In segreto, di notte
io t’ho prescelto fra tutte le stelle.
E sono sveglia – fiore attento,
fra il canto basso del fogliame.
Le nostre labbra per cercare miele,
le nostre notti lucenti sbocciate.
Alla luce gloriosa del tuo corpo
il mio cuore accende i cieli.
Tutti i miei sogni pendono al tuo oro.
Io t’ho prescelto fra tutte le stelle.
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
QUANDO UN TITOLO (CAMBIATO) RIESCE A SALVARE UN'OPERA D'ARTE!
Manca nella storia dell'arte uno studio completo sull'importanza e gli effetti del titolo delle opere d'arte figurative ma sappiamo che esso è stato spesso molto decisivo o quanto meno molto significativo.
Ora esamineremo un caso in cui il titolo è diventato un aspetto essenziale dell'opera.
Il nano e il pappagallo
Nel 1573 Paolo Veronese completò una nuova “Ultima Cena”, secondo il suo consueto stile, per il convento domenicano dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia.
Appena completata l'opera, Paolo Veronese si vide convocato e interrogato dall'Inquisizione per aver mostrato delle immagini profane e non decorose nel suo dipinto.
La scimmia
Ricordiamo per un attimo la realtà storica, politica e religiosa d'allora.
Si era da pochi anni concluso il Concilio di Trento che aveva dettato norme stringenti sulle immagini destinate ai luoghi sacri.
Il Veronese si difese affermando la libertà degli artisti: ”Noi pittori ci pigliamo licenza, che si pigliano i poeti e i matti”.
La guardia che mangia e beve
Accennò poi anche al “Giudizio Finale” dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistinadove appaiono chiaramente anche molte nudità senza che il Pontefice all'epoca dicesse nulla.
Ma l'Inquisizione non volle sentire ragioni!
Allora messo alle strette ebbe una trovata geniale!
Decise che il titolo non era più l'Ultima Cena ma “Cena in casa di Levi”.
Non era più, quindi, la cena sacra dell'origine dell'Eucarestia ma un allegro banchetto in onore di Gesù offerto da Levi (San Matteo) che, essendo ricco, poteva avere i servi, buffoni, nani, cani e tutto quel che appariva nel dipinto.
Potenza di un titolo!
L'opera: Paolo Veronese – Cena in casa di Levi – Venezia – Galleria dell'Accademia
Scrittore, giornalista e poeta, è considerato colui che ha rivoluzionato la letteratura per ragazzi.
I suoi racconti ed i suoi versi sono ancor oggi amatissimi ed hanno anche tanta diffusione nel web.
Le sue poesie affrontano quasi tutti i temi della vita con soavità e leggerezza contenendo però sempre insegnamenti e conoscenze utili ai ragazzi.
(Omegna 23.10.1920 – Roma 14.4.1980)
BREVE BIOGRAFIA
Nato ad a Omegna sul Lago d’Orta da genitori originari del Varesotto a seguito della precoce morte del padre a 10 anni segue la madre a Gavirate.
Da ragazzo ha difficoltà a fare amicizie ed ha come punti di riferimento i fratelli.
A 11 anni entra in Seminario per frequentare il Ginnasio ed a 15 è già un dirigente dell’Azione Cattolica.
Resta comunque un ragazzo molto riservato e dedica molto tempo a leggere molti libri soprattutto di carattere politico, ed a studiare il violino.
Iscrittosi a Lingue nell’Università cattolica di Milano non si laurea anche perché l’Italia entra in guerra anche se lui fu dichiarato rivedibile alla leva.
Iscrittosi al Partito Fascista per vivere lavora alla Casa del Fascio… ma poi a seguito della morte di alcuni suoi amici ed all’internamento del fratello Cesare in un campo di concentramento si avvicina al Partito Comunista e partecipa alla Resistenza.
Alla fine della guerra inizia a svolgere la sua attività di giornalista ma ad essa ben presto associa la sua passione per i racconti per bambini.
Scriverà infatti sia per l’Unità che per Paese sera ma anche per “Il Pioniere” settimanale per bambini e pubblica il suo libro “Il Romanzo di Cipollino”.
Qui con moglie e figlia
Nel 1953 si sposa con Maria Teresa Feretti da cui avrà una figlia.
