molo di Calais – 1803
Un importante ruolo nella sua vita artistica ebbe l’amicizia con Walter Fawkes (uno dei rari amici che ebbe) dello Yorkshire.
Egli amò molto i fantastici paesaggi di questa Contea che dipinse spesso.
Persona dal carattere ombroso ed eccentrico visse quasi tutta la vita col padre… che gli faceva da segretario… ed ebbe 2 figlie… anche se non si sposò mai.
Autoritratto
BREVE ANALISI DELLA SUA ARTE
Turner, uno dei più grandi paesaggisti dell’800, e forse di sempre, è ritenuto un esponente del movimento romantico.
Dopo aver seguito all’inizio la tradizione della pittura paesaggistica britannica se ne allontanò per dipingere soprattutto le emozioni che i paesaggi gli donavano creando così uno stile tutto suo caratterizzato dal movimento e dalla vibrazione della luce che gli ha consentito di dipingere opere spettacolari.
Nei suoi capolavori è spesso presente il tema delle tempeste, dei fenomeni atmosferici e dei giochi di luce.
Negli ultimi anni aumentò molto la forza del colore nei suoi dipinti.
I critici d’arte lo ritengono anche un precursore dell’Impressionismo anche se Monet, dopo un iniziale apprezzamento, ne criticò poi l’eccesso di colore.
ALTRI DIPINTI
La Battaglia di Trafalgar – 1806
Turner Sole nascente nella foschia 1807
Venezia dal Canale della Giudecca – 1840
Pioggia, vapore e velocità – 1844
La valorosa Téméraire – 1839 (considerato dagli inglesi il suo capolavoro)
Pescatori sulla costa – 1802
Tempesta di neve, battello a vapore al largo di Harbour’s Mouth – 1842
Luce e colore dopo il diluvio
Venezia – La dogana e San Giorgio
F I N E
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Il sogno è il teatro dove il sognatore è allo stesso tempo
la scena, l'attore, il suggeritore, il direttore di scena,
il manager, l'autore, il pubblico e il critico.
– Carl Gustav Jung –




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COSA AVVENNE?
John Donne
Cosa avvenne del mio cuore quando
la prima volta ti vidi?
Portavo un cuore entrando nella stanza,
ma uscendo più non l'avevo…
L'amore, ahimè,
al primo soffio l'aveva infranto come vetro.
Così come gli specchi infranti
mostrano centinaia di piccoli volti,
così i frammenti del mio cuore
possono scegliere, desiderare, adorare,
ma dopo un tale amore
non posso più amare.
Emile Vernon
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per gli antichi sono alla base dell’ordine delle cose
e dell’organizzazione dell’Universo.
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Lee Miller – Autoritratto
Ci sono vite che sono romanzi,
anche se quella di Lee Miller,
per sua stessa ammissione, era stata
“un fradicio rompicapo,
le cui tessere ubriache
non combaciano per forma né scopo”.

Elizabeth ‘Lee’ Miller – Lady Penrose
(23 April 1907 – 21 July 1977)
LEE MILLER – UNA VITA CON LA FOTOGRAFIA
– DA MAN RAY A FOTOGRAFA DI GUERRA –

– BELLEZZA… AVVENTURA… STORIA E ARTE FOTOGRAFICA –

Certo la bambina Elizabeth Miller, nata nel 1907 a Poughkeepsie, la cittadina sul fiume Hudson ricca d’arte e di storia, dove i magnati di New York, come gli Astor e i Vanderbilt, andavano a costruirsi i palazzi per gli ozii estivi, doveva essere predestinata se il padre Theodore, fotografo dilettante affascinato dalla figlia, la ritraeva costantemente, registrandone e mappandone la crescita.
Infatti la vita di Lee sarebbe stata segnata dall’arte, dalla fotografia, perfino dagli orrori del secolo, ma sempre con il marchio di quel dono di natura che definiamo, per brevità, fascino.

