Archivio per 28 settembre 2019

Buon sabato sera in poesia “Entro in questo amore” di M. L. Spaziani – arte S. Lega – canzone “Lay Lady Lay”   2 comments

 
 
Silvestro Lega – I fidanzati


 
 
 
 
 
 
 

Chi ha detto che essere belli vuol dire avere dei bei tratti?
A volte essere belli significa avere spirito, eleganza, dignità.
Oriana Fallaci

 

 
 
 

Silvestro Lega
 
 



ENTRO IN QUESTO AMORE
M. L. Spaziani

Entro in questo amore come in una cattedrale,
come in un ventre oscuro di balena.
Mi risucchia un’eco di mare, e dalle grandi volte
scende un corale antico che è fuso alla mia voce.
Tu, scelto a caso dalla sorte, ora sei l’unico,
il padre, il figlio, l’angelo e il demonio.
Mi immergo a fondo in te, il più essenziale abbraccio,
e le tue labbra restano evanescenti sogni.
Prima di entrare nella grande navata,
vivevo lieta, ero contenta di poco.
Ma il tuo fascio di luce, come un’immensa spada,
relega nel nulla tutto quanto non sei.


 
 
 
Silvestro Lega – Il pergolato


  

 
 

 
 

 
 


IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L'ARTE
I N S I E M E
Ripped Note 

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Silvestro Lega




 

L’Orangerie – Ecco la “Cappella Sistina” dell’Impressionismo   Leave a comment



L'ORANGERIE – LA CAPPELLA SISTINA DELL'IMPRESSIONISMO








Sono pochi i luoghi che possiamo considerare dedicati all'esaltazione di una corrente artistica… e l'Orangerie è uno di questi… e, riguardo all'Impressionismo è un assoluto “unicum”.



COME NASCE E COS'E'





Siamo alla fine della 1° Guerra Mondiale, Monet, il più impressionista di tutti gli impressionisti, ed anche il più grande paesaggista tra gli impressionisti, stava dipingendo enormi tele con tema “Ninfee”, uno dei suoi temi preferiti, per donarle allo Stato Francese.

Monet l'aveva prima studiata “en plein air” ma poi l'aveva realizzata in atelier.



Monet alle prese con le Ninfee



L'ex politico Georges Clémenceau, grande amico di Monet, suggerì che i grandi quadri fossero installati nelle sale da poco disponibili dell'Orangerie, edificio costruito nel 1852 per ospitare gli alberi di arance (da qui il suo nome) del vicino giardino delle Tuileries e poi destinato nel tempo a vari usi, soprattutto di rappresentanza.








L'imponente opera di Monet costituita da 8 pannelli di due metri di altezza e di una lunghezza totale di 91 metri venne quindi esposta (con un processo di incollatura delle tele direttamente al muro) in due stanze ovali che formano il segno dell'infinito.

L'illuminazione di queste 2 stanze avviene solo grazie a delle finestre, secondo la volontà del pittore, per immergere il visitatore in uno “stato di grazia”.







VISITIAMOLA


L'impressione che il visitatore ha, entrando in queste 2 sale, è di trovarsi dinanzi ad un'unica pittura continua e nel contempo d'essere totalmente immerso nella natura.

Gli potrà sembrare di trovarsi seduto in una barchetta circondata da ninfee al centro di uno stagno e poi, per vedere e capire meglio, si muoverà proprio come se si trovasse calato realmente nel paesaggio lacustre.







Monet, con i suoi colori e le sue luci, imita in modo perfetto la realtà, non realisticamente ma sensorialmente, anticipando quelle che saranno le linee del futuro astrattismo.



BREVE RIFLESSIONE







Era impensabile che un'arte nata per raccontare piccole scene borghesi, di vita quotidiana, di umane impressioni e destinata ad arredare i salotti realizzasse un'enorme opera come questa di Monet.








Però ciò è inaspettatamente avvenuto al punto che queste 2 sale ovali unite nel simbolo dell'infinito furono definite da André Masson “La Cappella Sistina” dell'Impressionismo.

Esse infatti rappresentano la più alta e la più monumentale espressione artistica di questa corrente.






Tony Kospan




– Copyright Tony Kospan

– Vietata la copia integrale senza indicare autore e Blog









SOGNO E REALTA’ – Questa simpaticissima favoletta ci dice quale sia il vero rapporto tra loro   Leave a comment


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Per chi ama il sogno, quale compagno della nostra vita,

soprattutto nei momenti difficili,

questa carinissima favoletta

ci offre una bella chiave di lettura sulla sua importanza…





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LA FAVOLA DEL SOGNO E DELLA REALTA’


Se ci va, possiamo leggere la favola ascoltando una musica new age.


 fre bia pouce musical notes    (musica new age)






Un giorno, il sogno e la realtà si incontrarono per strada.
Si guardarono a lungo e poi esclamarono insieme: “Non ci assomigliamo per niente, com’è allora che l’uomo ci confonde così facilmente?”.  
Due che facevano lo stesso cammino si intromisero nel discorso: “la colpa, o il merito, è nostro!”. 
“Chi siete?” domandarono il sogno e la realtà.
“Siamo il dolore e il piacere. Avete mai visto un uomo che concepisca un sogno fatto di dolore, oppure uno che miri a una realtà priva di qualche piacere?”.
“Mai” assentirono il sogno e la realtà.  
“Ed io“, intervenne a questo punto una voce squillante, “non sono forse la molla che sostiene ogni sogno?”.
Tutti si chiesero chi parlasse così… “sono la speranza” rispose la voce.  
A questo punto si udì un’altra voce, robusta e pastosa:
“Ma senza di me, che sono il coraggio, mai nessun uomo riuscirebbe a trasformare un sogno… in realtà“.
“A meno che non intervenga io“, interloquì un’altra voce ancora, “trasformando il sogno e modificando la realtà“ il sogno, la realtà, il dolore, il piacere, la speranza e il coraggio riconobbero subito quella parlata in falsetto: era l’illusione.  
“Che stolti“ mormorò fra sé qualcuno che non volle intervenire alla diatriba “non sanno che, per merito mio, il sogno è la realtà e la realtà è il sogno“.  
Non pronunciò ad alta voce queste parole perché, pur essendo la verità, nessuno le avrebbe creduto.







