Archivio per 1 Maggio 2019
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Pellizza da Volpedo – Mondine |
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e
BUON 1° MAGGIO
Oggi non possiamo non dedicare
il nostro classico saluto in poesia.. arte.. musica etc..,
anche se siamo alla fine del giorno,
alla
FESTA DEL LAVORO…
E questo anche se viviamo momenti molto difficili
in cui di lavoro ce n'è poco e… spesso precario… o nero.
Cerchiamo tutti di favorire un'inversione di tendenza
che possa riuscire a metter da parte gli interessi particolari
a favore di quelli generali e di chi soffre maggiormente.
.
.
.
Il lavoro è così importante, e così necessario per vivere,
ma talvolta è così pericoloso da farci morire…
Il lavoro, il merito e l'esperienza
debbono essere sempre ricompensati.
– J. P. Raffarin –
Pellizza da Volpedo – Quarto stato
E' IL LAVORO OGGI L'AURORA
Sibilla Aleramo
Entro il mio cuore
la tortura, oh tutta la tortura
dal mondo patita
geme ch'io in parole le redima,
e io perdutamente balbetto,
il mio cuore ancora in sé sente
le infinite morti
da uomini inferte a uomini,
gli anni trascorrono
e sempre nel ricordo l'orrore
e sempre l'insostenibile vergogna
e sempre in me il gemito,
vano gemito anziché parole,
e il terrore che anche il più grande canto
vano pur esso sarebbe,
chi mai l'ascolterebbe
se nuovamente domani sul mondo
la tortura infierisse
infanzia e vecchiaia insiem cancellando
e tutte le speranze? Speranza aurora!
Chi ancora guarda l'aurora?
Mio cuore, ma tu lo sai!
e non è per essa che ancor batti?
Tanti e tanti e tanti,
vicino a te e lontano
ogni dì s'alzano e non armi impugnano,
o forse armi sono,
martelli, vanghe, libri,
e vanno con questi lor vivi arnesi,
la terra è tutta un cantiere,
ogni dì è lavoro,
quanto lavoro su la terra intera,
da secoli da millenni,
curvo era sino a ieri
ma ora di sé è fiero
s'anche duramente ancor soffre e lotta,
ben saldo nel voler mai più
guerre né torture,
nel volere il mondo
trasformato in fraterno giardino,
oh mio cuore, più non devi gemere,
abbi fede, tu vedi,
è il lavoro oggi l'aurora!
.
Pellizza da Volpedo – Membra stanche
Nè può infine oggi mancare
un ricordo delle lotte fatte dai lavoratori
per migliorare
le loro condizioni economiche e di lavoro.

Manifestazione di operai a Chicago nel 1886
Concludiamo questo “saluto speciale”
con il video di una bella canzone di Gaber

Giorgio Gaber – Gli operai






e
a tutti coloro che il lavoro ce l'hanno
con l'aggiunta di un grande in bocca al lupo
a chi invece lo cerca…
Tony Kospan

