Archivio per 17 aprile 2020

Buon weekend in poesia con “Io penso a te” Goethe – arte R. De Madrazo – canzone “Monja Monja”   Leave a comment

 
 
 
Raimundo Madrazo – Signora con maschera
 
 
 
 
 
 


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Barres ...

 La speranza è qualcosa con le ali,
che dimora nell’anima,
canta una melodia senza parole,
e non si ferma mai.
– Emily Dickinson –
Barres ...

 
 
 
Raimundo de Madrazo
 

 

 


IO PENSO A TE
Wolfgang Goethe


Io penso a te quando dal sen del mare
il sole sorge ed i suoi raggi dardeggia;
io penso a te quando al chiaror lunare
l'onda serena biancheggia.
Io penso a te quando sale la polvere
lungo il lontano sentiero
e nella notte oscura, quando al passegger
sul ponte il cuore balza di paura.
Quando l'onda s'innalza con sordo bisbiglio
posso ascoltare la tua voce;
o nel bosco tranquillo, dove spesso origlio
e ogni cosa è silente in quella luce.
Io ti sono vicino e tu mi sei vicina,
pur sapendo che sei così lontana,
mentre il sole tramonta e sorgon le stelle.
Oh fossi con me, tu più bella fra le belle!

 

 

 

Raimundo de Madrazo
 
 
 
 
 
 
 
 
per tutti… da Orso Tony
 
 
 
 
 

IL GRUPPO DI CHI AMA L'ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)

 
 
 
 Raimundo de Madrazo

 
 

Storia… analisi e tutti i personaggi… uno per uno… del mitico capolavoro di Renoir “La colazione dei canottieri”.   1 comment





LA COLAZIONE DEI CANOTTIERI
MITICO DIPINTO DI RENOIR
a cura di Tony Kospan




Il dipinto è anche una notevole testimonianza della gioia di vivere che caratterizzava la Parigi delle Belle Epoque ed il modo di vivere l’arte da parte di questo grandissimo pittore.





La colazione dei canottieri




Questo dipinto è poi considerato il capolavoro di Renoir ed uno dei massimi capolavori dell’Impressionismo.




Pierre Auguste Renoir (Limoges 25.2.1841 – Cagnes-sur-Mer 3.12.1919)




LA STORIA DEL DIPINTO 



Aveva vent’anni Renoir quando entrò come allievo nello studio di Gleyre.
Ben presto si rese conto di preferire la vita pulsante negli angoli di strada di Parigi, piuttosto che i calchi di gesso dell’atelier, e al maestro che lo rimproverò “Senza dubbio tu dipingi soltanto per divertirti“, Renoir replicò: “Sicuro, se non mi divertissi, non lo farei. Perché mai l’arte non dovrebbe essere piacevole? Sono già troppe le cose spiacevoli al mondo!”

Fedele alle sue convinzioni, Renoir nei suoi quadri espresse sempre la joie de vivre (la gioia di vivere).
Amò ritrarre i propri amici e le proprie amanti, senza vergognarsi di dipingere quadri spensierati (avversato in ciò dalla critica), esaltando l’aspetto edonistico dell’esistenza, dipingendo stati d’animo di pura felicità, ritraendo un’umanità sorridente e felice, proprio come lo erano le sue modelle che cantavano, leggevano e ricamavano durante le pose ed infine scegliendo sempre soggetti che risvegliassero il suo sentimento di gioia: paesaggi solari, bambini al gioco, bellezze femminili, raduni di amici.

Renoir amò molto rappresentare i divertimenti borghesi tipici delle grandi città, gli svaghi e i divertimenti, quotidiani e festivi dei piccoli e medi borghesi parigini e dei bohémiens, non escludendo quelli all’aperto.
Era affascinato dall’idea di ritrarre un allegro gruppo di amici a pranzo sulla terrazza di un ristorante, idea già realizzata in un precedente quadro, il Moulin de la Galette,  ed aveva preparato quadri come Canottieri a Chatou e La colazione in riva al fiume, nonche altri vari abbozzi ma approfondì il tema, ed alla grande, con la Colazione dei canottieri, che iniziò a dipingere nell’estate del 1881.

