Vincenzo Irolli
Una delle cose più belle nella vita,
è trovare qualcuno che riesca a capirti,
senza il bisogno di dare tante spiegazioni.
– Kahlil Gibran –
Vincenzo Irolli
POSA UN MOMENTO…
– Fernando Pessoa –
Posa un momento,
un solo momento su me,
non solo lo sguardo,
ma anche il pensiero.
Che la vita abbia fine
in questo momento!
Nello sguardo che anche l'anima
mi guarda, e io che vedo
tutto quanto di te il tuo sguardo ha
che vedo fino a scordare
che anche tu sei tu.
Solo la tua anima, mai tu
solo il tuo pensiero
e io niente, anima senza me.
Tutto quel che sono
restò con il momento
e il momento finì.
Vincenzo Irolli
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Vincenzo Irolli
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Salvatore di Giacomo (Napoli 13.3.1860 – Napoli 5.4.1934)
Volendo ricordare questo grande poeta in lingua partenopea,
ma anche saggista e scrittore in italiano,
nonché mitico paroliere di alcune canzoni auree
della grande tradizione classica napoletana
penso che non ci sia cosa migliore di leggere una sua poesia,
considerata tra le napoletane più belle di sempre,
ed ascoltare una mitica canzone nata da un'altra sua grande poesia.
La prima poesia, amata anche da Pasolini,
(di cui leggeremo la poetica traduzione in italiano)
è famosa in tutto il mondo…
per l'intrinseca dolcezza ed un tale malinconico trasporto
che va oltre il tempo e lo spazio.
PIANEFFORTE ‘E NOTTE
Leggiamola… prima nella versione originale
Pianefforte ‘e notte
Salvatore di Giacomo
Nu pianefforte ‘e notte
sona luntanamente,
e ‘a museca se sente
pe ll’aria suspirà.
è ll’una: dorme ‘o vico
ncopp’ a nonna nonna
‘e nu mutivo antico
‘e tanto tiempo fa.
Dio, quanta stelle ‘n cielo!
Che luna! e c’aria doce!
Quanto na della voce
vurria sentì cantà!
Ma sulitario e lento
more ‘o mutivo antico;
se fa cchiù cupo ‘o vico
dint’a ll’oscurità..
Ll’anema mia surtanto
rummane a sta fenesta.
Aspetta ancora. E resta,
ncantannese, a pensà.
ed ora, per chi non comprende il napoletano,
eccola nella bella traduzione di…
Pier Paolo Pasolini
PIANOFORTE DI NOTTE
Un pianoforte di notte
suona in lontananza,
e la musica si sente
per l’aria sospirare.
è l’una: dorme il vicolo
su questa ninna nanna
di un motivo antico
di tanto tempo fa.
Dio, quante stelle in cielo!
Che luna! e che aria dolce!
Quanto una bella voce
vorrei sentire cantare!
Ma solitario e lento
muore il motivo antico;
si fa più cupo il vicolo
dentro all’oscurità.
L’anima mia soltanto
rimane a questa finestra.
Aspetta ancora, e resta,
incantandosi, a pensare.
Ora, se ci va,
ascoltiamo questa canzone napoletana
altrettanto dolcissima e notissima
nata sempre da una sua poesia.
MARECHIARE
Quanno sponta la luna a Marechiare
pure li pisce nce fann' a l'ammore,
se revotano l'onne de lu mare,
pe la priezza cagneno culore
quanno sponta la luna a Marechiare.
A Marechiare nce sta na fenesta,
pe' la passione mia nce tuzzulea,
nu carofano adora int'a na testa,
passa l'acqua pe sotto e murmuléa,
A Marechiare nce sta na fenesta
Ah! Ah!
A Marechiare, a Marechiare,
nce sta na fenesta.
Chi dice ca li stelle so lucente
nun sape l'uocchie ca tu tiene nfronte.
Sti doje stelle li saccio io sulamente.
dint'a lu core ne tengo li ponte.
Chi dice ca li stelle so lucente?
Scetate, Carulì, ca l'aria è doce.
quanno maie tanto tiempo aggio aspettato?
P'accompagnà li suone cu la voce
stasera na chitarra aggio portato.
Scetate, Carulì, ca l'aria è doce.
Ah! Ah!
O scetate, o scetate,
scetate, Carulì, ca l'aria è doce.
Il poeta immaginò che la donna amata si nascondesse
dietro la celebre finestrella di Marechiaro (mai vista da lui).
Di Giacomo in realtà non considerò molto questa sua poesia
ma Paolo Tosti se ne innamorò e creò la famosa melodia
che ebbe successo in tutto il mondo.
Ascoltiamola qui cantata da Tito Schipa

Ciao da Orso Tony
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Una breve biografia…
un'ampia carrellata di opere sorprendenti
ed un'analisi della sua arte fantastica ed unica.

