Archivio per 16 aprile 2020
Helene Beland
Un abbraccio è staccare un pezzettino di sé
per donarlo all'altro affinché possa continuare
il proprio cammino meno solo.
Pablo Neruda
Cercami – Renato zero
CHE STA FACENDO ADESSO?
Nazim Hikmet
Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
E' a casa? per la strada?
Al lavoro? In piedi? Sdraiata?
Forse sta alzando il braccio?
Amor mio
come appare in quel movimento
il polso bianco e rotondo!
Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
Un gattino sulle ginocchia
lei lo accarezza.
O forse sta camminando
ecco il piede che avanza.
Oh i tuoi piedi che mi son cari
che mi camminano sull'anima
che illuminano i miei giorni bui!
A che pensa?
A me? o forse… chi sa
ai fagioli che non si cuociono.
O forse si domanda
perché tanti sono infelici
sulla terra.
che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
Helene Beland
a tutti…


IL TUO GRUPPO CULTURALE E DI SOGNO
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La pittrice che amava (dipingere) le donne
e che era amata dalle donne (per i suoi ritratti).
Questa affascinante pittrice ha attraversato
con coraggio ed intraprendenza, e soprattutto con grandi successi,
la storia a cavallo tra il 700 e l'800,
ma poi era caduta nell'oblio fino a qualche decennio fa.
Negli ultimi anni i suoi dipinti, per la loro leggiadria,
raffinatezza ed introspezione dei soggetti hanno conquistato il web
e solo di recente le bellissime mostre di Parigi e New York
l'hanno consacrata come grande artista della sua epoca.
(Parigi, 16.4.1755 – Louveciennes, 30.3.1842)
BREVE BIOGRAFIA
Doveva proprio avere il fuoco dell'arte nelle vene se già all'età di 6 anni disegnava dappertutto oltre che sui suoi quaderni, stupendo tutti per la sua bravura ed il padre, modesto pittore, ne comprese subito il talento.
Rimasta ben presto orfana fu portata in convento da cui uscì a 11 anni e, per seguire la sua passione artistica, iniziò a visitare le collezioni reali e quelle private aperte al pubblico, per affinare la sua formazione.
Da adolescente pare che si sentisse bruttina ed inadeguata, ma a 15 anni era già una delle più belle donne di Parigi e già si stava affermando come notevole pittrice.
Autoritratto giovanile
La bellezza dei suoi dipinti la fece entrare nelle grazie di 2 nobildonne che la presero sotto le loro ali.
Questo era solo l'inizio del suo successo presso le donne che durò tutta la sua lunga e complicata vita.
Il fascino personale, la nuova situazione familiare (la madre si era risposata con un ricco gioielliere) e l'eleganza dei suoi dipinti la fanno ben presto entrare in modo dirompente nel bel mondo parigino dell'epoca.
2 Marchese con i loro figli
Nel 1775, eccezionalmente, 2 suoi dipinti furono accolti dalla “Accademia Reale di Pittura e Scultura” all'epoca chiusa alle donne e lei fu ammessa, con la pittrice Adélaïde Labille-Guiard, sua rivale, a seguire lì dei corsi.
Nel 1776 venne incaricata di ritrarre il Conte di Provenza, fratello del Re, e ciò le consentì di entrare negli ambienti reali.
M.me Spencer Perceval
Nello stesso anni sposò Jean-Baptiste-Pierre Le Brun, pittore sfaccendato e donnaiolo, ma esperto d'arte che le diede ottimi consigli tecnici.
Inoltre il marito era ben introdotto tra i mercanti d'arte e l'aiutò molto nella commercializzazione dei suoi quadri.
La Regina Maria Antonietta
Nel 1778 dipinse la mitica Regina Maria Antonietta che rimase entusiasta di come Louise Elisabeth l'aveva ritratta e la fece nominare pittrice di Corte.
Questo le consentì di essere accolta nell'Accademia Reale di Pittura e di esporre i suoi dipinti nel “Salon” di pittura che era la più grande vetrina artistica ell'epoca.
Non mancarono però delle critiche da parte degli ambienti della Corte per aver, lei donna, dipinto qualche nudo benché di carattere mitologico, in quanto cosa sconveniente o per aver dipinto la Regina talvolta in pose e vesti troppo “naturali”.
