Archivio per 27 ottobre 2019

Buona domenica sera in poesia “La traversata” M. L. Spaziani – arte Goya – canzone “Io vorrei” Battisti   Leave a comment

 

 

Danza in Andalusia – Goya


 

  

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Noi non siamo solo quel che mangiamo e l’aria che respiriamo.

Siamo anche le storie che abbiamo sentito,

le favole con cui ci  hanno addormentati da bambini,

i libri che abbiamo letto,

la musica che abbiamo ascoltato

e le emozioni che un quadro, una statua, una poesia ci hanno dato.

Tiziano Terzani

 

 

Goya – La lattaia di Bordeaux






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LA TRAVERSATA DELL’OASI 
Maria Luisa Spaziani


 Ibernati, incoscienti, inesistenti,
proveniamo da infiniti deserti.
Fra poco altri infiniti ci apriranno
ali voraci per l’eternità.
Ma qui ora c’è l’oasi, catena
di delizie e tormenti. Le stagioni
colorate ci avvolgono, le mani
amate ci accarezzano.
Un punto infinitesimo nel vortice
che cieco ci avviluppa. C’è la musica
(altrove sconosciuta), c’è il miracolo
della rosa che sboccia, e c’è il mio cuore.




Goya

 
 

 da Tony Kospan

 

STORIE.. RICORDI ED ATMOSFERE DI UNA VOLTA
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Goya – La Maya vestita


Le 100 pecore blu di Amburgo – Ecco le originali e simpatiche sculture ed il loro significato   3 comments


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Personalmente non riesco a comprendere
il livello artistico di questa “opera”
che ha comunque un intento certamente positivo.


 
 
 
 
 
 
 
Se siete ad Amburgo (Germania), nel quartiere di Wilhelmsburg,
potreste fare un salto a visitare questa installazione
degli artisti Rainer Bonk e Bertamaria Reetz,
(anche se in verità non so se sia ancora lì o meno
dato che le notizie sono del 2013)
ma resta comunque l'originalità dell'opera.



 
 



E' (o era) intitolata:
Blue Peace Flock (Gregge blu di pace)
e Dio sa quanto ce n'è bisogno.


 
 
 
 
 
 
 

Si tratta di 100 sculture rappresentanti pecore blu

che simbolizzano il fatto che,


pur avendo idee, lingue, religioni etc. diverse…

 in fondo siamo tutti uguali e tutti importanti.

 
 
 
 
 
 
 
 








Il progetto ha viaggiato in tutto il mondo per oltre tre anni,
fermandosi in più di 50 città prima di fermarsi davanti al
Castello di Schwerin
per simboleggiare la necessità della tolleranza e della solidarietà.


 
 
 
 
Castello di Schwerin 
 

Tony Kospan


 
 
 
 
IL SALOTTO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L'ARTE
Ripped Note









IL GIOCO DEGLI DEI – Brano sublime di Paulo Coelho su “amore e destino” e.. forum   2 comments

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Questo brano di Paulo Coelho,
noto scrittore, poeta e blogger brasiliano
affronta un tema eterno e mai risolto
(e forse non risolvibile a livello razionale).
E' il destino che decide per noi?
O siamo noi a creare il nostro destino?




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IL GIOCO DEGLI DEI


Gli dei lanciano i dadi, ma non domandano se vogliamo partecipare al gioco.
Non vogliono sapere se hai lasciato un uomo, una casa, un lavoro, una carriera, un sogno.
Gli dei non badano al fatto che tu vuoi avere una vita in cui ogni cosa sia al proprio posto, in cui ogni desiderio si possa esaudire con il lavoro e la pertinacia.
Gli dei non tengono conto dei nostri piani e delle nostre speranze.
In qualche luogo dell'universo, loro lanciano i dadi e, casualmente, vieni scelto tu.
Da quel momento in poi, vincere o perdere è solo questione di opportunità.
Gli dei lanciano i dadi e liberano l'amore dalla sua gabbia.
Questa forza può creare o distruggere, a seconda della direzione in cui soffiava il vento nel momento in cui si è liberata dalla prigione.
L'amore può condurci all'inferno o in paradiso, comunque ci porta sempre in qualche luogo.
É necessario accettarlo, perché esso è ciò che alimenta la nostra esistenza.
Se non lo accettiamo, moriremo di fame pur vedendo i rami dell'albero della vita carichi di frutti: non avremo il coraggio di tendere la mano e di coglierli.
É necessario ricercare l'amore la dove si trova, anche se ciò potrebbe significare ore, giorni, settimane di delusione e di tristezza.
Perché nel momento in cui partiamo in cerca dell'amore, anche l'amore muove per venirci incontro.
E ci salva.
E nell'amore non esistono regole.
Possiamo tentare di seguire dei manuali, di controllare il cuore, di avere una strategia di comportamento.
Ma sono tutte cose insignificanti.
Decide il cuore.
E quando decide è ciò che conta.