Rodolfo II in veste di Vertunno (partic.)
L’originalissimo artista milanese creava infatti le sue opere
con un collage di frutta, fiori, rami, conchiglie e pesci
e, pur con pochissimi (ma notissimi) dipinti,
ha un suo preciso posto nella storia dell’arte.
Arcimboldo
(Milano 5 aprile 1526 – Milano 11 luglio 1593)
ARCIMBOLDO
IL GENIO DELL'ARTE DELLA MERAVIGLIA
Flora
BREVE BIOGRAFIA
Arcimboldo nacque a Milano nel 1527
Il padre Biagio Arcimboldo o Arcimboldi era pittore presso il Duomo di Milano.
E’ ancora un problema irrisolto la versione corretta del nome dato che lo stesso Giuseppe si firmava in modo diverso di volta in volta.
L’origine del nome è alemanna e la storia del casato risale ai tempi di Carlo Magno al cui seguito c’era un nobiluomo d’origine alemanna Saitfrid Arcimboldi.
Il precoce contatto di Giuseppe con l’arte e la letteratura fu favorito dall’amicizia del padre con Bernardino Luini allievo di Leonardo da Vinci anche se non è documentato un contatto diretto con i due artisti.
In ogni modo grazie al Luini Arcimboldo ebbe l’opportunità di venire in possesso degli appunti e dei quaderni con gli schizzi di Leonardo.
Arcimboldo coltivò contatti anche con filosofi e altri scienziati dell’epoca e debuttò come pittore nel 1549 a soli 22 anni come aiutante del padre presso il Duomo di Milano per alcuni disegni per le vetrate.
Molti lo conoscono per le sue raffigurazioni di volti formati dagli oggetti più disparati come animali piante libri e altro ma presso la corte dell’imperatore Ferdinando I d’Austria dove visse per ben 25 anni fu molto ben veduto e ben pagato anche per molte sue altre invenzioni come giostre giochi e decorazioni per matrimoni e altre feste
Morì nel 1593 a Milano.

ALCUNE TRA LE SUE OPERE PIU’ NOTE
Come si può vedere qui di seguito
esse sono spesso… in serie.
LE 4 STAGIONI

L’autunno

L’inverno

La primavera
L’estate
I 4 ELEMENTI

Aria (1566)

Fuoco (1566)

Terra (1570)

Acqua (1566)
UN’ANALISI DELLA SUA OPERA
Grazie a pochissimi quadri conosciuti da tutti, soprattutto attraverso ogni sorta di riproduzioni e rielaborazioni utilizzate nei contesti più diversi compresa la pubblicità, Arcimboldo è oggi sicuramente uno degli artisti più famosi della storia dell’arte.
L’aggettivo «arcimboldesco» è diventato sinonimo di bizzarro, stravagante, eccentrico, fantastico, sorprendente, immaginifico, surreale
Il «segreto» dello straordinario successo delle sue composizioni antropomorfe che appaiono come dei complicati puzzle (fatti di frutta, verdure, fiori, uccelli, pesci, conchiglie, o oggetti vari) sta nell’ambiguo e affascinante scarto, facilmente decodificabile con un po’ d’attenzione a una lettura immediata, fra l’osservazione dei particolari e dell’insieme unitario.
Tutto dipende dalla distanza da cui si osservano queste opere.

Bibliotecario

L'ortolano
A uno sguardo ravvicinato si è colpiti dalla brulicante e formicolante presenza di innumerevoli elementi dipinti con estrema precisione naturalistica, mentre da una prospettiva più distante il tutto si ricompatta per formare l’immagine strana ma assolutamente verosimigliante di teste (o più precisamente di mezzi busti) anche con accentuate connotazioni espressive, sia pure al limite del grottesco.
L’effetto paradossale e ambivalente (percettivamente reversibile) mette in gioco nel modo più spettacolare e intrigante, all’interno stesso del dipinto, una dialettica fra realtà e rappresentazione, fra mimesi e apparenza illusoria.

Il Giurista

Natura morta con fiori, frutta e verdura di stagione
(giovane donna sdraiata allegoria della primavera)
A questo livello di fruizione della «magia» della pittura si ferma lo sguardo del grande pubblico, poco interessato, per lo più, a interpretazioni più complesse di ordine simbolico e allegorico legato al contesto storico culturale dell’epoca dell’artista.
In ogni caso si tratta di qualcosa di fondamentale, e perciò sempre attuale.
L’analisi dell’attualità dell’«Effetto Arcimboldo» che continua giustamente ad avere un enorme successo documenta l’influenza dell’opera dell’artista sulle generazioni seguenti, ma soprattutto sull’arte d’avanguardia ed in particolare su quella dadaista e surrealista.
Francesco Poli

Eva e la mela
UN PERSONALE PARERE
La sua arte bizzarra non ha alcun riferimento con la pittura del '500.
Alcuni vedono nella sua opera un'anticipazione del surrealismo ma la sua arte è animata da un vero ed assoluto piacere per il gioco caricaturale e scherzoso per prendere in giro la realtà… ma, a mio parere, in questo gioco il nostro mostra vera genialità se ancor oggi le immagini delle sue opere destano stupore e sono amatissime e ricercatissime nel web.
Allegoria dell'estate
Testi dal web – impaginazione aggiunte e rielaborazione by Tony Kospan
Ciao da Tony Kospan
IL SALOTTO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L'ARTE
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