Archivio per 1 settembre 2019

La mitica Cappella Sansevero.. non solo un museo.. con le sue magiche e misteriose opere d’arte – I PARTE – Il Principe   5 comments

 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

  

 

L’enigmatica Cappella Sansevero
è uno dei luoghi più visitati di Napoli,
e riscuote notevole interesse e grande curiosità
da oltre duecento anni.
 
E’ altresì considerata, da un sondaggio fatto
tra tutti coloro che hanno visitato dei musei,
il museo più amato d’Italia ed è pure presente
nella top ten dei musei europei.


 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
LA CAPPELLA ED IL PRINCIPE DI SANSEVERO
 
ARTE E… MISTERI…
 
a cura di Tony Kospan
 
 
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PRESENTAZIONE
 
 
 

 

 
Perché una piccola cappella suscita tanto interesse e tanta curiosità?
 
Perché visitarla è come fare 2 passi… nel mistero, 2 passi… nella grande arte, 2 passi… nella storia del ‘700  e 2 passi… nel mondo umano e familiare di un geniale ed enigmatico principe ed alchimista Raimondo de Sangro, Principe di Sansevero.
 
 
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Pur essendo il tema apparentemente semplice, la biografia di un Principe e la descrizione di una piccola cappella, per la notevole complessità e quantità di aspetti artistici, storici, scientifici, alchemici, esoterici… etc… il post dovrà esser diviso in parecchie parti.
 
Inizieremo dunque col parlare qui, in breve, della vita del Principe per passare poi ad esaminare la Cappella e le sue opere d’arte, le diverse stranissime invenzioni del Principe e ci soffermeremo anche su alcuni suoi contatti con personaggi europei altrettanto noti e misteriosi.
 
Questa prima parte, che possiamo definire essenzialmente di presentazione e biografica, è forse la meno affascinante ma è assolutamente necessaria per meglio comprender tutto quanto vedremo e conosceremo dopo.
 
 
 
 
 
I PARTE
 
 
 
 
DISSERO DEL PRINCIPE DI SANSEVERO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ecco cosa scrisse di lui Benedetto Croce:
“Ammazzò sette cardinali e con le loro ossa costruì sette seggiole, mentre con la pelle, opportunamente conciata, ricoprì i sedili”
– Benedetto Croce-Storie e leggende napoletane -.
 
 
Per la gente del luogo era invece una specie di stregone ed ancora secoli dopo, al solo nominarlo, molti si facevano il segno della croce.
 
 
Wikipedia però lo definisce così… semplicemente
“Raimondo di Sangro (Torremaggiore 30.1.1710 – Napoli 22.3.1771) fu il VII principe di San Severo e studioso napoletano”.
 
 
Ma chi era e da dove veniva in verità costui?
 
 
 
 
 

 

 
 
 
LA FAMIGLIA D’ORIGINE DEL PRINCIPE
 
 
 
I conti dei Marsi e di Sangro vantavano, come si può evincere dal loro stemma, una discendenza “borgognona” dallo stesso Carlo Magno.
 
Inoltre la famiglia dei Sangro era molto legata al potente Ordine Benedettino, ed aveva avuto nei suoi ranghi, oltre ad abati ed altissimi prelati, anche i santi Oderisio, Bernardo e Rosalia e ben 4 Papi erano stati loro parenti.
 
 
 
 
 
 

 

 


Innocenzo III (1198-1216), Gregorio IX (1227-1241), Paolo IV Carafa (1555-1559) e Benedetto XIII (1724-1730).
 
Il padre di Raimondo, Antonio di Sangro, fu personaggio poco limpido, libertino e molto controverso. 
Accusato dell’omicidio del padre di una ragazza di Sansevero, che era contrario alla loro relazione, scappò a Vienna dichiarandosi innocente ma, dopo che la Magistratura, forse corrotta, archiviò il caso, tornò e fece uccidere il Sindaco di Sansevero che era stato il suo accusatore.
 
