La consapevolezza della condizione umana ed il susseguirsi delle stagioni
non possono non farci meditare un po’ sul senso del nostro vivere.
L’uomo specchio
IL SENSO DELLA VITA E LA CONDIZIONE UMANA
IN POESIA ARTE AFORISMI CANZONI E…
a cura di Tony Kospan
Non possiamo non constatare che, nonostante l’enorme progresso tecnologico,
la natura ci domina con la sua forza, spesso tremenda,
come ci dimostrano i vari cataclismi che si sussseguono nel mondo.
E così pure rimane assoluto, da un punto di vista razionale,
il mistero del significato della vita.
Inutile dire che fin dall’antichità e precisamente
fin da quando ebbe consapevolezza di sé e del suo destino
l’Uomo si è posto mille domande.
Filosofi, artisti, scrittori e poeti, hanno a lungo ed in tante opere
affrontato, ma senza esiti apprezzabili, questi temi…
mentre le religioni offrono una soluzione ma è basata sulla fede.
I valori personali – 1952
Iniziamo con alcuni aforismi d’autore… che amo molto
Ebbene, che altro è la vita umana se non tutta una commedia,
nella quale tutti recitano la loro parte chi con una maschera chi con un’altra,
finché a un certo punto il capocomico non li fa uscire di scena? Erasmo da Rotterdam – Elogio della follia
E se tutti noi fossimo sogni
che qualcuno sogna,
pensieri che qualcuno pensa? Fernando Pessoa
Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio,
di quante non ne sogni la tua filosofia. Shakespeare – Amleto
Ogni uomo ricomincia la storia del mondo,
ogni uomo la chiude. Achim von Arnim
Il principale compito che ha l’uomo nella vita
è di dare alla luce a se stesso Erich Fromm
L’argomento ci coinvolge tutti, volenti o nolenti, ed è stato affrontato
in tutte le epoche, in tutte le culture, dai pensatori, dai poeti
e dagli artisti in genere fin dai tempi più remoti.
Veniamo ora alle poesie prescelte, tutte di grandi poeti e, come sempre,
mi piacerebbe leggere quelle che amate voi…
mentre i dipinti sono di un grande pittore surrealista, René Magritte,
che ha spesso affrontato temi introspettivi.
Vita – Dalla e Morandi
Psiche
LA TRAVERSATA DELL’OASI
Maria Luisa Spaziani
Ibernati, incoscienti, inesistenti,
proveniamo da infiniti deserti.
Fra poco altri infiniti ci apriranno
ali voraci per l’eternità.
Ma qui ora c’è l’oasi, catena
di delizie e tormenti. Le stagioni
colorate ci avvolgono, le mani
amate ci accarezzano.
Un punto infinitesimo nel vortice
che cieco ci avviluppa. C’è la musica
(altrove sconosciuta), c’è il miracolo
della rosa che sboccia, e c’è il mio cuore.
Eyes of Eternity – Era
La condizione umana
FINE DEL VIAGGIO
Alexis Diaz Pimienta
Se hai scoperto
che tutti gli oracoli ingannano,
che tutte le strade portano a te stesso,
cosa farai delle tue prossime paure?
Se hai scoperto
che gli astri mentono
— o forse si sbagliano —
che farai delle tue maldicenze?
Se hai scoperto
che la vecchia gitana col fazzoletto rosso
imbroglia da secoli i viaggiatori,
cosa farai di tanti manoscritti,
di tante fidanzate che aspettano fiori?
Se hai scoperto
che anche nella vita
sei un semplice passeggero in transito,
che farai, dove lo farai, e quando?
Los caminos de la vida
Il male del paese
CI SONO ANIME
Federico Garcìa Lorca
Ci sono anime che hanno
stelle azzurre,
mattini fioriti
tra foglie del tempo,
casti cantucci
che conservano un antico
sussurro di nostalgia
e di sogni.
Altre anime hanno
spettri dolenti
di passioni. Frutta
con vermi. Echi
di una voce arsa
che viene di lontano
come una corrente
d’ombre.
Ricordi
vuoti di pianto e
briciole di baci.
La mia anima è matura
da gran tempo,
e si dissolve
confusa di mistero.
Pietre giovanili
consunte di sogno
cadono sulle acque
dei miei pensieri.
Ogni pietra dice:
“Dio è molto lontano”
My Way – Sinatra
Il terapeuta
IL CUORE CHE RIDE
Charles Bukowski
La tua vita è la tua vita.
Non lasciare che le batoste
la sbattano nella cantina della resa.
Stai in guardia.
Ci sono delle uscite.
Da qualche parte c’è luce.
Forse non sarà una gran luce
ma la vince sulle tenebre.
Stai in guardia.
Gli dei ti offriranno delle occasioni.
