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Archivio per 13 aprile 2020
Buon lunedì sera in poesia con “Non lasciarmi” Tagore – arte Tiziano – canzone “Pazza idea” 2 comments
Breve ma interessante riflessione su individuazione ed individualismo nella società umana – Cosa ne pensate? Leave a comment

UN’INTERESSANTISSIMA… A MIO PARERE… BREVE RIFLESSIONE
SUL SENSO DELL’APPARTENENZA ALLA COMUNE FAMIGLIA UMANA
E SUL MODO MIGLIORE DI FARNE PARTE
INDIVIDUAZIONE ED INDIVIDUALISMO
Individuazione non significa individualismo.
Cooperare attivamente con ciò che oggi, in maniera errata e astratta, si definisce società, cooperare con il vicinato, con la comunità e con le organizzazioni di cui facciamo parte, impegnarsi per la salvezza dei propri simili, tutto ciò appartiene all’individuazione.
Ogni singola anima è parte dell’anima collettiva.
I nostri strati più profondi sono collegati all’inconscio collettivo, all’anima collettiva che congiunge tutti gli uomini e tutti i gruppi.
E’ perciò difficile immaginare l’individuazione egoistica, intesa come passatempo privato.
Adolf Guggenbuhl-Craig

TESTO DAL BLOG DI GABRIELE LA PORTA –
La condivido in toto ma mi domando:
“Quanti di noi si rifanno poi in concreto a questi concetti nella vita quotidiana?”
Cosa ne pensate?
TONY KOSPAN

“Signora scriverebbe una poesia per me?” Racconto bellissimo… poetico e molto emozionante 2 comments
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Questo mi appare uno dei racconti più belli
che ho avuto la fortuna di leggere.
Debbo dire che mi emoziona sempre nel rileggerlo…
Qui emozioni, poesia, amore… ed… amore filiale…
s'intrecciano in modo davvero sublime…
e non esito a definirlo… poetico.
Consiglio di leggerlo anche
perché penso faccia bene al nostro animo.
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SIGNORA SCRIVEREBBE UNA POESIA PER ME?
Margaret E. Sangster
Se ci va possiamo leggerlo ascoltando
“Face of love”
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Molte persone che hanno una storia da raccontare sono capaci di metterla sulla carta, quasi tutti coloro che vorrebbero scrivere una poesia non riescono a trovare le rime o a scrivere versi che scorrano.
Ecco perché una volta redassi per una rivista una rubrica che intitolai : Una poesia vostra e mia.
A tutti coloro che avevano in mente una poesia, chiedevo di comunicarmi l'idea e promettevo che avrei pubblicato la loro lettera e scritto la poesia secondo le loro richieste. Ricevei migliaia di lettere da persone che avevano un poema nel cuore.
Ce ne fu una che ricorderò sempre.
Era di una ragazza, una certa Mary. Non ne ho mai saputo il cognome.
Un giorno, in un cestino colmo di posta, trovai una lettera espresso contenente un foglio di carta rigata da poco prezzo e, in mezzo al foglio, un consunto biglietto da un dollaro.
Leggendo la lettera, mi sembrava quasi di sentire la voce di Mary.

