Archivio per 25 gennaio 2020
Buon sabato sera in poesia “Quando mi chino” Jimenez – arte V. Corcos – canzone “Sognando” Mina 1 comment
27 GENNAIO.. GIORNO DELLA SHOAH – Il doveroso ricordo con pensieri.. poesie.. immagini.. musica e opere d’arte 6 comments
Qualcuno ci dice…
– Ma c’è ancora bisogno di ricordare la Shoah?
Tanto ormai è notissima ed è passato tanto tempo! –
In una società come la nostra, così pervasa da
ignoranza, inciviltà, razzismo, bassi istinti
e con tanti che incitano all’odio ed alla violenza,
serve eccome!
Ma non solo come ricordo
bensì anche e soprattutto per tener alta la guardia
al fine di evitar la rinascita di pseudo-culture vili e violente
che vedono, stupidamente, negli ebrei e nei diversi di ogni genere
la colpa di tutto… soprattutto nei momenti di crisi.
.
.













Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi, alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi».
Joyce Lussu
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora
la marca di fabbrica
c’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buchenwald
più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald
servivano a far coperte per soldati
non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas
c’è un paio di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perchè i piedini dei bambini morti
non crescono
c’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perchè i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.

2 opere d’arte dedicate… all’orrore umano

David Olère – Camera a gas
Un breve pensiero dal diario di Anna Frank
Il video Schindler’s List con Theme di Itzhak Perlman
(dalla colonna sonora del film di Steven Spielberg)
Tony Kospan

MANUEL CABRE’ – Breve ricordo del pittore venezuelano noto per i suoi affascinanti paesaggi 1 comment


Barcellona 25.1.1890 – Caracas 26.2.1984
che si erano trasferiti in Venezuela.
all'Accademia delle Belle Arti.

e soprattutto quelli di Caracas Cerro Avila

si trasferì a Parigi ove fece esperienze cubiste ed impressioniste
rimanendovi fino al 1930.

tornò anche all'amore verso gli amati paesaggi del suo Paese.
per l'eccellenza della sua tecnica e dei suoi colori.


Un brano breve.. ma bello e poetico.. dal libro “Novecento” di Alessandro Baricco Leave a comment
Giorgio Gaber – Breve ricordo del grande cantautore e dell’artista geniale.. anche con 2 sue belle canzoni Leave a comment
Giorgio Gaber, ma il vero cognome era Gaberscik,
è stato un grande artista milanese… ma amato in tutta Italia…
che ci ha fatto compagnia con le sue canzoni
ed i suoi spettacoli nella 2° metà del secolo scorso.
Qui è con Jannacci
Ha avuto notevoli successi
come cantautore, commediografo, regista e attore teatrale,
sia cinematografico che televisivo ma… non solo.
La sua arte, tra la recita, il canto e lo show…
era molto particolare…
e lanciava anche dei messaggi controcorrente.
E' ricordato anche come “Il Signor G”
(così era soprannominato dai suoi fans)
ed è stato anche un chitarrista di valore
e tra i primi interpreti del rock in Italia.
Qui è con Mina
Le sue originalissime performances come autore ed attore teatrale
fanno sì che è anche considerato l'inventore, con Sandro Luporini,
di questo particolare genere musical-teatrale.
(Milano 25.1.1939 – Montemagno di Camaiore 1.1. 2003)
A Giorgio Gaber è stato dedicato, quale grande artista milanese,
l'auditorium situato al piano terra del Grattacielo Pirelli.
Come ricordarlo al meglio se non con 2 sue mitiche canzoni?
La prima è una canzone-poesia con veri accenti d'originalità
in quel campo sempre più esplorato
ma sempre più misterioso che è l'amore.
La seconda è la fantastica e sempre attuale “Libertà“.
QUANDO SARO' CAPACE DI AMARE
.
Giorgio Gaber
Quando sarò capace di amare
probabilmente non avrò bisogno
di assassinare in segreto mio padre
e di far l'amore con mia madre in sogno
Quando sarò capace di amare
con la mia donna non avrò nemmeno
la prepotenza e la fragilità
di un uomo bambino
Quando sarò capace di amare
vorrò una donna che ci sia davvero
che non affolli la mia esistenza
ma non mi stia lontana neanche col pensieri
Vorrò una donna che se io accarezzo
una poltrona, un libro o una rosa
lei avrebbe voglia di essere solo
quella cosa
Quando sarò capace di amare
vorrò una donna che non cambi mai
ma dalle grandi alle piccole cose
tutto avrà un senso perché esiste lei
Potrò guardare dentro al suo cuore
e avvicinarmi al suo mistero
non come quando io ragiono
ma come quando respiro
Quando sarò capace di amare
farò l'amore come mi viene
senza la smania di dimostrare
senza chiedere mai se siamo stati bene.
E nel silenzio delle notti
con gli occhi stanchi e l'animo gioioso
percepire che anche il sonno è vita
e non riposo
Quando sarò capace d'amare
mi piacerebbe un amore
che non avesse alcun appuntamento
col dovere
un amore senza sensi di colpa
senza alcun rimorso
egoista e naturale come un fiume
che fa il suo corso
Senza cattive o buone azioni
senza altre strane deviazioni
che se anche il fiume le potesse avere
andrebbe sempre al mare.
Così vorrei amare
Ma ora ascoltiamola
Ed infine il video della sua mitica indimenticabile canzone…
LA LIBERTA'…
Sono e sarò sempre grato a Gaber per le emozioni che ci donava
con la sua musica ed i suoi testi che,
sotto un bel velo di leggerezza e fantasia,
celavano anche profonde verità.
Grazie Gaber…
Tony Kospan