Archivio per 7 marzo 2020

LA MIMOSA – La pianta.. gli usi.. la canzone e la storia del modo in cui fu scelta come simbolo della Festa della Donna   Leave a comment

 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
L A . . .    M I M O S A

 
 

Il simbolo della festa della donna è, com'è noto, la mimosa, ovvero l'acacia dealbata, ma ciò accade soprattutto in Italia.

Ma perché e da chi fu scelta?






 
 
 



La storia… tutta italiana risale al 1946

 
 
 
Siamo in Italia a Roma e l'UDI (Unione Donne Italiane) doveva scegliere un simbolo floreale per festeggiare il primo 8 marzo postbellico così come il garofano rosso era stato scelto per la Festa del lavoro.
Le donne, essendo i giardini pieni di mimose, fiori durevoli e profumati, (e dunque sempre facilmente reperibili in marzo)  optarono per le mimose.
Ma non fu una scelta semplice, bensì complessa, che a raccontarla oggi appare come una bella leggenda.
Infatti le donne volevano scegliere l'orchidea ma Teresa Mattei, che l'anno dopo avrebbe fatto parte dell'Assemblea Costituente, per evitar la scelta di un fiore costoso come quello, s'inventò una leggenda cinese… raccontando che la mimosa per quel popolo rappresentava il calore della famiglia ed era il simbolo la gentilezza femminile.
La cosa piacque molto e convinse tutte le donne.
Fu così che la mimosa vinse.





 
 
 
 
 


LA PIANTA
 
 
LA MIMOSA – ACACIA DEALBATA
 
 
 

Pianta originaria della Tasmania, fa parte del genere Acacia e della famiglia delle Leguminose, ed in particolare alla sottosspecie delle Mimosacee.

E' un albero da fiori gialli e a grappolo, con un profumo dolce e fragrante che fu Introdotto in Europa nel 1800.

  

 


 

 


U S I
 
(MEDICINALI E PROFUMI)



 
  
 
 
 
 
 
 



La sua corteccia è stata adoperata, nell'uso medicinale, come astringente e antidiarroica mentre i fiori nella ccreazione di profumi.

Inoltre possiede tannini ed un olio usato per l'aromaterapia e per il trattamento di alcune malattie cutanee.



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COLTIVAZIONE

 

 

 

 

 

E' possibile acquistare un piccolo alberello di mimosa e piantarlo in giardino o in un vaso.

Così ogni anno avrete la mimosa pronta per la festa della Donna.

 

 

 

 


   

CONSERVAZIONE

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Eliminare del tutto le foglie dagli steli poi appendere il mazzolino a testa in giù in un locale asciutto, poco luminoso e con buon ricambio d' aria e tenerlo così finché non è seccato.



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LA CANZONE

 

 

 

 

 


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Auspico però una festa che non sia vista in modo banale, come purtroppo spesso accade, ma come omaggio al ricordo delle lotte fatte per il raggiungimento dell'uguaglianza e per cancellare i residui di vetero maschilismo ancora radicati nella nostra società… solo apparentemente evoluta.


  

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“La ballata delle donne” di Edoardo Sanguineti (anche in musica) ci dona un poetico omaggio al mondo femminile   Leave a comment

 


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Un piccolo ma ormai classico e poetico omaggio alle donne

in prossimità della loro festa…







LA BALLATA DELLE DONNE


La poesia di Edoardo Sanguineti
e la musica Massimiliano D'Ambrosio



Edoardo Sanguineti  (Genova 9.12.1930 – Genova 18.5.2010)
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Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso alla gioia
pensare al maschio, pensarci mi annoia.


Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso alla pace
pensare al maschio, pensarci non piace.


Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.


Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra
ed è la terra, in cui fui seminato,
vita vissuta che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.


Femmina penso, se penso l'umano
la mia compagna, la prendo per mano.












Possiamo ora anche ascoltarla in questo video
con immagini storiche delle battaglie combattute
dalle donne del secolo scorso.




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Buon sabato sera in poesia “Parlami” A. Fumagalli – arte R. E. Miller – canzone “Lei” di Adamo   Leave a comment

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Richard E. Miller – La modista



 
 

 
 
 


  

Il bacio è un dolce scherzo che la natura ha inventato
per fermare i discorsi quando le parole diventano inutili.
Ingrid Bergman
 


 

 

      (Adamo – Lei)

Richard E. Miller – Donna seduta in giardino
 
 


PARLAMI
Ambrogio Fumagalli

 

Parlami se il cielo

non t’ha più sorriso

se il mare non t’ha più amato

se le nuvole non t’hanno ricoperto

quando faceva freddo

o quando l’amore t’ha lasciato

e ti sentisti morire piano piano

come fosse il luccicare

d’una candela

che si spegne in un soffio

di vento o di tempo.

Parlami dei tuoi passi

dell’amore che ti mancò

del volare che non ti bastò

o quella voglia di sperare

che ti fece sognare

o era un voler pregare

in una mattina d’inverno

quando il gelo

si confuse con la bruma

e il luccicare del ghiaccio

lo scambiasti per l’infinito

cielo stellato.


