Archivio per 21 aprile 2020

Peter Taylor Quidley

Solo se riusciremo a vedere l’universo come un tutt’uno
in cui ogni parte riflette la totalità
e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità,
cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo
– Tiziano Terzani –
 (Caruso- Dalla)
Peter Taylor Quidley
FIORE DI LUCE
Si levò la mia anima come dalla corolla di un giglio.
Sapeva restare nuda e sola. Sola, come nell’acqua o nel vento.
Leggera,trasparente, sottile, meravigliosa.
Era quasi un divino fiore di luce,
o un divino uccello
che nell’aria appare all’improvviso. Non sapeva ascoltare, comprendere, vedere; non sapeva ove andava, nè qual’era la materia qua in basso,
lassù in alto…
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Peter Taylor Quidley
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Spesso usiamo o sentiamo l’espressione
PIETRA DELLO SCANDALO
ma da cosa nasce e cosa c’entra la pietra?
LA SORPRENDENTE STORIA DELLA “PIETRA DELLO SCANDALO”
Nell’antica Roma, i debitori insolventi ed i falliti
dovevano subire una forte e pubblica umiliazione.
Questa pratica, con valore legale, era così chiamata:
“labonorum cessio culo nudo super lapidem”
(cessione di tutte le proprietà con sedere nudo sopra la pietra).
Essa consisteva nel fatto che, davanti al popolo,
per 3 volte l’interessato doveva gridare “cedo bona”,
ossia “cedo le mie proprietà”,
mentre si sedeva con violenza, e con le vesti alzate sulla pietra,
che a Roma era davanti al Campidoglio con su scolpito un leone,
mentre la folla lo scherniva.
L’origine di questa espressione, ancor oggi molto in uso,
è quindi proprio questa esposizione al pubblico ludibrio
in forma altamente sconveniente ed alquanto ridicola.
Ciò fatto i creditori però
non potevano più rivalersi sul debitore
se non sui beni ceduti.
Eppure l’esser costretti a questa forte… pubblica umiliazione
era in realtà un notevole miglioramento, voluto da Cesare,
rispetto alla situazione precedente che consentiva
ai creditori di uccidere o ridurre in schiavitù i debitori.
La situazione dei debitori prima della legge di Cesare
Questa usanza si diffuse in tutti i territori governati da Roma
e durò molto a lungo… anche dopo la fine dell’Impero.
Da essa poi sembra che sia nata anche l’altra espressione,
anch’essa diffusissima e molto popolare, “che culo!”
in riferimento ad un grosso colpo di fortuna
dato che, dopo la pubblica manifestazione,
il fallito non poteva più essere colpito.
F I N E
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Henri Matisse è stato il più grande interprete del fauvismo francese
ed il suo stile, pur evolvendosi verso l’espressionismo ed il quasi astrattismo,
rimase sempre connotato dalla vivacità ed intensità del colore.
Qui vi parlerò delle 2 versioni di un suo dipinto famosissimo
LA DANZA
e di altre 2 opere in cui questo dipinto è invece presente come particolare.
MATISSE E… LA DANZA
2 VERSIONI E 4 DIPINTI
La storia, le immagini le analisi
Tony Kospan
(Le Cateau 31.12.1869 – Vence, Nizza 3.11.1954)
Il primo dipinto è quello del 1909
ed è uno dei dipinti più famosi nella sua linea espressionistica.
L’opera si presenta scarna e cioè con pochissimi dettagli
Mostra 5 corpi nudi danzanti e quasi senza lineamenti che,
uniti in girotondo, esprimono il senso del movimento.

