Archivio per 6 marzo 2019
Julius Leblanc Stewart – Un giro per il Mediterraneo
La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza.
Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza
non diventerà mai vecchio.
– Franz Kafka –
Julius Leblanc Stewart – Andiamo a fare un giro? – 1897
ORSO TONY
IL CONDOR
Pablo Neruda
Io sono il condor, volo
su di te che cammini
e d’improvviso in un giro
di vento, penna, artigli,
ti assalto e ti innalzo
in un ciclone sibilante
di freddo tempestoso.
Alla mia torre di neve,
alla mia tana nera,
ti porto, e sola vivi,
e ti copri di penne,
e voli sopra il mondo,
immobile, nell’alto.
Donna condor, saltiamo
su questa preda rossa,
straziamo la vita
che passa palpitando
e innalziamo uniti
il nostro volo selvaggio.
Julius Leblanc Stewart
STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO
Julius Leblanc Stewart – Un giro per il Mediterraneo
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Il breve passo che segue ci mostra il pensiero del grande Hesse
riguardo alla felicità… in amore
e mi appare davvero molto interessante.
A mio parere, pur nella sua brevità e leggerezza,
il brano ci aiuta a… volare.
Ma la cosa migliore non furono quei baci e neppure le passeggiate serali, o i nostri segreti.
La cosa migliore era la forza che quell’amore mi dava, la forza lieta di vivere e di lottare per lei, di camminare sull’acqua e sul fuoco.
Potersi buttare, per un istante, poter sacrificare degli anni per il sorriso di una donna: questa sì che è felicità, e io non l’ho perduta.
Hermann Hesse
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Come ricordare uno dei grandissimi della Letteratura mondiale e certamente tra i più amati e rinomati scrittori del Sudamerica?
Morto? Sì certo ma le sue opere sono più vive che mai e non cesseranno di entusiasmare e far sognare i lettori.
Quando è morto qualche anno fa… si è scatenato (giustamente) un bombardamento mediatico mondiale per cui è molto difficile ora dire cose nuove.
Mi limiterò quindi a
– dire 2 parole sulla sua attività letteraria,
– proporre un brano del suo mitico libro amato in tutto il mondo e
– proporre un interessante video.

(Aracataca 6.3.1927 – Città del Messico 17.4.2014)
GABRIEL GARCIA MARQUEZ
Cent'anni di solitudine è il libro che nel '67 gli diede la fama mondiale ma la sua opera letteraria è composta anche da 11 romanzi e tanti racconti ed articoli.

Lo scrittore colombiano aderiva alla corrente definita “Realismo magico” e se pensiamo che il padre era un telegrafista e la madre una “maga” ecco che forse possiamo intuire da dove nascono le atmosfere che egli trasferisce nei suoi scritti.
Certo quelle descritte nei suoi romanzi sono atmosfere surreali… sognanti… così come i suoi personaggi ma ne scrive in modo tale che al lettore sfugge il punto di confine tra realtà e fantasia.
Nel 1982 è stato insignito del Premio Nobel