Lee Miller ritratta da George Hoyningen 1928
Perché già a vent’anni Elizabeth, anzi Li-Li, e subito Lee, era una modella sulla copertina di Vogue, richiesta dai grandi fotografi.
Bella era, bellissima, anche se dai tratti pronunciati, non aristocratici, “bostoniani”, delle celebrità del tempo. Ma in più aveva la forza interna, il piglio, appreso da ragazza alla scuola di teatro in Europa, a Parigi o, di ritorno a casa, al celebre Vassar College.

Ovvio che l’oceano non fosse ostacolo, ma ponte, se nel 1929 Lee era di nuovo a Parigi, a cercare Man Ray, fotografo e artista d’un’arte spregiudicata e inquietante, il Surrealismo, per diventarne l’allieva, la musa, l’amante.

Lee Miller e Man Ray
Con lui inventerà una tecnica originale, la solarizzazione delle foto, con lui sperimenterà un’estetica sempre carica di allusioni sessuali, come il “Nudo piegato in avanti”, ove la schiena femminile assume contorni fallici.

Nudo piegato in avanti
Con Man Ray e coi compagni di scuola condividerà vita e vacanze, reciterà (muta) in prove d’arte come il film “Le sang d’un poète”, di Jean Cocteau, con loro disegnerà, scatterà, provocherà.

Picnic: Nusch and Paul Eluard, Roland Penrose, Man Ray, and Ady Fidelin,
île Sainte-Marguerite, Cannes, France, 1937. Lee Miller.
Ma Lee cresce in fretta, tre anni dopo ha già lasciato Man Ray e ha aperto a New York il proprio studio.
Malgrado la grande depressione, fa ritratti alle personalità dell’epoca, lavora per la pubblicità e su Vogue, caso raro se non unico, appare sia come modella che come fotografa.

Al confine tra arte, cronaca e commercio, riprende gli interpreti di un’opera d’avanguardia su libretto di Gertrude Stein, “Four Saints in Three Acts”, un cast tutto di colore che sarà d’ispirazione a “Porgy and Bess”, di George Gershwin.
Un altro balzo, un’altra sorpresa: Lee sposa, imprevedibilmente, l’egiziano Aziz Eloui Bey, direttore generale del ministero delle Ferrovie, del Telegrafo e dei Telefoni.

Al Cairo, e nel deserto, riscopre la foto d’arte, a volte antropologica, più spesso enigmatica.
Ma gli anni ’30 volgono al peggio, e la musa del Surrealismo affronta la dura realtà.

Dal ’39 è a Londra, per vivere con un altro uomo, Roland Penrose, che le darà un figlio.
Ma prima ritrae con occhio surrealista la capitale sotto il blitz delle V2 naziste.

Poi, sempre per Vogue (la vanità della moda s’arrende alla guerra), diventa corrispondente dal fronte.


Lee Miller – Foto per Vogue
Segue l’avanzata delle truppe alleate: St Malo, Parigi, poi l’orrore di Dachau e Buchenwald.

Lee Miller – Buchenwald concentration camp – 1945
Fotografa e scrive: sulle pagine patinate escono immagini e parole dell’inferno, i cadaveri, l’obbrobio.

Lee Miller – SS morto in un canale – Dachau – Germany – 1945
La ragazza che aveva scoperto con gioia il surrealismo si confronta al più duro espressionismo.
Ma non si piega: con il suo accompagnatore, David Scherman, il grande fotografo di Life che la fa da mentore (e da amante), arriva nel banale appartamento di Hitler, a Monaco, e ha il guizzo che Man Ray avrebbe amato:
si spoglia, s’immerge nella vasca da bagno del Fuehrer, si fa fotografare da Scherman davanti ai pesanti scarponi da guerriera.

Lee Miller nel bagno di Hitler, 1945. David E. Scherman. © 2007 Lee Miller Archives. All rights reserved
Il resto è riposo, lungo riposo fino al 1977.

Roland Penrose
Lee si ritira nel Sussex con Penrose, lo sposa, dà alla luce il figlio Antony e continua a scrivere e fotografare per Vogue.

