Archivio per 3 gennaio 2020

Buon 1° weekend dell’anno in poesia “L’amore come era” R. Alberti – arte Seignac – canzone “Time after time”   1 comment

 
 

 

 

 

 

Seignac Guillaume

 

 

 

 

 

 
              
 
Ci si perde in un battito, ci si confonde in un sogno
e quando succede non t'importa più dove sei,
sai solo che non ne puoi più fare a meno.
– Consuelo Accornero –
 
 
 
 
 
 

Seignac Guillaume




L'AMORE COME ERA


Rafael Alberti


A quel tempo eri bionda e grande,


solida spuma ardente ed elevata.



Parevi un corpo staccatosi


dai centri del sole, lasciato


da un colpo di mare sulla sabbia.



Tutto era fuoco a quel tempo. Bruciava


intorno a te la spiaggia. A rutilanti


vetri di luce erano ridotte


le alghe, i molluschi, le pietre


che le ondate spingevano contro di te.



 
Tutto era fuoco, fulmine, palpito


d'onda calda in te. Se era una mano


che osava o le labbra, cieche braci


volando fischiavano nell'aria.



Tempo incendiato, sogno consumato.





  
Seignac Guillaume

 
 
 
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a tutti da Tony Kospan
  

 
 
 
 
 
 

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Seignac Guillaume – Nudo femminile con gatto

 


 

 

PPPPPPPPPPP – Le 10 “P” di Barbarano ed il loro simpatico ed originale significato   2 comments



In giro per il mondo,
ma soprattutto nella nostra cara vecchia Italia,
ci sono iscrizioni su vecchi palazzi… chiese… castelli etc…
più o meno strane… più o meno chiare…

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Qui parlerò di una targa, detta delle 10 P,

posta nel ‘600 a Leuca Piccola,

presso il Santuario di Santa Maria di Leuca del Belvedere

a Barbarano del Capo in provincia di Lecce.







Cosa vogliono dire queste 10 P?



Sono un consiglio prezioso per tutti

(in primis i politici… ma non solo)

e da tenere sempre a mente



Il significato?

E’ presto detto:




“Parole Poco Pensate Portano Pena Perciò Prima Pensare Poi Parlare”







Tony Kospan


Tu che m’hai preso il cuor – La storia della classicissima canzone e la mitica interpretazione di Pavarotti   1 comment




Questa è un’altra canzone che è andata oltre,
molto oltre il suo tempo, giungendo quasi intatta
in quanto a bellezza e piacere d’ascolto,
ai nostri giorni.
 
 
Una canzone definibile classica… anzi classicissima…
e non solo perché nata dall’operetta…





 
 
 
 

TU CHE M’HAI PRESO IL CUOR
 
ATMOSFERE E NOTE DI QUALCHE TEMPO FA
 
 a cura di Tony Kospan

  


 
Come sempre iniziamo con alcune immagini di quell’anno… il 1929.

 
 
 
   
Donne al lavoro nel  1929 












 
 
 


Tu che m’hai preso il cuor è infatti il titolo di una romanza tratta dall’operetta Il paese del sorriso (Das Land des Lächelns) musicata da Ferenc Lehár su libretto di Ludwig Herzer e Fritz Löhner-Beda (per l’Italia Edizioni Suvini Zerboni), andata in scena per la prima volta al Metropol-Theater di Berlino il 10 ottobre 1929  

 

 


 
 
 
 

Per la musica e le parole il brano gode di tanta notorietà da allora da essere entrato – come standard – nel repertorio della musica popolare.
 
E’ stato infatti inciso sia da cantanti lirici che di musica leggera. 
 
 

 


 
 


Il brano è, nella sua versione originale, un duetto d’amore tra la giovane occidentale Lisa ed il principe cinese Sou-Chong.
 
I due innamorati, disposti a inseguirsi tra Vienna e la Cina, sfidano le difficoltà derivanti dalle diverse culture ma alla fine riusciranno a giurarsi amore eterno.