Un amico, il barone Barbier, un capitano di reggimento dal carattere estroverso che preferiva più i cavalli che i quadri, si offrì di organizzare la riunione, chiamando a raccolta tutti gli amici del pittore, artisti, giornalisti, modelle, e facendo in modo addirittura che le imbarcazioni sullo sfondo avessero una precisa posizione.

Sul posto, Renoir cominciò una serie di studi e schizzi, fino a giungere a dipingere la tavolata di giovani amici convenuti nel ristorante di Alphonse Fournaise a Chatou sulla Senna, vicino alla Grenouillére, luogo molto affollato di domenica, dove, dopo le escursioni in barca, i canottieri erano soliti incontrarsi con le loro ragazze e pranzare sulla terrazza del primo piano che si affacciava sul fiume.








La composizione è nettamente delimitata ai due lati, ma la scena è suddivisa in singole figure dettagliate e in piccoli gruppi collocati al riparo di una tenda da sole, mentre la calda luce del giorno filtra attraverso la veranda. 
Sullo sfondo s’intravedono le barche sulla Senna che ricordano all’osservatore che l’allegra combriccola di amici, che ora riposa dopo la colazione, è appena tornata da una gita sul fiume.




I PERSONAGGI DEL DIPINTO









Iniziamo ad identificarli.

Sulla sinistra è raffigurato il proprietario del locale, monsieur Fournaise (2) con cappello e barba rossiccia









e sua figlia, la bella Alphonsine (3) col cappello giallo appoggiata alla balaustra.
Alphonsine ha di fronte un uomo seduto a tavola, con il cappello rotondo che è girato verso di lei.
Si tratta del barone Barbier (4), che si diede da fare per radunare tutti gli amici che appaiono nel ritratto;








L’uomo col cappello a cilindro in fondo, che sta parlando con Jules Laforgue poeta simbolista, è Charles Ephroussi (5 e 8) collezionista d’arte d’origine russa e finanziatore degli impressionisti;








La ragazza che beve è una delle modelle più care a Renoir, Angle (6), della quale si dice che, durante tutto il tempo della posa, chiacchierasse instancabilmente ed alla sua destra s’intravede appena il volto del noto scrittore Guy de Maupassant;









A sinistra qui giù, in piedi, in bombetta, c’è Lestriguez (11), detto l’ipnotizzatore, amico del pittore affascinato dall’occultismo e dall’ipnotismo, ed accanto c’è Paul Lhote (12) “amicissimo” di Renoir e miope come una talpa ma instancabile rubacuori, ed infatti è ritratto mentre amoreggia con l’attrice Jeanne Samary (13);








Intorno alla tavola, sulla quale v’è adagiata una bellissima natura morta, rivelatrice dell’abilità del pittore nel rendere gli effetti di luce, con bottiglie e bicchieri che raccolgono i colori di ciò che li circonda, ci sono a destra, col cappello di paglia, a cavalcioni di una sedia, Gustave Caillebotte (9), artista di talento e ricchissimo di suo, fanatico della barca, che dialoga con l’attrice Ellen Anurie;








Alle loro spalle e chinato verso di loro, c’è Maggiolo (10), giornalista italiano che scrive per il giornale satirico Le Triboulet.








Sulla sinistra c’è una giovane donna (carinissima) in posa molto naturale  (con cappellino a fiori e che stringe un cagnolino) nella quale si riconosce Aline Charigot (1), che presto sarebbe diventata la moglie di Renoir.








ANALISI DEL DIPINTO



Il quadro, riconosciuto unanimemente come capolavoro di Renoir e dell’Impressionismo, con le figure en plein air, i colori incisivi, vivaci e variati che rendono ben netta l’individuazione dei personaggi, cattura perfettamente l’atmosfera pigra di una domenica francese trascorsa fuori città, ed esprime compiutamente il senso di gioia dell’allegra brigata e dell’animo ben disposto del pittore.

La tela è ambientata sulla terrazza del ristorante La Fournaise, a Chatou, sulle rive della Senna, dove si ritrovavano abitualmente i canottieri. 
I parigini vi andavano per le gite domenicali, anche perché la zona era collegata con la città da una delle prime ferrovie costruite in Francia.

