che poteva descrivere il mio cuore mentre era accanto al suo. – Sylvia Plath –
J. W. Waterhouse – Santa Cecilia
AMORE, VOLA DA ME Alda Merini
Amore, vola da me con l'aeroplano di carta della mia fantasia, con l'ingegno del tuo sentimento.
Vedrai fiorire terre piene di magia e io sarò la chioma d'albero più alta per darti frescura e riparo.
Fa' delle due braccia due ali d'angelo e porta anche a me un po' di pace e il giocattolo del sogno. Ma prima di dirmi qualcosa guarda il genio in fiore del mio cuore.
Quando ci penso, che il tempo è passato, le vecchie madri che ci hanno portato, poi le ragazze, che furono amore, e poi le mogli e le figlie e le nuore, femmina penso, se penso alla gioia pensare al maschio, pensarci mi annoia.
Quando ci penso, che il tempo è venuto, la partigiana che qui ha combattuto, quella colpita, ferita una volta, e quella morta, che abbiamo sepolta, femmina penso, se penso alla pace pensare al maschio, pensarci non piace.
Quando ci penso, che il tempo ritorna, che arriva il giorno che il giorno raggiorna, penso che è culla una pancia di donna, e casa è pancia che tiene una gonna, e pancia è cassa, che viene al finire, che arriva il giorno che si va a dormire.
Perché la donna non è cielo, è terra carne di terra che non vuole guerra ed è la terra, in cui fui seminato, vita vissuta che dentro ho piantato, qui cerco il caldo che il cuore ci sente, la lunga notte che divento niente.
Femmina penso, se penso l’umano la mia compagna, la prendo per mano.
– NON SOGGETTI.. NE' MUSE.. NE' MODELLE.. MA CREATRICI –
Donna che dipinge – Guercino
Mini storia dell'arte al femminile
a cura di Tony Kospan
II PARTE
Berthe Marie Pauline Morisot (1841 – 1895)
Nata in una famiglia amante delle belle arti fu fin da piccola avviata allo studio della pittura. Nel 1874 sposò Eugène Manet, fratello del famoso pittore Edouard, da cui avrà una figlia, Julie, e nello stesso anno fu l'unica donna che partecipò alla prima mostra impressionista che si tenne nello studio del fotografo Nadar Fu proprio lì che nacque quel movimento artistico che prese nome dal dipinto di Monet “Impression soleil levant”. Berthe rimase sempre nell'ambito di questa corrente, pur con il suo stile assolutamente ed orgogliosamente femminile, che fu non solo il suo mondo artistico ma anche l'ambiente in cui si svolse la sua vita reale. Il vero grande successo le arrise solo dopo la morte.
Berthe Morisot – Autoritratto
Berthe Morisot – La culla
Berthe Morisot – Giorno d'estate
Berthe Morisot – Signora che si trucca
Elisabeth Chaplin (1890 – 1982)
La sua appare un'arte molto elegante che, dopo un inizio nell'ambito del post-impressionismo, si diresse poi, dopo essersi accostata ai Nabis, in pieno verso l'Art-Deco.
Elisabeth Chaplin – Autoritratto
Elisabeth Chaplin – Autoritratto con la mamma
Elisabeth Chaplin – Ragazze in giallo
Vanessa Bell (1879 – 1961)
Pittrice inglese, sorella della famosa scrittrice Virginia Woolf. Il suo stile impressionistico si caratterizza per gli aspetti realistici degli oggetti dipinti ma nessuno di essi è quello che “cattura l'occhio”.
Vanessa Bell – Autoritratto – 1915
Vanessa Bell – Lei stessa con un'altra donna e 2 bimbi
Vanessa Bell – Duncan Grant interno – 1934
Natalia Goncharova (1881-1962)
Pittrice russa – aderente a diverse avanguardie (tra cui il futurismo) dei primi anni del '900.
Natalia Goncharova – Autoritratto
Natalia Goncharova – Il ciclista (dipinto in cui è chiara l'influenza futurista)
Natalia Goncharova – Strada di Mosca
Tamara de Lempicka (1898 – 1980)
Originalissime ed uniche appaiono le opere della mitica pittrice polacca appartenente alla corrente dell'Art Déco… dalla vita davvero avventurosa… e dallo stile pittorico affascinante ed inconfondibile…
Tamara de Lempicka – Autoritratto sulla Bugatti
Tamara de Lempicka – Il bacio
Tamara de Lempicka – Signora con la sciarpa blu
Tamara de Lempicka – Ragazza che dorme – 1935
Frida Kahlo (1907 – 1954)
Davvero sorprendente è la pittura di questa pittrice messicana caratterizzata da da uno stile arcaico e nel contempo moderno, che suscita sentimenti forti e vividi ed evoca forti passioni…
Non è da sottacere che suo marito fosse il notissimo pittore (anche lui messicano) Diego Rivera con cui ebbe rapporti di grande amore ma anche di grande contrasto.
