Archivio per 5 giugno 2019

La Nembrotha è una lumaca marina dai fantastici colori psichedelici (ma lei non lo sa)   2 comments

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E', per i suoi incredibili colori,
uno degli animali più fotografati sott'acqua.


Si tratta di una lumaca senza guscio
che vive nelle barriere coralline del Sud Est dell'Asia.






Le riviste che si interessano di immagini della natura
spesso pubblicano sue suggestive foto,
che in fondo però non sono difficili da fare,
dato che non vive in acque molto profonde.






Ma come mai questa lumaca ha colori così sgargianti?

Durante la loro evoluzione
le Nembrotha hanno perso la conchiglia
(rimasta in misura irrilevante)
in quanto per difendersi hanno preferito
la velocità unita a colori sorprendenti
ed a tossine sulla loro superfice corporea.







I colori forti hanno la funzione
di non far dimenticare ai predatori
quanto poco sia per loro conveniente,
a causa delle tossine irritanti, avvicinarsi.

Ma queste tossine non le produce lei
ma le ricava dalla sua dieta che è molto particolare
(ascidie).






Questo fa sì che non possono vivere negli acquari
e dunque non è stato facile studiarle
ed ancor oggi restano su di loro molti lati oscuri.

Misurano circa 12 cm e presentano piccole antenne sulla testa
che hanno anch'esse varie funzioni di difesa.







Hanno un doppio organo sessuale, maschile e femminile,
per aver più… occasioni di rapporti.

Tornando al titolo…
esse non possono ammirare i propri colori
perché hanno una vista molto rudimentale.







FONTI VARI SITI WEB E NON SOLO



Tony Kospan





MARTE E VENERE – Ecco la storia e le varie tesi sui significati nascosti del mitico dipinto di Botticelli   Leave a comment



Come abbiamo già accennato parlando di altri mitici dipinti rinascimentali,
essi hanno spesso molteplici letture dato che nascondono, sotto la loro sublime bellezza,
messaggi di ogni tipo che solo i contemporanei con una certa cultura,
o dello stesso ambiente sociale del pittore, potevano comprendere.

Quello di cui ora vi parlerò è proprio uno di questi.


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MARTE E VENERE

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ARTE E SEGRETI

a cura di Tony Kospan

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Il dipinto è del 1483 circa.

Lo ritroviamo però solo nel 1865, anno in cui fu venduto a Firenze a sir Alexander Barker e dopo qualche anno, nel 1874, entrò a far parte della National Gallery di Londra… dove è ancora.
Forse fu commissionato dai Vespucci (si notino piccole vespe nel dipinto) per ornare la spalliera della camera nuziale.

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Venere e Marte

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E' uno di quei dipinti in cui il Botticelli si è maggiormente dilettato nell'inserire nascoste chiavi simboliche.

Leggiamo la scena del dipinto come ci appare: Venere, la dea dell'Amore, salda e forte osserva Marte, dio della guerra, stanco ed addormentato mentre piccoli satiri giocano con le armi…
che ora non servono di certo…
ed i cui rumori non ridestano il dio dal suo stato di abbandono.

Come per molte opere rinascimentali il significato preciso non è unanimamente riconosciuto… ma le interpretazioni non mancano di certo.

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Venere e Marte – Partic. centrale con satiro

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Ecco le interpretazioni più diffuse…

– La prima, e quella che a prima vista appare la più semplice, ci dice che il dipinto rappresenta Marte stanco morto dopo le fatiche… dell'amore…

– Una seconda interpretazione parte dall'abbandono… dal sonno… di Marte dovuto al dolce effetto della bellezza di Venere… con ciò volendo dire che davanti all'amore la guerra… il conflitto si ferma…
L'amore dunque sarebbe sempre vincente nei confronti della guerra.
Pertanto si tratterebbe di un'opera pacifista… classicamente e filosoficamente pacifista.
– Una terza è quella del critico Plunkett secondo cui il dipinto descrive in pieno un brano di Luciano di Samosata relativo alle Nozze di Alessandro e Rossane, in cui alcuni amorini giocavano con la lancia e l'armatura del condottiero. .
– Una quarta interpretazione fa risalire l'opera ad un'ispirazione nata dal “DE RERUM NATURA” nel senso che l'opera simboleggerebbe la superiorità dei beni e sentimenti semplici e durevoli su quelli dinamici e poco durevoli.

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Venere – Partic.

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Il titolo dell'opera “De rerum natura“ del poeta latino Tito Lucrezio Caro vuol dire “Sulla natura delle cose”.

