Archivio per 7 agosto 2019
Edward Henry Potthast
Ho pensato a quanto spiacevole sia essere chiusi fuori;
e ho pensato a quanto sia peggio essere chiusi… dentro.
Virginia Woolf

Edward Henry Potthast
SONETTO DELL’AMORE TOTALE
~ Vinicius De Moraes ~
Ti amo tanto, amore mio…non canti
il cuore umano con maggiore verità….
Ti amo come amica e come amante
in una sempre diversa realtà.
Ti amo per affinità, di un quieto amore prestante
e ti amo al di là, presente nella nostalgia.
Ti amo, infine, con grande libertà
per l’eternità e a ogni istante.
Ti amo come un animale, semplicemente
di un amore senza mistero e senza virtù
con un desiderio massiccio e permanente.
E amandoci così, molto e sempre
un giorno nel tuo corpo all’improvviso
morirò per aver amato più di quanto ho potuto.
Edward Henry Potthast
A TUTTI…
DOVUNQUE VOI SIATE…
DA TONY KOSPAN




IL SALOTTO CULTURALE DI FB?
LA TUA PAGINA D’AMORE PSICHE E SOGNO


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Questo breve, ma sublime, brano della nostra mitica Alda
ci fa comprender l'immensa forza della poesia…
della vera poesia…
Esso ci racconta che,
per la sua prorompente luminosa potenza,
la poesia è in grado di sgorgar
nel cuore e nella mente del poeta…
in ogni caso… in ogni tempo… in ogni luogo… etc..
e cioè… sempre e dappertutto.
LA POESIA E' IL LUOGO DEL NULLA
Alda Merini
La poesia è il luogo del nulla, il luogo degli incontri, il luogo del fiume che… è davanti a casa mia.
La poesia è la vita che hai dentro.
E non t'importa se la morte o il vicino di casa vengono a turbare te e quello che hai da dire.
Molti hanno pensato che la mia poesia sia la mia follia.
Pochi hanno capito, invece, che la mia poesia è nata a prescindere da tutto e da tutti.
Avrei potuto fare la matta o la ragioniera e la mia poesia sarebbe comunque uscita.
Essa è una forza che nasce in me, è come una gravidanza che deve andare a termine.

La poesia luogo del nulla – 1999

Alda Merini
Ciao da Tony Kospan
UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA E LA CULTURA
NELLA PAGINA FB

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La cenere del Vesuvio, in una drammatica vicenda,
ci ha conservato, quasi intatta,
la realtà della vita di una città di 2000 anni fa,
Pompei,
come una precisa ampia reale fotografia.
Non parlerò dell'arte considerata “scandalosa”
(ma che per i costumi dell'epoca non lo era affatto)
perché il blog ha una vocazione generalista
e quindi desidero evitare che alcune immagini “forti”
possano dar fastidio a qualcuno…
Dunque affronterò l'argomento da un punto di vista
archeologico, artistico e relativo alla vita sociale dell'epoca.
LE PITTURE PARIETALI NELL'ANTICA POMPEI
La constatazione che tutte le case presentavano dipinti
di grande interesse alle pareti è l’aspetto più straordinario di Pompei.
La varietà di stili nella decorazione pittorica
che riveste le pareti delle case pompeiane è evidente.
.
Essi si estendono dalla sobria ripartizione in riquadri colorati,
a scenari architettonici, talora semplici talora molto complessi,
fino alla visione di prospettive assolutamente fantastiche,
a scene figurate ed alla ornamentazione pura.
Coppa con frutti – Casa di Giulia Felice – 79 d.C
La decorazione pittorica non era considerata
un qualcosa in più
ma l’abbellimento della parete era essenziale
in ogni casa.
La ragazza con l'orecchino di perla
Le pareti in tal modo cercano di deliziare, e ci riescono,
facendoci ritenere anche che fosse stato raggiunto
un elevato livello di civiltà visiva, ampiamente generalizzata,
che si estendeva fino ai gradini più bassi della scala sociale.
Maschere Dionisiache
Una civiltà dell'immagine mai superata in alcuna epoca posteriore
e sempre sensibilmente superiore a quanto si possa
oggi trovare in una qualsiasi città di dimensioni paragonabili.
Casa dei Vettii
I dipinti a carattere figurativo di Pompei sono quasi sempre copie,
di solito tratte da altre copie di capolavori celebri dell’arte greca
che purtroppo sono andati perduti.