Gianni Strino
“Voi dite, signora, che scriverete una poesia per chi desidera averne una scritta e pubblicata nella rivista. Io vorrei che me ne scriveste una e me la mandaste invece di pubblicarla.
Ecco perché accludo un dollaro.
Non voglio che vi disturbiate senza compenso.
Credo che vorrete sapere qualcosa di me.
Fui lasciata sui gradini di un orfanotrofio quand'ero in fasce, e nessuno mi adottò perché non ero bella nè molto intelligente. Perciò rimasi all'orfanotrofio finché non ebbi l'età d'andarmene e allora mi trovarono un lavoro in una fabbrica. Lavoravo sei giorni la settimana perché eravamo in tempo di guerra e in fabbrica c'era molto da fare, ma la domenica ero libera e andavo a passeggiare nel parco. Una domenica un soldato mi rivolse la parola; mi chiese se ero sola, io risposi di si, ed egli disse che anche lui era solo. Aggiunse che non era di quella città e che sperava di poter passeggiare un po' con me. Era un giovane in uniforme e mi parve che non ci fosse niente di male. Cosi, passeggiando e discorrendo, mi disse che era d'una regione rurale e che era in una caserma dall'altra parte del fiume. Mi disse che al suo paese abitava con la madre e che era figlio unico; non era sposato, e non aveva nemmeno l'innamorata, perché se la madre avesse saputo che s'interessava a qualche ragazza avrebbe fatto il diavolo a quattro. Quindi mi chiese se quella sera volevo cenare con lui e poi andare al cinema.” Fu cosi che Mary conobbe Ross, il soldato, e fu al cinema che senti la mano di lui cercare la sua… E capì, senza ombra di dubbio, d'essere innamorata. Passò un mese, e un'altra domenica, mentre erano al parco, si misero a sedere su una panchina e parlarono dell'avvenire. “Non avevo mai avuto un avvenire fino a quella domenica, perché fu allora che Ross mi disse che mi amava e che voleva sposarmi. Naturalmente gli risposi di si, e poi Ross si rannuvolò in viso e spiegò che non osava dirlo alla madre, perciò non avrebbe potuto far assegnare a me la quota della paga destinata alla persona a carico, ne farmi beneficiaria della sua assicurazione. Ma a me non importava. Volevo soltanto lui e il suo amore. Volevo soltanto qualcuno che m'appartenesse. Quando glielo dissi, il viso gli si rischiarò.” Cosi Mary e Ross si sposarono, e appena Ross aveva un permesso andava nella camera ammobiliata di Mary.
Le comprò il primo vestito di seta della sua vita, le scarpe con il tacco alto e una vestaglia. Ma il regalo più importante fu l'anello nuziale. E quando Ross fu mandato oltremare, Mary gli scrisse tutte le sere ed egli ogni volta che poteva. Passò il tempo, e poi un giorno Mary svenne mentre era in fabbrica. Il medico della Società le disse che avrebbe avuto un bambino. Fu proprio mentre scriveva a Ross la più bella notizia del mondo che la sorte volle colpirla in modo crudele. Ricevé un telegramma dalle autorità militari. “Ne fui sconvolta, signora” mi scrisse Mary “Mio marito era morto. Non avrei più sentito le sue labbra sulle mie, ma avevo una consolazione. Non ero più sola come prima. Sebbene Ross non fosse più mio, m'aveva lasciato qualcosa che sarebbe stata mia per sempre. Mary lavorò fin quando poté e risparmiò ogni centesimo (non aveva l'assicurazione di Ross, ricordate?). Sulla polizza c'era il nome della madre. Non scrisse alla madre di Ross perché, come mi disse nella sua lettera, non le avrebbe creduto. La bambina di Mary nacque nel reparto maternità d'un ospedale e quando Mary ne usci, si trovò a dover affrontare un problema. Adesso doveva guadagnare da vivere non soltanto per sé, ma anche per la sua creatura. E cosi decise di mettere la bimba in un nido per l'infanzia, non in uno gratuito, ma in uno di cui i suoi mezzi le permettessero di pagare la retta.
“Tutte le mattine portavo la piccola al nido, e tutte le sere, dopo il lavoro, andavo a prenderla e la portavo a casa. La vedevo sveglia di rado, tranne la domenica. Siccome tutto quello che guadagnavo serviva per il vitto, per la pigione e per il nido, la piccola non aveva belle vestine o giocattoli. Gli abitini che portava durante il giorno appartenevano al nido, e cosi i giocattoli. Io avevo soltanto il cesto di vimini nel quale dormiva, le coperte e un sonaglio di celluloide. Ma ero felice perché, mentre lavoravo, sapevo che l'avrei portata a casa la sera e l'avrei tenuta tra le braccia finché si fosse addormentata. Un pomeriggio mi telefonarono dal nido e mi dissero di accorrere subito… ma non arrivai in tempo.”
“Tutte le mattine portavo la piccola al nido, e tutte le sere, dopo il lavoro, andavo a prenderla e la portavo a casa. La vedevo sveglia di rado, tranne la domenica. Siccome tutto quello che guadagnavo serviva per il vitto, per la pigione e per il nido, la piccola non aveva belle vestine o giocattoli. Gli abitini che portava durante il giorno appartenevano al nido, e cosi i giocattoli. Io avevo soltanto il cesto di vimini nel quale dormiva, le coperte e un sonaglio di celluloide. Ma ero felice perché, mentre lavoravo, sapevo che l'avrei portata a casa la sera e l'avrei tenuta tra le braccia finché si fosse addormentata. Un pomeriggio mi telefonarono dal nido e mi dissero di accorrere subito… ma non arrivai in tempo.”
E cosi Mary si ritrovò sola come prima : una giovane donna non molto bella, non molto intelligente, una donna che aveva soltanto la gran dote di amare e di dare.
La sua lettera finiva cosi : “Siccome la mia piccola non aveva bei vestiti o giocattoli, o nessuna delle cose che i bimbi di solito hanno, io non avrò nulla di lei da conservare. E temo che, con il passare degli anni, il suo ricordo svanirà, e chiudendo gli occhi non riuscirò più a vederne il viso.
Ecco perché voglio che scriviate una poesia su di lei, una poesia bella come era lei, una poesia che me la riporti vicina ogni volta che la leggerò, che mi faccia sentire ch'è ancora accanto a me, non tra le mie braccia, ma nel mio cuore.
Vi prego spedite la poesia a Mary, Fermo Posta, e io passerò all'ufficio postale tutti i giorni finché arriverà.“