La danza 1909
Essi hanno i piedi su uno sfondo verde (la Terra)
mentre i corpi si stagliano nel blu del cielo.
L’opera è stata vista da molti
come allegoria del movimento della vita umana
e come simbolo della necessità
di essere insieme e di aiutarsi reciprocamente.
Il secondo, dell’anno successivo, è considerato dai critici
quello della maturazione pittorica
(ma alla prima mostra non fu apprezzato).
In questa seconda opera notiamo che i corpi
presentano un colore rosso acceso e più carichi
appaiono anche il blu del cielo ed il verde del terreno.
La danza 1910
Ma ecco le parole di Matisse su questo secondo dipinto:
«Il primo elemento della costruzione fu il ritmo,
il secondo una vasta superficie blu scuro
(allusione al cielo mediterraneo nel mese di agosto);
il terzo un verde scuro (il verde dei pini mediterranei).
Partendo da questi elementi,
i personaggi non potevano che essere rossi,
per ottenere un accordo luminoso.»
Natura morta con La danza
Ma oltre a questi 2 dipinti ce ne sono altri 2
che hanno per tema la Danza
anche se associata a nature morte.
Sono quindi “un quadro nel quadro” o,
come suol dirsi, il pittore crea “arte nell’arte“.
E’ evidente il gioco di Matisse e la sua predilezione per il tema.
Il primo, “Natura morta con La danza“, è del 1909
e cioè dello stesso anno della sua prima opera
che appare sullo sfondo del tavolo ed accanto alla finestra.
La Danza con i Nasturzi
Il secondo “La Danza con i Nasturzi”
è anch’esso un “dipinto nel dipinto“.
La Danza con i Nasturzi (particolare)
Mostra un vaso di fiori sopra un tavolino di legno a tre piedi
e sullo sfondo anche qui un particolare della Danza.
Tony Kospan
FINE
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HOTEL MAGIC MOUNTAIN
Non potevo non mostrarvi questo incredibile albergo…
che possiamo definire contemporaneamente
hotel naturale (è tutto di legno) ed hotel nella natura

L'hotel “Magic Mountain”
si trova all'interno della riserva naturale di Huilo-Huilo, in Cile,
nel bel mezzo della Patagonia,
e consente una immersione completa nella natura circostante.
.

.
E' stato realizzato interamente in legno
dagli artigiani del luogo ed è a forma di montagna.

L'hotel propone quindi un nuovo stile
di integrazione perfetta con la natura

Testo da Matteo Rubboli – Google+
PER LE NOVITA' DEL BLOG
SE… IL BLOG TI PIACE
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Ci sono persone che per la loro forte personalità,
la loro arte, la loro avventurosa vita, o altro,
diventano personaggi leggendari.
UNA DONNA MITICA: ELEONORA DUSE
(Vigevano 3.10.1858 – Pittsburgh 21.4.1924)
Penso che tutti noi, almeno per sentito dire,
sappiamo qualcosa di questo vero e proprio mito
del Teatro Italiano che ha cavalcato le scene
nell’800 e nei primi anni del ‘900
(quindi più di un secolo fa).
E’ ancor oggi considerata
l’Attrice per antonomasia
avendo recitato con grande successo
in tantissimi teatri di tutto il mondo.
Sappiamo anche che sognava una famiglia
e/o un rapporto che durasse tutta la vita,
ma ebbe invece sempre storie complicate,
amori liberi di vario genere
e più volte visse il dolore dell’abbandono.
.
Tra i suoi tanti e… diversi… amori
spicca quello che riempì migliaia di pagine
dei giornali dell’epoca,
quello con Gabriele D’Annunzio.
Il loro amore, difficile e complicato,
fu però davvero esplosivo e molto passionale.
Lui scompariva spesso,
preso com’era nel turbine di una vita senza freni,
benché baciata dal genio poetico e letterario,
mentre lei, grazie alla forte personalità,
gli teneva testa e non stava certo solo ad aspettarlo.
.
Questo interessantissimo video, con una scena
del film muto “Cenere” del 1916,
ci consente di conoscer meglio, e dal vero,
questa grande “star” ante litteram…
nonché lo stile della recitazione dell’epoca…
Ciao da Tony Kospan
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
I N S I E M E
Eleonora Duse ritratta da Vittorio Corcos
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