Archivio per 28 marzo 2019

LA FANCIULLA MALATA di MUNCH – Breve analisi del dipinto anche con le parole dello stesso autore   3 comments


MUNCH – LA FANCIULLA MALATA






Questo di Munch è uno dei dipinti 
più emblematici della malattia e del dolore
di tutta la Storia dell’arte
ed è una fortuna poterne conoscere
con precisione la genesi
 attraverso le parole dello stesso autore.



BREVE STORIA DEL DIPINTO

Lo spunto dell’opera è decisamente autobiografico.
Nel dipingere la bambina sopraffatta dalla malattia, infatti, Munch prende spunto dalla tragica morte della sorella Sophie, stroncata nel 1877 da una feroce tubercolosi.
Accanto alla ragazza appare, in una quasi unica macchia di colore, la mamma che morirà poi dello stesso male.
Il punto centrale del dipinto, che è l’opera più significativa della sua arte giovanile, è rappresentato dalle mani quasi indistinguibili.
Quelle della madre stringono quella sinistra della fanciulla evidenziando in tal modo il forte legame tra la donna e la ragazza.


frecq8h.gifCliccando sull’autoritratto qui giù biografia ed opere di Munch
Løten, 12 dicembre 1863 – Oslo, 23 gennaio 1944




ECCO COME MUNCH DESCRIVE LA DOLOROSA CREAZIONE



In questa sua descrizione della genesi del dipinto si mescolano le sue vicende esistenziali ed il suo modo di dipingere.
Leggiamola.
«Credo che nessun pittore abbia vissuto il suo tema fino all’ultimo grido di dolore come me quando ho dipinto La bambina malata. 
Non ero solo su quella sedia mentre dipingevo, erano seduti con me tutti i miei cari, che su quella sedia, a cominciare da mia madre, inverno dopo inverno, si struggevano nel desiderio del sole, finché la morte venne a prenderli»
«Quando vidi la bambina malata per la prima volta – la testa pallida con i vividi capelli rossi contro il bianco cuscino – ebbi un’impressione che scomparve quando mi misi al lavoro. 
Ho ridipinto questo quadro molte volte durante l’anno – l’ho raschiato, l’ho diluito con la trementina – ho cercato parecchie volte di ritrovare la prima impressione – la pelle trasparente, pallida contro la tela – la bocca tremante – le mani tremanti. 
Avevo curato troppo la sedia e il bicchiere, ciò distraeva dalla testa. 
Guardando superficialmente il quadro vedevo soltanto il bicchiere e attorno. 
Dovevo levare tutto? 
No, serviva ad accentuare e dare profondità alla testa. 
Ho raschiato attorno a metà, ma ho lasciato della materia. 
Ho scoperto così che le mie ciglia partecipavano alla mia impressione. 
Le ho suggerite come delle ombre sul dipinto. 
In qualche modo la testa diventava il dipinto. 
Apparivano sottili linee orizzontali – periferie – con la testa al centro. 
Finalmente smisi, sfinito – avevo raggiunto la prima impressione»







BREVE CONSIDERAZIONE


Il dipinto, uno dei suoi capolavori, esprime in modo chiaro i temi dell’angoscia, del dolore e della morte, tipici dell’arte di Munch.
Nel sofferto dipinto Munch ci ha detto di voler inserire non tanto l’impressione visiva della sofferenza della ragazza,
bensì l’emozione che tutta la scena, agonia della ragazza e dolore della famiglia, aveva colpito il suo animo quando la vide. 
L’opera, ultimata nel 1885–1886, quando Munch aveva ventisei anni, fu poi replicata dal pittore norvegese in vari disegni ed altri cinque dipinti.
Ciò indica anche come l’artista sentisse, nonostante tutto, in modo intenso i legami con la sua famiglia.