UN BREVE BRANO DA… CENT'ANNI DI SOLITUDINE
“Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendìa si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio.
Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito”
“Taciturno, silenzioso, insensibile al nuovo soffio di vitalità che faceva tremare la casa, il colonnello Aureliano Buendìa comprese a malapena che il segreto di una buona vecchiaia non è altro che un patto onesto con la solitudine”
“Allora saltò oltre per precorrere le predizioni e appurare la data e le circostanze della sua morte.
Tuttavia, prima di arrivare al verso finale, aveva già compreso che non sarebbe mai più uscito da quella stanza, perché era previsto che la città degli specchi (o degli specchietti) sarebbe stata spianata dal vento e bandita dalla memoria degli uomini nell'istante in cui Aureliano Babilonia avesse terminato di decifrare le pergamene, e che tutto quello che vi era scritto era irripetibile da sempre e per sempre, perché le stirpi condannate a cent'anni di solitudine non avevano una seconda opportunità sulla terra”
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CENT'ANNI DI SOLITUDINE – UN'INTERESSANTE VIDEO LETTURA
Tony Kospan
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Il Mosè
Le sue opere hanno raggiunto vette insuperabili
e sono un vero grande patrimonio dell’arte occidentale
ed inoltre egli è quasi unanimemente considerato
il più grande artista di tutti i tempi.
Caprese Michelangelo 6.3.1475 – Roma 18.2.1564
MICHELANGELO BUONARROTI
a cura di Tony Kospan
Michelangelo, che ha segnato con la sua grandezza l’arte del “500′, è stato artista davvero poliedrico in quanto:
– scultore capace di opere che donano grandi emozioni,
– pittore di grandissimo talento
– apprezzato architetto
– poeta elegante molto apprezzato nelle Corti europee.
L’uomo invece era molto noto per il suo caratterino impetuoso ed irascibile verso tutti, compresi i suoi committenti.
Non si sposò mai né si conoscono suoi amori.
Tomba di Lorenzo dei Medici
La sua vita artistica si svolse quasi tutta tra Firenze e Roma.
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Essendo impossibile mostrar qui tutte le sue opere
mi limiterò a mostrarne alcune… nei vari campi dell’arte
in cui operò… e sempre alla grande.
LO SCULTORE
La pietà
La scultura era per lui un’attività naturale
e quasi spontanea tanto vi era portato… fin da ragazzo
ed innumerevoli sono i suoi capolavori
di cui ricordo soprattutto il “David” e la “Pietà”.
IL PITTORE
Il Giudizio Universale (Cappella Sistina)
Qui doveva dar tirar fuori “sangue e dolore”
e grandi sforzi per raggiunger i risultati geniali
che conosciamo…
In particolare è memorabile l’immensa fantastica opera
trasfusa nella mitica Cappella Sistina
(la sala in cui si eleggono i Pontefici)
ed il Tondo Doni.
L’ARCHITETTO
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Anche nell’architettura mostrò il suo immenso ingegno.
In questo campo ricordo in particolare
la mitica Cupola di San Pietro
e lo studio della Piazza del Campidoglio a Roma.
IL POETA
Cominciò a scrivere versi verso i 50 anni
e si sa anche che delle sue poesie non aveva
grande stima e le considerava “cose sciocche”.
Infatti non volle mai farle stampare.
Eppure sono ben più di 300 le sue composizioni.
In verità anche in esse possiamo ammirare
tutto il suo vigore scultoreo
pur con evidenti derivazioni petrarchesche.
Leggiamone due…
Michelangelo – L’aurora
CHI E’?
Chi è quel che per forza a te mi mena,
oilmè, oilmè, oilmè,
legato e stretto, e son libero e sciolto?
Se tu incateni altrui senza catena,
e senza mane o braccia m’hai raccolto,
chi mi difenderà dal tuo bel volto?
Michelangelo – La notte
O NOTTE
O Notte, o dolce tempo, benchè nero,
con pace ogn’opra sempre al fin assalta,
ben vede e ben intende chi t’esalta,
e chi t’onora ha l’intelletto intero.
Tu mozzi e tronchi ogni stanco pensiero,
che l’umid’ ombra e ogni quet’appalta,
e dell’infima parte alla più alta
in sogno spesso porti ov’ire spero.
O ombra del morir, per cui si ferma
ogni miseria all’alma, al cor nemica,
ultimo degli afflitti e buon rimedio,
tu rendi sana nostra carn’ inferma,
rasciugh’ i pianti e posi ogni fatica
e furi a chi ben vive ogni ira e tedio.
Sebastiano del Piombo – Michelangelo che indica i suoi disegni – 1520
Tony Kospan
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
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Una donna inglese dell'800 dalla vita difficile,
autrice di poesie davvero sublimi,
sostenitrice del nostro Risorgimento
ma anche dell'emancipazione delle donne
Elizabeth Barrett Browning
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ELIZABETH BARRET BROWNING
BREVE BIOGRAFIA E 2 GRANDI POESIE
a cura di Tony Kospan
(Durham 6.3.1806 – Firenze 29.6.1861)
Elizabeth Barret nacque in una ricca famiglia che però poi ebbe grossi problemi economici.
Ben presto iniziò a scrivere e pubblicare con successo poesie e traduzioni dal greco.
A 32 anni incappò in una grave malattia che le creò gravi difficoltà di deambulazione ma nello stesso periodo s'innamorò del poeta Robert Browning dopo una intensa corrispondenza.

Robert Browning
A causa dell'opposizione paterna lo sposò di nascosto e con lui scappò in Italia.
A circa 43 anni a sua salute migliorò e divenne madre di un bimbo.
Visse sempre a Firenze.

Firenze nell'800
Fu anche una sostenitrice del nostro Risorgimento ed in particolare di Camillo Benso di Cavour.
La sua opera più ampia è il lungo poema Aurora Leigh, del 1857, in cui esalta in modo poetico la necessità dell'emancipazione femminile.
Morì a 54 anni ed è sepolta nel Cimitero degli Inglesi.
2 SUE POESIE SUBLIMI
Tornando alle poesie esse sono un inno sincero e profondo al suo amore per Robert.
I suoi versi, come sempre accade quando una poesia è davvero sublime, ci inoltrano, con parole semplici ma precise e suggestive, in una dimensione assoluta e ultraterrena in cui il sentimento più bello che c’è… brilla d'immensità.

Il Vero Amore, ci dice Elizabeth, non può esser legato a fattori esterni o concreti o a nostre comodità… o interessi… ma si nutre di assoluta interiorità… al di là di ogni contingenza… ed in tal modo esso potrà non aver mai fine…

John Everett Millais
Ma ora leggiamole…

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SE DEVI AMARMI
Se devi amarmi,
per null’altro sia che per amore.
Mai non dire:
“L’amo per il sorriso, per lo sguardo,
la gentilezza del parlare,
il modo di pensare così conforme al mio,
che mi rese sereno un giorno”.
Queste son tutte cose che posson mutare.
Amore mio, in sé stesso o per te,
un amore così nato potrebbe poi morire.
E non amarmi per pietà di lacrime
che bagnino il mio volto.
Può scordare il pianto
chi ebbe a lungo il tuo conforto,
e perderti.
Soltanto per amore amami
per sempre e per l’eternità.

John Everett Millais
COME TI AMO?
Come ti amo? – Come ti amo?
Lascia che ti annoveri i modi.
Ti amo fino agli estremi di profondità,
di altura e di estensione che l’anima mia
può raggiungere, quando al di là del corporeo
tocco i confini dell’Essere e della Grazia Ideale.
Ti amo entro la sfera delle necessità quotidiane,
alla luce del giorno e al lume di candela.
Ti amo liberamente,
come gli uomini che lottano per la Giustizia;
Ti amo con la stessa purezza con cui essi
rifuggono dalla lode;
Ti amo con la passione delle trascorse sofferenze
e quella che fanciulla mettevo nella fede;
Ti amo con quell’amore
che credevo aver smarrito coi miei santi perduti,
– ti amo col respiro,
i sorrisi, le lacrime dell’intera mia vita! – e,
se Dio vuole, ancor meglio t’amerò dopo la morte.

Tony Kospan
STORIA.. RICORDI E ATMOSFERE DI UN TEMPO
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