Paulo Coelho




FORUM

Penso d'interpretar questo brano del grande scrittore come consiglio a tener sempre aperte le porte del cuore tenendo presente però che l'amore potrà presentarsi in un momento o in un luogo non preventivabile, né definibile.
Ma poi sarà solo il caso a farcelo incontrare e soprattutto riconoscere.
Lo stesso concetto però, a parer mio, vale anche per altri aspetti della nostra vita.
E voi cosa ne pensate?

Tony Kospan



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Auguri Benigni – Buon compleanno con la lettura di “Paolo e Francesca”.. la poesia dedicata a Troisi e.. non solo   1 comment

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Come fare gli auguri
ad uno dei più grandi e poliedrici artisti dei nostri giorni
tra l'altro vincitore di un Premio Oscar con “La vita è bella”
nonché grande amante della poesia e della Divina Commedia?









Eh sì… egli è attore… regista… comico… showman…
ma anche amico della poesia,  studioso di Dante etc.









Ebbene, proprio per i temi che trattiamo qui in genere,
lo festeggerò con la sua mitica lettura
del passo più famoso della Divina Commedia
sia in forma di testo che in… video 
corredata da opere d'arte in tema,
poi con la sua poesia scritta per l'amico Troisi ed infine
con il trailer del film che gli è valso l'Oscar.
T.K.




Frank Dicksee – Paolo e Francesca





Ecco dunque come Roberto Benigni
ci illustra il brano più famoso della Divina Commedia
che nel contempo è anche un doloroso ma immenso 
inno al mistero dell'amore
 
 
 
PAOLO E FRANCESCA

 
 
 
 
(Castiglion Fiorentino – 27.10.1952)
 
 
 
 
Benigni:
Omissis
“E’ un libro tutto al femminile la Divina Commedia, è un libro tutto sull’amore, basato tutto sull’amore.
Ora, quando parla di Paolo e Francesca, che sono i passi più famosi, sentiamo che è il primo dannato con il quale parla, Francesca.
E per la prima volta nella storia – un’invenzione di lui, uomo del Medio Evo – per descrivere tutto un personaggio, prende un momento della sua vita. Questa è un’idea che mi ha sempre affascinato.
Prende un solo momento della sua vita e quel personaggio è scolpito per l’eternità.
E’ un’invenzione di Dante Alighieri.
Per Paolo e Francesca prende il momento in cui loro due non sapevano di essere innamorati e vengono trafitti dall’amore
e quel momento rimarrà scolpito per sempre.
Lui sceglie quel momento e sarà il momento dell’eternità.
Mentre noi sentiamo Francesca che parla e piange e dice, soffriamo.
Mentre che l’uno spirto questo disse,
l’altro piangea; sì che di pietade
io venni men così com’io morisse.
E caddi come corpo morto cade.
Ma quando si sente: l’altro piangea, il cuore sobbalza, e quel verso che dice quando hanno scoperto…
Dante vuol sapere come hanno fatto a capire che erano innamorati. Gli interessa a lui personalmente, è proprio la sua domanda: come accadde che voi vi scopriste innamorati?
E lei dice:
Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Sono versi che lasciano…
Siamo nel primo girone dell’Inferno – il primo, vero – dove Dante ci ha messo (non a caso in quello dove si soffre meno, per modo di dire) quelli che sono morti per amore, i lussuriosi, ma anche quelli che sono morti per amore perché si amavano l’uno con l’altro. Proprio perché lui stesso c’aveva paura di andarci: “Meglio che faccio un posto un po’ meno sofferente!”
Quindi in questo canto si parla di questa storia. Di questi due amanti che so’ stati presi mentre stavano leggendo una storia che li riguardava – erano quasi loro – un libro.
La storia di Paolo e Francesca la sapete tutti, insomma che… lei doveva sposare Gianciotto Malatesta e naturalmente era bruttissimo, era anche zoppo.
Gli è arrivato brutto e zoppo, ma brutto, una personaccia! Gli portò la cosa di matrimonio il su’ fratello che era bellissimo.
Lei pensava fosse quello suo marito.
Pensate quando è arrivato quell’altro, che era cattivo, brutto e zoppo, ma proprio ignorante come una capra e quindi…
Non è che poi l’ha tradito, solamente che il primo afflato d’amore con il primo che vedi… magari se vedeva prima quell’altro si sarebbe innamorata. Ha visto prima quello, allora…
Aspettava l’amore. Quando aspetti l’amore non si vede più niente, diventa tutto meraviglioso.
 