Frisso ed Elle
Alcuni ritengono che l'arte pompeiana
sia in un certo senso come la proiezione nella Campania Felix
della corrente filoellenica dell’arte romana.
Marte e Venere
Ma a causa della notevole varietà degli stili
sono stati fatti molti studi per decidere
se e quali delle pitture di Pompei, Ercolano, Stabiae e Oplontis
possano dirsi essere sicuramente nate dalle influenze
greche, campane e/o sannitiche.
In realtà esse potrebbero essere definite
come appartenenti a tutt’e tre le scuole, con la considerazione
che mentre alcune tipologie erano conosciute ancora prima
che venissero introdotte a Roma viceversa,
l'arte romana in seguito esercitò
una notevole influenza sugli artisti campani dell'epoca.

Cesto di fichi
A mio parere assume, in questo contesto, una certa rilevanza il fatto che
accanto ad opere rifacentisi certamente all'arte ed alla mitologia greca
molti sono anche i dipinti che rappresentano invece scene di vita quotidiana.
Bellerofonte e Pegaso – La casa dei dioscuri
“La tecnica utilizzata per la realizzazione delle pitture parietali (affresco)
consisteva nell’applicare al muro due o tre strati ben fatti
di intonaco calcareo, mescolato con sabbia e calcite.
Quindi si dipingeva prima il fondo e si lasciava asciugare.
Quando il tutto si era ben essiccato, si aggiungevano le decorazioni.
I colori venivano mescolati con calcare, mentre,
per conferire brillantezza alla superfice,
si aggiungevano anche colla e cera (encausto).
Con tali mezzi le pitture acquistavano durevolezza e lucentezza.
Tra l’altro, i pigmenti usati nell’antichità erano costituiti
soprattutto da terre colorate come le ocre,
da tinte minerali come il carbonato di rame e, infine,
da tinte di origine vegetale e animale.

Non era affatto facile acquistare padronanza della tecnica,
ed era necessaria una grande avvedutezza da parte del pittore,
il quale doveva riuscire a mettere in atto le sue idee
con rapidità per ricoprire la massima superfice nel minor tempo.”
(testo presente in vari siti web)
Tradizionalmente comunque le pitture delle città vesuviane
sono state assegnate a quattro stili diversi,
susseguentisi nel tempo
anche se qualche volta si sono sovrapposti.
Oggi si pensa però che tale suddivisione sia del tutto inadeguata
a rappresentare la grande varietà delle tecniche pittoriche.
F I N E
Fonti: vari siti web – impaginaz. e coordinam. t.k.
Tony Kospan
LA TUA PAGINA DI FB DI SOGNO
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Casa della Venere in conchiglia.
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Madonna con Bambino tra i santi Caterina d’Alessandria e Tommaso – 1530
Per comprendere quanto si diceva nella 1° parte del post
e cioè il suo diverso modo di interpretare la vita e la pittura,
rispetto ai conformismi dell’epoca,
può essere davvero emblematica l’analisi dal sito “Strange art”
dell’ Elemosina di Sant’Antonino.
Ritratto di orefice in 3 posizioni
LORENZO LOTTO
IL GENIO INQUIETO
II PARTE
Trionfo della castità
Consiglio davvero di leggerla con attenzione
perché potremo notare cose davvero sorprendenti
che ad una prima vista possono sfuggire.
Cristo e l’adultera
L’ELEMOSINA DI SANT’ANTONINO