Scappò di nuovo… stavolta a Roma dove infine prese i voti e si ritirò in un convento.

 

 
 
 

 

 

 
 

 

 BIOGRAFIA DEL PRINCIPE RAIMONDO


 
 
A causa di un genitore così scapestrato il ragazzo visse un’infanzia un po’ disorientata con i nonni paterni che a 10 anni lo mandarono a studiare dai Gesuiti a Roma dove brillò negli studi ed acquisì una grande cultura di cui poté far sfoggio quando, tornato a Napoli, primeggiò tra i Nobili dell’epoca che erano molto poco inclini al sapere ed alla cultura.
 
Ma le sue non furono solo conoscenze scolastiche in quanto si estesero anche ad altre discipline ed alle lingue straniere.
 
Già da studente mostrò le sue capacità inventive. 

Infatti quando per uno spettacolo a scuola bisognava smontare presto il palco per consentire un successivo spettacolo equestre superò “primi Ingegneri e valentuomini” creando un palco che “coll’aiuto di alcuni argani e di alcune nascoste rote” spariva in breve tempo.


 
 
 

 

 

 
 
 

 

Tornato all’età di 20 anni a Napoli, divenuta sede principale della famiglia, già con il titolo di  VII° Principe di Sansevero per la morte del nonno, sposò per procura la giovanissima cugina Carlotta Gaetani residente nelle Fiandre che conobbe però solo 6 anni dopo a causa delle continue guerre di quegli anni.
 
Per le sue conoscenze dell’arte militare divenne Colonnello del Reggimento Capitanata e nel 1744 mostrò il suo valore nella Battaglia di Velletri contro gli Austriaci e gli apprezzamenti del Re Carlo di Borbone.
 
 
 
 
 

Il Re alla Battaglia di Velletri contro gli Austriaci

 
 
 
 
Nel frattempo scriveva libri, che editava egli stesso nella tipografia che aveva fatto costruire negli scantinati del suo palazzo, frequentava le migliori Accademie letterarie e culturali dell’epoca ed approfondiva studi, ricerche ed esperimenti in materia chimica ed alchemica.
 
I suoi libri di chiaro stampo massonico venivano spesso censurati dalle Autorità ecclesiastiche mentre la sua tipografia stampava libri di vario genere che nessuno pensava di pubblicare in Italia.
 
 
 
 
 

 

 
 
 
Nel 1744 il Principe iniziò quello che oggi possiamo definire il suo capolavoro principale e cioè il restauro e la risistemazione della Cappella familiare, oggi nota in tutto il mondo come “Cappella Sansevero” per la qual cosa chiamò i più grandi (e costosi) artisti dell’epoca come vedremo in seguito.
 
Sempre nel 1744 si iscrisse alla Massoneria ed in breve scalò tutti i gradini della Loggia Napoletana divenendone il Gran Maestro.


 
 
 
 

 
 
 


Questi sono però anche gli anni in cui, per impulso del Re Carlo III di Borbone, avvengono grandi scoperte archeologiche nelle aree soprattutto di Pompei, Ercolano e Paestum.
 
Scoperte che per la loro straordinarietà rafforzarono negli adepti della Loggia le loro convinzioni esoteriche.
 
Ma Re Carlo III, suo amico, nel 1759 fu chiamato a regnare sulla Spagna per la morte del fratello maggiore e lasciò così il Regno delle due Sicilie al giovane ed inesperto Re Ferdinando IV.

 
 
 
 

 

Re Carlo III di Borbone

 

 

 
 
Quest’ultimo, su consiglio del Ministro della Real Casa (e suo nemico), Bernardo Tanucci, lo fece arrestare perché aveva affittato delle stanze del suo palazzo ad una bisca per pagare i debiti contratti con gli artisti e le maestranze che lavoravano per la Cappella.
 
Dopo qualche mese però, per le sue importanti ed aristocratiche amicizie, fu liberato.