Con “Filastrocca in cielo ed in terra” del 1960 inizia a pubblicare per Einaudi e pian piano, con l’aumento degli impegni lavorativi, migliora molto la sua situazione economica.
Nel 1970, unico autore italiano, vince il premio letterario internazionale,
Hans Christian Andersen definito “Il Piccolo Nobel“, che viene assegnato a chi offre un «contributo duraturo alla letteratura per l’infanzia e la gioventù».
Questo Premio gli dona una grandissima popolarità e le sue opere vengono tradotte in tutto il mondo.
Continuerà a scrivere ed a impegnarsi nello scrivere racconti… poesie ed articoli per ragazzi fino alla morte, per problemi circolatori, avvenuta nel 1980.
ALCUNE SUE POESIE
SULLA LUNA
Sulla Luna, per piacere, non mandate un generale: ne farebbe una caserma con la tromba e il caporale. Non mandateci un banchiere sul satellite d’argento, o lo mette in cassaforte per mostrarlo a pagamento. Non mandateci un ministro col suo seguito di uscieri: empirebbe di scartoffie i lunatici crateri. Ha da essere un poeta sulla Luna ad allunare: con la testa nella Luna lui da un pezzo ci sa stare… A sognar i più bei sogni è da un pezzo abituato: sa sperare l’impossibile anche quando è disperato. Or che i sogni e le speranze si fan veri come fiori, sulla Luna e sulla Terra fate largo ai sognatori!
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IL GIORNALE DEI GATTI
I gatti hanno un giornale con tutte le novità e sull’ultima pagina la “Piccola pubblicità”. “Cercasi casa comoda con poltrone fuori moda: non si accettano bambini perché tirano la coda.” “Cerco vecchia signora a scopo compagnia. Precisare referenze e conto in macelleria.” “Premiato cacciatore cerca impiego in granaio.” “Vegetariano, scapolo, cerca ricco lattaio.” I gatti senza casa la domenica dopopranzo leggono questi avvisi più belli di un romanzo: per un’oretta o due sognano ad occhi aperti, poi vanno a prepararsi ai notturni concerti.
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PROMEMORIA
Ci sono cose da fare ogni giorno: lavarsi, studiare, giocare, preparare la tavola, a mezzogiorno. Ci sono cose da far di notte: chiudere gli occhi, dormire, avere sogni da sognare, orecchie per sentire. Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio, la guerra.
L’ANNO NUOVO
Indovinami, indovino, tu che leggi nel destino: l’anno nuovo come sarà? Bello, brutto o metà e metà? Trovo stampato nei miei libroni che avrà di certo quattro stagioni, dodici mesi, ciascuno al suo posto, un carnevale e un ferragosto, e il giorno dopo il lunedì sarà sempre un martedì. Di più per ora scritto non trovo nel destino dell’anno nuovo: per il resto anche quest’anno sarà come gli uomini lo faranno.
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VIVA I CORIANDOLI DI CARNEVALE
Viva i coriandoli di Carnevale, bombe di carta che non fan male! Van per le strade in gaia compagnia i guerrieri dell’allegria: si sparano in faccia risate scacciapensieri, si fanno prigionieri con le stelle filanti colorate. Non servono infermieri perché i feriti guariscono con una caramella. Guida l’assalto, a passo di tarantella, il generale in capo Pulcinella. Cessata la battaglia, tutti a nanna. Sul guanciale spicca come una medaglia un coriandolo di Carnevale.
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IL GATTO INVERNO
Ai vetri della scuola stamattina l’inverno strofina la sua schiena nuvolosa come un vecchio gatto grigio: con la nebbia fa i giochi di prestigio, le case fa sparire e ricomparire; con le zampe di neve imbianca il suolo e per coda ha un ghiacciuolo… Sì, signora maestra, mi sono un po’ distratto: ma per forza, con quel gatto, con l’inverno alla finestra che mi ruba i pensieri e se li porta in slitta per allegri sentieri. Invano io li richiamo: si saranno impigliati in qualche ramo spoglio; o per dolce imbroglio, chiotti, chiotti, fingon d’esser merli e passerotti.
Concludo il mio omaggio con questo video che, con bellissima musica, ci offre la possibilità di leggere altre sue bellissime e simpaticissime poesie.
Ricordiamo Stendhal, grande scrittore innamorato dell’Italia, con un accenno alle sue opere e poi con il suo sfortu… twitter.com/i/web/status/1…1 hour ago