ANALISI DEL DIPINTO
Dal sito “Strange art”
L’elemosina di Sant’Antonino di Lorenzo Lotto rappresenta un tema che dovrebbe, dico dovrebbe, esaltare la bontà di un santo, la sua capacità di assistere i deboli e gli ultimi, il suo grande cuore e il suo amore per il prossimo.
Guardando con attenzione però il dipinto di Lorenzo Lotto non posso fare a meno di vedere un certo disincanto, quantomeno una certa ironia nel raffigurare il santo dedito appunto all’elemosina.
Più che un atto d’amore il dipinto sembra raffigurare un apparato in cui il santo vescovo è solo un grigio burocrate che decide chi aiutare e chi no.
Proviamo a leggere l’opera partendo dalla parte bassa a destra (percorso di lettura anomalo ma illuminante).

I poveri e i bisognosi consegnano le loro suppliche e le loro richieste al chierico che le raccoglie: notiamo il tocco realistico dell’uomo che mentre parla con una donna sotto di lui, fa cenno con la mano di aspettare a qualcuno al di fuori del quadro che richiama la sua attenzione.
Sant’Antonino è seduto più in alto in trono e legge le carte che gli passano i due chierici.
Il suo aspetto dimesso ed annoiato trasmette l’idea di una routine quotidiana, di una cosa fatta senza passione alcuna.
Due angeli parlano nelle orecchie a Sant’Antonino e gli suggeriscono le decisioni da prendere e a chi dare l’elemosina.
Il chierico più in basso infine esegue gli ordini del suo vescovo e distribuisce i soldi alle persone da lui indicate.
Tutto funziona come un meccanismo, come una macchina per le elemosina e non c’è spazio per le emozioni.
Siamo quindi di fronte ancora una volta ad un dipinto in cui il tema iconografico viene sviluppato dall’artista in modo parzialmente – o totalmente a seconda dei casi – contrastante rispetto alle intenzioni della committenza.
Concludo questo breve discorso su Lorenzo Lotto
mostrando 2 sue famose pale
e con un’analisi complessiva sulla sua arte.
Pala di Santa Cristina
VISIONE CRITICA DELL’ARTE DI LORENZO LOTTO
Raramente un artista sente la creazione come totale impegno interiore, così come il Lotto.
Uomo indubbiamente colto — e soprattutto nelle cose di religione — il suo racconto non è soltanto fatto illustrativo, ma evento vissuto totalmente, come fenomeno della coscienza.
La sua arte solo raramente è contemplativa, essendo invece inquieta ed inquietante : tale, ossia, da non permetterne una visione distaccata, ma invece da provocare un colloquio che rimane aperto, oggi ancora, fra l’artista e noi stessi.
Voglio intendere che la sua pittura non chiede, per poterci entrare, un passaporto qualsiasi: neppure il nostro adeguarsi alla coscienza estetica del tempo. Essa ci viene incontro da sola, ci turba la serenità, ci pone dei problemi che sono vivi ed attuali.
La sua arte è azione interiore, è impegno morale, senza soluzione temporale.

