Archivio per febbraio 2019

Buon giovedì sera in poesia “Vita!” Jimenez – arte E. de Blaas – canzone “Sicuramente tu” A. Minghi   2 comments

 

 

Eugene de Blaas – Pettegolezzo

 

 

 

 

 

A volte basta un attimo per scordare una vita,

ma a volte non basta una vita per scordare un attimo.

– Jim Morrison –

 

 

Foto:
 
 

 
 
 
 
 
 
 



Eugene de Blaas – Petegolezzi
 
 
 
 
 
VITA!

Juan Ramon Jimenez

 

 


Vita!

 

Giorno difficile, in cui il sole

e le nuvole combattono

– a tratti aperto, fiore,

a volte chiuso, frutto – ,

per confondersi nella notte!

 

Vita!

 

Veglia in cui gli occhi

si aprono e si chiudono,

in un gioco stanco

di verità e menzogna,

per confondersi nel sogno!

 

Vita!

 

 

 

Eugene de Blaas – Serenata

 

 

 

 

 

 
 

 

      

 

 

 


A TUTTI DA ORSO TONY


 
   (Sicuramente tu – MInghi – Live)
Eugene de Blaas – Sul balcone



 
 

Il saggio e la verità – Questa saggia favola ci spiega l’importanza e la convenienza della.. diplomazia   1 comment

 

 

 

 

L'importanza della diplomazia

non solo tra le nazioni

ma anche nei rapporti interpersonali

ci viene spiegata in modo esemplare

da questa simpatica storiella…

 

 

 

 



IL SAGGIO E LA VERITA'



 

 


 

 

 

 Una volta, un imperatore sognò di aver perso tutti i denti.
 Si svegliò spaventato e fece chiamare un saggio  in grado di interpretare il suo sogno.
 – Signore, che disgrazia! – esclamò il saggio.
 Ciascuno dei denti caduti rappresenta la perdita di un famigliare caro a Vostra Maestà .
 – Ma che insolente! – gridò l'imperatore.
 Come si permette di dire tale fesseria?
 Chiamò le guardie ordinando loro di  frustarlo.



 
 
 
 

 
 
 

 
 

Chiese in seguito che cercassero un'altro saggio.
 L'altro saggio arrivò e disse:
 – Signore, vi attende una grande felicità!
 Il sogno rivela che lei vivrà più a lungo  di tutti i suoi parenti.
 Il volto dell'imperatore si illuminò.
 Chiese che venissero consegnate  cento monete d'oro a quel saggio.
 Quando costui lasciò il palazzo,  un suddito domandò:
– Com'è possibile?  
 L'interpretazione data da lei fu la stessa  del suo collega.
Tuttavia lui prese  delle frustate mentre lei ebbe delle monete d'oro!!
 
 

 

 

 

 

 
– Mio amico – rispose il saggio. Tutto dipende da come si vedono le cose…
Questa è la grande sfida dell'umanità .
Da ciò deriva la felicità  o l'infelicità ,  la pace o la guerra.
La verità  va sempre detta, non c'è alcun dubbio,  ma il modo come la si dice… 
è quello che fa la differenza.
La verità  deve essere comparata ad una pietra preziosa.
Se la rinfacciamo a qualcuno,  può ferire, provocando rivolta.
Ma se l'avvolgiamo in una delicata confezione e la offriamo con tenerezza, 
sarà sicuramente accettata con più felicità .
 
 
 
TESTO DAL WEB
 
 

               tamburino storia gif            

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN 

 


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Breve ricordo della nostra vecchia moneta anche con la mitica canzone “Mille lire al mese”   5 comments




Nell’anniversario della cessazione del corso legale della Lira,

il 28 febbraio 2002,

mi fa piacere ricordar la nostra vecchia moneta.








I ricordi addolciscono la realtà del suo percorso di vita,

che non fu affatto sempre cosparso di rose e fiori…, anzi,

ma in ogni caso le vogliamo bene,

perché è stata nostra compagna di vita*

fin dalla nostra nascita… per diversi decenni.

*Ovviamente vale solo per chi è nato nel secolo scorso








La lira è stata la nostra moneta ufficiale
dal conseguimento dell’unità nazionale nel 1862
fino all’introduzione dell’euro nel 1999.