Scrivere quella poesia fu uno dei compiti più difficili che abbia mai avuto e, per quanto sembri un paradosso, uno dei più facili.
Non ne ho tenuto una copia perché temevo che, prima o poi, potessi essere tentata di pubblicarla, e allora la poesia non avrebbe più appartenuto soltanto a Mary.
Quando misi la poesia nella busta, fui sul punto di mettervi anche il biglietto da un dollaro, ma poi mi resi conto che sarebbe stata una crudeltà.
Mi resi conto che Mary comprava un ultimo regalo per la sua creatura.
Sì, cercai di rintracciare Mary, ma non fu possibile; aveva ritirato la lettera, e poi era scomparsa.
Sebbene questo sia accaduto parecchio tempo fa, conservo ancora il dollaro, nella speranza che un giorno, non so dove, mi capiti d'incontrare Mary.
Se m'avverrà d'incontrarla, le darò il dollaro e le spiegherò che un ricordo non si può comprare.
Deve essere sempre un dono.
Suhair Sibai – Introvert – 2011
(dal Reader’s Digest – Impaginazione Orso Tony)
LA PASQUETTA VIETATA – Ecco la storia religiosa e civile di questa festività dedicata ai picnic con la speranza di riviverla in futuro Leave a comment
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Tutti conosciamo ed amiamo la tradizione della Pasquetta…
ma ne conosciamo il significato e l'origine?
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STORIA DELLA PASQUETTA
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Giotto – L'incontro dell'angelo
Il lunedì dell'Angelo
(detto anche lunedì di Pasqua, lunedì in Albis oppure Pasquetta)
è il giorno dopo la Pasqua.
Prende il nome dal fatto che in questo giorno si ricorda l'incontro dell'angelo con le donne giunte al sepolcro.
Popolarmente si usa di più il termine Pasquetta.
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STORIA RELIGIOSA
Il Vangelo racconta che Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salome andarono al sepolcro, dove Gesù era stato sepolto, con degli olii aromatici per imbalsamare il corpo di Gesù.
Vi trovarono il grande masso che chiudeva l'accesso alla tomba spostato; le tre donne erano smarrite e preoccupate e cercavano di capire cosa fosse successo, quando apparve loro un angelo che disse:
“Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso.
Non è qui! è risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto” (Mt 28,5-6).
E aggiunse: “Ora andate ad annunciare questa notizia agli Apostoli”, e si precipitarono a raccontare l'accaduto agli altri.
STORIA CIVILE
Il lunedì di Pasqua è un giorno festivo, introdotto dallo Stato italiano nel dopoguerra, ed è stato creato per allungare la festa della Pasqua, così come è avvenuto per il 26 dicembre, indomani del Natale.
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LA TRADIZIONE DEL PIC NIC PASQUALE
Il lunedì dell'Angelo, in Italia, è un giorno di festa che generalmente si trascorre insieme a parenti o amici con una tradizionale gita o scampagnata, pic-nic sull'erba e attività all'aperto.

Una interpretazione di questa tradizione potrebbe essere che si voglia ricordare i discepoli diretti ad Emmaus.
Infatti, lo stesso giorno della Resurrezione, Gesù appare a due discepoli in cammino verso Emmaus a pochi chilometri da Gerusalemme: per ricordare quel viaggio dei due discepoli si trascorrerebbe, dunque, il giorno di Pasquetta facendo una passeggiata o una scampagnata “fuori le mura” o “fuori porta”.
Tuttavia penso che la tradizione del picnic pasquale sia amata perché ha sempre rappresentato il momento di chiusura della quaresima e, con l'affermarsi di un clima più mite, soprattutto il momento di tornare a vivere di più all'aria aperta ed a contatto con la natura.
Testo dal web con modifiche di T. K.- Impaginaz. T. K.

Osias Beert (dipinto scelto come simbolo di Pasquetta in casa)
Stavolta, che il tempo sarà clemente o meno
non conterà nulla ma resta la speranza
che ci sarà, comunque, una bella Pasquetta per tutti.
Tony Kospan







IL SALOTTINO DI FB


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