Magritte
LA LONTANANZA IN POESIA..
ARTE.. MUSICA ED AFORISMI (B)
a cura di Tony Kospan
Care amiche ed amici amanti come me della poesia ora parleremo di una particolare situazione in amore… che è quella del venirsi a trovare lontani dalla persona amata.
La lontananza, cioè il distacco reale tra 2 persone, oggi certamente viene alleviata grazie alle moderne tecnologie di comunicazione ma tuttavia resta un difficile problema per coloro che si amano.
Essa può avvenire per vari casi della vita, come trasferimenti per lavoro o per altri motivi, ma talvolta, come nel caso di amori virtuali, può esistere anche già prima di conoscersi.
Altre volte però la lontananza è non fisica ma psicologica, ma in questo caso è chiaro che non è la lontananza il problema, ma è l’amore che vacilla.
E’ vero che il proverbio dice:
“La lontananza fa all’amore quello che il vento fa al fuoco: spegne quelli piccoli, infiamma quelli grandi” ma ciò non toglie che questo è un tema che addolora moltissimo chi ha il suo amore lontano.
Una bellissima ed amatissima frase, di cui si ignora l’autore, quasi consolatoria per gli innamorati lontani, è poi questa:
“La lontananza è il sale dell’amore. Può rendere più gustoso il suo sapore o inaridire il terreno sul quale è sbocciato.”
Come al solito, prima delle poesie, dei dipinti e delle canzoni, leggiamo alcuni aforismi sul tema.
E’ nella separazione che si sente e si capisce la forza con cui si ama.
Fëdor Dostoevskij
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Se ascolti il vento con molta attenzione, sentirai sussurrare il mio amore per te.
Andrew Davidson
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Il dolore della separazione è nulla in confronto alla gioia di incontrarsi di nuovo.
Charles Dickens
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Distanza significa così poco quando qualcuno significa così tanto.
Tom McNeal
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Nessun posto è lontano.
Se desiderate essere accanto a qualcuno che amate forse non ci siete già?
Enrico Brizzi
Originale e controcorrente è l’idea della lontananza di cui ci parla la prima poesia in quanto ribalta il classico concetto dei suoi effetti sull’amore mentre le altre sono nel solco della tradizione.
Come sempre mi piacerebbe leggere quelle che piacciono a voi.
La lontananza – Domenico Modugno
D. R. Knight
DA LONTANO
~ Desanka Maksimovic ~
No, non ti avvicinare…
Voglio da lontano amare e bramare
i tuoi due occhi.
Poiché la letizia è bella quando si aspetta,
mentre di sé un accenno da.
No, non ti avvicinare…
C’è più delizia in questo dolce timore,
attesa ed incertezza.
Tutto è più bello finché si cerca
di cosa si, solo, per sospetto, sa..
No, non ti avvicinare…
Perché dovresti farlo?
Quando è distante, tutto come stella splende,
Da lontano, solo, ammiriamo tutto,
No, non voglio che si avvicinino i tuoi due occhi.
Laura Pausini . Assenza di te
Alfonso Simonetti
NON POSSO RAGGIUNGERTI
~ Nadina Spaggiari Ascari ~
Non posso raggiungerti,
ho ascoltato il silenzio, ma non ci sei,
ti ho chiamato nei canali aperti al tormento e non ci sei,
ti ho cercato nell’acqua,
nel vento che frusta il prato senza un briciolo di ragione,
ma non ci sei,
non rispondi nemmeno al mio grido verso il tramonto,
che spegne la luce negl’occhi e privo di compassione
porta la notte nel cuore, così, lasciandomi senza di te,
perché tu non rispondi, tu non ci sei.
Ti ho cercato nella luce del cuore e si è schiuso un sussurro,
come un piccolo abbraccio,
un soffio d’angelo, un bisbigliare sommesso,
che diventa presto uragano e mi catapulta sul mio desiderio
e mi dice che devo lasciarmi guidare, fuori da te.
Anima mia,
non posso più scorrerti dentro,
mischiarmi al tuo sangue così. Morirei.
E non è follia è soltanto la febbre che sale, è l’amore,
il mio amore per te.
Devo andarmene da questo delirio,
chiudere il pensiero, dimenticarmi di te.