Il suo simbolo era ₤ e le sigle erano L. o Lit








Aggiungo al brevissimo ricordo questo mio post dedicato

alla mitica canzone… Mille lire al mese.


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La lira è stata la nostra moneta ufficiale
dal conseguimento dell'unità nazionale nel 1862
fino all'introduzione dell'euro nel 1999.

Il suo simbolo era e le sigle erano L. o Lit


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Ma veniamo alla mitica canzone…

scritta da Carlo Innocenzi e Alessandro Sopranzi

di cui è lei… la Lira… la grande protagonista.


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“Se potessi avere mille lire al mese” cantava Umberto Melnati

nel film nato a seguito del successo della canzone

Mille lire al mese – del 1939




Alida Valli nel film




MILLE LIRE AL MESE

ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO

a cura di Tony Kospan



La canzone ebbe gran successo…


Successo che è poi proseguito fino ai nostri giorni…







Oggi certo non ci bastano neanche lontanamente 1000 lire al mese

(poco di più di cinquanta centesimi attuali)

anzi non ci bastano per nulla nemmeno 1000 euro al mese…







Questa qui giù è l'ultima versione della banconota


di mille lire prima dell'avvento dell'euro..







Oggi questa simpatica canzone rimane

piacevole e storico simbolo dell’aspirazione dell’italiano medio

ad una vita di tranquillo… benessere.







Ascoltiamola… ora qui nella versione originale

cantata da Natalino Otto potendo nel contempo

leggere il testo…






Se si vuole… poi… possiamo ascoltarla anche qui…

in questo video… dove vi sono

anche diverse bellissime immagini sia di quel tempo…

e… della mitica… Mille Lire






Ciao da Tony Kospan




LA PAGINA DELLA POESIA E DELLA CULTURA VARIA
CON LEGGEREZZA




Buon mercoledì sera in poesia “Per te” di Cummings – arte Bouguereau – canzone “Roberta”   2 comments

 
 
 
 
 
 
William-Adolphe Bouguereau

 
 
 
 
 
 
 
 

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Amore. 
Ecco un volume in una parola, 
un oceano in una lacrima, 
un turbine in un sospiro, 
un millennio in un istante. 
– Martin Tupper – 
 
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William-Adolphe Bouguereau – Angeli musicanti (part.)
 
 

PER TE
– Edward Estlin Cummings –

 
Il tuo cuore lo porto con me,
lo porto nel mio.

Non me ne divido mai.
Dove vado io, vieni anche tu, mia amata;
qualsiasi cosa sia fatta da me,
la fai anche tu, mia cara.
Non temo il fato
perché il mio fato sei tu, mia dolce.
Non voglio il mondo, perché il mio,
il più bello, il più vero sei tu.
Questo è il nostro segreto profondo
radice di tutte le radici
germoglio di tutti i germogli
e cielo dei cieli
di un albero chiamato vita,
che cresce più alto
di quanto l’anima spera,
e la mente nasconde.
Questa è la meraviglia che le stelle separa.

Il tuo cuore lo porto con me,
lo porto nel mio.

 
 
 
 
 
William-Adolphe Bouguereau

 
 
 
 
 

    R O B E R T A 
 
 
 
a tutti da Tony Kospan
 
 
 
 
 
 

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UN MODO DIVERSO DI VIVER… LA POESIA E LA CULTURA NELLA PAGINA FB

 
 

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 William-Adolphe Bouguereau




 

“L’elemosina” di Jacob Ochtervelt – Un dipinto che ci dice molto di più di quel che appare.   1 comment




UN DIPINTO… UNA STORIA
a cura di Tony Kospan






Questo dipinto di un pittore olandese del '600 va al di là, molto al di là, di quello che lo stesso artista aveva in mente di rappresentare.
Vediamo perché e cosa nasconde ad una vista superficiale.
L'opera, “L'elemosina” di Jacob Ochtervelt, non era stata creata per fare una critica sociale o satirica dello sfoggio e dell'arroganza della ricchezza,
anzi voleva forse esaltare la bontà dei committenti.
La carità, era una virtù molto sentita nel paesi del nord protestante del '600 ed è questo il significato, che definirei apparente, del dipinto.



