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Quante volte ci siamo chiesti… ma a cosa serve la poesia?
Qualcuno ridacchiando, e con l'aria di chi non crede alle bubbole, ci dice che non serve proprio a nulla…
Ecco dunque un brano che affronta il problema non in modo agiografico o aprioristico ma facendo una semplice ed imparziale analisi.

Certo questo brano… di Edgarda Ferri, che consiglio di leggere con attenzione, è un ottimo contributo alla comprensione dell’importanza della poesia nella nostra vita…
E’ scritto in modo chiaro e diretto… senza fronzoli… anzi in qualche punto con estrema durezza… ma poi per certi versi… è sublime… e profondo.

QUANTA EMOZIONE NELLE PAROLE DEI POETI
Edgarda Ferri
I versi di Neruda, Ungaretti, Montale ci fanno stare bene, allargano la mente, dicono che non si è mai soli.
E insegnano il senso della vita
“lo non vengo a risolvere nulla. lo sono venuto qui per cantare e per sentirti cantare con me“.
Questo è il poeta Ricardo Neftali Reyes Basoalto, nato nel 1904 a Temuco nel Cile, che a 16 anni scrisse i suoi primi versi col nome di Pablo Neruda. “lo non vengo a risolvere nulla“.
Questo voleva dire Neruda, il poeta.
Sapendo di mentire perché, fin da principio, sapeva che non sarebbe stato “esattamente” così.
La poesia non risolve nulla, non ti sfama se hai fame, non ti arricchisce se sei povero, non ti riveste se sei nudo, non ti restituisce la persona che hai perduto, voleva dire il poeta.
Eppure. Se non conosci la poesia, fai più fatica a sopportare tutto questo. Sei più solo, più disperato.
Allora. Allora, la poesia fa bene al cuore, allarga la mente, ti aiuta a capire che non sei solo: che tu sia felice, o infelice, che tu abbia accanto la persona amata, o che tu l’abbia perduta, c’è stato almeno un poeta che, prima di te, ha calpestato questo stesso sentiero: e l’ha raccontato.
Come.
La meraviglia della poesia sta anche in questo.
Come Neruda, certamente non Ungaretti. E come Ungaretti, non certo Baudelaire, Saffo, Dickinson, Montale, Hikmet, Leopardi.
I poeti sono uomini.
Uomini e donne che hanno vissuto in maniere diverse, in tempi diversi.
L’appassionata americana volontariamente reclusa Emily Dickinson.
Il cocainomane, raffinatissimo francese Charles Baudelaire.
L’ironico, spregiudicato inglese Oscar Wilde.
L’amaro ligure Eugenio Montale, che davanti a una rosa cui avevano dato il suo nome commentò: “Proprio a me, che se la tocco, appassisce”.
E il capriccioso, bislacco marchigiano Giacomo Leopardi, che si innamorava di donne impossibili, non si lavava, ed è morto per una mostruosa scorpacciata di gelato.
Gente come noi.
Con le nostre stesse miserie e passioni.
Ma con la grazia della poesia.
Questa indicibile, incommensurabile grazia che ci trasmettono mentre li leggiamo, li ascoltiamo, li ricordiamo.
Soltanto i poeti conoscono, infatti, il segreto del senso della vita.
Soltanto la poesia sa scandire il dolore, la gioia, l’amore, la bellezza come se tutto fosse meraviglia. Ecco.
Se anche noi conoscessimo questo ritmo, vivremmo più consapevolmente; e in ogni caso, conoscendo fino in fondo l’incomparabile prodigio dell’esistenza.
E voi… sì voi… che con me frequentate spazi virtuali e non virtuali in cui la poesia è presente in modo massiccio… cosa ne pensate?
Personalmente condivido questo pensiero, anche se l'argomento resta vastissimo ed affrontabile da tanti altri punti vista, aggiungendo solo che poche altre cose (ad es. la musica e l'arte) sono capaci di colorare la nostra vita.
Tony Kospan
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Ciao mia caro Tony,quante parole si,
concordo con Te, il tutto ma il tempo di leggere non
c’è lo, mi piacerebbe dedicarmi ha delle
bellissime cose che fai, ma …. purtroppo ….
Buona Santa Domenica Tony.🌺🌷🌺
Carmeℒa💝
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Grazie Carmela anche tu crei cose molto belle. Ciao
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Pingback: É UN BELLISSIMO ARTICOLO: Quale il ruolo della poesia nella nostra vita? – Obiettiva e bella analisi (a mio parere) di E. Ferri — IL MONDO DI ORSOSOGNANTE – girosblog
Che piacere sapere che c’è ancora qualcuno che crede nella preziosità della poesia. Purtroppo si conoscono molti poeti del passato e pochi poeti moderni. Purtroppo molte case editrici escludono la poesia, escludono i racconti e le fiabe. Il motivo è sempre economico. Tutto adesso è ridotto al guadagno di un’industria editoriale allo sfacelo. Io scrivo poesie nel mio blog e ho scritto anche libri ma in Italia non c’è pubblico per la poesia o almeno son troppo pochi gli estimatori. Tu sei una persona ammirevole perchè hai creato una pagina di cultura e la diffondi per passione, hai tutta la mia stima 😊
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Grazie per le tue parole Amleta…
Purtroppo però sul declino della poesia non me la prenderei con le case editrici… anzi.
Oggi sono pubblicati centinaia di libri di poesie ma nessuno (o quasi) li legge e quindi le Case Editrici dedicano poco spazio alla loro pubblicità (salvo a quelli di pochi autori già affermati).
Gli italiani sono notoriamente un paese di santi poeti e navigatori… ma non di lettori.
Questo lo verifico ogni giorno nei gruppi di poesia di FB dove tutti scrivono poesie ma poi a stento appare qualche like da parte dei lettori.
La cosa grave è che molti pretendono di scrivere poesie ma senza alcuna cultura… (e non mi riferisco solo agli “orrori” grammaticali).
Anch’io ho scritto delle poesie ma finora, stando così le cose, mi sono rifiutato di pubblicarle.
Ciao e in bocca al lupo comunque ai tuoi libri…
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