La Colazione dei Canottieri è un quadro di grandi dimensioni realizzato pochi anni dopo il Moulin de la Galette e ne rappresenta per molti versi una variazione sul tema. 
Rispetto a quest’ultimo, l’individuazione dei singoli personaggi è più netta, i colori più vari e vivaci, la struttura compositiva più chiara, gli effetti della pittura en plein air più accentuati.

La scena evoca lo stato d’animo e l’atmosfera che circonda questi giovani, tutti amici del pittore, immersi in una piacevole conversazione carica di cordiale intimità e resa ancora più accattivante dall’ambiente gradevole. 
Gli atteggiamenti aggraziati e vivaci, la naturalezza dei gesti, mostrano tutta l’abilità del pittore nel delineare i personaggi nel loro ambiente.

Il senso di animazione è reso sapientemente dalla prospettiva e dalla disposizione delle figure che in primo piano sfumano delicatamente verso lo sfondo, anche attraverso una sapiente utilizzazione dei rapporti cromatici.







IL COLORE


I colori del dipinto sono molto forti, caldi e lucenti. 
La superficie pittorica è costruita con un sofisticato alternarsi di zone lisce, da cui emerge talvolta la preparazione grigio chiaro della tela, con altre in cui si sovrappongono più strati di colore

La tovaglia bianca e le canottiere degli uomini, imprimono una nota luminosa a tutta la composizione, dando corpo alle affermazioni di quanti sostengono che l’uso del bianco fosse una diretta conseguenza del viaggio in Algeria.


LA COMPOSIZIONE


Renoir rappresenta nel dipinto una struttura di tipo classico, divisa in tre linee verticali, delimitate dalle sbarre che sorreggono il tendone non che dal limite del fogliame nell’angolo alto a destra, e da una linea orizzontale che spezza in due il dipinto evidenziando, in primo piano in basso, il tavolo con la natura morta e i due personaggi seduti attorno (Aline col cagnolino e l’uomo seduto su una sedia che la osserva attentamente), in secondo piano in alto, il resto dei personaggi. Il dipinto è, inoltre, costruito su una diagonale maggiore, delineata dalla balaustra, che parte dal basso, a sinistra, fino in alto, a destra, e da una diagonale minore, meno appariscente, che parte dall’alto, a sinistra, fino in basso, a destra. 
A sinistra di questa diagonale è rappresentata la natura (le piante) e in profondità si intravede un piccolo brano di paesaggio, a destra, invece, vi sono tutti i personaggi seduti attorno a un tavolo o in piedi a chiacchierare.

L’opera riflette, nell’incisività dell’esecuzione, lo studio condotto da Renoir sulla tecnica dei dipinti a olio di Ingres, una ricerca che porta il pittore impressionista a rivalutare il ruolo del disegno.

Piena di figure, il dipinto, da un lato è una composizione d’insieme e dall’altro è uno studio delle singole forme, accuratamente strutturate.


LA PENNELLATA


La pennellata si sfrangia in tanti piccoli tocchi, fini e precisi, che anticipano il successivo periodo classico di Renoir.


Tony Kospan



F I N E



Fonti… vari siti web
Elaborazione delle immagini, coordinamento e impaginazione Orso Tony – Tony Kospan



IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)







Breve ricordo di Renoir con l’analisi del suo capolavoro “Colazione dei Canottieri” con tutti i personaggi dipinti   1 comment


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Renoir è stato uno dei massimi esponenti dell’Impressionismo.

Per Renoir la pittura deve esprimere 
la gioia di partecipare al mondo che ci circonda 
ed esaltarne soprattutto le bellezze.







Egli sente fortemente la necessità di imprimere sulla tela 
le belle emozioni e le dolci sensazioni che vive o cerca di vivere nella società.

esaltando le armonie di tutto ciò che vede e gli piace.





Tutto quanto esiste… persone, paesaggi, ambienti, oggetti etc. 
può esser bello e quel che è bello, per Renoir, merita di essere dipinto.







Come trasmette questo suo amore per la gioia di vivere nella sua pittura?

Soprattutto con il colore.







Mi fa piacere ora rendergli omaggio 
con questo mio post dedicato ad uno dei suoi massimi capolavori.