IL DIPINTO



Il dipinto nella sua interezza



Osserviamo però la scena che possiamo dividere in 2 parti.
Nell'ampia parte destra vediamo in primo piano una bimba, seguita dalla governante, che sembra guardarci come per dire “guardate come sono brava” mentre dà una monetina, un cane che abbaia alle persone fuori la porta, una casa bellissima con pavimenti pulitissimi e perfetti con dipinti alle pareti, e sullo sfondo i suoi genitori che osservano orgogliosi la scena da lontano.
Da notare la differenza tra l'enorme medaglione della bimba ed il soldino che viene elargito senza nemmeno guardare a chi lo sta offrendo.
Nella parte sinistra invece un bambino, vestito di cenci e forse coetaneo dell'agghindatissima bimba, tende il suo logoro cappello per ricevere l'elemosina.
Dietro il ragazzo una madre povera e piena di vergogna che con i seni scoperti allatta un bimbo di pochi mesi… e alle sue spalle si intravedono altri figli da mantenere.






I COLORI


Ecco quindi che, nonostante l'intento di esaltare la bellezza della casa e di chi dona, il pittore non riesce a non dare a loro una luce fredda, distaccata, quasi inumana… mentre poi avvolge di colori caldi, morbidi e vivi il bambino povero e la sua famiglia.







IL SIGNIFICATO (DA BRIVIDI) CHE PERCEPIAMO


In effetti quel che ci dice il dipinto è che questa non è carità, ma elemosina.
I ricchi infatti non stanno aiutando davvero questi poveri ma stanno solo esibendo la loro potenza e la loro superiorità economica elargendo, quasi con disprezzo,  un misero soldino ad una famiglia in grossa difficoltà.
Il pittore quindi, forse senza nemmeno volerlo, è costretto ad esaltare l'umanità di questi poveri ed a rivelare il gelo dei sentimenti di questi ricchi.








Fonte: Tommaso Montanari – “Il Venerdì” di Repubblica



F I N E











Questo cuore.. virtuale.. ci dona un messaggio d’amore universale ed un omaggio   2 comments



Un messaggio d’amore…universale
che nasce da un cuore… virtuale
ma che vuol essere  anche un omaggio
a tutti gli amici virtuali e reali…






Un dolcissimo messaggio di poche parole
ma con immagini e musica
molto suggestive e coinvolgenti…
che emanano amore per tutti,
quale che sia la loro spiritualità,
ma anche per la natura e per tutta l’Umanità…






Attendete che si carichi…
…il cuore…






Cliccate ora qui giù e non ve ne pentirete… se amate

immagini pensieri e musiche dolci ma non banali.







Con… amore…


 



da Orso Tony




ARTE E MODA – Le reciproche influenze tra questi 2 mondi al tempo degli Impressionisti   1 comment

 
 
 
 
 
 
 
 
Il mondo della moda ed il mondo dell'arte
non sono né distanti né antagonisti.
 
 
In generale il rapporto tra arte e moda è biunivoco
nel senso che gli artisti ritraggono quel che vedono
ma nel contempo
diffondono per il mondo stili, tagli, costumi, colori etc…  
 
 
 
 
 
 
 

In questo post osserveremo in particolare come si è svolto
 questo rapporto tra gli impressionisti ed i modi di vestire
e nel contempo ci tufferemo in una bella raccolta di capolavori.
 
 
Lo faremo esaminando questi mitici dipinti con occhio
più attento agli abiti ed agli ambienti ritratti,  
e capiremo, forse meglio che con altri documenti,
i cambiamenti nella moda e nella vita francese
della seconda metà dell'800.
 
 
 
 

 
 
 
 
 ARTE E MODA
L'HAUTE COUTURE E GLI IMPRESSIONISTI
a cura di Tony Kospan
per il blog
IL MONDO DI ORSOSOGNANTE
 
 
 
 
Sappiamo già che l'arte,
oltre ad esser un mezzo di trasmissione
di emozioni, idee, storie, visioni, filosofie (in senso lato) etc.,
spesso svolge anche altre sorprendenti funzioni…
 
 
 
 
Tissot – I Marchesi Miramon con i figli – 1865
 
 
 
 
 
Degas – La toletta

 

 

In questa occasione dunque avremo la possibilità di esaminare con attenzione,
attraverso le pennellate degli impressionisti,
i vestiti delle persone ed i loro accessori, gli spazi esterni ed interni
della vita francese, mondana ma non solo, in quegli anni.

