non si sa dove cade finché non è caduto. Jean-Baptiste Henri Lacordaire
Vicente Romero Redondo – Giovane donna in terrazza
UNA POESIA PER TE Anna Forlini
Sorse, nacque nella mia mente
una poesia per te:
piccola rima fatta
di piccole, dolci,
care, tenere parole.
Poi le ore passarono
non potei fermare
la tenera rima
su bianca carta
così, volò via;
ma nel mio cuor
v’è ancora la musicalità
del verso, la dolcezza
intima, profonda
del pensier mio;
volevo dirti in essa:
t’amo, t’amo
con tutta l’anima mia!
più emblematiche ed interessanti,
anche se meno viste, dell’antica cittadina.
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La principale caratteristica della Domus è invece
la presenza quasi integra del 2° piano cosa unica a Pompei.
Come nasce il nome della Domus?
Nasce da un affresco sulla parete di fondo di un triclinio,
nella stanza da pranzo che mostra un uomo e una donna
che si baciano sdraiati sui letti triclinari
durante il banchetto.
Ecco i “casti amanti” appunto.
L’affresco che ha dato il nome alla Domus
La Domus.. era la casa di un ricco panettiere
comprendente anche il suo laboratorio.
L’Insula invece è di un’area di circa 3.000 metri quadrati
situata nella centrale via dell’Abbondanza,
che collega il Foro all’Anfiteatro.
Nella strada avanti alla Domus e nella stessa Domus
al momento dell’eruzione del 24 agosto (ma forse era ottobre) del 79 dopo Cristo
(come riferisce nella sua lettera Plinio il Giovane,
testimone oculare di quella tragedia)
erano in corso lavori di riparazione di fosse settiche danneggiate
da un precedente forte terremoto.
La casa con i suoi affreschi, il panificio,
le stanze, le varie dipendenze
ma anche con gli scheletri degli asini che giravano le macine
e tutta l’area dell’lnsula 12 della Regio IX
è stata restaurata ed è visitabile dal febbraio 2020.
ha sempre colpito l'immaginario delle persone comuni
ma ha anche avuto un posto di rilievo
nella storia del pensiero, dell'arte, della musica, etc…
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Hieronymus Bosch
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Solo coloro che sono abbastanza folli
da pensare di poter cambiare il mondo
lo cambiano davvero
Einstein
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Mario Ortolani – La nave dei pazzi
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LA FOLLIA
AFORISMI DIPINTI UNA POESIA ED UNA CANZONE
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Jacopo Romani – Il giorno e la notte
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Pazzi e intelligenti sono ugualmente innocui. I mezzi matti e i mezzi saggi, quelli sono i più pericolosi. J.W. Goethe
Talvolta un pensiero mi annebbia l’Io: sono pazzi gli altri, o sono pazzo io? Albert Einstein
In un’epoca di pazzia, credersi immuni dalla pazzia è una forma di pazzia. Saul Bellow
L’uomo ragionevole adegua se stesso al mondo; l’uomo irragionevole persiste nel tentare di adeguare il mondo a se stesso: Perciò tutto il progresso dipende dall’uomo irragionevole. G.B. Shaw
Tutti siamo costretti per rendere sopportabile la realtà, a tener viva in noi qualche piccola follia. Proust
Se siete assolutamente certi della vostra filosofia o di ciò che state facendo, siete in guai seri. Denny Ray Johnson
Un ramo di pazzia abbellisce l’albero della saggezza. Alessandro Morandotti
Chi nel corso della vita non ha mai commesso pazzie è un pazzo. Alessandro Morandotti
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Hieronimus Bosch – Il concerto nell'uovo
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Pazzo è colui che vive povero, per morire ricco. Proverbio Popolare
Chi vive senza follia non è così saggio come crede. François de La Rochefoucauld
Posso misurare il moto dei corpi, non l’umana follia. Isaac Newton
I pazzi osano dove gli angeli temono d’andare. Alexander Pope
Non esiste grande genio senza una dose di follia. Aristotele
Tutti siamo nati matti. Qualcuno lo rimane. Samuel Beckett
Meglio esser pazzo per conto proprio, anziché savio secondo la volontà altrui! Friedrich Nietzsche
L’amore è la saggezza dello sciocco e la follia del saggio. Samuel Johnson
Questo dipinto, considerato una delle vette dell’arte del grande pittore spagnolo, ci riporta alle vicende della Catalogna e di 2 re spagnoli di nome Filippo (che coincidenza!) del 1600 e dei nostri giorni.
LA STORIA DEL DIPINTO
Conosciamo con esattezza la sua storia grazie ai resoconti delle spese effettuate, in una casa distrutta dalla guerra, per la sistemazione delle pareti, l’apertura di 2 finestre, riparazioni varie e perfino la costruzione del cavalletto per consentire lo studio per il pittore.
Siamo nel 1644, la Catalogna si è dichiarata indipendente ed ha chiesto aiuto alla Francia.
Il Re di Spagna è dal 1621 Felipe IV, anche detto Filippo il Grande o Il Re Pianeta.
La Spagna è in grave difficoltà ed il Re allora interviene mettendosi alla guida dell’esercito spagnolo e sconfigge i Francesi a Lerida liberando così la città.
Il giorno dopo la vittoria chiede a Velazquez, che fa parte del suo seguito, di fargli un dipinto… da far recapitare all’amata regina.
Posa per il pittore a Fraga 3 volte, nella casa sistemata alla buona come atelier, con lo stesso vestito color cremisi e con lo stesso manganello militare con cui era entrato vittorioso nella città liberata.
ANALISI DEL DIPINTO
A detta di coloro che l’hanno visto non c’è paragone tra le immagini fotografiche e la sensazione che trasmette il dipinto da vicino.
Il dipinto, che ritrae il re a grandezza naturale, appare innanzitutto un’esplosione di colori, soprattutto rossi e grigi argentei, e di luci intense.
La genialità ed il virtuosismo della pennellata di Velazquez appare evidente soprattutto nella resa dei ricami argentati sul vestito rosso e nel bagliore della seta delle maniche che evidenziano per contrasto la sobria linearità del viso.
Da notare in particolare la piuma del cappello rossa sul rosso, la giubba rossa con il gallone d’argento ed il giustacuore nonché le anzidette maniche il cui colore argenteo sembra quasi liquido.
Il re, dipinto più volte negli anni da Velazquez, non ha alcuna aria trionfante anzi appare serio, stanco e forse preoccupato per il futuro… mentre la presenza del cappello in mano ci fa pensare ad un voluto ed affettuoso omaggio alla regina.
Secondo alcuni storici dell’arte l’artista si sarebbe ispirato al ritratto del Cardinale-Infante Ferdinando d’Austria di Anton van Dyck che era a Madrid dal 1636.
Il dipinto di Velazquez è dal 1911 nella Frick Collection di New York visitabile come un normale museo.