Frida Kahlo – Autoritratto
Frida Kahlo – Autoritratto con vestito di velluto
Frida Kahlo col marito Diego Rivera
Frida Kahlo – Le radici – 1943
Leonor Fini (Buenos Aires 1907 – Parigi 1996)
Leonor Fini, padre argentino di origini beneventane e madre triestina di origini tedesche, cresce a Trieste dove si nutre del vivace clima culturale dei primi decenni del 900. Pittrice autodidatta negli anni 30 e 40 si muove nell'ambito del surrealismo benché la sua è sempre una pittura molto indipendente. Donna dal carattere forte, dai tanti amori, molto vivace, libera e lontanissima dalle convenzioni sociali vive a lungo (ed intensamente) a Parigi, frequenta grandi artisti europei ed esplora con passione diversi campi dell'arte… dal teatro al romanzo, dal disegno alla fotografia. Fa anche molte esperienze pittoriche molto diverse da quelle surrealiste come ad es. quella di rivisitare Tiziano ed Arcimboldo artisti del 500 . Nell'ultima parte della vita diventa invece molto più introspettiva e le sue opere di questo periodo appaiono più rarefatte. Possiamo definirla un'artista a 360 gradi e non solo una notevole pittrice e solo da qualche anno è stata rivalutata.
Leonor Fini – Autoritratto
Leonor Fini – Gioco di dama
Leonor Fini
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Leonor Fini
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Leonor Fini
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Mi fermo qua…
Oggi il mondo delle artiste contemporanee appare complesso e molto variegato… ma ancora pronto a sorprenderci e ad entusiasmarci…
Il simbolo della festa della donna è, com'è noto, la mimosa, ovvero l'acacia dealbata, ma ciò accade soprattutto in Italia.
Ma perché e da chi fu scelta?
La storia… tutta italiana risale al 1946
Siamo in Italia a Roma e l'UDI (Unione Donne Italiane) doveva scegliere un simbolo floreale per festeggiare il primo 8 marzo postbellico così come il garofano rosso era stato scelto per la Festa del lavoro.
Le donne, essendo i giardini pieni di mimose, fiori durevoli e profumati, (e dunque sempre facilmente reperibili in marzo) optarono per le mimose.
Ma non fu una scelta semplice, bensì complessa, che a raccontarla oggi appare come una bella leggenda.
Infatti le donne volevano scegliere l'orchidea ma Teresa Mattei, che l'anno dopo avrebbe fatto parte dell'Assemblea Costituente, per evitar la scelta di un fiore costoso come quello, s'inventò una leggenda cinese… raccontando che la mimosa per quel popolo rappresentava il calore della famiglia ed era il simbolo la gentilezza femminile.
La cosa piacque molto e convinse tutte le donne.
Fu così che la mimosa… vinse.
LA PIANTA
LA MIMOSA – ACACIA DEALBATA
Pianta originaria della Tasmania, fa parte del genere Acacia e della famiglia delle Leguminose, ed in particolare alla sottosspecie delle Mimosacee.
E' un albero da fiori gialli e a grappolo, con un profumo dolce e fragrante che fu Introdotto in Europa nel 1800.
U S I
(MEDICINALI E PROFUMI)
La sua corteccia è stata adoperata, nell'uso medicinale, come astringente e antidiarroica mentre i fiori nella ccreazione di profumi.
Inoltre possiede tannini ed un olio usato per l'aromaterapia e per il trattamento di alcune malattie cutanee.
COLTIVAZIONE
E' possibile acquistare un piccolo alberello di mimosa e piantarlo in giardino o in un vaso.
Così ogni anno avrete la mimosa pronta per la festa della Donna.
CONSERVAZIONE
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Eliminare del tutto le foglie dagli steli poi appendere il mazzolino a testa in giù in un locale asciutto, poco luminoso e con buon ricambio d' aria e tenerlo così finché non è seccato.
LA CANZONE
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Auspico però una festa che non sia vista in modo banale, come purtroppo spesso accade, ma come omaggio al ricordo delle lotte fatte per il raggiungimento dell'uguaglianza e per cancellare i residui di vetero maschilismo ancora radicati nella nostra società… solo apparentementeevoluta.