Riconoscile, afferrale.
Non puoi sconfiggere la morte
ma puoi sconfiggere la morte in vita,
qualche volta.
E più impari a farlo di frequente,
più luce ci sarà.
La tua vita è la tua vita.
Sappilo finché ce l’hai.
Tu sei meraviglioso
gli dei aspettano di compiacersi in te.
La vita mia – Minghi
L’Invenzione della Vita – 1928
VITA
R. Tagore
Io so
questa vita è piena
di gioie e dolori,
di risa e di pianto.
Io non so
perché tutto questo;
quali saranno i frutti
del susseguirsi laborioso
di tutto l’universo.
Io non so
che avverrà poi
in questo mondo tanto oscuro …
se avrà o non avrà fine
il dolore dell’universo,
se le stesse speranze
dell’assetato di giustizia
saranno o meno appagate.
Io non domando
ai dotti di conoscere
il mistero della vita,
né pretendo di sciogliere da solo
i nodi che legano l’universo.
Io credo d’essere
legato ad un solo destino
assieme a miriadi di vite;
mi consegno perdutamente all’amore
che conduce il mondo.
L’origine del corallo è stata per secoli avvolta nella leggenda.
Ovidio nelle “Metamorfosi” e Plinio il Vecchio nella “Naturalis historia” riconoscono al corallo la stessa genesi mitica.
Il sangue che continuò a gocciolare dalla testa recisa della gorgone Medusa, si trasformò in corallo.
LA NATURA
Il suo colore caldo e vivo, l’origine marina, la sua natura ambigua devono aver fortemente impressionato i primi popoli del bacino del Mediterraneo che hanno così iniziato a lavorarlo e a farlo conoscere in tutto il mondo.
Il corallo propriamente detto è un celenterato ottocorallo dell’ordine dei gorgonacei, caratterizzato da uno scheletro calcareo ramificato, colorato più o meno intensamente di rosso, per la presenza di sali di ferro, e ricoperto da uno strato di tessuto molle denominato sarcosoma.
Nel sarcosoma si osservano molti polipi provvisti di otto tentacoli ramificati e contrattili,
molte piccole spicole calcaree, rosse e un fitto reticolo di canali che collegano i singoli polipi.
I coralli si riproducono per mezzo di piccole larve ciliate, natanti e vermiformi che, trascinate dalle correnti, si fissano alle pietre, dove ciascuna dà origine ai un primo individuo (oozoite), che per gemmazione da origine a una colonia.
LA STORIA
Il corallo sembra aver esercitato il proprio fascino sui popoli sin dai tempi più remoti:
i ritrovamenti d’età preistorica ne confermano un utilizzo per la produzione di oggetti ornamentali o comunque dei beni di lusso.
Il mondo romano, che fa ampio uso del corallo, preferisce al prodotto lavorato destinato ad ornamenti e realizzazioni complesse, manufatti più semplici. Il mondo medievale adotta invece il corallo con grande ampiezza e varietà, non soltanto in contesti artistici, ma anche economici e spirituali.
Difatti, nel medioevo, il corallo appare legato a due principali sfere d’uso:
una religiosa ed una alchemico-farmacologica.
Il Rinascimento registra il radicarsi di una lavorazione del corallo in senso plastico e figurativo, legata in modo particolare alla realizzazione di soggetti sacri.
Pian piano nel corso del tempo Napoli e (soprattutto) Torre del Greco assumono il ruolo di guida sia nella pesca che nella realizzazione di prodotti in corallo.
A partire dal 1870 Torre del Greco si afferma come uno dei maggiori centri produttivi a livello mondiale nel settore del corallo.
Dopo la prima guerra mondiale, grazie ad una nuova concezione di gioiello, il corallo entra a pieno titolo nell’altissima gioielleria;
dopo le difficoltà vissute nel corso del secondo conflitto mondiale, si registra una ripresa dei flussi commerciali legati al corallo, e le aziende di Torre del Greco, altamente specializzate, tornano ad essere tra le prime nel panorama mondiale ma in Italia ci sono anche altri punti di eccellenza.
UNA DELLE CAPITALI DEL CORALLO
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Torre del Greco è unanimemente riconosciuta come tale anche se in Italia vi sono altri importanti centri per la sua lavorazione.
La pesca del corallo è stata esercitata dai Torresi da tempi remoti ed i loro guadagni erano tali che che Ferdinando IV di Borbone chiamò la città “spugna d’oro” del suo regno.
Dal ‘500 i Torresi si spinsero nel mare della Corsica e della Sardegna e già nel ‘600 avevano una flotta di centinaia di barche.
Poi alla fine del ‘700 si spinsero anche verso le coste africane.
La città ospita ben 2 musei dedicati al corallo: uno storico all’interno dell’ “Istituto d’arte di stato” e l’altro più piccolo.