 
 
 

 
 
 
 
 
Questo afflato d’amore, Dante gli chiede, vuol sapere da loro come fecero a ‘nnamorarsi.
Perché a Dante gli interessa come si fa a ‘nnamorarsi:
Voglio sapere come scatta questo mistero dell’universo dell’amore”,
che può scattare tra chiunque, con chiunque e in qualsiasi momento.
E quella è una cosa che dentro ci sono… c’è Semiramide, che era una talmente lussuriosa che aveva fatto un editto dove imponeva a tutti di fare all’amore per la strada dalla mattina alla sera, di modo che anche lei fosse normale.
Siccome questa Semiramide faceva all’amore dalla mattina alla sera con tutti, ha fatto un editto…
E’ come se anche qui in Italia si dovesse tutti…
Non facciamo riferimenti che è sempre brutto e terribile…
C’è Minosse in questo canto, con tutte le similitudini…
“Vabbè Benigni, abbiamo capito, facci ‘sto canto”.




Ary Scheffer






Ora, volendo, possiamo anche ascoltare
la sua interpretazione grazie al video che segue…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
INFERNO – CANTO V
 
OMISSIS
 
 
così vid’io venir, traendo guai,
ombre portate da la detta briga;

per ch’i’ dissi: “Maestro, chi son quelle

51 genti che l’aura nera sì gastiga?”.
“La prima di color di cui novelle
tu vuo’ saper”, mi disse quelli allotta,

54 “fu imperadrice di molte favelle.
A vizio di lussuria fu sì rotta,
che libito fé licito in sua legge,

57 per tòrre il biasmo in che era condotta.
Ell’è Semiramìs, di cui si legge
che succedette a Nino e fu sua sposa:

60 tenne la terra che ’l Soldan corregge.
L’altra è colei che s’ancise amorosa,
e ruppe fede al cener di Sicheo;

63 poi è Cleopatràs lussurïosa.
Elena vedi, per cui tanto reo
tempo si volse, e vedi ’l grande Achille,

66 che con amore al fine combatteo.
Vedi Parìs, Tristano”; e più di mille
ombre mostrommi e nominommi a dito,

69 ch’amor di nostra vita dipartille.
Poscia ch’io ebbi il mio dottore udito
nomar le donne antiche e ’ cavalieri,

72 pietà mi giunse, e fui quasi smarrito.
I’ cominciai: “Poeta, volontieri
parlerei a quei due che ’nsieme vanno,

75 e paion sì al vento esser leggeri”.
Ed elli a me: “Vedrai quando saranno
più presso a noi; e tu allor li priega

78 per quello amor che i mena, ed ei verranno”.
Sì tosto come il vento a noi li piega,
mossi la voce: “O anime affannate,

81 venite a noi parlar, s’altri nol niega!”.
Quali colombe dal disio chiamate
con l’ali alzate e ferme al dolce nido

84 vegnon per l’aere dal voler portate;
cotali uscir de la schiera ov’è Dido,
a noi venendo per l’aere maligno,

87 sì forte fu l’affettüoso grido.
“O animal grazioso e benigno
che visitando vai per l’aere perso

90 noi che tignemmo il mondo di sanguigno,
se fosse amico il re de l’universo,
noi pregheremmo lui de la tua pace,

93 poi c’hai pietà del nostro mal perverso.
Di quel che udire e che parlar vi piace,
noi udiremo e parleremo a voi,

96 mentre che ’l vento, come fa, ci tace.
Siede la terra dove nata fui
su la marina dove ’l Po discende

99 per aver pace co’ seguaci sui.
Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,
prese costui de la bella persona

102 che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

105 che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense”.

108 Queste parole da lor ci fuor porte.
Quand’io intesi quell’anime offense,
china’ il viso e tanto il tenni basso,

111 fin che ’l poeta mi disse: “Che pense?”.
Quando rispuosi, cominciai: “Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio

114 menù costoro al doloroso passo!”.
Poi mi rivolsi a loro e parla’ io,
e cominciai: “Francesca, i tuoi martiri

117 a lagrimar mi fanno tristo e pio.
Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri,
a che e come concedette amore

120 che conosceste i dubbiosi disiri?”.
E quella a me: “Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice

123 ne la miseria; e ciò sa ’l tuo dottore.
Ma s’a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,

126 dirò come colui che piange e dice.
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;

129 soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;

132 ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,

135 questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:

138 quel giorno più non vi leggemmo avante”.
Mentre che l’uno spirto questo disse,

l’altro piangëa; sì che di pietade

141 io venni men così com’io morisse.
E caddi come corpo morto cade.



IL VIDEO DI BENIGNI CHE RECITA DANTE…

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…QUELLO DELLA POESIA DEDICATA A TROISI


   Poesia di Benigni – Omaggio a Troisi

 

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ED INFINE QUELLO DEL TRAILER DE “LA VITA E' BELLA”






ANCORA..







BENIGNI 
 
ANCHE DA TONY KOSPAN 
 
 
 
 
TESTO LETTURA BENIGNI DAL WEB
 
 
 
 

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