Il mio arrivo nella città di N. è avvenuto puntualmente. Eri stato avvertito con una lettera non spedita. Hai fatto in tempo a non venire all'ora prevista. Il treno è arrivato sul terzo binario. E' scesa molta gente. L'assenza della mia persona si avviava verso l'uscita tra la folla. Alcune donne mi hanno sostituito frettolosamente in quella fretta. A una è corso incontro qualcuno che non conoscevo, ma lei lo ha riconosciuto immediatamente. Si sono scambiati un bacio non nostro, intanto si è perduta una valigia non mia. La stazione della città di N. ha superato bene la prova di esistenza oggettiva. L'insieme restava al suo posto. I particolari si muovevano sui binari designati. E' avvenuto perfino l'incontro fissato. Fuori dalla portata della nostra presenza. Nel paradiso perduto della probabilità. Altrove. Altrove. Come risuonano queste piccole parole.
Penso davvero che meriti d'esser letta e… gustata…
questa simpatica leggenda.
LA LEGGENDA DELLA LUNA PIENA
In una calda notte di luglio di tanto tempo fa un lupo, seduto sulla cima di un monte, ululava a più non posso.
In cielo splendeva una sottile falce di luna che ogni tanto giocava a nascondersi dietro soffici trine di nuvole, o danzava tra esse, armoniosa e lieve.
Gli ululati del lupo erano lunghi, ripetuti, disperati. In breve arrivarono fino all’argentea regina della notte che, alquanto infastidita da tutto quel baccano, gli chiese:
– Cos’hai da urlare tanto? Perché non la smetti almeno per un po’?-
– Ho perso uno dei miei figli, il lupacchiotto più piccolo della mia cucciolata.
Sono disperato… aiutami! – rispose il lupo.
La luna, allora, cominciò lentamente a gonfiarsi.
E si gonfio, si gonfiò, si gonfiò, fino a diventare una grossa, luminosissima palla.
– Guarda se riesci ora a ritrovare il tuo lupacchiotto – disse, dolcemente partecipe, al lupo in pena.
Il piccolo fu trovato, tremante di freddo e di paura, sull’orlo di un precipizio.
Con un gran balzo il padre afferrò il figlio, lo strinse forte forte a sé e, felice ed emozionato, ma non senza aver mille e mille volte ringraziato la luna.
Poi sparì tra il folto della vegetazione.
Per premiare la bontà della luna, le fate dei boschi le fecero un bellissimo regalo: ogni trenta giorni può ridiventare tonda, grossa, luminosa, e i cuccioli del mondo intero, alzando nella notte gli occhi al cielo, possono ammirarla in tutto il suo splendore.
Octavio Ocampo è uno di quegli artisti capaci di rivisitare le immagini,
unirle, nasconderle in altre nei modi più vari e dunque di creare così in modo fantastico
qualcosa di nuovo e di unico che trasmette grande meraviglia in chi le osserva.
LE INCREDIBILI ILLUSIONI O METAMORFOSI
NELLE OPERE DEL PITTORE
OCTAVIO OCAMPO
a cura di Tony Kospan
Octavio Ocampo
BREVE BIOGRAFIA
E’ nato in Messico nel 1943 e fin da giovanissimo si distinse nella pittura… in particolare nel dipingere carri carnevaleschi e murales…
Vive a Tepoztlan tra i monti a sudovest di Città del Messico.
Molti suoi dipinti sono esposti alla Visions Fine Art Gallery a Sedona, in Arizona.
La Gioconda… rivisitata
Octavio ha anche realizzato opere su commissione per molti personaggi famosi.
Sono opere, le sue, davvero sorprendenti, affascinanti ed emanano un alone di mistero…ed a mio parere anche la sua… si può definire “Fantasy art”.
Consiglio, per apprezzarle, di esaminarle con un attimo di attenzione prima guardandole nel loro insieme e poi scorgendo le evidenti connessioni per coglierne tutti gli incredibili aspetti visionari…
Alcune opere sono famosissime e certo le avrete incontrate nel web… dove sono amatissime… come queste che seguono
Opera nota come i “9 volti” che possiamo divertirci a scoprire
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Anche qui tante immagini nell'immagine
Oltre queste immagini può esser utile guardar questo esauriente video che, a mio parere, merita d’esser visto…
Gli amanti dell’arte, ed in particolare dell’Impressionismo, sanno solo che la prima mostra di quella mitica corrente, malvista dalla pittura ufficiale del tempo, si tenne a Parigi presso lo studio del fotografo Nadar il 15 aprile 1874.
Spesso mi domandavo: “ma nel 1874 c’era già uno studio fotografico così grande ed importante da contenere addirittura una mostra di pittura?”.
Alcuni tra i più famosi personaggi dell’800 ritratti da Nadar
Quindi ho deciso di approfondire la conoscenza di questo importante personaggio dell’800 pioniere della “foto d’arte” e della “foto aerea”.