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– testo dal web
– impaginazione di Tony Kospan  
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CIAO DALL’ORSO…


OVVIAMENTE… SOGNANTE








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DANIELA MILASI.. PITTRICE DEI 2 MARI – PERCORSO DI VITA E TEMI ARTISTICI ANCHE CON SUOI DIPINTI   Leave a comment








Perché dei 2 mari?

Perché è nata ed ha iniziato a disegnare sullo Ionio (Catanzaro)

e poi dopo essersi trasferita a Vibo Valentia sul Tirreno.




IL PERCORSO ARTISTICO








Daniela Milasi (ma il vero nome è Maria Daniele) ha iniziato a dipingere, 

quasi naturalmente, fin dai primi anni di vita, e non ha mai smesso

nonostante i suoi tanti momenti impegnativi vissuti come donna e madre…





Alcuni dipinti di quando era bambina con scene di vita familiare





Fin da piccola il suo carattere è stato molto riservato

al punto che, pur essendo figlia unica,

non cercava compagnia se non quella di persone con cui era in sintonia.








Dopo essersi diplomata ben presto iniziava a lavorare

e qualche anno dopo si sposava.










Dopo il matrimonio cambiava la firma ai suoi dipinti scegliendo

come nome d'arte… “Daniela Milasi ” associando,

con modifica, il cognome suo a quello del marito.




Daniela Milasi in 2 foto… da bambina e da adulta




Nel 1984 a seguito della consegna  a Lamezia Terme

direttamente a Papa Giovanni Paolo II

di un suo dipinto raffigurante il Pontefice

la fama delle sue opere si diffondeva con ancor maggior successo

negli ambienti culturali ed artistici calabresi.










Seguiranno poi altri premi, diverse mostre in tutta Italia,

così come varie pubblicazioni di sue opere

e numerose recensioni di critici d'arte.








Diverse sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private

sia in Italia che all'estero.









Attualmente vive ed opera a Vibo Valentia e la sua abitazione,

oltre ad esser il suo atelier,

è anche una mostra permanente dei suoi lavori.









TEMI E STILE



I suoi temi spaziano dai paesaggi ai ritratti, dai fiori ai soggetti sacri,

dall'amore alla maternità… etc.








Esaminando le sue opere possiamo notare come prima del matrimonio

l'artista privilegiasse i temi della solitudine ed i paesaggi

e dopo, invece, l'amore e la maternità.










Inoltre caratteristiche evidenti del suo “modus operandi” appaiono essere

sia l'estrema e profonda adesione alle spontanee ispirazioni

che un'assoluta indipendenza di stile e la lontananza dalle mode del tempo.









Pur essendo la sua arte staccata da ogni moda e corrente artistica

a mio parere essa però può definirsi di genere “naif elegante e sognante”.







Sono felice d'aver conosciuto questa pittrice e le sue opere…







Tony Kospan



Pubblicato 28 settembre 2019 da tonykospan21 in ARTE

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Marcello Mastroianni – Breve ricordo di un mito del cinema italiano con foto d’autore ed un bel video   1 comment



Mastroianni, com'è noto,

è stato uno dei più grandi attori italiani del XX secolo.





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Mi fa piacere però ricordarlo attraverso le immagini 

del grande fotografo Tazio Secchiaroli e di altri

che ripercorrono la sua vita artistica, e non solo, sui set cinematografici…

e con un video omaggio in cui possiamo rivedere

diverse mitiche scene di alcuni grandi film

della sua lunga e fantastica carriera artistica.

 

 

Mastroianni… giovane

 

 

Marcello Mastroianni

  

 

 

Con la Loren

 

 

Tazio Secchiaroli e Marcello si sono frequentati,

sul set e fuori, per circa 30 anni

e Tazio lo ha quindi potuto fotografare in tantissime situazioni.

 

 

 

Marcello Mastroianni (Fontana Liri 28.9.1924 – Parigi 19.12.1996)

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Le foto raccontano dunque 30 anni di amicizia e di collaborazione.


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Tazio Secchiaroli 


 

 

Tazio Secchiaroli, tra i maggiori fotografi italiani del XX secolo, ha rivoluzionato il modo di fotografare il cinema portando il reportage sul set.

All’inizio della sua carriera era fotografo ambulante (“scattino”) e al mattino arrivava a Termini dove cominciava a fare le prime foto della giornata, alle persone in arrivo e partenza dalla stazione.


 

Mastroianni e Fellini


 

 

 

Mastroianni e Pasolini

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Il

Matrioianni e Anita Ekberg (La dolce vita)

 

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con la Loren
 
 
 
 
 






 
 
 
 

E concludiamo… con un… tris d'assi
 
 
 
 
Fellini.. Mastroianni e la Loren





MARCELLO MASTROIANNI IN UN VIDEO OMAGGIO








 
 
 
 
 

Le immagini… non tutte di Secchiaroli…  da vari siti web – impaginazione Tony Kospan…
 
 
 
 
 
 

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ancore con Anita Ekberg (La dolce vita)




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