ANNA MAGNANI… il suo nome ma per tutti… era NANNARELLA…
E’ stata una donna che ha lasciato una traccia indelebile
nella storia del cinema italiano e mondiale
(Roma 7.3.1908 – Roma 26.9.1973)
Oltre ad essere una delle più grandi attrici italiane di sempre
è stata anche un eccezionale simbolo della romanità…
Vera e propria STAR del cinema internazionale,
vincitrice dell’Oscar nel 1956,
ha interpretato film memorabili come Roma città aperta, di Rossellini;
Bellissima di Visconti, Mamma Roma, di Pasolini… etc…
Ha anche lavorato con altri grandi registi
come Fellini, Monicelli e Kramer.
Ricordiamola con questo magnifico video omaggio
contenente diverse scene da film nelle quali, tra l’altro,
canta e recita anche in lingua napoletana…
(‘O suerdato ‘nnamurato)
Per il suo urlo nella scena finale di ROMA CITTA’ APERTA,
capolavoro del Neorealismo italiano… che vinse il NASTRO D’ARGENTO,
e di cui possiamo vedere qui una famosissima drammatica scena…
Pier Paolo Pasolini le dedicò la poesia che possiamo leggere più giù.
“Quasi emblema, in noi l’urlo della Magnani sotto le ciocche disordinatamente assolute, rinnova nelle disperate panoramiche, e nelle occhiate vive e mute si addensa il senso della tragedia. E’ lì che si dissolve e mutila il presente, e assorda il canto degli aedi”.
Era sì grande artista… ma anche donna vera… schietta…
Con la sua romanità… universale… ha lasciato un segno indelebile non solo nella Storia del Cinema ma anche nei cuori di milioni di persone che l’hanno seguita… ammirata ed amata.
Mi piace però ricordarlo ora con alcune sue citazioni
e con una sua mitica poesia dalle tante valenze…
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A F O R I S M I
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Immagine giovanile
Il vero male non è quello che si soffre, ma quello che si fa.
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La vita non deve essere una festa per alcuni e un peso per altri,
ma dev'essere un impegno per tutti.
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Non sempre quello che viene dopo è progresso.
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La ragione e il torto non si dividono mai con un taglio così netto
che ogni parte abbia soltanto dell'uno e dell'altra.
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É men male l'agitarsi nel dubbio, che il riposar nell'errore.
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Bisogna sempre dire francamente e chiaramente le cose al proprio avvocato:
sarà lui ad imbrogliarle.
…
Uno dei benefici dell'amicizia è di sapere a chi confidare un segreto.
IL CINQUE MAGGIO
Poesia che oltre ad esser nota a tutti perché ce la fanno studiare a scuola è certamente storica… e non solo perché ci parla di Napoleone… ed inoltre è densa di significati spirituali…
Il Manzoni, la scrisse quasi di getto (4 o 5 gg) dopo aver saputo che Napoleone era morto ma soprattutto perché commosso dal fatto che si era convertito poco prima di morire…
Infatti il Manzoni,
quando il Bonaparte dominava l'Europa non era stato tra i suoi ammiratori…, per cui appare chiaro che questa poesia in cui ne riconosce comunque la grandezza
(all'epoca Napoleone era amatissimo o odiatissimo) ormai non poteva certo portargli vantaggi…
Questo il foglio su cui fu scritta
In realtà egli si astiene da un preciso formale giudizio storico limitandosi a dire… con i mitici versi… “Fu vera Gloria?