In esso sono rappresentate concezioni, per lo più epicuree, con le quali si tende a preservare gli uomini dalle insidie delle passioni.
Il brano del libro, dedicato a Venere, a cui l'opera del Botticelli farebbe riferimento sarebbe proprio il seguente:

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“Poiché tu solamente governi la natura delle cose,

e nulla senza di te può sorgere alle divine regioni della luce,

nulla senza te prodursi di lieto e di amabile,

desidero di averti compagna nello scrivere i versi

che intendo comporre sulla natura di tutte le cose,

per la prole di Memmio diletta, che sempre tu, o dea,

volesti eccellesse di tutti i pregi adornata.

Tanto più concedi, o dea, eterna grazia ai miei detti.

E fa che intanto le feroci opere della guerra

Per tutti i mari e le terre riposino sopite.

Infatti tu sola puoi gratificare i mortali con una tranquilla pace,

poiché le crudeli azioni guerresche governa Marte

possente in armi, che spesso rovescia il capo nel tuo grembo,

vinto dall’eterna ferita d’amore,

e così mirandoti con il tornito collo reclino, in te, o dea,

sazia anelante d’amore gli avidi occhi,

e alla tu bocca è sospeso il respiro del dio supino.

Quando egli, o divina, riposa sul tuo corpo santo,

riversandoti su di lui effondi dalle labbra soavi parole

e chiedi, o gloriosa, una placida pace per i Romani” 

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Marte (partic by T.K.).

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Una quinta interpretazione infine vede nell'opera il siginificato allegorico del matrimonio.

Matrimonio concepito come istituzione in cui la forza maschile (Marte) si abbandona alla bellezza ed alla dolcezza femminile (Venere).
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Venere, in questo periodo, è vista dalla cultura e dalle arti in modo più neoplatonico che carnale…
come ad es. la Venere della sua mitica Primavera.

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La Venere del Botticelli nella famosa ” Primavera”

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Certo è, che l'epoca in cui fu dipinto, è proprio quella del massimo interesse e della massima passione (e da certi particolari anche con un certo divertimento) per le allegorie da parte degli artisti… soprattutto fiorentini ed in particolare… del Botticelli e del Bronzino.

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Botticelli – Autoritratto

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A tal proposito basti pensare all'ancor più famosa opera del Botticelli… L'ALLEGORIA DELLA PRIMAVERA… di cui abbiamo parlato poco tempo fa.
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Se ci va… se ce la sentiamo… perché no… proviamo anche noi a dire la nostra… su questo intrigante dipinto.

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Ciao da Tony Kospan

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Garcia Lorca – Mini biografia del grande poeta spagnolo del primo ‘900 ed alcune sue sublimi poesie   Leave a comment


 

 
 
 
 
 
 
 
Chi ama la grande poesia e la cultura in genere
non può non ammirare il poeta e l'autore teatrale spagnolo
considerato tra i grandissimi del '900
 
 
 
 
 

FEDERICO GARCIA LORCA






Fuentevaqueros 5/6/1898 – Viznar 19/8/1936

 


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BREVE BIOGRAFIA

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Lorca giovanissimo e la sua famiglia




Federico Garcia Lorca nasce il 5/6/1898 a Fuentevaqueros, vicino a Granada in una famiglia benestante.

Nonostante qualche lieve difetto fisico che gli procura qualche difficoltà nei rapporti con gli altri ragazzi vive un'infanzia felice.

A 7 anni accadono 2 episodi importanti e che avranno sviluppi futuri. Vide un teatrino di marionette che l'appassionò enormemente ed assistette alla morte di un collaboratore del padre.






A scuola andò maluccio perché non era interessato alle materie d'insegnamento e perché risultava antipatico a qualche professore benché apparisse evidente la sua intelligenza.

Iniziò da adolescente a studiare musica e divenne anche un ottimo pianista.

A 17/18 anni, studente non brillante, di filosofia iniziò a frequentare il circolo culturale d'avanguardia di Granada dove fece grande amicizia con molti giovani intellettuali della città e soprattutto con Melchor Fernández Almagro, futuro critico teatrale e saggista, con cui rimase sempre in contatto.

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Inizia anche a far viaggi ed in uno di questi s'innamora di una giovane pianista.

Comincia a scrivere i primi articoli in cui i temi più frequenti sono l'insofferenza verso la Chiesa e problematiche sessuali.

Dopo i 20 anni in concomitanza con gli scarsi risultati scolastici diventa sempre più frequenti le sue pubblicazioni ma nel contempo per la grande sua riservatezza ed il suo comportamento “manieroso”  iniziò a girare la voce che fosse omosessuale… cosa all'epoca gravissima… che lo fece arrabbiare molto.