Pellizza da Volpedo – Speranze deluse
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Proserpina – Rossetti – Jane Burden
JANE BURDEN
LA MUSA DI ROSSETTI E DEI PRERAFFAELLITI
a cura di Tony Kospan
Jane Burden
JANE BURDEN – BREVE BIOGRAFIA
Jane nacque ad Oxford il 19 ottobre 1839.
Il padre era uno stalliere e dei suoi primi anni si sa solo che visse in una famiglia povera.
Jane Burden con la sua famiglia
Nell’ottobre del 1857 l’incontro fatale con Dante Gabriel Rossetti ad una rappresentazione teatrale.
Dante rimase rapito dalla sua particolare bellezza.
(Londra 12.5 .828 – Birchington 10.4.1882)
Rossetti, al’epoca sposato (e non solo) la convinse a posare per lui e la dipinse nel ritratto di Ginevra.
Fu così che conobbe William Morris amico di Rossetti e cofondatore, insieme ad altri, della corrente artistica dei Preraffaelliti.
William Morris
L’artista e scrittore Morris la dipinse anch’egli ma in breve si fidanzarono ed egli provvide anche alla sua educazione culturale.
Lei ne fu così entusiasta che divenne capace di leggere anche testi in francese ed in italiano oltre a diventare una pianista di buon livello.
Jane Burden – La belle Iseult – William Morris
Dal loro matrimonio avvenuto nel 1859 nacquero 2 figlie di cui la seconda, May, fu poi anche l’editrice di libri del padre.
Mentre il marito, Morris, si dedicava soprattutto alle sue attività artistiche (decorative) e di promozione sociale e politica che ebbero grande influenza sulla cultura inglese dell’epoca Jane nel 1884 iniziava una relazione amorosa con il poeta Wilfrid Scawen Blunt che terminò qualche anno dopo pur rimanendo sempre l’amicizia tra loro.
Oltre che da Rossetti che la ritrasse numerosissime volte ed a cui fu sempre legata, e dal marito, Jane Burden fu la modella anche di Edward Burne-Jones e Evelyn De Morgan.
Rossetti – Jane burden – Pia dei Tolomei
I PRERAFFAELLITI
Questa corrente nacque nel settembre del 1848 in Inghilterra in opposizione al dominante accademismo dell’epoca e contro le rigidità del Vittorianesimo.
Il loro obiettivo era il ritorno alla natura ed alla spontaneità che individuavano nell’arte italiana del ‘400 e cioè prima di Raffaello.
Da ciò il nome.
Jane Burden – Monna Rosa – Rossetti
JANE BURDEN – LA MUSA DEI PRERAFFAELLITI
Scrive Antonella Barina:
“ Era di una bellezza inconsueta Jane Burden, figura languida e malinconica – occhi immensi , labbra carnose , nuvola di capelli scuri – che nell’universo prerafaellita dell’Inghilterra della seconda metà dell’Ottocento divenne l’ideale della femminilità”.
Jane Burden – Vedova romana – Rossetti
Così la descrisse poi lo scrittore Henry James dopo averla vista:
“Un’apparizione d’incredibile e meravigliosa intensità. Alta e sottile in lungo abito color porpora, con il volto emaciato e pallido, gli occhi tristi, profondi, scuri, il lungo collo avvolto in fili di perle esotiche”.
Vestito blu – Rossetti – Jane Burden
Questo suo sottile fascino fu esaltato soprattutto da Rossetti che la dipinse numerosissime volte (e con la quale ebbe un intenso scambio epistolare da cui non traspare se ci fosse qualcosa di più di un’amicizia).
La sua figura divenne il simbolo estetico dominante di questa corrente, cosa che non era mai accaduta prima, nè accadrà poi mai più nella storia dell’arte.
Edward Burne-Jones – Estate verde – Jane Burden ed altre modelle
Tony Kospan
F I N E
Fonti: vari siti web – Copyright Tony Kospan
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che possa riuscire a metter da parte gli interessi particolari
a favore di quelli generali e di chi soffre maggiormente.
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ma talvolta è così pericoloso da farci morire…
Il lavoro, il merito e l'esperienza
debbono essere sempre ricompensati.
– J. P. Raffarin –
Pellizza da Volpedo – Quarto stato
E' IL LAVORO OGGI L'AURORA
Sibilla Aleramo
Entro il mio cuore
la tortura, oh tutta la tortura
dal mondo patita
geme ch'io in parole le redima,
e io perdutamente balbetto,
il mio cuore ancora in sé sente
le infinite morti
da uomini inferte a uomini,
gli anni trascorrono
e sempre nel ricordo l'orrore
e sempre l'insostenibile vergogna
e sempre in me il gemito,
vano gemito anziché parole,
e il terrore che anche il più grande canto
vano pur esso sarebbe,
chi mai l'ascolterebbe
se nuovamente domani sul mondo
la tortura infierisse
infanzia e vecchiaia insiem cancellando
e tutte le speranze? Speranza aurora!
Chi ancora guarda l'aurora?
Mio cuore, ma tu lo sai!
e non è per essa che ancor batti?
Tanti e tanti e tanti,
vicino a te e lontano
ogni dì s'alzano e non armi impugnano,
o forse armi sono,
martelli, vanghe, libri,
e vanno con questi lor vivi arnesi,
la terra è tutta un cantiere,
ogni dì è lavoro,
quanto lavoro su la terra intera,
da secoli da millenni,
curvo era sino a ieri
ma ora di sé è fiero
s'anche duramente ancor soffre e lotta,
ben saldo nel voler mai più
guerre né torture,
nel volere il mondo
trasformato in fraterno giardino,
oh mio cuore, più non devi gemere,
abbi fede, tu vedi,
è il lavoro oggi l'aurora!
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Pellizza da Volpedo – Membra stanche
Nè può infine oggi mancare
un ricordo delle lotte fatte dai lavoratori
per migliorare
le loro condizioni economiche e di lavoro.

Manifestazione di operai a Chicago nel 1886
Concludiamo questo “saluto speciale”
con il video di una bella canzone di Gaber

Giorgio Gaber – Gli operai






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a tutti coloro che il lavoro ce l'hanno
con l'aggiunta di un grande in bocca al lupo
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Tony Kospan

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