Renoir – Autoritratto



Prima di pssare ora all’esame di quello che è considerato 
uno dei suoi massimi capolavori 
ammiriamo altri suoi dipinti che, come dicevo, hanno la capacità
di trasmettere la sua irresistibile gioia di vivere.


ALCUNE SUE OPERE 





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LA COLAZIONE DEI CANOTTIERI

MITICO DIPINTO DI RENOIR
a cura di Tony Kospan

 

Il dipinto è anche una notevole testimonianza

della gioia di vivere che caratterizzava la Parigi delle Belle Epoque

oltre all’arte sublime di questo grandissimo pittore.



La colazione dei canottieri

 
 

Questo dipinto è considerato il capolavoro di Renoir 

ed uno dei massimi capolavori dell’Impressionismo.


 

 

 
Pierre Auguste Renoir (Limoges 25.2.1841 – Cagnes-sur-Mer 3.12.1919)

 

  


LA STORIA DEL DIPINTO 


Aveva vent’anni Renoir quando entrò come allievo nello studio di Gleyre; ben presto si rese conto di preferire la vita pulsante negli angoli di strada di Parigi, piuttosto che i calchi di gesso dell’atelier, e al maestro che lo rimproverò, Senza dubbio tu dipingi soltanto per divertirti, Renoir replicò: Sicuro, se non mi divertissi, non lo farei. Perché mai l’arte non dovrebbe essere piacevole? Sono già troppe le cose spiacevoli al mondo!


Fedele alle sue convinzioni, Renoir nei suoi quadri espresse sempre la joie de vivre, il sentimento gioioso della vita, amò ritrarre i propri amici e le proprie amanti, senza vergognarsi di dipingere quadri spensierati (avversato in ciò dalla critica), esaltando l’aspetto edonistico dell’esistenza, dipingendo in una stato d’animo di pura felicità, ritraendo un’umanità sorridente e felice, proprio come lo erano le sue modelle che cantavano, leggevano e ricamavano durante le pose, scegliendo sempre soggetti che risvegliassero il suo sentimento di gioia: paesaggi solari, bambini al gioco, bellezze femminili, raduni di amici.


Renoir amò molto rappresentare i divertimenti borghesi tipici delle grandi città, già espressi nella grafica francese, infatti, molti illustratori del tempo raffiguravano le attività della gente mondana, gli svaghi e i divertimenti, quotidiani e festivi, dei piccoli e medi borghesi parigini e dei bohémiens; poco svolto era, invece, il tema dello svago all’aperto, che il pittore affrontò spesso.
Affascinato dall’idea di ritrarre un allegro gruppo di amici a pranzo sulla terrazza del ristorante, idea già realizzata in un precedente quadro, il Moulin de la Galette, dipingendo figure umane insieme ad un campo libero illuminato dal sole, preparato da quadri come Canottieri a Chatou e La colazione in riva al fiume, e da abbozzi, approfondì il tema con la Colazione dei canottieri, iniziando a dipingere il quadro nell’estate del 1881.


Un amico, il barone Barbier, un capitano di reggimento dal carattere estroverso che preferiva più i cavalli che i quadri, si offrì di organizzare la riunione, chiamando a raccolta tutti gli amici del pittore, artisti, giornalisti, modelle, e facendo in modo addirittura che le imbarcazioni sullo sfondo avessero una precisa posizione.


Sul posto, Renoir cominciò una serie di studi e schizzi, fino a giungere a dipingere la tavolata di giovani amici convenuti nel ristorante di Alphonse Fournaise a Chatou sulla Senna, vicino alla Grenouillére, luogo molto affollato di domenica, dove, dopo le escursioni in barca, i canottieri erano soliti incontrarsi con le loro ragazze e pranzare sulla terrazza del primo piano che affacciava sul fiume.

La composizione è nettamente delimitata ai due lati, ma la scena è suddivisa in singole figure dettagliate e in piccoli gruppi collocati al riparo di una tenda da sole, mentre la calda luce del giorno filtra attraverso la veranda. Sullo sfondo s’intravedono le barche sulla Senna che ricordano all’osservatore che l’allegra combriccola di amici, che ora riposa dopo la colazione, è appena tornata da una gita sul fiume.