 
 
 
 
Manet – La cappellaia – 1866
 
 
 
 
Bazille – Riunione di famiglia – 1867

 


 

All'epoca non era certo ancora nata l'Haute Couture,
nel significato che oggi diamo a questa parola,
(o se preferite l'Alta Moda, ma parlando di Parigi mi pare più giusta la prima)
eppure i dipinti già mostrano in modo chiaro un avanzare prepotente,
certo più nell'alta società,
della ricercatezza nel vestire e di stili riconosciuti come distintivi
di un elegante modo di apparire e di vivere.

 
 
 
 
Manet – Il balcone – 1868/9
 
 
 
 
 

Giorno di pioggia a Parigi – Gustave Caillebotte – 1877
 
 
 
 

Nasceva, proprio in quel periodo, la moda
così come l'intendiamo oggi…
benché negli ultimi decenni sembra si sia affermata
(
ma è proprio così?) un'assoluta libertà nel vestire…

 
 
 
 
Manet

 
 
 
 
Edgar Degas – Davanti allo specchio – 1889
 
 
 
 
Tornando agli impressionisti essi ci testimoniano quindi,
 persino meglio delle prime immagini fotografiche
nelle quali la posa prevale su tutto oscurando la naturalezza,
la reale evoluzione del modo di vestire maschile e femminile dal 1860 al 1890.
 
 
 
 

Manet – La ferrovia – 1872

 
 
 
 
Edouard Manet – Il bar alle Folies-Bergère
 
 
 
 

Certo in passato nell'osservare i dipinti quasi tutti ci siamo soffermiati
 su tanti aspetti artistici ed emozionali
tralasciando però di approfondire importanti particolari..
come appunto i vestiti, gli accessori, le scene di vita e gli ambienti rappresentati.

 
 
 
 
Jean Béraud – Une soirée – 1878
 
 
 
 

Albert Bartholomé – Nella serra – 1881

 
 
 
 
Penso però che ora, dopo questa riflessione,
 molti di noi li guarderanno con occhi diversi non trascurando
questi altri interessanti aspetti storici, sociologici e culturali.

 
 
 
 

 
 
 
 

Proprio sul rapporto tra moda ed arte (in particolare l'impressionismo)
ci sono state recenti mostre a Parigi, al Musée d'Orsay ed a Chicago
a cui hanno partecipato anche case di Alta Moda…
con modelli, documenti, disegni, incisioni, stampe e riviste dell'epoca.

 
 
 
Tony Kospan
 
 
 
 
Copyright Tony Kospan


 
 
 

IL NUOVO GRUPPO IN CUI VIVER L'ARTE
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LIZ TAYLOR.. LA GATTA DAGLI OCCHI VIOLA – Breve ricordo della mitica diva di Hollywood anche con un video   3 comments




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UNA STAR MITICA…

ED ULTIMA GRANDE DIVA DI HOLLYWOOD

DEFINITA

LA GATTA DAGLI OCCHI VIOLA

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(Hampstead 27.2.1932 – West Hollywood 23.3.2011)

 

LIZ TAYLOR… UN BREVE RICORDO…

 

 

Ci ha lasciati nel 2011 a 79 anni


 

 

 

 

 

La sua bravura d'attrice e la sua eccezionale bellezza

le hanno consentito di interpretare oltre 50 film

con i più importanti registi della cinematografia mondiale.

 

 

 

 

 

 

 

La sua vita si è svolta tra l'amore per il Cinema

(ma ha recitato anche per la televisione ed a teatro)

e quello per i… matrimoni… ben 8!

 

 

 

 

 

E' poi indimenticabile la sua lunghissima… 

difficilissima ed insieme bellissima storia d'amore

con Richard Burton

conosciuto sul set del kolossal “Cleopatra” nel 1963

e sposato.. 2 volte.

 

 

 

 

 

Fu proprio la sua strepitosa recitazione in questo film  

a renderla la star più pagata dell'epoca…

 

 


 

 

Negli ultimi anni si impegnò attivamente

nella lotta contro l'AIDS

e soffrì di gravi problemi cardiaci.