Anche in questi casi però lei mostrò il suo carattere forte non curandosi delle critiche ed anzi contribuendo a cambiare molti pregiudizi esaltando la naturalezza dell'istante benché sempre con la massima graziosità.
La pace che porta abbondanza
La Regina divenne poi anche sua amica in quanto avevano la stessa età, 23 anni, gli stessi sogni e lo stesso amore per la bellezza e la raffinatezza.
Era all'apice del suo successo artistico e mondano quando la Rivoluzione Francese, che cambierà il mondo, intervenne a cambiarle del tutto la vita.
La Regina Maria Antonietta
A differenza della sua rivale, che riuscì ad integrarsi nel mondo rivoluzionario, lei, per l'amicizia con la Regina, fu malvista e colpita dall'ira popolare.
Scappò allora con la sua figlioletta in Italia dove potè ammirare le opere dei grandi artisti italiani visitando le nostre più importanti città d'arte e poi girò per tutta Europa.
La pittrice con la figlioletta Giulia
Fu per lei un lungo ed amaro periodo in cui soffrì da esiliata, ma nel contempo festoso per i successi delle sue opere presso tutte le Corti Europee.
Durò 13 anni questo peregrinare dorato e a 54 anni, tornata in Patria, prese a vivere tra Parigi e Louveciennes, in una casa di campagna accanto al castello di Madame du Barry.
La Contessa Catherine Vassilievna Skavronskaia
Aprì a Parigi un salotto letterario (come si usava all'epoca) e scrisse i suoi ricordi “Souvenirs” che, nonostante gli errori grammaticali dovuti alle iniziali carenze educative, allora piacquero molto e sono ancor oggi un documento molto interessante sulla sua vita e le sue opere, ma anche sugli artisti, su quell'importante periodo storico e sui grandi personaggi d'allora.
Morì a 87 anni… cosa rara per quei tempi.
CONSIDERAZIONE PERSONALE
Questa pittrice mi affascinò non appena vidi, diversi anni fa, un suo dipinto.
La forte lucentezza degli incarnati, la scelta di pose molto dolci, la precisione nel dipingere vesti e ornamenti, la morbidezza dei toni e dei colori sono lampanti conferme di un'incredibile padronanza virtuosistica.
La sua arte va certo inquadrata nell'ambito di una visione molto elitaria… ma ciò non deve stupire, visti gli ambienti da lei frequentati tutta la vita.
La sua grandezza, oggi riconosciuta, le deriva a mio parere oltre che per la sua tecnica sopraffina anche per aver saputo rendere belli e veri in modo incomparabile tutti i personaggi da lei dipinti cogliendone però nel contempo anche i loro aspetti psicologici.
Tony Kospan
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– Vietata la copia senza indicare autore e blog
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L'ARTE…
INSIEME
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A quei pochi che ignorano chi sia Sir Charles Spencer Chaplin ma noto come Charlie Chaplin e, quando ne eravamo innamorati da bambini, come Charlot, cercherò di accennare a lui, alla sua arte cinematografica e, forse aspetto meno noto, ma non meno importante, al suo pensiero sulla vita e sull'Umanità.
Londra 16.4.1889 – Corsier-sur-Vevey 25.12.1977
BREVE RICORDO
Chaplin è un vero monumento della Storia del Cinema del 20° secolo in quanto è stato, oltre che attore (considerato tra i primi 25 attori di sempre) anche sceneggiatore, compositore e produttore quasi sempre di successo.
Già nei suoi film come Charlot… ne Il monello (1921) ed in Luci della città (1931), soprattutto nelle scene con la fioraia cieca, appare forte e geniale la sua grande umanità ma è nel Grande Dittatore che si manifesta il suo sublime pensiero sulla vita.
IL SUO PENSIERO ATTRAVERSO UN SUO SUBLIME BRANO
Leggere queste sue riflessioni può, a mio parere,
farci comprendere anche la sua grande saggezza,
e farci bene alla mente ed al cuore
QUANDO HO COMINCIATO AD AMARMI DAVVERO
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono reso conto
che la sofferenza e il dolore emozionali
sono solo un avvertimento
che mi dice di non vivere contro la mia verità.
Oggi so che questo si chiama
AUTENTICITA’
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho capito com’è imbarazzante
imporre a qualcuno i miei desideri,
pur sapendo che i tempi non sono maturi
e la persona non è pronta,
anche se quella persona sono io.