 
 
 
 

Tamara de Lempicka autoritratto – 1929

 
 
 

La musica  e le parole, ed in particolare il refrain che segue, rivela appieno il senso del sentimento amoroso che unisce i due giovani protagonisti e fa di questo brano uno dei classici delle canzoni per innamorati:


 
 
 





« Ti vedo tra le rose
ti dico tante cose
se il vento lieve t’accarezza
un profumar di giovinezza
mi fai tremar
La notte sogno tremando di te
quale incantesimo il mio cuor sul tuo cuor
mentre si schiudono le pupille tue d’or. » 



 


 
 

Ascoltiamola dunque in questa versione cantata, come sempre alla grande, da Pavarotti 

 
 
 

 

 

 

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 CIAO DA TONY KOSPAN








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UN MODO DIVERSO DI VIVER

LA POESIA E LA CULTURA







Breve ricordo del Metastasio con biografia.. alcune arie e la musica di Vivaldi su suo libretto   1 comment

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Questo poeta, librettista, drammaturgo e sacerdote 

è considerato l’innovatore del melodramma italiano.


E’ ricordato però oggi soprattutto per le sue simpatiche “arie”,

mini poesie simpatiche e scherzose,

oltre che per dei suoi testi musicati da grandi compositori.





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BREVE BIOGRAFIA

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Ragazzo prodigio fu notato da 2 gentiluomini di cultura

che restarono affascinati dai suoi versi e

che gli consentirono di poter far studi classici

ed uno dei due, il Gravina, gli diede il nome di Metastasio

mentre il suo vero nome era 

Pietro Antonio Domenico Bonaventura Trapassi



Il suo estro e la velocità nel comporre erano proverbiali.


Già a 12 anni infatti aveva tradotto l’Iliade in ottave

e qualche anno dopo aveva scritto una tragedia.


A 16 anni prese i voti di abate… voti necessari

per far qualunque carriera a Roma ma poi trovò impiego

come collaboratore di un noto avvocato a Napoli.


Intanto cresceva il suo aspetto romantico…

il fascino personale e la sua eleganza

che gli consentivano d’esser ben accolto ovunque.


Mentre lavorava per l’avvocato continuava a scrivere

con successo in occasione di matrimoni ed altre importanti feste

e soprattutto, pur non volendo apparire col suo nome,

creò, su incarico del Viceré una serenata “Gli orti esperidi”

che ebbe enorme successo.

.

La primadonna dell’opera, entusiasta,

si impegnò con tutte le sue forze 

e riuscì a scoprire l’autore.




(Roma 3 gennaio 1698 – Vienna 12 aprile 1782)




La Romanina, questo il nome dell’artista, lo convinse allora

a rinunciare alla carriera legale ed a dedicarsi al dramma musicale.


Lei col marito lo accolse nella sua casa e lo viziò e lo coccolò

mentre lui iniziava a studiare anche la musica ed a scrivere diversi drammi

che, musicati da altri, venivano rappresentati con successo.


Guadagnava bene ma si sentiva un po’ troppo legato

alla grande cantante che ormai iniziava ad invecchiare.

Allora accettò un’allettante offerta come poeta di Corte a Vienna.


La Romanina con dispiacere lo lasciò partire perchè raggiungesse la gloria

e continuò anche ad aiutare la sua famiglia.




L’Olimpiade




Giunto a Vienna nel 1730 visse i primi 10 anni

che, se furono proficui da un punto di vista artistico 

per la notevole produzione di opere di successo 

non lo furono altrettanto per la sua vita sociale dato che,

non essendo nobile, era escluso da molti ambienti.

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Per fortuna poi l’aiutò molto l’amicizia con Niccolò Martines

maestro di cerimonie che aveva conosciuto a Napoli.


Inoltre, forse anche per ovviare alla difficoltà di rapporti sociali,

intraprese una lunga ed intensa relazione molto passionale

con la contessa Marianna Pignatelli di Althann

al punto che molti pensavano che si erano sposati segretamente.





Metastasio riceve il Cordone da Maria Teresa d’Austria (Archivio Salvat)




La Romanina però non l’aveva dimenticato e voleva rivederlo.

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Lui rispose in modo non affettuoso ad una sua lettera

e lei partì da Roma per andare da lui ma morì nel viaggio.