Qui è con l'inseparabile cagnolino Daisy



Ricordiamola con questo video – omaggio

 

 

 

 

 

Cara Liz… penso che starai certamente ancora

recitando ed… amando… tra le stelle.

 

 

Tony Kospan

 

 

 

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Il Signor Bonaventura – Breve storia del mitico fumetto e del suo creatore.. anche con immagini e video   1 comment



UN FUMETTO SIMPATICISSIMO
ED AMATISSIMO DAI RAGAZZI DEL ‘900






Una figura leggera e calviniana, ma simpaticissima,
entrata nel nostro immaginario


LA STORIA DI QUESTO FUMETTO


Personaggio dei fumetti dalla caratteristica marsina e bombetta rossa, i larghi pantaloni bianchi e il fedele cane bassotto al fianco, il Signor Bonaventura era lo strampalato eroe di avventure che lo vedevano quasi sempre squattrinato all’inizio e milionario alla fine.
A caratterizzare maggiormente il fumetto, nato il 28 ottobre 1917 dalla fantasia Sergio Tofano in arte Sto, apparso sulle pagine del Corriere dei Piccoli per svariati decenni, era l’utilizzo esclusivo di testi a rima baciata che iniziavano con le parole «Qui comincia l’avventura del Signor Bonaventura…».
Sergio Tofano era… fumettista, ma anche attore, regista, eclettico e versatile umorista del teatro e del cinema italiano.








Un creatore di fumetti fortunato tanto quanto sui generis è stata la sua nascita. «Mio padre, all’epoca, si occupava di censura militare per i servizi segreti, quindi – ha ricordato Gilberto Tofanoaveva sempre con sé una matita rossa e blu. Durante una pausa, seduto ad un bar di via Nazionale a Roma, a un tavolino di marmo bianco, ha usato la matita rossa per creare il pupazzo che gli era stato commissionato dal Corriere dei Piccoli».
Bonaventura, eroe gentile e fortunato, viene raccontato attraverso le diverse interpretazioni che lo stesso Tofano ne ha offerto nel corso degli anni.
Un autore, ma anche un personaggio a tutto tondo, capace di spaziare dal fumetto al teatro, dall’editoria alla pubblicità fino alla moda.
«Il mio augurio – ha aggiunto Gilberto Tofano – è che questo personaggio bianco, rosso e sempre verde, nato da una disfatta come quella di Caporetto ed una grande promessa tradita come la Rivoluzione d’Ottobre, continui a trasmetterci le sue discrete e ironiche qualità di una elegante sopravvivenza».
«Bonaventura, figura entrata nel mito, nell’immaginario collettivo, leggera e un po’ calviniana nella sua capacità di porsi obliquamente ai problemi della vita. Un personaggio importante che rimanda a fatti storici e che si fa emblema di una certa stagione. Guai a considerarlo un semplice fumetto».
«Sono molto contenta che ci si ricordi del mio padrone», ha dichiarato ironicamente Franca Valeri, ricordando di aver debuttato a teatro nel 1949 nei panni del fedele cane bassotto di Bonaventura.
«Era un attore straordinario, una persona molto particolare – ha aggiunto la Valeri – e anche un po’ snob.
Sono contenta di ricordare che mi voleva bene, cosa non facile.
Tofano aveva l’impressione che sarei diventata qualcuno sulla scena teatrale». (web)




Sergio Tofano (Roma 20.08.1886 – Roma 28.10.1973)


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UN ESEMPIO… PER I PIU’ GIOVANI
ED UN BEL RICORDO PER CHI LO HA CONOSCIUTO…

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BREVE BIOGRAFIA DEL SUO CREATORE
SERGIO TOFANO





Sergio Tofano



Nasce a Roma il 20 agosto 1886. Comincia a disegnare a vent’anni sul Pupazzetto di Yambo, che lo presenterà a suo padre, il celebre attore Ermete Novelli, il quale lo assumerà in compagnia a 6 lire il giorno. Si intrecciano così fin dall’inizio le due anime di questo artista, attore e autore di letteratura disegnata.
Nel 1908 pubblica su Il giornalino della domenica di Vamba, firmandosi con la sigla Sto che manterrà per tutta la vita.
L’eleganza del suo segno lo rende subito popolare e, mentre partecipa ad esposizioni importanti di grafica e di pittura, lavora per la pubblicità, pubblica copertine e tavole di soggetto umoristico ma di grafica sofisticata su Numero (dal n. 3 del 1914), ma anche illustrazioni sul settimanale La Lettura e fumetti sul Corriere dei piccoli (di fumetti si parla, anche se non venivano utilizzate le nuvolette).