In verità lui stesso negava l’esistenza della fotografia d’arte ma qui cercherò di spiegare perché, a mio parere, si sbagliava.
Vi parlerò di lui con una breve biografia, con un accenno alla sua debordante personalità ed attraverso alcune sue mitiche foto.
(Parigi 6 aprile 1820 – Parigi 21 marzo 1910)
BREVE BIOGRAFIA
Dopo il liceo e qualche anno di medicina Gaspard-Félix Tournachon (in arte Nadar) dovette interrompere gli studi per la morte del padre.
Iniziò a lavorare nei giornali di Lione ma poi si trasferì a Parigi.
Qui conobbe alcuni intellettuali dell’epoca (tra cui Baudelaire) e con alterne vicende lavorò come disegnatore e caricaturista.
Tuttavia la sua passione era la conoscenza e l’uso delle novità tecnologiche dell’epoca… e pertanto dopo un po’ abbandonò la penna per la macchina fotografica.
Ma il suo carattere inquieto lo portò nel 1848 a tentare d’andar a combattere in Polonia con un passaporto falso in difesa dei suoi ideali socialisti e libertari ma alla fine, dopo non esaltanti vicende fu preso dai prussiani e rimandato idietro… a piedi.
Questo però non gli tarpò le ali… anzi.
Giulio Verne
Nel 1850 iniziò a creare il Pantheon Nadar cioè una galleria di immagini in cui fossero presenti tutti i grandi personaggi dell’epoca.
Questa sua grande opera, iniziata con la sua penna di caricaturista, proseguì poi con la fotografia che era la grande novità tecnologica dell’epoca.
George Sand
E’ dunque anche grazie a lui che oggi abbiamo i ritratti fotografici di artisti come Franz Liszt , Richard Wagner , Charles Baudelaire , Michael Bakunin , Victor Hugo , Jules Verne , Gioacchino Rossini, Sarah Bernhardt, Jacques Offenbach, George Sand, Guy de Maupassant, Édouard Manet, Gustave Doré , Gustave Courbet, Jean-Baptiste Corot… per citarne alcuni.
Nel 1854 sposò una donna benestante.
La moglie Ernestine Nadar in non giovane età
Nel 1858 per primo iniziò a fare foto dall’alto stando a bordo di una mongolfiera e quindi è considerato anche il pioniere della foto aerea.
La meraviglia delle immagini “aeree” accrebbe ancor più la sua fama di artista… anche perché nessuno aveva mai visto Parigi dall’alto.
Nadar – Le prime foto aeree della storia
Giulio Verne si ispirerà a lui per un suo libro ed in un altro creerà un personaggio col suo nome anagrammato (Ardan).
Nel 1874, offrì il suo studîo ai futuri impressionisti, di cui era amico e sostenitore, per la loro prima mostra che segnerà l’inizio della storia travolgente della corrente.
Foto dei sotterranei di Parigi
A 77 anni si ritirò dalla sua attività lasciandola proseguire al figlio, (che nel 1889 ne curò un’ampia retrospettiva nell’ambito dell’Esposizione Universale) per dedicarsi principalmente all’attività di scrittore.
Morì poco prima di arrivare a 90 anni in non floride condizioni economiche.
Originale autoritratto
IL PERSONAGGIO
Nadar aveva un fisico imponente (dal che resta di lui oggi la simpatica immagine del più grande e più grosso fotografo dell’800) associato ad una personalità altrettanto incontenibile ed eccentrica.
E’ stato infatti anche rivoluzionario, caricaturista, scrittore, tra i primi a volare con le mongolfiere, agente segreto, rivoluzionario, socialista, mecenate degli Impressionisti etc.
L’ARTISTA FOTOGRAFO
Dicevo su… che lui era convinto di non essere un artista, forse paragonandosi ai grandi pittori della sua epoca, ma già la sua stessa definizione della fotografia qui giù smentisce questo suo pensiero (a mio parere).
“Compito autentico del ritratto fotografico
è di estrarre la verità psicologica del soggetto”
(Nadar)
Geniale infatti fu la sua idea di ritrarre i grandi personaggi (che spesso si prestavano ad esser ripresi quasi malvolentieri e solo per amicizia) senza le solite scenografie dell’epoca ma solo i loro volti… che, lasciati liberi nella posa oggi ci rivelano le loro vere personalità (non era allora obbligatorio il sorriso stereotipato in fotografia).
Gioacchino Rossini
Egli poi, prima di fotografarli si intratteneva simpaticamente con loro affinché si rilassassero ed assumessero una posa spontanea.
Quindi, anche se egli stesso non se ne rendeva conto, Nadar ha anche inventato il ritratto psicologico in fotografia.
Inoltre è stato il primo a portare la macchina fotografica in cielo (sulle mongolfiere) e sottoterra (nei sotterranei di Parigi) usando quindi, sempre per primo, la macchina fotografica con la luce elettrica.
IN UN MOMENTO
Dino Campana
In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le… twitter.com/i/web/status/1…1 hour ago