 
 
 
 
 


I PERSONAGGI DEL DIPINTO  


 

 

 

 

 

Iniziamo ad identificarli.

Sulla sinistra è raffigurato il proprietario del locale, monsieur Fournaise (2) con cappello e barba rossiccia 

 

 

 

 

e sua figlia, la bella Alphonsine (3) col cappello giallo appoggiata alla balaustra.

Alphonsine ha di fronte un uomo seduto a tavola, con il cappello rotondo che è girato verso di lei.

Si tratta del barone Barbier (4), che si diede da fare per radunare tutti gli amici che appaiono nel ritratto; 

 

  



L’uomo col cappello a cilindro in fondo, che sta parlando con Jules Laforgue poeta simbolista, è Charles Ephroussi (5 e 8) collezionista d’arte d’origine russa e finanziatore degli impressionisti;

 

 




 

 



La ragazza che beve è una delle modelle più care a Renoir, Angle (6), della quale si dice che, durante tutto il tempo della posa, chiacchierasse instancabilmente ed alla sua destra s’intravede appena il volto dello scrittore Guy de Maupassant;



 

 

 

 



A sinistra qui giù, in piedi, in bombetta, c’è Lestriguez (11), detto l’ipnotizzatore, un amico del pittore affascinato dall’occultismo e dall’ipnotismo, accanto a Paul Lhote (12) “amicissimo” di Renoir e miope come una talpa ma instancabile rubacuori, ed infatti è ritratto mentre amoreggia con l’attrice Jeanne Samary (13); 

 

 

  



Intorno alla tavola, sulla quale sono adagiati una bellissima natura morta, rivelatrice dell’abilità del pittore nel rendere gli effetti di luce, e bottiglie e bicchieri, che raccolgono i colori di ciò che li circonda, ci sono a destra, col cappello di paglia, a cavalcioni di una sedia, Gustave Caillebotte (9), artista di talento e ricchissimo di suo, fanatico della barca, che dialoga con l’attrice Ellen Anurie;



  

 

 Alle loro spalle e chinato verso di loro, c’è Maggiolo (10).

E’ un giornalista italiano che scrive per il giornale satirico Le Triboulet. 

 

 

 


Sulla sinistra c’è una giovane donna (carinissima) in posa molto naturale (con cappellino a fiori e che stringe un cagnolino) nella quale si riconosce Aline Charigot (1), che presto sarebbe diventata la moglie di Renoir.




 

 
 
ANALISI DEL DIPINTO
 
 
 
 
Il quadro, uno dei più famosi di Renoir, considerato un capolavoro dell’Impressionismo, con le figure en plein air, i colori incisivi, vivaci e variati che rendono ben netta l’individuazione dei personaggi, cattura perfettamente l’atmosfera pigra di una domenica francese trascorsa fuori città, ed esprime compiutamente il senso di gioia dell’allegra brigata e dell’animo ben disposto del pittore.
 
La tela è ambientata sulla terrazza del ristorante La Fournaise, a Chatou, sulle rive della Senna, dove si ritrovavano abitualmente i canottieri. I parigini vi andavano per le gite domenicali, anche perché la zona era collegata con la città da una delle prime ferrovie costruite in Francia.
 
La Colazione dei Canottieri è un quadro di grandi dimensioni realizzato pochi anni dopo del Moulin de la Galette e ne rappresenta per molti versi una variazione sul tema. Rispetto a quest’ultimo, l’individuazione dei singoli personaggi è più netta, i colori più vari e vivaci, la struttura compositiva più chiara, gli effetti della pittura en plein air più accentuati.
 
La scena evoca lo stato d’animo, l’atmosfera che circonda questi giovani, tutti amici del pittore, immersi in una piacevole conversazione carica di cordiale intimità e resa ancora più accattivante dall’ambiente gradevole. Gli atteggiamenti aggraziati e vivaci, la naturalezza dei gesti, mostrano tutta l’abilità del pittore nel delineare i personaggi nel loro ambiente.
 
Il senso di animazione è reso sapientemente dalla prospettiva e dalla disposizione delle figure che in primo piano sfumano delicatamente verso lo sfondo, anche attraverso una sapiente utilizzazione dei rapporti cromatici.







