Archivio per 20 ottobre 2019

Buona domenica sera in poesia “Il vento nell’isola” Neruda – arte T. de Lempicka – canzone “Tornerò”   2 comments

 


 Tamara De Lempicka *









Pablo Neruda con Matilde Urrutia a Capri
dove fu scritta la poesia che leggeremo

 .

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A forza di guardare il cielo

e di respirare a pieni polmoni

l’aria fresca della notte,

mi sembrava di riempirmi di stelle.

– Tiziano Terzani – 

 

 

 Tamara De Lempicka




IL VENTO NELL'ISOLA

Pablo Neruda


Il vento è un cavallo:

senti come corre

per il mare, per il cielo.

Vuol portarmi via: senti

come percorre il mondo

per portarmi lontano.

Nascondimi tra le tue braccia

per questa notte sola,

mentre la pioggia rompe

contro il mare e la terra

la sua bocca innumerevole.

Senti come il vento

mi chiama galoppando

per portarmi lontano.

Con la tua fronte sulla mia fronte,

con la tua bocca sulla mia bocca,

legati i nostri corpi,

all’amore che brucia,

lascia che il vento passi

senza che possa portarmi via.

Lascia che il vento corra

coronato di spuma,

che mi chiami e mi cerchi

galoppando nell’ombra,

mentre, sommerso,

sotto i tuoi grandi occhi,

per questa notte sola

riposerò, amor mio.



Tamara De Lempicka


 
 
 




 (Tornerò)

 

 
 
*Ritratto del Marchese d'Afflitto 

 
 
 

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Tamara De Lempicka

Nei favolosi Musei Vaticani anche la scala di accesso è un.. capolavoro! Conosciamola!   5 comments

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Nell'ambito dell'architettura…
molte sono le scale belle… artistiche.

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La scala di accesso ai favolosi Musei Vaticani

è una di quelle davvero fantastiche ed eccezionali

ed un ulteriore capolavoro

che si aggiunge alle mitiche opere d'arte lì presenti.

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La spettacolare e monumentale scala

a doppia spirale elicoidale

fu ideata da Giuseppe Momo ed inaugurata nel 1932.

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Vediamola in altre immagini

da varie angolazioni.
















Non è di per sé una vera meraviglia
ed un capolavoro?


Ciao da Tony Kospan.


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VIVER L'ARTE.. INSIEME

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Con “Tu sei la nuvola della sera”.. Tagore ci dona una sublime poesia d’amore.. armonia e sogno   4 comments

 

 
 



 


Torniamo, con questa poesia,
al Poeta dell’Armonia e del Sogno
Tagore
vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1913
ed ancor oggi tra più amati.





 
 
 
 


Nelle sue poesie Tagore esprime i suoi sentimenti
sempre tesi verso l’armonia e la bellezza…
nonostante le tante difficoltà
e gli enormi dolori della sua vita.
 

Questa sua poesia, d’amore… e di sogno,
dolce e delicata come una farfalla,
ne è un fantastico fulgido esempio.



Calcutta 6.5.1861 – Santi Neketan 7.8.1941



 
 
Egli ha una incredibile capacità di…
volare alto…
e di farci volare con lui…

 
 
 
 






 
 
 

TU SEI LA NUVOLA DELLA SERA
R. Tagore
 
 
Tu sei la nuvola della sera
che vaga nel cielo dei miei sogni.
Io ti dipingo e ti modello
con i miei desideri d’amore.
Tu sei mia, solo mia,
l’abitatrice dei miei infiniti sogni!
I tuoi piedi sono rosso-rosati
per la vampa del mio desiderio,
spigolatrice dei miei canti
al tramonto!
Le tue labbra sono dolci-amare
del sapore del mio vino di dolore.
Tu sei mia, solo mia,
abitatrice dei miei solitari sogni!
Ho oscurato i tuoi occhi
con l’ombra della mia passione,
frequentatrice della profondità
del mio sguardo!
T’ho presa e ti stringo, amore mio,
nella rete della mia musica.
Tu sei mia, solo mia,
abitatrice dei miei immortali sogni!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Come sempre…
sarà bello leggere anche il vostro parere
 
 
Ciao da Tony Kospan







 
 

Arthur Rimbaud.. il mitico “poeta maledetto” dal volto di bambino – Biografia ed alcune sue poesie   Leave a comment








Tutti abbiamo sentito parlare dei poeti maledetti
ma spesso ne abbiamo solo una vaghissima conoscenza.

Stavolta parleremo del poeta dalla faccia da bambino,
vero e proprio grande innovatore in poesia
attraverso l'esaltazione senza alcun limite
di ogni genere di emozioni e sensazioni.

 
 
 

Charleville 20.10.1854 – Marsiglia 10.11.1891
 
 
 


BREVE BIOGRAFIA

 
 
Arthur Rimbaud… il più maledetto dei poeti maledetti…
nacque a Charleville nel 1854 in una buona famiglia borghese
ma restò presto senza padre (scappato) e con una madre severissima.
 
 
Ebbe la classica educazione e ben presto,
già a 10 anni iniziò a scriver poesie.

Ma a 16 si rivoltò contro le forme tradizionali
della buona società iniziando a vagabondare per la città
e vivendo esperienze di ogni tipo
comprese quelle della droga, dell'alcool e del carcere
ma anche leggendo di tutto.