Riceve ospiti, li fotografa mentre innaffiano il giardino, s’appisola sui divani, diventa finalmente adulta – il Surrealismo è finito… come la vita meravigliosa di Lee Miller.
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Testo dal blog “Chelsea mia” di Alessio Altichieri
Coordinam. e impaginazione Tony Kospan
In caso di copia indicare assolutamente il Blog…
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Questa notissima opera musicale è una vera e propria
“fiaba in musica”, così bella ed adatta ai bambini…
tanto da consigliare a Disney di farne un film-cartoon di successo.
Essa ci racconta la storia di un bimbo,Pierino,
che con l’aiuto di un uccellino cattura un temibile lupo.
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Ma l’ascolto della musica, bellissima,
è adatta a chiunque ami la grande musica.
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Davvero originale poi è l’idea dell’autore
di collegare ogni personaggio ad un tema musicale,
affidato a sua volta ad un particolare strumento.
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Sergej Sergeevic Prokofiev (Soncovka 23.4.1891 – Mosca 5.3.1953)
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Prima di leggere la favola (in sintesi)
possiamo e ascoltare e vedere
la presentazione degli strumenti,
di cui accennavo su, in video.

VIDEO – GLI STRUMENTI
LA FAVOLA IN BREVE
PIERINO E IL LUPO
Sergej Sergeevic Prokofiev
La storia comincia nella capanna il cui Pierino vive con il nonno.
Il ragazzino sogna di catturare un feroce lupo che si aggira nella foresta, terrorizzando gli abitanti del villaggio, ma naturalmente il nonno glielo impedisce, cercando di spaventarlo.
Pierino però non si arrende e, approfittando che il nonno si è appisolato davanti al fuoco, esce di soppiatto nella neve, armato del suo fucile giocattolo.
Camminando circospetto, si imbatte in Sasha, un uccellino piuttosto intraprendente, che decide di accompagnarlo.
I due procedono, addentrandosi sempre più nella foresta, quando improvvisamente avvertono un rumore…sarà il lupo?
Per fortuna è solo Sonia, un’anatra un po’ svanita che subito decide di unirsi a loro nella battuta di caccia.
Avanzano in fila indiana nella neve che si fa sempre più alta e fitta e ogni ombra attorno si agita minacciosa, ma i tre compari proseguono coraggiosamente il loro cammino.
Mentre costeggiano un tetro canneto, l’erba alta ondeggia con un fruscio sospetto e improvvisamente quatto quatto appare…Ivan il gatto, che sta facendo la posta all’uccellino svolazzante!
Visto che gli amici gli impediscono di acchiapparlo per trasformarlo in un gustoso spuntino, decide anch’egli di seguirli alla ricerca del feroce lupo.E improvvisamente…se lo trovano davanti, con le terribili fauci spalancate!!!!Sonia, svanita come sempre, non si accorge del pericolo e il lupo decide di farne la sua prima preda; la insegue nella neve fin sul lago ghiacciato e quando la poveretta si rifugia nel cavo di un albero…è subito raggiunta dal lupo famelico!
Sasha allora lo affronta infuriato per dargli una lezione e solo l’intervento tempestivo di Pierino e Ivan riesce a salvarlo dal fare la stessa fine della sua amichetta Sonia.
Ma adesso il lupo è proprio arrabbiato e punta deciso verso Pierino; per lui non c’è più scampo!
Proprio quando ormai tutto sembra perduto, ecco dei colpi di fucile che si avvicinano; sono i cacciatori che accorrono appena in tempo per aiutare Pierino ed Ivan a catturare il loro lupo. Oh che giorno felice!!! Pierino e Ivan vengono accolti nel villaggio come eroi, tutti sono felici…tutti meno Sasha, che sta pensando con grande tristezza alla sua amichetta Sonia, sbranata dal lupo.
Sbranata? Ma no, eccola che sbuca dal tronco cavo come se niente fosse successo; il lupo era riuscito solo a strapparle qualche penna della coda!!Adesso sì che tutti sono felici e i festeggiamenti nella piazza del villaggio possono continuare!!
Ora potremo veder un altro video
nella simpatica interpretazione del Quartetto Cetra
in cui appaiono anche scene
del cartoon musicale di Disney.*