Sergio Tofano


 

Per quest’ultima testata crea nel 1917 (n. 43 del 28 ottobre) il Signor Bonaventura, le cui avventure in rima si concludevano inevitabilmente con la fortunata conquista di un premio in denaro pari a un milione! Sempre sul “corrierino” pubblicherà nel 1921 una sua versione della Vispa Teresa e nel 1925 le avventure di Taddeo e Veneranda.
Ma il personaggio di maggiore successo resta il Signor Bonaventura, che continua a essere pubblicato anno dopo anno, con brevi pause, prima e dopo la guerra, e anche dopo la scomparsa del suo autore.
Accanto alla produzione seriale sul “corrierino” e a sporadiche apparizioni su testate diverse (come Carosello nel 1944-1945, diretto dallo stesso Tofano, o il numero unico Corrierino del Prestito nel 1945, per aiutare la ripresa economica nazionale dell’Italia liberata), si pubblicano libri illustrati e se ne traggono film e commedie, mentre il personaggio è utilizzato anche nella pubblicità.




Autocaricatura
 

La produzione teatrale di Sto è varia e complessa, perché Sergio Tofano è anche attore, un grande attore, nonché regista e scenografo, commediografo e costumista.
Dopo l’esordio con Ermete Novelli nel 1909, recita nella compagnia di Virgilio Talli.
Nel 1923 sposa la ventunenne milanese Rosetta Cavallari, che diventa attrice e sarà sua inseparabile compagna nella vita e spesso sulla scena, sia a teatro sia nel cinema (Sergio reciterà in oltre cinquanta pellicole).






Dal 1953 l’artista insegna a Roma all’Accademia di arte drammatica Silvio d’Amico, e con l’avvento della televisione aumenta ancora la propria popolarità con interpretazioni rimaste ineguagliate, a partire da un indimenticabile Firs, l’anziano maggiordomo de “Il giardino dei ciliegi” di Anton Cechov (in onda il 6 aprile 1956, ritrasmessa il 23 settembre 1969), tra le prime commedie in televisione.
L’artista è già pensionato, nel 1960, ma continua a insegnare all’Accademia di Roma, e appare ancora in ruoli televisivi, quando il 7 aprile Rosetta, che da tempo soffre di estenuanti emicranie e crisi depressiva, si toglie la vita, a 58 anni: un gesto tragico che arriva come un fulmine inatteso.
Ancora l’anziano attore reciterà in ruoli cinematografici con Loy, Monicelli, Zampa, Bertolucci, Risi e Pasquale Festa Campanile.
Da quest’ultimo viene chiamato anche nel 1973 per una parte nel “Rugantino”, che con “La colonna infame” di Nelo Risi saranno le sue ultime interpretazioni.
Muore il 28 ottobre 1973.






ECCO COSA SCRIVEVA  DEL SIGNOR BONAVENTURA
UN SUO GRANDE CONTEMPORANEO… LO SCRITTORE E POETA
GIANNI RODARI






LA PROMESSA DI BONAVENTURA
DI GIANNI RODARI



Una volta alla settimana, nella nostra casa ben poco confortevole, arrivava Bonaventura e ci portava, in premio per la nostra attesa, un milione grande come un lenzuolo.
Sapevamo perfettamente in anticipo che all’ultima vignetta le persecuzioni del torvo Barbariccia sarebbero cessate, le goffaggini dell’elegantissimo Cecè si sarebbero ricomposte e Bonaventura, grazie al caso che faceva di lui in continuazione un involontario salvatore di pericolanti, il nemico numero uno dei nemici pubblici, l’agente universale del bene, avrebbe intascato il rituale bigliettone.
Che cosa, allora, ci faceva leggere ogni volta la sua storia come nuova? Come accadeva che il milione destasse sempre la sorpresa del primo?
C’erano, intanto, quei versetti accurati, limpidi, seminati con discrezione di qualche pargoletta rara, di qualche rima acrobatica, insomma, di suoni inattesi: l’effetto della loro musica era quello di un’ infinita serie di variazioni sullo stesso tema. Un effetto di magia.
C’erano poi nelle avventure e nelle sciagure (per fortuna rare) del signor Bonaventura sottili, indirette allusioni al mondo, ai suoi personaggi, ai casi della vita che, come diceva Geppetto, “sono tanti”.