 
 
 
 

La Cappella in una antica stampa

 
 
 


Allora il Principe, per risolvere una volta per tutte i problemi economici, fece sposare il primogenito con la principessa Gaetana Mirelli di ricca famiglia che gli portò una considerevole dote che, non solo gli consentì di non aver più debiti, ma anche di continuare l’opera di completamento di quella che possiamo definire… la ragione della sua vita.
 
I suoi ultimi anni li passò, oltre che nella cura della Cappella, suo amato gioiello, anche a studiare, a fare esperimenti ed ad inventare come vedremo più avanti.
 
Morì nel 1771


 
 
 
 

 
 
 
 
 
FINE DELLA I PARTE

 

 

continua…

 

  

 
Fonti: vari siti web e… conoscenza diretta (della cappella eh eh)
 
Immagini dal web
.
– Copyright: Tony Kospan
  

 

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La bella storia della nostra parolina.. CIAO.. ormai diffusa in tutto il mondo   Leave a comment









E' una parolina che sentiamo fin da bambini: 
“fai ciao con la manina” ci dicono i nostri genitori… ma ne conosciamo la storia?

CIAO oggi è una delle parole italiane più diffuse al mondo… (è seconda solo alla “pizza”) ma, stranamente, il suo uso come parola scritta risale solo all'800 e precisamente nel 1818 a Milano (dunque ha da poco superato il duecentesimo compleanno).









La storia però inizia nel 6° sec. d. C. quando furono catturati degli slavi e messi in schiavitù.

Col tempo la parola finì per significare schiavo (slavus/sciavus) non solo in Italia ma anche in Spagna…

Passarono molti secoli ma il significato di schiavo in Italia si modificò in “servo vostro”.








Pietro Aretino nel '500 lo evidenzia con questa frase “Vi son schiavo maestro” nel suo libro “Marescalco”.

Insieme alla diffusione di questo nuovo significato la parola “schiavo” subisce delle modifiche nelle varie regioni (“sciavo”, “schiao” a Venezia, “ciavo” a Milano, “scavo” (al sud) e “stiavo” a Firenze. 

Poi quasi contemporaneamente nella lingua parlata in tutta Italia esplode (per la dolcezza del suono?) la parola “Ciao”, anche se i vecchi termini resteranno anch'essi ancora un po' in uso.








Fu però Domenico Modugno, nel 1959 a Sanremo col ritornello della sua canzone “Piove” (Ciao ciao bambina), che diede inizio al suo viaggio trionfale per il mondo diventando così non più solo italiana… ma mondiale.

Nel contempo la canzone diffondeva anche l'uso del raddoppio “Ciao ciao“.








Per la verità la troviamo anche in un'altra precedente e storica canzone “Bella Ciao“.

Di essa si sono serviti la pubblicità, i motorini (Piaggio), la mascotte dei mondiali del'90, la crema (Ciaocrem) etc…







Nello stesso anno della nascita del “Ciao” motorino poi ecco un'altra canzone in cui questa parola trionfa.. “Ciao amore, ciao“.

Oggi i moderni modi di parlare ci mostrano delle variazioni in tema come “ciaissimo“, “cià-cià-cià” e “ciao neh“.










Ma dato che le lingue si evolvono… la sua storia certamente continuerà.

Chi volesse approfondire il tema può leggere il libro “Ciao” del docente di linguistica Nicola de Blasi. 

Non posso concludere questa breve storia del termine Ciao se non con un bel…









IL MONDO DI ORSOSOGNANTE ORA E' ANCHE SU FB!










Pianefforte ‘e notte e Voce ‘e notte – La notte della Napoli di un tempo in una grande poesia ed in una grande canzone   Leave a comment

 
 
 
 
 
 Ecco una delle poesie napoletane classiche
più belle di tutti i tempi…
insieme ad una altrettanto famosa e bellissima canzone…
entrambe sul tema… notte.
 