VIDEO – QUARTETTO CETRA
Ciao dall’Orso…
*Purtroppo per motivi di copyright la Disney non consente di vedere in Italia scene del mitico cartoon musicale.
LA TUA PAGINA DI FB DI SOGNO
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E’ doveroso, a mio parere,
per chiunque ami, anche solo un po’, la cultura
rendere omaggio ad uno degli uomini
che ha maggiormente inciso nella storia
del teatro, della poesia e del pensiero umano.
Frank Dicksee – Romeo e Giulietta
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Shakespeare sarebbe nato e morto il 23 aprile (1564 e 1616)
ma in verità la biografia del sommo William da Stratford-upon-Avon
è molto… molto… controversa.
(William Shakespeare – Stratford-on-Avon 23 .4.1564 – 23 .4.1616)
Non essendo possibile parlare in un solo post,
anche solo parzialmente, delle sue opere
e di tutto quanto lo riguarda…
mi limiterò a proporre, per conoscerlo almeno in sintesi,
alcune sue creazioni poetiche e teatrali.
Lo farò quindi con 2 sue poesie, 2 mitici aforismi
e 2 video… il primo da… GIULIETTA E ROMEO
ed il secondo dal MERCANTE DI VENEZIA
ed il tutto l’assocerò a dipinti classici…
dedicati a personaggi delle sue opere teatrali.
Alexandre Cabanel – Ophelia 1883
IL MIO OCCHIO SI E’ FATTO PITTORE
William Shakespeare
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Il mio occhio si è fatto pittore e ha tracciato
la forma della tua bellezza sulla tavola del mio cuore.
Il mio corpo è la cornice in cui essa è tenuta,
e, fatta in prospettiva, essa è la migliore arte del pittore:
perché attraverso il pittore devi vedere la sua maestria,
per scoprire dove sia la tua fedele immagine dipinta,
che sempre pende nella bottega del mio petto,
nelle cui finestre si specchia il vetro dei tuoi occhi.
Ora vedi che bei servigi gli occhi hanno reso agli occhi:
i miei hanno ritratto la tua figura, e i tuoi per me
sono finestre sul mio petto, attraverso cui il sole
si diletta a sbirciare, per ammirare, là dentro, te.
Ma agli occhi manca l’abilità che dia grazia alla loro arte:
ritraggono solo ciò che vedono, non conoscono il cuore.
Francesco Hayez – Ultimo bacio tra Romeo e Giulietta
TU SEI PER LA MIA MENTE
William Shakespeare
Tu sei per la mia mente, come cibo per la vita.
Come le piogge di primavera, sono per la terra.
E per goderti in pace, combatto la stessa guerra
che conduce un avaro, per accumular ricchezza.
Prima, orgoglioso di possedere e, subito dopo,
roso dal dubbio, che il tempo gli scippi il tesoro.
Prima, voglioso di restare solo con te,
poi, orgoglioso che il mondo veda il mio piacere.
Talvolta, sazio di banchettare del tuo sguardo,
subito dopo, affamato di una tua occhiata.
Non possiedo, nè perseguo alcun piacere,
se non ciò che ho da te, o da te io posso avere.
Così ogni giorno, soffro di fame e sazietà,
di tutto ghiotto, e d’ogni cosa privo.
Daniel Maclise – Scena dell’Amleto
Ora due suoi celebri citazioni che adoro
Ma tu chi sei
che avanzando nel buio della notte
inciampi nei miei più segreti pensieri?
….
Se per baciarti dovessi poi andare all’inferno,
lo farei.
Così potrò poi vantarmi con i diavoli
di aver visto il paradiso senza mai entrarci.
.
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In questo primo video, vedremo la famosa scena* del balcone,
di una delle sue opere più note, e certo più amate,
GIULIETTA E ROMEO
* dal film di Zefffirelli
Video
ed in quest’altro, il breve monologo
di Shilock (Al Pacino) nel Mercante di Venezia
Video
Al Pacino nel Mercante di Venezia
Ciao da Tony Kospan
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