La vita provinciale di Granada gli va sempre più stretta ma non riesce ad allontanarsi per motivi economici ma a 28 anni invitato all’Ateneo di Valladolid tenne una memorabile lettura di sue poesie che ebbe grande rilevanza per la sua vita futura.

Trasferitosi a Madrid dal a  1919 al 1934  entra a far parte dell'élite culturale spagnola frequentando letterati ed artisti della sua generazione, come Salvador Dalí, Luis Buñuel, Vicente Aleixandre  e Rafael Alberti.


 

 

 

 

 

 

 Dopo diverse alterne vicissitudini in cui si occupa di canzoni teatro poesie conferenze etc. finalmente nel 1928 il primo successo teatrale a Madrid con “La calzolaia prodigiosa”.

Inizia così ad esser sempre più famoso e migliorano anche le condizioni economiche.

Le sue opere teatrali hanno sempre più successo ma sono nel contempo osannate dagli ambienti progressisti e però odiate dai monarchici.

A 35 anni è il primo firmatario di un manifesto contro Hitler ed i fascisti e fa un viaggio in Argentina dove viene accolto entusiasticamente e dove le sue conferenze hanno un successo strepitoso.

Qui conosce Neruda di cui diventa grande amico ma anche Borges.

Dopo 2 mesi di continui successi torna a Madrid e mentre la Spagna è in totale subbuglio le sue opere hanno sempre più successo ma spesso interrotte dall'intervento di manipoli fascisti.

Scoppia la guerra civile e García Lorca viene arrestato a Granada, anche grazie ad un traditore, dai nazionalisti che lo fucilano a Viznar senza processo il 19 agosto 1936 a soli 38 anni.



 

 

 

 

 




POETICA

 

 

E' considerato il più grande poeta spagnolo e uno dei principali autori del teatro moderno.

I temi delle sue poesie sono quelli del destino, dell'amore doloroso e della morte e riflettono lo spirito andaluso
che è in pratica una commistione di aspetti arabi e gitani con l'animo spagnolo.

I suoi versi raccontano in modo semplice le umane passioni in un affresco in cui si mescolano sogno e realtà 
 
I lavori teatrali a ciò aggiungono il tema eterno della lotta tra la libertà dell'individuo e la necessità del rispetto delle
regole, spesso cieche ed assurde, della società.

La sua prosa è insieme spontanea e lirica con pennellate sorprendenti ed originali che creano figure inconsuete e allegorie originali.

Il suo teatro è ancor oggi rappresentato in tutto il mondo. 
 

 
 
 
 3 TRA LE SUE PIU' BELLE POESIE
 
 
 
 
 
 
 
 



POTESSERO LE MIE MANI SFOGLIARE

 

Pronunzio il tuo nome
nelle notti scure,
quando sorgono gli astri
per bere dalla luna
e dormono le frasche
delle macchie occulte.
E mi sento vuoto
di musica e passione.
Orologio pazzo che suona
antiche ore morte.

Pronunzio il tuo nome
in questa notte scura,
e il tuo nome risuona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della dolce pioggia.

Ti'amerò come allora
qualche volta?Che colpa
ha mai questo mio cuore?
Se la nebbia svanisce,
quale nuova passione mi attende?
Sarà tranquilla e pura?
Potessero le mie mani
sfogliare la luna!

 

 

 



 

 

LA LUCE

 

La luce, questo fuoco che divora.
Questo paesaggio grigio che m'attornia.
Questa pena per una sola idea.
Quest'angoscia di cielo, terra e d'ora.

Questo pianto di sangue che decora
lira senza timbro, torcia senza presa
Questo peso del mare che mi frusta.
Questo scorpione che attende entro di me.

Ghirlanda d'amore, letto di ferito
sono e di insonne, sogno la presenza
tua nel fondo in rovina del mio petto;

e se ricerco una vetta di prudenza
il tuo cuore mi dà una valle densa
di cicuta e passione d'aspra scienza

 

 

 

 

 

 

SOLO IL TUO CUORE ARDENTE

 

Solo il tuo cuore ardente…
niente più.
Il mio paradiso…
…un campo senza usignolo né lire,
con un fiume discreto e una fontanella.
Senza lo sprone del vento sopra le fronde
né la stella che vuole essere foglia.
Una grandissima luce
che fosse lucciola di un'altra,
in un campo di sguardi viziosi.
Un riposo chiaro e lì i nostri baci,
nèi sonori dell'eco,
si aprirebbero molto lontano.
Il tuo cuore ardente, niente più.

 

 

IL VIDEO

 

(Gazzella del ricordo d'amore)

 
 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN 
 
 
 
 
 


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