 
 
 
 
 
 
 
 

L'incontro con Paul Verlaine, di cui divenne amico,
rapresentò per lui un momento decisivo di consapevolezza
delle sue capacità poetiche e letterarie.
 
 
Nel 1870 fu ospitato a Parigi da Verlaine a casa sua
dove viveva con la moglie.

 
 
 
 
 Verlaine e Rimbaud
 
 
 

Verlaine l'introdusse negli ambienti letterari parigini
(circolo di poeti parnassiani)
ed ecco come lo definì tal Léon Valade
«poeta terrificante e selvaggio più che timido».
 
 
In pratica il poeta dalla faccia di bambino
affascinava e addirittura sconvolgeva il circolo
per le capacità artistiche e per la sua incontenibile depravazione.

 
 
 
 
Henri Fantin Latour  – I poeti maledetti  – (Verlaine e Rimbaud a sinistra)
 
 
 

Proprio dal '70 e per 5 anni scrisse tutte le sue opere letteriarie
frequentando Verlaine, con cui fece dei viaggi a Londra e Bruxelles,
fino al 1873 quando l'amico poeta mise fine alla loro relazione
sparandogli un colpo di pistola e ferendolo.
 
 
Dopo di ciò abbandonò la poesia ed addirittura distrusse tutti i suoi scritti
iniziando una vita di avventure e peripezie… in giro per il mondo.

 
 
 
 
 
 
 
 

Fece l'insegnante, lo scaricatore di porto, il mercenario,
il capomastro etc… ed infine il commerciante in Abissinia
 
 
Intanto Verlaine pubblicava le sue “Illuminazioni” nel 1886.
 
 
Tornato in Francia per curar un tumore al ginocchio
vi morì a soli 32 anni.

 
 
 
 
 
 
 .
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LA SUA RIVOLUZIONARIA POETICA
 
 
Oscillando tra Victor Hugo ed i parnassiani ma soprattutto
volendo cambiare tutti i canoni preesistenti
perfino quelli degli innovatori prima di lui come Baudelaire
giunse ad una poesia detta della sensazione
ovvero delle emozioni totali senza filtri nè controlli.
 
 
Nei suoi versi si uniscono pensieri odori musiche colori…
in modo talmente libero da farlo considerare assolutamente unico
e l'iniziatore dell'audacia assoluta in poesia…
 
 
 

 .
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ALCUNE SUE POESIE
 
 
 
 
 
 
 

SOGNATO PER L’INVERNO
 
Andremo, d’inverno, in un vagoncino rosa
con tanti cuscini blu.
Sarà dolce. Un nido di baci folli
posa nei cantucci molli.
Tu chiuderai gli occhi,
per non vedere dai vetri
smorfiare l’ombre delle sere,
la plebaglia di demoni e di lupi tetri,
mostruosità arcigne e nere.
 Poi la tua guancia graffiare si sentirà…
un piccolo bacio, un ragno matto,
ti correrà sul collo…
Intanto tu mi dirai:
“Cerca!”, chinando a me la testa
prenderemo tempo a scovare quella bestia
che viaggia così tanto…

 
 
 
 
 
 
 

PRIMA SERATA
 
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…
Seduta sul mio seggiolone,
Seminuda, giungeva le mani.
Al suolo fremevano lieti
i suoi piccolissimi piedi.
Io guardavo, colore di cera,
un piccolo raggio di luce
sfarfallare nel suo sorriso
e sul suo seno, mosca al rosaio.
Le baciai le caviglie sottili.
Ebbe un ridere dolce e brutale
Che si sciolse in un limpido trillo,
Un ridere grazioso di cristallo.
I suoi piedini sotto la camicia
Si salvarono: “Beh, vuoi finirla?”.
La prima audacia era stata permessa,
Ma ridendo fingeva di punirla!
Baciai, palpitanti al mio labbro,
I suoi timidissimi occhi;
Lei ritrasse la sua testolina
Esclamando: “Ma questo è ancor meglio!…
Signore, ho qualcosa da dirvi…”
Tutto il resto gettai sul suo seno
In un bacio, del quale ella rise
D’un riso che fu generoso…
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…

 
 
 
Berthe Morisot – Giovane donna
 
 
 
SENSAZIONE
 
Nelle azzurre sere d'estate, andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a pestar l'erba tenera:
trasognato sentirò la frescura sotto i piedi
e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.
Io non parlerò, non penserò più a nulla:
ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,
e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,
nella Natura, lieto come con una donna.




Ma Boheme – Jean-Paul Surin



LA MIA BOHEME (Fantasia)

Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate;
E anche il mio cappotto diventava ideale;
Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero il tuo fedele;
Oh! quanti amori splendidi ho sognato!
I miei unici pantaloni avevano un largo squarcio.
Pollicino sognante, nella mia corsa sgranavo
Rime. La mia locanda era sull’Orsa Maggiore.
Nel cielo le mie stelle facevano un dolce fru-fru
Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade
In quelle belle sere di settembre in cui sentivo gocce
Di rugiada sulla fronte, come un vino di vigore;
Oppure, rimando in mezzo a fantastiche ombre,
Come lire tiravo gli elastici
Delle mie scarpe ferite, un piede vicino al cuore!

 
 
 
 
F I N E



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