“La bambina malata” – Edward Munch – 1885…1886 – olio su tela



Uno dei disegni 



Tony Kospan



Copyright Tony Kospan – Vietata la copia senza indicare autore e blog




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Fratelli miei – Questo è il canto con cui i Nativi Americani esaltano la Primavera e la Natura   Leave a comment



 
 
 
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Ancora una volta la genuina saggezza
e la profonda comunione con la natura degli Indiani d'America
si manifesta in questo canto,
donandoci ancora una volta
 lieto stupore e infinita ammirazione…

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
FRATELLI MIEI
 
 
Guardate, fratelli miei, la primavera è arrivata;
la terra ha ricevuto l’abbraccio del sole
e noi vedremo presto i risultati di questo amore!
 
Ogni seme si è svegliato.
 


E così anche tutta la vita animale.
 

E grazie a questo potere che noi esistiamo.
 

Noi perciò dobbiamo concedere ai nostri vicini,
anche ai nostri vicini animali,
il nostro stesso diritto di abitare questa terra.
 
 

 

 

 

 

da: “Il Grande Spirito parla al nostro cuore”

Ed. Red

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UN MODO DIVERSO DI VIVER LA POESIA E LA CULTURA
NELLA PAGINA FB
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Marc Chagall.. pittore della poesia e artista del sogno – Biografia e capolavori   2 comments




La realtà rovesciata,
figlia del contrasto tra violenza ed armonia,
che vola nel sogno… con musica e poesia…
appare esser il messaggio principale della sua arte.

 
 
 

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Gli amanti azzurri

 
 
 
Atmosfere oniriche e scenari fiabeschi. 

 Ma anche temi religiosi e il dramma dell’Olocausto.
 Su tutto, la straordinaria forza del colore.

 
 
 
 
 Vitebsk 7.7.1887 – S. Paul de Vence 28.3.1985
 
 
 
MARC CHAGALL
– PITTURA… POESIA E SOGNO –
 
 
Omaggio ad un grande artista del Novecento,
in un percorso di meraviglie… che meraviglia.
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Davvero bellissima la definizione che di lui diede Henry Miller
“Un poeta con le ali da pittore”




Omaggio  ad Apollinaire
 
 

BREVE BIOGRAFIA


Marc Chagall nasce a Liosno, presso Vitebsk nel 1887.
Dal 1906 al 1909 studia prima a Vitebsk, quindi Marc Chagall entra all’accademia di Pietroburgo, dove è allievo anche di Bakst.
Nel 1910 si trasferisce a Parigi. 
Qui conosce le nuove correnti del momento, particolarmente il Fauvismo e il Cubismo.
Si inserisce negli ambienti artistici d’avanguardia.
Frequenta tra gli altri Guillaume Apollinaire e Robert Delaunay.
Nel 1912 espone sia al Salon des Indépendants, che al Salon d’Automne. Delaunay lo fa conoscere al mercante berlinese Herwarth Walden, che nel 1914 gli allestisce una personale presso la sua galleria Der Sturm.



Carnevale notturno


Il sopraggiungere della guerra nel 1914 fa rientrare Marc Chagall a Vitebsk.
Qui fonda l’Istituto d’Arte, di cui èdirettore fino al 1920, quando gli subentra Malevich.
Si trasferisce a Mosca. Inizia a realizzare le decorazioni per il teatro ebraico statale “Kamerny”.
Nel 1923 ritorna a Berlino e successivamente a Parigi.
Qui ristabilisce i contatti e conosce Ambroise Vollard, che gli commissiona l’illustrazione di vari libri.
Nel 1924 ha luogo una importante retrospettiva di Chagall presso la Galerie Barbazanges-Hodeberg. 
In seguito, effettua viaggi in Europa e anche in Palestina.
Nel 1933 presso il Kunstmuseum Marc Chagall ha luogo una grande retrospettiva.