Ai posteri l'ardua sentenza” (vv 31-32), frase poi entrata a far parte del nostro comune dire…
La poesia fu censurata dalle Autorità Austriache che governavano all'epoca la Lombardia ma, grazie a Goethe, che la fece pubblicare su una rivista tedesca, ebbe un'eco immediata in tutta Europa…
Ma ora leggiamola… rileggiamola…
IL CINQUE MAGGIO Alessandro Manzoni
Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, così percossa, attonita la terra al nunzio sta, muta pensando all'ultima ora dell'uom fatale; né sa quando una simile orma di pie' mortale la sua cruenta polvere a calpestar verrà. Lui folgorante in solio vide il mio genio e tacque; quando, con vece assidua, cadde, risorse e giacque, di mille voci al sònito mista la sua non ha: vergin di servo encomio e di codardo oltraggio, sorge or commosso al sùbito sparir di tanto raggio; e scioglie all'urna un cantico che forse non morrà. Dall'Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno, di quel securo il fulmine tenea dietro al baleno; scoppiò da Scilla al Tanai, dall'uno all'altro mar. Fu vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza: nui chiniam la fronte al Massimo Fattor, che volle in lui del creator suo spirito più vasta orma stampar. La procellosa e trepida gioia d'un gran disegno, l'ansia d'un cor che indocile serve, pensando al regno; e il giunge, e tiene un premio ch'era follia sperar; tutto ei provò: la gloria maggior dopo il periglio, la fuga e la vittoria, la reggia e il tristo esiglio; due volte nella polvere, due volte sull'altar. Ei si nomò: due secoli, l'un contro l'altro armato, sommessi a lui si volsero, come aspettando il fato; ei fe' silenzio, ed arbitro s'assise in mezzo a lor. E sparve, e i dì nell'ozio chiuse in sì breve sponda, segno d'immensa invidia e di pietà profonda, d'inestinguibil odio e d'indomato amor. Come sul capo al naufrago l'onda s'avvolve e pesa, l'onda su cui del misero, alta pur dianzi e tesa, scorrea la vista a scernere prode remote invan; tal su quell'alma il cumulo delle memorie scese. Oh quante volte ai posteri narrar se stesso imprese, e sull'eterne pagine cadde la stanca man! Oh quante volte, al tacito morir d'un giorno inerte, chinati i rai fulminei, le braccia al sen conserte, stette, e dei dì che furono l'assalse il sovvenir! E ripensò le mobili tende, e i percossi valli, e il lampo de' manipoli, e l'onda dei cavalli, e il concitato imperio e il celere ubbidir. Ahi! forse a tanto strazio cadde lo spirto anelo, e disperò; ma valida venne una man dal cielo, e in più spirabil aere pietosa il trasportò; e l'avvïò, pei floridi sentier della speranza, ai campi eterni, al premio che i desideri avanza, dov'è silenzio e tenebre la gloria che passò. Bella Immortal! benefica Fede ai trïonfi avvezza! Scrivi ancor questo, allegrati; ché più superba altezza al disonor del Gòlgota giammai non si chinò. Tu dalle stanche ceneri sperdi ogni ria parola: il Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola, sulla deserta coltrice accanto a lui posò.
– NON SOGGETTI.. NE’ MUSE.. NE’ MODELLE MA PITTRICI –
Vincenzo Marinelli – Donna che dipinge
MINI STORIA DELL'ARTE AL FEMMINILE
DAL '500 AL '900
a cura di Tony Kospan
Questo post vuole, in uno ad una breve presentazione delle pittrici che ritroviamo significativamente nella storia dell’arte…, mostrarle così come esse stesse si vedevano… grazie a loro autoritratti… insieme a qualche loro opera… cercando in tal modo di coniugare la brevità, che il moderno lettore richiede*…, con un minimo di completezza… (*a mio parere).
E' anche da sottolineare che, ovviamente, è assolutamente impossibile presentarle tutte per cui mi sono limitato a ricordare quelle che appaiono aver lasciato un segno significativo nella storia dell'arte ma sarei lieto di aggiungere quelle che voi lettori ritenete meritevoli d'esser presenti in questa piccola Antologia…
Prima di iniziare mi appare doveroso riconoscere come altamente encomiabile soprattutto l’opera di quelle artiste vissute in secoli in cui il destino delle donne sembrava rinchiuso nei soli spazi del matrimonio o del convento.
I PARTE
Sofonisba Anguissola (1535 – 1565)
Deve la sua fama soprattutto al fatto che fu la prima espoenente della pittura italiana rinascimentale al femminile
Sofonisba Anguissola – Autoritratto, 1556
Sofonisba Anguissola – Partita a scacchi – Poznan, 1555
Sofonisba Anguissola – Due sorelle ed un fratello
Lavinia Fontana (1552 -1614)
Figlia del pittore manierista Prospero Fontana fu, ed è, molto apprezzata per l’accuratezza dei particolari e per la molteplicità dei temi della sua pittura…
Lavinia Fontana – Autoritratto
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Lavinia Fontana – La visita della Regina di Saba a Salomone
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Lavinia Fontana – Bianca Degli Utili Maselli
Artemisia Gentileschi (1593 – 1652)
E’ però la romana Artemisia Gentileschi la prima a ricoprire un ruolo fondamentale nell’affermazione della donna artista, denunciando anche la violenza da parte del famoso pittore Agostino Tassi.