IL COLORE

 

I colori del dipinto sono molto forti, caldi e lucenti. La superficie pittorica è costruita con un sofisticato alternarsi di zone lisce, da cui emerge talvolta la preparazione grigio chiaro della tela, con altre in cui si sovrappongono più strati di colore


La tovaglia bianca e le canottiere degli uomini, imprimono una nota luminosa a tutta la composizione, dando corpo alle affermazioni di quanti sostengono che l’uso del bianco fosse una diretta conseguenza del viaggio in Algeria.

 

 

LA COMPOSIZIONE

 

Renoir rappresenta nel dipinto una struttura di tipo classico, divisa in tre linee verticali, delimitate dalle sbarre che sorreggono il tendone non che dal limite del fogliame nell’angolo alto a destra, e da una linea orizzontale che spezza in due il dipinto evidenziando, in primo piano in basso, il tavolo con la natura morta e i due personaggi seduti attorno (Aline col cagnolino e l’uomo seduto su una sedia che la osserva attentamente), in secondo piano in alto, il resto dei personaggi. Il dipinto è, inoltre, costruito su una diagonale maggiore, delineata dalla balaustra, che parte dal basso, a sinistra, fino in alto, a destra, e da una diagonale minore, meno appariscente, che parte dall’alto, a sinistra, fino in basso, a destra. A sinistra di questa diagonale è rappresentata la natura (le piante) e in profondità si intravede un piccolo brano di paesaggio, a destra, invece, vi sono tutti i personaggi seduti attorno a un tavolo o in piedi a chiacchierare.

L’opera riflette, nell’incisività dell’esecuzione, lo studio condotto da Renoir sulla tecnica dei dipinti a olio di Ingres, una ricerca che porta il pittore impressionista a rivalutare il ruolo del disegno.

Piena di figure, il dipinto, da un lato è una composizione d’insieme e dall’altro è uno studio delle singole forme, accuratamente strutturate.

 

 

LA PENNELLATA

 
La pennellata si sfrangia in tanti piccoli tocchi, fini e precisi, che anticipano il successivo periodo classico di Renoir.
 
 

 
 
F I N E
 
 
 
Fonti… vari siti web –


Elaborazione di molte immagini, coordinamento e impaginazione dell’Orso




 

MARRONE-CHIARO.gif
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IL DOMINO – L’antico.. gioco da tavolo (e simpatico passatempo) in gif.. video e non solo   Leave a comment






LA SUBLIME (?) E SIMPATICA ARTE DEL DOMINO






NON SAPETE COS'E?


BEH ORA LO SCOPRIRETE…

E SPERO CHE VI DIVERTIRETE…

 

 



  


 


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E' UN VERO ESEMPIO…
DELL’ARTE DEL CAZZEGGIARE O DEL PERDER TEMPO…






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 RISCHIATE DI… PERDERE TEMPO…!!!!

ECCOLA…

 


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QUESTA E' INVECE UNA SIMPATICISSIMA GIF



DOMINO GIF 5lh88

 
 
 
ORSO TONY
 
 
 
 
 
 


 ARTE MUSICA POESIA
E TANTO ALTRO
NEL GRUPPO DI FB

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Il gatto e la sua magia…. nelle poesie… nell’arte e… non solo   Leave a comment

 


Vittorio Corcos


 

 

Abbiamo dedicato un intero post all’amico cane qualche tempo fa

e non può quindi, per “par condicio”,

non riceverlo anche il nostro simpatico (e birichino) amico felino.

 

 

 

IL NOSTRO AMICO… GATTO

 .

.

.

 

 .

 

COME OMAGGIARLO AL MEGLIO?


LO FARO’:

CON DUE POESIE (DI NERUDA E DI BAUDELAIRE)

ALCUNI DIPINTI (DI CUI 2 DI RENOIR)

BELLE IMMAGINI, GIF SIMPATICHE, UN VIDEO ED UNA CANZONCINA 

 
 
 

 

 
 
 
 
 
 


Anche il grande Pablo Neruda amava i gatti

ed a loro dedicò questa poesia.

.