Al Metastasio toccavano tutti i suoi beni 

ma forse per il rimorso rinunciò all’eredità.



Con la morte anche della contessa Pignatelli 

egli si ritirò in disparte e pur scrivendo diverse cantate 

(di gran successo fu “Ecco quel fiero istante”)

la vena poetica ormai andava sempre più scemando.



Svolse, ormai anziano, anche l’attività di insegnante 

della giovane arciduchessa Maria Antonietta

futura e sfortunata regina di Francia.



Morì a 84 anni lasciando una notevole fortuna

ai figli dell’amico Martines.




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ALCUNE SUE NOTE “ARIE”



I



Non so dir se sono amante;


ma so ben che al tuo sembiante


tutto ardore pena il core,


e gli è caro il suo penar.


Sul tuo volto, s’io ti miro,


fugge l’alma in un sospiro,


e poi riede nel mio petto


per tornare a sospirar.

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XIII



è in ogni core


diverso amore.


Chi pena ed ama


senza speranza;


dell’incostanza


chi si compiace:


questo vuol guerra,


quello vuol pace;


v’è fin chi brama la crudeltà.


Fra questi miseri


se vivo anch’io,


ah non deridere


l’affanno mio,


che forse merito


la tua pietà!

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XIV



è follia se nascondete,


fidi amanti, il vostro foco:


a scoprir quel che tacete


un pallor basta improvviso,


un rossor che accenda il viso,


uno sguardo ed un sospir.


E se basta così poco


a scoprir quel che si tace,


perché perder la sua pace


con ascondere il martìr?




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XXII



Sogna il guerrier le schiere,


le selve il cacciator;


e sogna il pescator


le reti e l’amo.


Sopito in dolce obblio


sogno pur io così


colei, che tutto il dì


sospiro e chiamo.

.

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XXIX



Se a ciascun l’interno affanno


si leggesse in fronte scritto,


quanti mai, che invidia fanno,


ci farebbero pietà!


Si vedria che i lor nemici


hanno in seno; e si riduce


nel parere a noi


felici ogni lor felicità.





Metastasio giovanetto


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LA MUSICA DI VIVALDI DA UN SUO LIBRETTO



Termino questo ricordo del Metastasio,

sulla cui vita ulteriormente indagherò

dato che ci sono diversi aspetti che mi lasciano perplesso,

con questo brano tratto dall’opera di Vivaldi

 “L’Olimpiade” (1734) musicata su suo libretto.





CIAO DA TONY KOSPAN




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Renato Carosone – Breve ricordo insieme ad alcune canzoni di successo di un mito della canzone sorridente degli anni 50 e 60   1 comment

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Renato Carosone ha illuminato
con le sue caratteristiche canzoni ed interpretazioni
la scena musicale del secondo '900

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(Napoli 3.1.1920 – Roma 20.5.2001)

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E' stato infatti un cantautore, pianista e compositore
di grande successo a partire dagli anni 50.

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Si ritirò poi misteriosamente nel ' 60
quando era al culmine della sua notorietà.

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Ci furono però brevi ritorni sulla scena
molti anni dopo…
e sempre coronati da grande successo.
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Il suo genere musicale era soprattutto
leggero… originale e divertente.

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Ecco ora un piccolo elenco di sue canzoni
e molte di esse sono, ancor oggi,
conosciutissime e “cantatissime” con allegria.



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I PRINCIPALI SUCCESSI
'Na Canzuncella Doce Doce
'O Sarracino
Caravan Petrol
Chella Llà testo
Maruzzella
Mo Vene Natale
Nenè E Pepè
Nera Nera
Pasqualino Maraja
Pigliate 'Na Pastiglia
Torero testo
Tre Numeri A Lotto
Tu Vuò Fa L'Americano
Un Caffè


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Ricordiamolo ora con 2 dei suoi famosi successi.
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Iniziamo con “TORERO” in un video dell'epoca.




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Proseguiamo poi con “TU VUO' FA' L'AMERICANO”
anch'esso in un video dell'epoca.

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TONY KOSPAN



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