E’ noto il drammatico episodio dello stupro, di cui fu vittima a diciott’anni (autore della violenza, il maestro di pittura a cui era stata affidata dal padre perché migliorasse la tecnica della prospettiva); e poi il matrimonio riparatore, e la scelta di libertà e di emancipazione che fanno di lei una sorta di femminista ante litteram.
Si può affermare, e tutti i critici sono d’accordo, che i tratti duri delle donne e la violenza di certe scene… presenti nei suoi dipinti siano coneguenza del tremendo stupro.
Pensiamo ad esempio alla violenza evidente e spaventosa di un’opera come la “Giuditta che decapita Oloferne” del Museo di Capodimonte a Napoli.
La sua è comunque una pittura forte, passionale e creativa.
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Artemisia Gentileschi – Autoritr. come suonatrice di liuto
Artemisia Gentileschi – Autoritratto come Allegoria della Pittura
Artemisia Gentileschi – Giaele e Sisera
Artemisia Gentileschi – Giuditta che decapita Oloferne
Elisabetta Sirani (1638 – 1665)
Elisabetta, prima figlia di Giovanni Andrea Sirani pittore bolognese, fin da giovanissima dimostrò notevole talento. Fu davvero un'artista laboriosissima se si pensa che nei soli 10 anni di attività ha lasciato oltre 200 opere. E' considerata una delle principali artiste del '600 e tra le più note esponenti del barocco bolognese
(Bologna aveva in quel periodo un eccezionale numero di pittrici) Morì giovanissima, a soli 27 anni, rimpianta da tantissimi artisti, poeti e letterati dell'epoca.
Elisabetta Sirani – Autoritratto
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Elisabetta Sirani – Porzia che si ferisce alla coscia – 1664
Elisabetta Sirani – La Giustizia, la Carità e la Prudenza – 1664
Elisabetta Sirani – Cupido
Rosalba Carriera: (1675-1757)
Pittrice veneziana.
Ebbe nel 1720 ben due grandi riconoscimenti:essere accolta nell'Accademia di Bologna e nell'Académie Royale de Peinture et Sculture di Parigi.
Il suo stile, molto differente dall'accademismo della sua epoca, influenzerà in modo evidente ed incisivo l'arte del ritratto soprattutto in Francia
Rosalba Carriera – autoritratto
Rosalba Carriera – Apollo
Rosalba Carriera – Ritratto di Gustavus Hamilton – 1730
Rosalba Carriera – Allegoria dell'aria
Elizabeth Vigée Le Brun (1755 – 1842)
Veniamo ora ad una delle più grandi e prolifiche ritrattiste del 1700…
I suoi dipinti riccamente colorati, con una incredibile precisione della resa tecnica, mostrano toni morbidi e soavi nel dipingere gli innumerevoli volti che immortalò sulle tele. La sua opera è anche un documento visivo del suo tempo e della storia rivoluzionaria di quegli anni unita alla indubbia bellezza artistica. Questo rende ancor più interessante oggi la sua opera.
I suoi dipinti erano finiti nell'oblio e solo da qualche decennio il suo amore per la bellezza che traspare nelle sue opere, nonostante i sommovimenti politici di cui fu involontaria protagonista dalla Rivoluzione Francese in poi, sono stati ampiamente rivalutati.
(E' da tempo che desidero creare un post su di lei e prima o poi ci riuscirò (N.T.K.)
Elizabeth Vigée Le Brun – Autoritratto (1790)
Elizabeth Vigée Le Brun – Autoritratto con la figlia
Le Brun – Autoritratto
Le Brun – Julie Le brun
Mary Cassatt (1844 – 1926)
Ecco ora l’americana Mary Cassat (1844 – 1926).
Fu introdotta nell’ambiente degli impressionisti dal grande Edgar Degas…
E' tra le mie pittrici preferite per la dolcezza dei suoi dipinti…
Non fu mai mamma.. ma forse nessuna più di lei ha “cantato” col pennello la maternità… in quantità e qualità…
Mary Cassatt – Autoritratto
Mary Cassatt – In barca
Mary Cassatt – Mamma con la sua bambina
Mary Cassatt – Mamma con la sua bambina
Eva Gonzales – (1869 – 1870)
Figlia di Emmanuel celebre romanziere è nota per la dolcezza e la morbidezza della sua pittura.
Fu allieva e modella di Manet.
Pur non avendo mai esposto alcun dipinto viene in genere collocata nell’ambito degli Impressionisti.