Archivio per 9 febbraio 2020

Felice domenica sera in poesia “Per scherzo” Hesse – arte G. Arata – canzone “My love”   Leave a comment

 

 

Geraldine Arata
 
 
 
 
 
 
  

 

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L’ebbrezza, il desiderio e il lasciarsi andare,
e  questo  era  la mia  vita
era questo che l’acqua dei tuoi occhi portava.
Pablo Neruda

 




 

      

 MY LOVE
Geraldine Arata




PER SCHERZO
Hermann Hesse

 
Le mie poesie
stanno davanti alla tua porta,
bussano e si inchinano:
mi apri?
Le mie poesie hanno
un suono di seta
come il fruscio del tuo vestito
sulle scalinate.
Le mie poesie
portano un dolce profumo
come nell’aiuola tua preferita
il giacinto.
Le mie poesie son vestite
di un rosso cupo,
che come il tuo vestito di seta
fruscia ed arde.
Le mie più belle poesie
assomigliano del tutto a te.
Stanno davanti alla porta e s’inchinano:
mi apri?




Geraldine Arata






da Orso Tony


 

 

  

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Geraldine Arata



Il Disco di Festo – Ecco uno dei più famosi (e veri) misteri dell’archeologia   Leave a comment

 

 

 

 

IL MISTERO DEL DISCO DI FESTOS


 

Ogni tanto gli archeologi trovano oggetti misteriosi ed enigmatici; con caratteri indecifrabili, con strani glifi, formule

 magiche arcaiche, con esseri amorfi e via dicendo.


Oggetti di questo tipo ormai se ne contano a migliaia e alcuni di essi rimangono nascosti e dimenticati 

nei vari scantinati dei musei.


Uno di questi strani oggetti, sebbene se ne sia discusso parecchio, non ha ancora avuto la fortuna di divenire

celebre e ammirato come altri suoi simili.


Si tratta del disco di Festos, trovato a Festos (Creta) dall’ Italiano Luigi Perneri nel 1908.


E’ una tavoletta circolare di terracotta, realizzata nel 1700 a.C., raffigurante geroglifici non ancora interpretati. 

Reperto archeologico piuttosto ambiguo ma bellissimo dal punto di vista estetico.


Mostra sulle due facciate (come possiamo vedere più giù) segni pittografici che rappresentano pietre, uomini, 

foglie, pesci sconosciuti, e perfino un boomerang, che è un arma di origine oceanica e non greca!




 

 

 

Queste incisioni non furono fatte a mano, ma realizzate con 45 punzoni, fatto incredbile per l’epoca, 

poiché il primo a usare i punzoni fu un certo Gutenberg solo 3000 anni più tardi. 


Prima di stabilire la sua origine cerchiamo di chiarire che cosa potrebbe rappresentare questo disco.


Per alcuni si tratterrebbe o di un inno religioso o di un canto di guerra, o anche di una profezia magica.

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Secondo l’esperto di lingua micenea Rosario Viene non si tratta di inni o canti poiché non è una scrittura.


Le figure per altri costituirebbero un calendario usato per calcolare la durata dell’anno solare, 

basato su un ciclo di 128 anni, rivelatosi ancor più preciso persino del calendario gregoriano, 

studiato nel 1582 e ancora in uso oggi. 


Benché queste teorie siano interessanti, non abbiamo ancora capito di preciso 

che cosa vogliano rappresentare questi segni, e chi e perché li fece!

 





 

 

 

Il motivo: le parole corrono lungo una spira, sia da un lato che dall’altro; i ricercatori si sono detti: ma dove comincerà la scrittura?

Dal centro? Dalla periferia verso il centro? Andando verso dove?
 
Sommando i segni presenti nelle 61 parole che appaiono, troviamo un totale di 242 segni, una cifra irrisoria paragonata ai 30.000 che hanno permesso di decifrare la scrittura lineare B, i 7.500 della lineare A e i 1.600 della scrittura geroglifica cretese.

Analizzando bene, i segni sono estremamente realistici ottenuti con la stampa di 45 punzoni, su entrambi i lati.
 
Si tratta probabilmente del primo caso nella storia di un’iscrizione realizzata con l’aiuto di caratteri mobili.








Per ora è destinato a conservare il suo mistero.

Si ritiene che sia stato realizzato intorno al 1700 a.c. (ovvero piu di 3700 anni fa). 

Molti lo citano come primo esempio di stampa: infatti sulla argilla ancora umida furono impressi i caratteri con una serie di “sigilli” rappresentanti 45 simboli.
 
I sigilli in altre civiltà come la mesopotamica o l’egiziana venivano invece usati per autenticare ad esempio i documenti o per identificarne gli autori (si usava la cera come base).
 
Questo sistema, usato nel disco, invece è lo stesso o molto simile che userà Gutenberg nell’inventare la stampa moderna a caratteri mobili.
 
Per altri invece potrebbe essere un calendario.
 
Nonostante molti affermino d’aver scoperto l’enigma… in realtà per l’archeologia ufficiale il mistero  fino ad oggi non risulta essere stato svelato.




 
 

Ciao da Tony Kospan
 



 

FONTI:
Focus Storia, primavera 2005;
– Civiltà Scomparse, viaggio tra gli enigmi dell’umanità;
– Un interessante studio condotto da studiosi francesi si trova alla pagina:
http://disque.phaistos.free.fr
– Pasquale Arciuolo
– Altri siti web
 
IMPAGINAZ. E COORDIN. T.K.

 
 
 
 
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LE DUE SCALE – Piccola saggia riflessione di un tempo   Leave a comment









Davvero una bella riflessione è quella che ci dona questo brano.


A parer mio è un pensiero di grande saggezza.


Sembra che fosse inserito nei libri scolastici del 1923.


Tuttavia non ho trovato nessun riscontro di questo 
né alcuna notizia sul suo autore.








LE DUE SCALE


Ogni uomo, nella sua vita, ha davanti a se due lunghe scale; una che sale, l'altra che scende.


A salire, si fatica molto; ma, arrivati in cima, si trovano tante belle cose che compensano largamente della fatica durata.

Si trova il piacere di sentirsi la coscienza tranquilla, si trovano lodi o l'ammirazione degli altri uomini, si trova l'agiatezza e spesso, anche la ricchezza.

Prendendo invece la scala che scende, non si fatica affatto; ma, arrivati in fondo, che cosa si trova?

Il rimorso che rode, il disprezzo degli altri uomini, la miseria, la fame.


Anche voi ragazzi, avete già davanti a voi le due scale, quella del lavoro e quella dell'ozio.


Riflettete un po';  preferite salire o discendere?









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