P. Zampetti – Lorenzo Lotto – Libro di spese diverse
Impaginazione Tony Kospan
F I N E
Ciao da Tony Kospan







PER LEGGER LA I PARTE DEL POST








Chi poi vuol leggere l’analisi
della sua sorprendente
“Annunciazione“


VIVER L’ARTE.. INSIEME
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Tagore è stato un grande poeta indiano (India),
ma anche drammaturgo, scrittore e filosofo.
Le sue poesie sono tuttora amatissime nel web
(e da me pubblicate spessissimo).
Calcutta 6.5.1861 – Santiniketan 7.8.1941
Nato in una ricca famiglia indiana studiò in Inghilterra
ed al suo ritorno in India si dedicò alla cura
delle sue proprietà ed alle sue passioni artistiche.
Tagore… è stato baciato dal genio poetico,
universalmente riconosciuto,
nonostante una vita travagliata da tragici lutti.
Definito poeta dell’Armonia e del Sogno…
vinse il Premio Nobel per la Letteratura nel 1913
ed è stato amatissimo dalla cultura occidentale.
A differenza di Gandhi egli si impegnò molto
nel tentativo di conciliare la cultura del suo paese
con quella del mondo anglosassone.
Visse purtroppo il dolore della perdita
di diversi familiari a lui carissimi.
Nelle sue poesie Tagore esprime i suoi sentimenti
sempre tesi verso il sogno, l’armonia e la bellezza…
nonostante le tante difficoltà
e gli enormi dolori che la vita gli riservò…
E' stata davvero ammirabile la sua capacità di metabolizzare,
senza perdere mai il suo amore per la vita,
le grandi tragedie che lo colpirono.
Questo è avvenuto grazie ad una grandissima forza d'animo
illuminata dalla magica luce del suo stupendo mondo poetico.
Egli ha una incredibile e rara capacità di…
volare alto… e di farci volare con lui…
con parole semplici e naturali.
Ritengo che non ci possa esser miglior omaggio
ad un poeta che ricordarlo attraverso alcune sue poesie.
belle, dolci e delicate… come farfalle.
BARCHE DI CARTA
Ogni giorno faccio galleggiare
le mie barche di carta a una a una
giù per la corrente del fiume.
Su di esse scrivo il mio nome
e il nome del villaggio dove vivo
in grandi lettere nere.
Io spero che un giorno qualcuno
in qualche paese straniero
le trovi, e sappia chi sono.
Carico le mie barchette con fiori
di shiuli, colti dal nostro giardino,
e spero che quei fiori del mattino
sian portati nel paese della notte.
Io varo le mie barchette di carta
e osservo nel cielo le nuvolette
che spiegano le loro bianche vele.
Non so quale mio compagno di giochi
su in cielo le mandi giù per l’aria
a gareggiare con le mie barchette!
Quando scende la notte affondo la faccia
nelle braccia, e comincio a sognare
che le mie barchette di carta
galleggiano sotto le stelle.
In esse viaggian le fate del sonno,
e il carico è cesti pieni di sogni.
TU SEI LA NUVOLA DELLA SERA
Tu sei la nuvola della sera
che vaga nel cielo dei miei sogni.
Io ti dipingo e ti modello
con i miei desideri d’amore.
Tu sei mia, solo mia,
l’abitatrice dei miei infiniti sogni!
I tuoi piedi sono rosso-rosati
per la vampa del mio desiderio,
spigolatrice dei miei canti
al tramonto!
Le tue labbra sono dolci-amare
del sapore del mio vino di dolore.
Tu sei mia, solo mia,
abitatrice dei miei solitari sogni!
Ho oscurato i tuoi occhi
con l’ombra della mia passione,
frequentatrice della profondità
del mio sguardo!
T’ho presa e ti stringo, amore mio,
nella rete della mia musica.
Tu sei mia, solo mia,
abitatrice dei miei immortali sogni!

Emile Vernon
FIORE D’AMORE
Qualcuno mi ha segretamente
lasciato in mano un fiore d’amore.
Qualcuno mi ha rubato il cuore
e l’ha sfogliato in cielo.
Io non so se l’ho trovato
o se vado a cercarlo ovunque
e se c’è tremore di gioia o pena
TALVOLTA LA MIA GIOIA
Talvolta
la mia gioia
ti spaventa
amore mio
nasce dal nulla
e si nutre di poco
di larve invisibili
che il vento trasporta
di frammenti di paura
che si fondono in tepore
di briciole di serenità
cadute
dalla mensa dei poveri
di un raggio di sole
che risveglia lucciole
addormentate
in gocce di rugiada
se mi ami
amore mio
perdona la mia gioia
IL MIO CUORE
Il mio cuore, uccello del deserto,
ha trovato il suo cielo nei tuoi occhi.
Essi sono la culla del mattino,
essi sono il regno delle stelle.
I miei canti si perdono nella loro profondità.
Lascia che io squarci le sue nuvole
e stenda le ali al suo sole.
Tony Kospan
UN MODO DIVERSO DI VIVER
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