 

 

 

Richard E. Miller – Donna con collana




             
 
   

 


 

 

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I N S I E M E

Ripped Note

 

 

Richard E. Miller – Primavera – 1914


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Breve ricordo di Anna Magnani mitica star del Cinema Italiano anche con 2 video e la poesia di Pasolini   2 comments

 

Anna Magnani e Marlon Brando


ANNA MAGNANI… il suo nome
ma per tutti… era NANNARELLA…

E' stata una donna che ha lasciato una traccia indelebile
nella storia del cinema italiano e mondiale
 

 
 
 
 
(Roma 7.3.1908 – Roma 26.9.1973)

 
 
 
 
 
Oltre ad essere una delle più grandi attrici italiane di sempre
è stata anche un eccezionale simbolo della romanità.


 
 
 
 
 
 
 
 

Vera e propria STAR del cinema internazionale,
vincitrice dell'Oscar nel 1956,
ha interpretato film memorabili come Roma città aperta, di Rossellini;
Bellissima di Visconti, Mamma Roma, di Pasolini… etc…
 
 
Ha anche lavorato con altri grandi registi
come Fellini, Monicelli e Kramer. 




 
 
 
 
Ricordiamola con questo magnifico video omaggio
contenente diverse scene da film nelle quali, tra l'altro,
canta e recita anche in lingua napoletana…
 
 
 
 ('O surdato 'nnamurato)
 
 
 
 

Per il suo urlo nella scena finale di ROMA CITTA' APERTA,
capolavoro del Neorealismo italiano, che vinse il NASTRO D'ARGENTO,
e di cui possiamo vedere qui una famosissima… drammatica scena,
Pier Paolo Pasolini le dedicò la poesia che possiamo leggere più giù.

 

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“Quasi emblema, in noi l’urlo della Magnani
sotto le ciocche disordinatamente assolute,
rinnova nelle disperate panoramiche,
e nelle occhiate vive e mute
si addensa il senso della tragedia.
E’ lì che si dissolve e mutila
il presente, e assorda il canto degli aedi”.
P. P. Pasolini
 
 
 
 
  

Era sì grande artista,ma anche donna vera, schietta.

Con la sua romanità… universale… ha lasciato un segno indelebile
non solo nella Storia del Cinema ma anche
nei cuori di milioni di persone che l'hanno seguita, ammirata ed amata.


 




Tony Kospan

 

 

IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L'ARTE

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Ripped Note 




 

Alessandro Manzoni – Breve ricordo con la nota poesia “Il 5 Maggio” ed alcuni suoi aforismi   Leave a comment

 

Breve ricordo di Alessandro Manzoni,

il più grande scrittore italiano dell'800,

autore dei mitici “Promessi sposi”, ma non solo.



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Mi piace però ricordarlo ora con alcune sue citazioni

e con una sua mitica poesia dalle tante valenze…

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A F O R I S M I

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Immagine giovanile



Il vero male non è quello che si soffre, ma quello che si fa.

La vita non deve essere una festa per alcuni e un peso per altri,

ma dev'essere un impegno per tutti.

Non sempre quello che viene dopo è progresso.

La ragione e il torto non si dividono mai con un taglio così netto

che ogni parte abbia soltanto dell'uno e dell'altra.

É men male l'agitarsi nel dubbio, che il riposar nell'errore.

Bisogna sempre dire francamente e chiaramente le cose al proprio avvocato:

sarà lui ad imbrogliarle.

Uno dei benefici dell'amicizia è di sapere a chi confidare un segreto.




IL CINQUE MAGGIO




 
 
 
Poesia che oltre ad esser nota a tutti perché ce la fanno studiare a scuola
è certamente storica… e non solo perché ci parla di Napoleone…
ed inoltre è densa di significati spirituali…
 
 
 
 
 

 
 
 
Il Manzoni, la scrisse quasi di getto (4 o 5 gg)
dopo aver saputo che Napoleone era morto
ma soprattutto perché commosso dal fatto
che si era convertito poco prima di morire…

 
 
 


 
 
 
Infatti il Manzoni,
quando il Bonaparte dominava l'Europa
non era stato tra i suoi ammiratori…,
per cui appare chiaro che questa poesia
in cui ne riconosce comunque la grandezza
(all'epoca Napoleone era amatissimo o odiatissimo)
ormai non poteva certo portargli vantaggi…


 
 
 

Questo il foglio su cui fu scritta

 

 


In realtà egli si astiene
da un preciso formale giudizio storico

limitandosi a dire… con i mitici versi…

“Fu vera Gloria?


Ai posteri l'ardua sentenza” (vv 31-32),
frase poi entrata a far parte del nostro comune dire…
 
 
 
 
 
 
 
 
La poesia fu censurata dalle Autorità Austriache
che governavano all'epoca la Lombardia
ma, grazie a Goethe, che la fece pubblicare
su una rivista tedesca,
ebbe un'eco immediata in tutta Europa
 
 
Ma ora leggiamola… rileggiamola…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
IL CINQUE MAGGIO
Alessandro Manzoni
 
 
 Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile
orma di pie' mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all'urna un cantico
che forse non morrà.
Dall'Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
dall'uno all'altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.
Ei si nomò: due secoli,
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor.
E sparve, e i dì nell'ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio
e d'indomato amor.
Come sul capo al naufrago
l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
tal su quell'alma il cumulo
delle memorie scese.
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine
cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili
tende, e i percossi valli,
e il lampo de' manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.
Ahi! forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo,
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;
e l'avvïò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
dov'è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortal! benefica
Fede ai trïonfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza
al disonor del Gòlgota
giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.


 
 
 
Alessandro Manzoni 
 
 
 
 
Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 



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