 
 
La poesia, amata anche da Pasolini,
è tra le più famose in tutto il mondo…
per l’intrinseca dolcezza ed un tale malinconico trasporto…
che va oltre il tempo e lo spazio.
 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Pianefforte ‘e notte
 
 
 
 
Leggiamola…
 
 
 
 
 



PIANEFFORTE ‘E NOTTE
Salvatore di Giacomo


Nu pianefforte ‘e notte
sona luntanamente,
e ‘a museca se sente
pe ll’aria suspirà.

è ll’una: dorme ‘o vico
ncopp’ a nonna nonna
‘e nu mutivo antico
‘e tanto tiempo fa.

Dio, quanta stelle ‘n cielo!
Che luna! e c’aria doce!
Quanto na della voce
vurria sentì cantà!

Ma sulitario e lento
more ‘o mutivo antico;
se fa cchiù cupo ‘o vico
dint’a ll’oscurità.

Ll’anema mia surtanto
rummane a sta fenesta.
Aspetta ancora. E resta,
ncantannese, a pensà.



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Per chi non comprende il napoletano
ecco una traduzione d’eccezione…
quella di Pier Paolo Pasolini
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
PIANOFORTE DI NOTTE 

 

Un pianoforte di notte
suona in lontananza,
e la musica si sente
 per l’aria sospirare.
è l’una: dorme il vicolo
su questa ninna nanna
di un motivo antico
di tanto tempo fa.
Dio, quante stelle in cielo!
Che luna! e che aria dolce!
Quanto una bella voce
vorrei sentire cantare!
Ma solitario e lento
muore il motivo antico;
si fa più cupo il vicolo
dentro all’oscurità.
L’anima mia soltanto
rimane a questa finestra.
Aspetta ancora, e resta,
incantandosi, a pensare.
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Voce ‘e notte
 
Ora,  se ci va…,
ascoltiamo questa canzone napoletana antica
altrettanto dolcissima… e notissima…
prima cantata da Massimo Ranieri
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
e poi cantata da Peppino di Capri

 

(potendo anche leggerne il testo originale)
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 
 

 

 
Ciao da Orso Tony
 
 
 
 
 

 

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La magia di SETTEMBRE… nelle poesie.. nei dipinti.. nelle canzoni.. negli aforismi e non solo   2 comments


Stavolta parleremo in poesia, arte, aforismi, canzoni e non solo…
del mese che stiamo, da poche ore, vivendo…

 



 

 
 
SETTEMBRE IN POESIA ARTE MUSICA… E…
a cura di Tony Kospan
 
 

 


 
 
E' il mese in cui non sono del tutto svaniti
i colori ed i calori dell'estate
e però vediamo e notiamo nell'aria
nuove e più tenui atmosfere e più fresche temperature.
 




 
 
 
E' il mese della vendemmia,
dei funghi, della riapertura delle scuole… etc…
ed è anche il mese in cui è avvenuta, ahimè,
una tragedia che ha sconvolto tutta l'Umanità.

 
 
 


 
 
 
 

Amo Settembre per i suoi colori davvero unici…
soft e avvolgenti… per la sua aria dolce e malinconica,
ma anche tanto romantica…

 

Per questo suo indubbio fascino
questo mese è molto gettonato in poesia…
ma ancor più in musica ed arte…


 
 
 


 

 

Prima di passare alle poesie leggiamo qualche aforisma

che ci parla di lui…

 

 

 

 

Dovrebbe sempre essere settembre
Proverbio


Voglio un settembre rosso come l’amore,
giallo come il sole ancora caldo nel cielo,
arancione come i tramonti accesi al finire del giorno,
porpora come i granelli d’uva da sgranocchiare.
Voglio un settembre da scoprire, vivere, assaggiare.
Stephen Littleword

 

Settembre è il mese perfetto per i matrimoni.
Né caldo né freddo. Né bello né brutto.
Come il matrimonio, appunto.
Luciana Littizzetto

 

Il primo settembre è un pò come il primo dell’anno,
idealmente si ricomincia.
Stephen Littleword

 
 
 

 
 
 
 


Ma veniamo alle poesie prescelte,
e però non vi troverete alcune classicissime…
come “I pastori” di D'annunzio
proprio perché le troverete dappertutto.
 
