Archivio per 16 novembre 2019

Nelle sublimi poesie di Hikmet e Prevert (e nella canzone di Yves Montand) la magia ed il fascino dell’autunno   Leave a comment

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2 grandi poeti, Hikmet e Prevert,

inneggiano all'autunno… a modo loro…

ed un mitico cantante Yves Montand

canta magicamente la poesia del 2°


 

 

 
 
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NOTTE D'AUTUNNO E LES FEUILLES MORTES
 
– POESIA E CANZONE POESIA… SUBLIMI –
 
a cura di Tony Kospan

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La prima poesia sublime di cui tratteremo
è del grande… poeta turco Hikmet
 
 Egli… riconosce all’autunno…
ed in particolare alla notte d’autunno, 
più delle notti delle altre stagioni, 
la capacità di quasi costringerci a guardarci dentro… 
nel profondo del nostro cuore.


 
 
 
 
 
 
 

 


E lì… legger le parole dell’Amore.
 
 
Parole forti, parole assolute…parole universali…
parole che sostanziano realizzano… concretizzano…
l’eternità dell’amore umano.


 
 
 
 
 
 
 
 
 

Questa è solo la mia interpretazione
ma potrebbero essercene altre… 
che mi piacerebbe conoscere da voi…
 
 
 Quel che è certo ed innegabile
è l’enorme fascinosa suggestione che la poesia ci dona…
quasi avvolgendoci in un’amorosa nube autunnale.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


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NOTTE D’AUTUNNO
Nazim Hikmet


In questa notte d’autunno
sono pieno delle tue parole
parole eterne come il tempo
come la materia
parole pesanti come la mano
scintillanti come le stelle.
Dalla tua testa alla tua carne
dal tuo cuore
mi sono giunte le tue parole
le tue parole cariche di te
le tue parole, madre
le tue parole, amore
le tue parole, amica.
Erano tristi, amare
erano allegre, piene di speranza
erano coraggiose, eroiche
le tue parole
erano uomini.


 



La seconda,
da cui è nata anche la mitica canzone che poi ascolteremo,
 è una grandissima poesia di Prévert.


 
 
 
 
 
 
 


Parlo della mitica… LES FEUILLES MORTES
 
che ascolteremo poi cantata dall’indimenticabile Yves Montand

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LE FOGLIE MORTE

Oh, vorrei tanto che anche tu ricordassi
i giorni felici del nostro amore
Com’era più bella la vita
E com’era più bruciante il sole
Le foglie morte cadono a mucchi…
Vedi: non ho dimenticato
Le foglie morte cadono a mucchi
come i ricordi, e i rimpianti
e il vento del nord porta via tutto
nella più fredda notte che dimentica
Vedi: non ho dimenticato
la canzone che mi cantavi
è una canzone che ci somiglia
Tu che mi amavi
e io ti amavo
E vivevamo, noi due, insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza nessun rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti
Le foglie morte cadono a mucchi
e come loro i ricordi, i rimpianti
Ma il mio fedele e silenzioso amore
sorride ancora, dice grazie alla vita
Ti amavo tanto, eri così bella
Come potrei dimenticarti
Com’era più bella la vita
e com’era più bruciante il sole
Eri la mia più dolce amica…
Ma non ho ormai che rimpianti
E la canzone che tu cantavi
la sentirò per sempre
è una canzone che ci somiglia
Tu che mi amavi
io che ti amavo
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza nessun rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi.

 
 
 

 


Auguro a tutti un felice proseguimento d'autunno
 
 Tony Kospan




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Felice sabato sera in poesia con “Ho conosciuto” Alda Merini – arte Waldmüller – Canzone “Io vagabondo”   3 comments

 

 

Ferdinand Georg Waldmüller – Giovane contadina con tre bambini alla finestra

 

 

 

 

 

 

Di notte, ricordati di guardare le stelle.
Dove sto io è troppo (lontano)
perché possa mostrarti dove si trova la mia.
Meglio così.
La mia stella sarà per te una qualsiasi,
e allora ti farà piacere guardarle tutte.
Saranno tutte tue amiche.
Antoine de Saint-Exupéry – Il Piccolo Principe


 
 
 
 

 
 
 
 

 
 
 
 

Ferdinand Georg Waldmüller – Gli innamorati
 
 
 
 

HO CONOSCIUTO
Alda Merini 

Ho conosciuto in te le meraviglie
meraviglie d’amore sì scoperte
che parevano a me delle conchiglie
ove odorano il mare e le deserte
spiagge corrive e lì dentro l’amore
mi son persa come alla bufera
sempre tenendo fermo questo cuore
che (ben sapevo) amava una chimera.