 

 

 

ODE AL GATTO

Pablo Neruda

 

Gli animali furono imperfetti
lunghi di coda
plumbei di testa
piano piano si misero in ordine
divennero paesaggio
acquistarono nèi grazia volo
il gatto
soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso
nacque completamente rifinito
cammina solo
e sa quello che vuole.

L’uomo
vuole essere pesce e uccello
il serpente vorrebbe avere ali
il cane è un leone spaesato
l’ingegnere vuol essere poeta
la mosca studia per rondine
il poeta
cerca di imitare la mosca
ma il gatto
vuol solo essere gatto
ed ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda
dal fiuto al topo vivo
dalla notte
fino ai suoi occhi d’oro.

Non c’è unità come la sua
non hanno
la luna o il fiore
una tale coesione
è una sola cosa
come il sole o il topazio
e l’elastica linea de suo corpo
salda e sottile
è come la linea della prua
di una nave
i suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola fessura
per gettarvi
le monete della notte.

Oh piccolo
imperatore senz’orbe
conquistatore senza patria
minima tigre di salotto
nuziale sultano del cielo
delle tegole erotiche
il vento dell’amore
all’aria aperta
reclami
quando passi e posi
quattro piedi delicati
sul suolo
fiutando
diffidando
di ogni cosa terrestre
perché tutto
è immondo
per l ‘immacolato
piede del gatto
oh fiera indipendente
della casa
arrogante vestigio della notte
neghittoso ginnastico
ed estraneo
profondissimo gatto
poliziotto segreto
delle stanze
insegna
di un irreperibile velluto
probabilmente non c’è enigma
nel tuo contegno
forse non sei mistero
tutti sanno di te ed appartieni
all’abitante meno misterioso
forse tutti si credono padroni
proprietari parenti di gatti
compagni colleghi
discepoli o amici
del proprio gatto.

Io no
io non sono d’accordo
io non conosco il gatto
so tutto
la vita e il suo arcipelago
il mare e la città incalcolabile
la botanica
il gineceo coi suoi peccati
il per e il meno
della matematica
gli imbuti vulcanici del mondo
il guscio irreale
del coccodrillo
la bontà ignorata del pompiere
l’atavismo azzurro
del sacerdote
ma non riesco
a decifrare un gatto
sul suo distacco
la ragione slitta
numeri d’oro
stanno nei suoi occhi.
 


 

 

 

 

  



.


Baudelaire invece paragona il suo gatto alla sua donna

.

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gatt rosa 173gatt rosa 173gatt rosa 173gatt rosa 173


IL GATTO

Charles Baudelaire



Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato; ritira
le unghie nelle zampe, lasciami sprofondare nei tuoi
occhi in cui l’agata si mescola al metallo.

Quando le mie dita carezzano a piacere la tua testa e
il tuo dorso elastico e la mia mano s’inebria del
piacere di palpare il tuo corpo elettrizzato,
vedo in ispirito la mia donna. Il suo sguardo,

profondo e freddo come il tuo, amabile bestia, taglia
e fende simile a un dardo, e dai piedi alla testa
un’aria sottile, un temibile profumo ondeggiano
intorno al suo corpo bruno.

.

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gatt rosa 173gatt rosa 173gatt rosa 173gatt rosa 173




IL GATTO NELL’ARTE


 

 


Renoir – Giovane donna con gatto
 
 
 
 
 

Chie Yoshii

 

 

 

A. Anker – Bambina con 2 gatti


 

 

 

Carl Reichert – Recital di gatti

 

 

 

Giovanni Boldini – Ragazza con gatto nero – 1885




T. A. Steinlen – Apoteosi dei gatti a Montmartre




Fritz Zuber Buhler




Carl Kahler – Gli amanti di mia moglie


 

 
 
LA CANZONCINA

 
 
Ed infine per i piccini (e non solo)
la mitica simpatica canzoncina
Volevo un gatto nero
 
 
 

 
 
 
 

 

Ecco che ora s’intrufola sua maestà,
Re dei birichini, ma amante delle coccole
il mio gatto, Kimba.

 
 
 

 
 
 
 
Ciao da Tony Kospan
e… miao da… Kimba

 
 
 

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