 
Come sempre sarà bello leggere sul tema
anche poesie vostre, o di altri autori che piacciono a voi,
qui nel blog o nei gruppi virtuali.


 

Antonello Venditti – Settembre

Leonid Afremov

 
 

SETTEMBRE
Vittorio Sereni

Già l’olea fragrante nei giardini
d’amarezza ci punge: il lago un poco
si ritira da noi, scopre una spiaggia
d’aride cose,
di remi infranti, di reti strappate.
E il vento che illumina le vigne
già volge ai giorni fermi queste plaghe
da una dubbiosa brulicante estate.
Nella morte già certa
cammineremo con più coraggio,
andremo a lento guado coi cani
nell’onda che rotola minuta.

 

 

Settembre – P. Gagliardi

Giuseppe Arcimboldo

 
 

DUE MESI SETTEMBRE
Joseph Rudyard Kipling
 
All’alba un mormorio corse tra gli alberi,
una lieve increspatura nella cisterna, e nell’aria
un presagio di prossima frescura – ovunque
una voce profetica nella brezza.
Balzò il sole e indorò tutta quella polvere,
e lottò per disseccare ancor più l’oziosa terra,
impotente come un re invecchiato che guerreggia
per un impero che gli si sgretola in mano.
L’un dopo l’altro caddero i petali del loto,
sotto l’assalto dell’anno ribelle,
ammutinato contro un cielo iracondo;
e, lontano, bisbigliò l’inverno; “E’ bene
che muoia la rovente estate. L’ausilio e’ vicino,
giacché quando l’umano bisogno più stringe, io arrivo.” 

 

 

September Morn – Neil Diamonds
Mary Cassatt




L'ESTATE E' FINITA
Emily Dickinson
 
Sono più miti le mattine
e più scure diventano le noci
e le bacche hanno un viso più rotondo.
La rosa non è più nella città.
L'acero indossa una sciarpa più gaia.
La campagna una gonna scarlatta,
Ed anch'io, per non essere antiquata,
mi metterò un gioiello.
 

Lucio Battisti- 29 settembre

Edward Cucuel
 
 

RONDINI ADDIO
Giovanni Pascoli
 

Dunque, rondini rondini, addio!
Dunque andate, dunque ci lasciate
per paesi tanto a noi lontani.
E' finita qui la rossa estate.
Appassisce l'orto: i miei gerani
più non han che i becchi di gru.
Oh, se, rondini rondini, anch'io…
Voi cantate forse morti eroi
su quest'alba, dalla vostre altane,
quando ascolto voi parlar tra voi
una vostra lingua di gitane,
una lingua che più non si sa.
Oh, se, rondini rondini, anch'io…
O son forse gli ultimi consigli
ai piccini per il lungo volo.
Rampicati stanno al muro i figli
che alloro nido, con un grido solo,
si rivolgono a dire: si va?
Dunque, rondini rondini, addio!
 


Impressioni di settembre
Raffaello Isola

 

VEDER CADERE LE FOGLIE
N. Hikmet
 

Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
Soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il cielo è sereno
soprattutto se ho avuto,quel giorno,
una buona notizia
soprattutto se il cuore,quel giorno,
non mi fa male
soprattutto se credo,quel giorno,
che quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno
mi sento d'accordo
con gli uomini e con me stesso.
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
dei viali d'ippocastani.
 
 

 

 

FELICE… POETICO… SETTEMBRE A TUTTI
DA TONY KOSPAN

  
 
 

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LA POESIA E LA CULTURA IN TUTTE LE SUE FORME…
 
 
 
 
 
Hans Andersen Brendekilde




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