Oggi so che questo si chiama
RISPETTO PER SE STESSI
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di desiderare un’altra vita
e mi sono accorto che tutto ciò che mi circonda
è un invito a crescere.
Oggi so che questo si chiama
MATURITA'
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho capito di trovarmi sempre ed in ogni occasione
al posto giusto nel momento giusto
e che tutto quello che succede va bene.
Da allora ho potuto stare tranquillo.
Oggi so che questo si chiama
RISPETTO PER SE STESSI
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di privarmi del mio tempo libero
e di concepire progetti grandiosi per il futuro.
Oggi faccio solo
ciò che mi procura gioia e divertimento,
ciò che amo e che mi fa ridere,
a modo mio e con i miei ritmi.
Oggi so che questo si chiama
SINCERITA'
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono liberato di tutto ciò
che non mi faceva del bene:
cibi, persone, cose, situazioni
e da tutto ciò che mi tirava verso il basso
allontanandomi da me stesso,
all’inizio lo chiamavo “sano egoismo”,
ma oggi so che questo è
AMORE DI SE’
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di voler avere sempre ragione.
E cosi ho commesso meno errori.
Oggi mi sono reso conto che questo si chiama
SEMPLICITA'
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono rifiutato di vivere nel passato
e di preoccuparmi del mio futuro.
Ora vivo di più nel momento presente,
in cui TUTTO ha un luogo.
E’ la mia condizione di vita quotidiana
e la chiamo
PERFEZIONE
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono reso conto che il mio pensiero può
rendermi miserabile e malato.
Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore,
l’intelletto è diventato un compagno importante.
Oggi a questa unione do il nome di
SAGGEZZA DEL CUORE
Non dobbiamo continuare a temere i contrasti,
i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri
perché perfino le stelle, a volte,
si scontrano fra loro dando origine a nuovi mondi.
Oggi so che…
QUESTO E' LA VITA!
Chaplin con la moglie
IL GRANDE DISCORSO ALL'UMANITA'
Grazie Charlie
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LA REGINA DELLA CANZONE ITALIANA
Adionilla Pizzi in arte Nilla è stata unanimemente definita
«la regina della musica italiana»…
per i suoi grandi successi nei primi Festival di Sanremo
e per esser stata un vero e proprio mito della canzone italiana
negli anni ’50 e ’60.
Per far comprendere quanto fosse vera quella definizione
basti pensare che dopo aver vinto ne ’51 il Festival di Sanremo
con Grazie dei Fiori l’anno dopo, caso unico nella storia,
salì su tutti e 3 gradini del podio con
“Vola colomba”, “Papaveri e papere” e “Una donna prega”.
(Sant’Agata Bolognese 16.4.1919 – Segrate 12.3.2011)
Ma c’è di più, lei bolognese, nello stesso anno, il 1952
vinse anche il primo Festival della Canzone Napoletana…
onore che Napoli le tributò di buon grado
in quanto star amatissima e veneratissima in quegli anni.
Nilla Pizzi al centro tra Achille Togliani e Gino Latilla
Un’altra sua fantastica caratteristica era l’eccezionale simpatia
che suscitava la sua classica genuinità emiliana.
La sua vita privata non offre spunti molto particolari
a parte la storia col cantante Gino Latilla
che per lei tentò il suicidio.
BREVE BIOGRAFIA UMANA ED ARTISTICA
Nata nel 1919 inizia la sua attività di cantante
nel 1943 ma raggiunge il massimo del successo
negli anni 50 come solista dell’orchestra Angelini
e sopratutto con le già ricordate vittorie a Sanremo.
Ma è stata anche attrice in ben 18 film
di carattere prevalentemente musicale.
Tutta l’Italia amante della musica leggera…
in quegli anni la voleva vedere ed ascoltare
ed i suoi spettacoli erano tutti dei trionfi.
Dopo gli anni ’60, anche per il cambio dei gusti musicali,
la sua fama andò pian piano a scemare
ma lei non smise mai di cantare fino alla fine.
LA CANZONE
Per concludere questo ricordo e per renderle omaggio
penso sia giusto farvi ascoltare
la sua canzone più rappresentativa…
VOLA COLOMBA.
Tony Kospan
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