Imparare dal vento – Tiro Mancino
Angela Betta Casale
SENZA PACE
~ Shakespeare ~
Consunto da fatica, corro presto a letto
caro ristoro al corpo distrutto dal cammino;
ma allor nella mia testa s’apre un’altra via
a stancar la mente or che il mio corpo ha tregua.
Svelti i miei pensieri da lontano ove dimoro
volgono in fervido pellegrinaggio a te
e tengono spalancate le mie palpebre pesanti
scrutanti quelle tenebre che il cieco sol conosce:
ma ecco che la vista immaginaria del mio cuore
presenta la tua ombra al mio sguardo senza luce,
che, simile a diamante sospeso nel buio più nero,
fa la cupa notte bella e il suo vecchio volto nuovo.
Così di giorno il corpo, di notte la mia mente
per colpa tua e mia non trovano mai pace.
Vieni via con me – Paolo Conte
Lucia Merli
NEI PENSIERI
~ Erich Fried ~
Pensarti
e pensare a te
e pensare soltanto a te e
pensare a berti
e pensare ad amarti
e pensare a sperare
e sperare e sperare
e sperare sempre pi?
di rivederti sempre
Non vederti
e nei pensieri
non soltanto pensarti
ma già berti
e già amarti
E soltanto allora aprire gli occhi
e nei pensieri
soltanto allora vederti
e poi pensarti
e poi di nuovo amarti
e poi di nuovo berti
e poi
vederti sempre più bella
e poi vederti pensare
e pensare
che ti vedo
E vedere che posso pensarti
e sentirti
anche se
per tanto tempo ancora non potrò vederti.
Lontano lontano – Tenco
P. Avallone
ANCORA ABBIAMO PERSO QUESTO TRAMONTO
~ Pablo Neruda ~
Ancora abbiamo perso questo tramonto.
Nessuno stasera ci vide con le mani unite
mentre il vento azzurro cadeva sopra il mondo.
Ho visto dalla mia finestra
la festa del ponente sui monti lontani.
A volte, come una moneta
si incendiava un pezzo di sole tra le mani.
Io ti ricordavo con l’anima stretta
da quella tristezza che tu mi conosci.
Allora dove eri?
Tra quali genti?
Che parole dicendo?
Perchè mi arriva tutto l’amore d’un colpo
quando mi sento triste e ti sento così lontana?
Cadde il libro che sempre si prende nel tramonto
e come un cane ferito ai miei piedi rotolò la mia cappa.
Sempre, sempre ti allontani nelle sere
dove corre il tramonto cancellando statue.
CIAO DA TONY KOSPAN
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C. V. Holsoe
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Spesso le opere d’arte ci parlano e ci donano emozioni… ma anche riflessioni.
Però non bisogna fermarsi ad uno sguardo sommario ma osservarle con un po’ di attenzione e così scorgere i messaggi poetici, storici, sociali, ambientali etc. che l’autore ha voluto esternare e condividere.
Questa nota opera di Manet è bella certo di per sé… ma svela anche i pensieri e le visioni del suo autore.
Eppure quando fu presentata al Salone fu sbeffeggiata e derisa come sempre accade quando i contemporanei non riescono ad apprezzare (perché non le capiscono o si rifiutano di capirle) le novità artistiche.
L’analizzerò evidenziando anche le volute e suggestive contrapposizioni esistenti nell’opera.
DESCRIZIONE DEL DIPINTO
Veniamo ad una prima descrizione dell’opera.
Vediamo nei pressi di una cancellata della stazione Saint-Lazare di Parigi una bella signora, che sembra guardare verso di noi, seduta con in braccio un cucciolo che dorme, un ventaglio ed un libro.
Ha uno sguardo dolce, malinconico e trasognato come se avesse improvvisamente lasciato la lettura perché sorpresa da una frase del libro o dal rumore del treno e sia ora assorta nei pensieri o nei ricordi.
Accanto a lei, ma con le spalle rivolte a chi guarda, una ragazza osserva qualcosa al di là dell’inferriata… presumibilmente il treno a vapore che si avverte dietro la nuvola di fumo.
La signora del dipinto non è una modella qualunque, è Victorine Meurent, una delle muse di Manet ma anche una sua ex compagna.