 
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Ferdinand Georg Waldmüller – Il tempo delle rose







 
 
da Orso Tony
 
 
 

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Ferdinand Georg Waldmüller – I vicini




I fidanzatini di Peynet… veri simboli dell’amore eterno – La loro storia e tanti romanticissimi dipinti.   9 comments






La storia e la favola di Raymond Peynet,

ideatore dei mitici “fidanzatini

divenuti emblema dell'amore eterno in tutto il mondo,

è in realtà davvero breve, simpatica e semplice…




(Parigi 16.11.1908 – Mougins 14.1.1999)



Dopo aver studiato alla “Scuola delle Arti Applicate all'industria”

iniziò a lavorare per un'agenzia pubblicitaria disegnando etichette di prodotti vari

(in genere profumi e confezioni di cioccolatini).



In un secondo momento passò a pubblicare disegni su vari giornali di Parigi.



Nel 1930 si sposò con un'amica d'infanzia

con cui rimase tutta la vita e da cui ebbe una figlia.



Nel 1942 la svolta della sua vita… che lui stesso raccontò.






LA STORIA DELLA NASCITA DEGLI INNAMORATI DI PEYNET

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Nella tetra e grigia atmosfera della guerra Peynet era a Valence

in attesa di prendere un treno con la moglie 

che qual combinazione si chiamava Damour  (Damore) – e la figlia Annie

quando sente una musica provenire da un chioschetto lì vicino.


Quel chioschetto… quella musica…gli fecero venire l'ispirazione.



Ho cominciato a scarabocchiare ed ho disegnato prima il violinista solitario (io),

poi la ragazza con la coda di cavallo (la moglie Denise) nonché mia unica spettatrice“.

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Il chioschetto ed il 1° dipinto

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In quel momento nascevano i celebri innamorati, o fidanzatini (in francese amoureux)

che sarebbero diventati per tutti il simbolo di un amore vero… e senza fine.




Quel vecchio chioschetto, che il Comune voleva demolire,

per le proteste dei cittadini e le campagne di molti francesi,

è diventato invece dal 1982 monumento nazionale…


Eccolo…







Ora, sia che crediate o meno nell'amore vero ed eterno,

ecco altre immagini dei mitici “Amoureux

perchè in ogni caso un bel sentimento, come l'amore,

non può certo far male a nessuno.








Non posso vivere lontano da te










Il mio cuore è solo e si annoia. Può fargli posto accanto al suo?



Tony Kospan



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IL CAVALLO DI TROIA ERA UNA NAVE? SFATATO IL MILLENARIO MITO?   1 comment








SFATATO IL MILLENARIO MITO DEL CAVALLO DI TROIA?



Debbo dire che fin da piccolo la storia del Cavallo costruito su idea di Ulisse per far entrare i Greci (gli Achei) nella città di Troia mi lasciava molto perplesso e mi sembrava una soluzione bislacca.

Ma tutta la storiografia (o quasi) fin dall’antichità dava credito a questa versione per cui mi ci ero adagiato anch’io.

Oggi però con gli studi comparati e coordinati tra testi letterari antichi e la conoscenza delle tecnologie e della nautica dell’epoca, il velo su quanto abbia davvero inteso scrivere Omero, sembra che sia stato squarciato.

Tuttavia pare permanere, soprattutto in Italia, una certa resistenza ad affrontare con mente libera le nuove scoperte da parte di vecchi e fermi settori umanistici.