 
Gli amanti



Ma quasi contemporaneamente avviene l’ascesa del nazismo al potere in Germania.
Tutte le opere di Chagall vengono confiscate ai musei tedeschi.
Alcune figurano nell’asta tenuta alla Galerie Fischer di Lucerna nel 1939.
A Chagall non rimane che rifugiarsi in America.
Nel 1947 fa ritorno a Parigi, e nel 1949 si stabilisce a Vence.







Importanti mostre gli vengono dedicate dappertutto.
Inizia la lunga serie di decorazioni di grandi strutture pubbliche.
Nel 1962 disegna le vetrate per la sinagoga dello Hassadah Medical Center, presso Gerusalemme, e per la cattedrale di Metz.
Nel 1964 realizza le pitture del soffitto dell’Opéra di Parigi.
L’anno dopo è la volta delle grandi pitture murali sulla facciata della Metropolitan Opera House di New York.
Nel 1970 disegna le vetrate del coro e del rosone del Fraumenster di Zurigo.
Di poco successivo è il grande mosaico a Chicago.
Muore a Saint-Paul-de-Vence nel 1985. 
 
 
 
 
Il gran sole
 
 

IL SUO MONDO ARTISTICO


L’elemento onirico nelle sue opere non fa più capo ad un inconscio privato, quale poteva essere quello surrealista, ma ad un inconscio culturale e storico, una vera immersione che si materializza in forme fantastiche e colori straordinari.
Senza tarpare le ali dell’immaginazione, Chagall racconta la Storia. 
Con un’intensità unica ed appassionata.

 
 
 
  
Sogno d’amore
 
 

“L’arte mi sembra essere soprattutto uno stato d’animo”
 

Questo era per lui l’arte.


E cosa c’era nel suo animo di pittore?
Tanti mondi diversi: i ricordi d’ infanzia, trascorsa nel villaggio russo di Vitebsk, le tradizioni ebraiche della sua famiglia, e poi tante città.
soprattutto Pietroburgo, dove dipinse i primi quadri;
 
 
 
 

Circo 
 
 
Parigi poi, dove viene investito dalle novità delle avanguardie;
ed infine New York, vissuta da emigrato, con ancora negli occhi le tragedie della guerra.
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La passeggiata

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Tante immagini che però si fondono in uno stile inconfondibile, un armonioso insieme di tradizione e modernità ravvivato da colori fiabeschi, sempre in bilico tra sogno e realtà..

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Sposi

 
 


Il mondo incantato di un pittore-poeta, che unisce le icone russe e il talmud, le geometrie cubiste e gli ardori futuristi, il teatro e la danza.
Un universo di immagini, simboli e favole firmato Marc Chagall.

 
 
 
 Chagall – Il viaggiatore 1917
 


Un’interessante analisi della sua arte , ed a mio parere condivisibile in toto, è quella che segue:
 
Una fiaba russa fatta di zar e dervisci, zingari suonatori di violino, asini e galli, dove ciò che è proibito nella quotidianità si avvera sulla tela, non per forza in seguito a catastrofi o tragici sconquassi, bensì, più felicemente, sulla scia dell’incanto e del piacere. La visione del pittore non sfida solo la legge di gravità e l’ordine classico dei piani spaziali, ma rovescia radicalmente i valori condivisi con furore rivoluzionario.”
 
 
«La Russia si copriva di ghiaccio.
Lenin l’ha messa sottosopra,
proprio come io ribalto i miei quadri»

 spiegava lo stesso Chagall negli Anni Venti.
 
 
 
Volare
 
 
 
 
A questa carica di morte e violenza fa però da contrappeso un’armonia fatta di musica e poesia
– secondo l’artista gli unici veri motori del cambiamento –,
come avviene in particolare in Resistenza-Resurrezione-Liberazione (il trittico della Rivoluzione).

Alessandro Masi (con qualche piccola modifica)

 
 


 
 
Testi ed immagini da vari siti web
Impaginazione, elaborazione e coordinam. Orso Tony 
 

 
CIAO DA TONY KOSPAN



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