E’ la stessa che vediamo nei due più scandalosi (per i perbenisti dell’epoca) dipinti di Manet “L’Olimpia” e “Le dejuener sur l’herbe” per i quali Manet ebbe non pochi grattacapi.
La bambina invece è la figlia di un suo amico pittore nonché proprietario del giardino accanto alla stazione in cui è ambientata la scena.
ATTUALITA’ E VISIONE DEL FUTURO
Osserviamo una prima divisione.
La cancellata di ferro è l’elemento che scinde il dipinto in 2 sezioni.
Nella prima vediamo le 2 protagoniste e nell’altra, meno visibile ma chiaramente immaginabile, la stazione ed il treno.
Esse rappresentano rispettivamente la realtà umana e le nuove tecnologie dell’epoca.
Si sa della passione di Manet per i treni e la grande stima per i macchinisti capaci di guidare quei mostri d’acciaio.
In quel periodo in Europa ed in tutto il mondo si costruivano ferrovie ed esse, insieme agli altri mezzi di locomozione e di comunicazione più moderni e veloci, alla costruzione di nuovi macchinari etc., rappresentavano per i popoli dell’800 l’anteprima di un auspicabile felice mondo futuro.
RICORDI E SOGNI
Ma veniamo alla seconda e più profonda contrapposizione.
La donna e la bambina guardano in direzioni opposte.
La donna non è giovane ed ha un passato non trascurabile come ben sa lo stesso pittore che la conosce molto bene.
Lei si disinteressa della ferrovia ed il suo sguardo è rivolto verso di noi e dunque appare rivolto al passato ed ai ricordi.
La ragazza invece è troppo piccola per avere un passato e, al contrario della donna, guarda verso la ferrovia aggrappata all’inferriata come se cercasse di scorgere il futuro che però ovviamente, e Manet con lo sbuffo di fumo ce lo fa capire, non può che sognarlo.
LO STILE DEL DIPINTO
Pur essendo Manet notoriamente avversario del classicismo (e di ogni corrente) da giovane si esercitò nell’atelier di un accademico e studiò l’arte classica italiana ed olandese.
Dunque era in grado di dipingere con stili diversi che adattava ai temi delle sue opere senza preoccuparsi di avvicinarsi o meno all’una o all’altra corrente dell’epoca.
Anche qui notiamo una bipartizione.
Mentre la donna viene dipinta con precisione con il suo libro aperto ed il cagnolino addormentato (classico richiamo alla “Venere di Urbino” di Tiziano) e tanti altri particolari, la bambina invece è descritta con poche ma potenti, geniali pennellate di puro e trionfante colore.
Nel suo complesso il dipinto appare comunque risentire molto della suggestione impressionista.
F I N E
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E’ incredibile come un attore dalla vita ahimé così breve
possa esser diventato, in poco tempo,
un mito della cinematografia statunitense e mondiale…
Ancor oggi il suo ricordo è vivo ed attuale…
(Marion 8.2.1931 – Cholame 30.9.1955)
Probabilmente ciò è dovuto ad una perfetta miscela che
univa il suo indubbio notevole fascino alle sue grandi capacità d’attore
al suo stile di vita spericolato ed all’atmosfera di quei tempi…
La morte stessa, a soli 24 anni per un incidente stradale,
quando era al culmine dei suoi successi, contribuì
all’espandersi della sua fama in tutto il mondo…
Il film che lo rese un’icona culturale
e che è anche il suo film più celebre, è il mitico
“Gioventù bruciata”
ma il cui titolo originale era letteralmente
“Ribelle senza causa“.
Anche il titolo italiano ebbe un tale successo
che negli anni 50
entrò nel nostro linguaggio corrente
per definire i giovani scapestrati…
In questo film,
che ebbe sucesso planetario perché rappresentava
(e rappresenta) l’archetipo dell’inquietitudine giovanile,
ricopriva il ruolo di Jim Stark un giovane ribelle…
I suoi soli tre film
Gioventù bruciata, Il gigante e La Valle dell’Eden,
ed un solo anno di carriera,
l’hanno inserito alla grande nella storia del Cinema
e tra i miti mondiali senza tempo.
Divide con Troisi (per il Postino)
le uniche nomination per l’Oscar…
post mortem.
Come possiamo ricordarlo nel modo migliore
se non rivedendo una scena del mitico film
“Gioventù bruciata“?
Tony Kospan
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