Ecco allora, in completa ma sintetica analisi, quanto è stato comunicato dall’archeologo navale italiano Francesco Tiboni, dottore di ricerca dell’Università di Marsiglia (e non solo) a seguito di sue approfondite ricerche.









IL CAVALLO DI TROIA? ERA UNA NAVE!
La tesi del dr. Francesco Tiboni



Come può essere avvenuto questo equivoco millenario?

Esso sarebbe sorto fin da tempi antichissimi per un errore dei primi traduttori dell’Iliade ed avvalorato poi da quelli successivi come anche quello che aiutò Virgilio per la sua Eneide.

In effetti con il nome “Hippos” veniva normalmente chiamata una nave fenicia che aveva come polena (decorazione lignea sulla prua) proprio una testa di cavallo.

In verità insieme all’enorme diffusione del mito del cavallo già nel nel II sec. d.C. c’era anche chi, come Pausania, ne dubitava e scriveva:
«Che quello realizzato fosse un marchingegno per abbattere le mura e non un cavallo lo sa bene chiunque non voglia attribuire ai Frigi un’assoluta dabbenaggine. Tuttavia la leggenda dice che è un cavallo».








LE PROVE


Innanzitutto da un semplice punto di vista logico era molto più agevole nascondere in una doppia stiva di un’imbarcazione un piccolo gruppo di guerrieri greci.

Inoltre, nel descrivere il trasporto del cavallo dentro le mura di Troia, Omero nell’Odissea parla chiaramente di “alaggio” ovvero del sistema di rotolamento delle navi su rulli di legno usato nell’antichità per spostarle al coperto alla fine del periodo in cui era possibile navigare.

Omero, che dalle sue perfette descrizioni di navi appare un ottimo conoscitore della materia, parlando di “Hippos” intendeva dunque indicare questo tipo di nave fenicia mentre per i primi traduttori, digiuni di cose marinaresche, era solo un cavallo vero e proprio. 

Le navi del genere “Hippos” erano poi di solito usate per trasporti di cose preziose per cui anche questo poteva ingolosire molto i Troiani.

Infine, sostituendo il “cavallo” di Troia con una nave, tutta la vicenda assume contorni meno fantasiosi e ben più realistici.







UNA BREVE CONSIDERAZIONE



La scoperta è frutto di un’indagine interdisciplinare che non si è fermata alla sola lettera dei testi ma li ha interconnessi con dati storici e tecnici (marinari) in una visione molto più ampia e precisa.

Personalmente questa tesi mi trova favorevole… anche se comprendo lo sconcerto di tantissimi… nel dover riconsiderare questo mito plurimillenario.



Tony Kospan








Tubes fée et compagnon...

STORIA E RICORDI DEL PASSATO?






Breve ricordo di Lia Zoppelli elegante attrice e.. nostra amica grazie al mitico Carosello   2 comments

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Ricordiamo un personaggio forse ormai dimenticato
o mai conosciuto dalle giovani generazioni
ma che è stato una presenza simpatica e costante nelle nostre case,
grazie al mitico Carosello Alemagna,
 in coppia con Enrico Viarisio, per alcuni decenni.


Oggi è ll'anniversario della nascita 
della signorile ed elegante attrice
Lia Zoppelli 





(Milano 16.11.1920 – Milano 2.1.1988)
 


Iniziò fin da giovanissima la carriera d'attrice teatrale…
ed ebbe presto molto successo.


Passò poi a quella cinematografica e televisiva 
anche se spesso in ruoli non da protagonista.








La sua carriera d'artista iniziata nei primi anni quaranta 
è durata fino agli anni ottanta
ed ha recitato con molti grandi artisti dell'epoca.






 

Eccola qui, con Enrico Viarisio, in uno spot del Carosello Alemagna
famoso per la frase… “Ullallà è una cuccagna”





Enrico Viarisio



Raggiunse però una grande notorietà
entrando alla grande 
nelle case degli Italiani
con il mitico Carosello.

 

Qui con il figlioletto Enrico

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Ricordiamola ancora rivedendola anche
in questa mitica 
ed esilarante scenetta… con l'altrettanto mitico Totò…  
(C'è del marcio in Danimarca)


 

 




Tony Kospan




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