L’arte del corallo viene insegnata e tramandata dall’antica Scuola d’incisione e lavorazione del corallo annessa all’omonimo Museo.
Nel suo territorio sono tantissime le aziende di ogni dimensione che lo lavorano e l’esportano in ogni parte d’Italia e del mondo.
Qui giù il francobololo del 2010 che testimonia l’importanza storica della lavorazione torrese del corallo.
Scegliete un amore che vi dia risposte e non problemi. Sicurezza e non paura. Fiducia e non dubbi. – Paulo Coelho –
Louis Ritman
SEI COSI’ BELLA
– Juan Ramon Jimenez –
Sei così bella tu, come il morbido prato dietro l’arcobaleno nel meriggio silenzioso d’acqua e sole, come l’increspamento della primavera di fronte al sole dell’aurora come l’avena fine del serraglio di fronte al sole del tramonto dell’estate come i tuoi occhi verdi col mio sorriso rosso come il mio cuore profondo col tuo amore vivo
Dopo aver accennato al paesaggio nella pittura del Seicento
e del Settecento ora passeremo ad osservare come esso si presenta
nella pittura romantica (e realista) e poi in quella impressionista
per concludere con i capolavori di quello che possiamo definire
il vero principe della pittura “en plein air“, Claude Monet.
Monet
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L’EVOLUZIONE DEL PAESAGGIO
II PARTE
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Romanticismi e Realismi
La pittura romantica del paesaggio, con pittori come il famoso Turner, Constable e Friedrich così come pure quella realistica di autori di varie nazioni ed in particolare della Hudson River School, si pone come punto di passaggio dalle precedenti esperienze a quelle successive dell’impressionismo.
Joseph Mallord William Turner – Il castello di Arundel
Joseph Mallord William Turner – Sole nascente nella foschia
John Constable – Il mulino di Flatford
Caspar David Friedrich – Mare al chiaro di luna
L’Impressionismo ed il paesaggio
Gauguin – Paesaggio con 2 donne bretoni
La rivoluzione tecnica e stilistica impressionistica, enormemente osteggiata agli inizi, è caratterizzata dalla necessità di esprimersi da parte degli artisti senza compromessi e senza rigidità.
Dunque anche il paesaggio è da loro visto con molta semplicità e grande libertà espressiva. Esemplari in tal senso le opere di Pissarro, Sisley, Van Gogh, Degas, Renoir, Gauguin e Cézanne.
Van Gogh – Campi di grano in un paesaggio collinare – 1889
Van Gogh – Orti a Montmartre
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Camille Pissarro – Route d’Ennery pres de Pontoise – 1874
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Alfred Sisley – Ponte di Villeneuve la Garenne
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Renoir – L'estaque – 1882
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Monet e la natura nuova
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Monet – Regata ad Argenteuil
Con lui si ha un vero e proprio rovesciamento dei concetti della pittura paesaggistica che non è più natura dipinta… ma diventa espressione dell’esperienza interiore.
Monet – Il sentiero nella foresta di Fontainebleau
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Monet – La gazza
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Monet – San Giorgio
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Monet – La casa del pescatore a Varengeville
Monet – Passeggiata sulla scogliera
F I N E
N.B. E’ chiaro che, essendo impossibile presentare tutti i dipinti dedicati al paesaggio nei secoli, quelli presenti nel post sono soltanto alcuni esempi che possiamo definire significativi… delle varie tendenze susseguitesi nel tempo.
Maurizio Arcieri, cofondatore e cantante dei New Dada,
divenne famoso con la canzone “5 minuti e poi“
che, chi era giovane negli anni 60, ricorderà certamente.
(Milano 30.4.1942 – Varese 29.1.2015)
BREVE BIOGRAFIA
E’ stato un innovatore in campo musicale,
vivendo tutte le stagioni della musica pop,
beat, rock, new wave, punk, dance ed elettronica.
Aveva iniziato però la carriera come attore di fotoromanzi.
Lasciato il gruppo creò, con la moglie Christina Moser,
il duo musicale Krisma ma non ritrovò più il grande successo.
Fondò poi la TV satellitare Krisma TV e lavorò
come autore televisivo e produttore.
Negli ultimi anni è stato nel cast di Chiambretti
nel programma di seconda serata Chiambretti Night.
LA SUA CANZONE PIU’ FAMOSA
5 MINUTI E POI…
“Cinque minuti e poi” è una canzone molto struggente
che racconta di un innamorato che conta i minuti
che mancano alla partenza di un aereo
che porterà via la sua donna per sempre.
Questa canzone arrivò al 3° posto nella classifica Hit Parade
del 1968 e ci restò per diverse settimane
dopo aver già riscosso consensi al Disco per l’estate.