E c’era nel finale ottimistico una promessa generosa di gratificazione, l’assicurazione che ogni speranza, prima o poi, si realizza, che ogni sogno scende in terra. 
La gente si sottovaluta.
Negli anni in cui gli adulti cantavano sospirando: “Se potessi avere mille lire al mese”, Bonaventura, senza alzare la voce, indicava ai bambini una meta mille volte più alta.
Guadagnò il suo primo miliardo ben prima degli “industrialotti” del lavoro a domicilio. Non ignaro di guai e traversie, spesso disoccupato, col tempo anche sinistrato e senzatetto, Bonaventura ha continuato per mezzo secolo a insegnare che c’è sempre una via d’uscita; che Barbariccia è una tigre di carta; che catastrofi, incendi, fughe di di belve dai circhi, briganti da strada, incidenti automobilistici, cavalli imbizzarriti non hanno mai niente di definitivo: più in là c’è sempre il milione, come sopra le nuvole, anche nei giorni di nubifragio, c’è sempre il sole. 
Da bambini abbiamo amato Bonaventura per il suo intrepido candore.
Da grandi abbiamo ammirato Sergio Tofano per la sua discrezione, la sua misura, la sua invisibile, sterminata, ironica pazienza.

Gianni Rodari






IL VIDEO



Infine vediamolo in questo breve video tratto dal mitico CAROSELLO






ed in quest’altro


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Testi ed immagini da vari siti web – rielaborazione ed impaginazione Tony Kospan



 
FINE


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IL MONDO DI ORSOSOGNANTE..  LA TUA PAGINA FB








 

Victor Hugo.. grande scrittore francese dell’800 – Breve ricordo anche con alcuni aforismi ed una sua grande poesia   1 comment






Victor-Marie Hugo



E' universalmente considerata
una delle più grandi ed importanti figure
della cultura europea e mondiale dell'ottocento.
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Incredibile, e costante per tutta la vita,
fu il suo attivismo nei vari campi, soprattutto letterari,
ed infatti è stato poeta, pensatore, romanziere,
ma anche politico e disegnatore…






Non seguì mai i temi e gli stili dolorosi e solitari
dei poeti della sua epoca riuscendo sempre a cogliere
aspetti e valori positivi nonostante la vita
non gli abbia risparmiato dure ed amare esperienze
alternate però con grandi soddisfazioni e successi.







La sua opera più importante è certamente
il romanzo “I miserabili” ancor oggi letto in tutto il mondo.






E' anche ritenuto
il padre del romanticismo francese.



Victor-Marie Hugo
(Besançon 26.2.1802 – Parigi 22.5.1885)



Mi fa piacere ora rendergli omaggio con
alcuni suoi aforismi ed una grande poesia











Umanità significa identità:
tutti gli uomini sono fatti della stessa argilla;
nessuna differenza, almeno quaggiù, nella predestinazione;
la medesima ombra prima,
la medesima carne durante,
la medesima cenere dopo.

**************************************

C'è chi si fissa a vedere il buio.
Io preferisco contemplare le stelle.


**************************************

Chi pensa che i cani non abbiano un'anima,
non ha mai guardato un cane negli occhi.


**************************************

Il destino mescola le carte,
ma è l'uomo a giocare la partita.







In questa sua grande poesia
(un vero e sublime inno all'amore)
l’uomo e la donna appaiono sì diversi
ma anche reciprocamente necessari ed utili.






Cosa questa per nulla ovvia… in quell'epoca,
(ma in molti casi anche oggi…. ahimè…).
A mio parere la fantastica poesia che leggeremo
ci immerge in un’atmosfera dolce, fantastica e sognante…



Josephine Wall 


L’UOMO E LA DONNA
Victor Hugo
 
L’uomo è la più elevata delle creature.
La donna è il più sublime degli ideali.
Dio fece per l’uomo un trono, per la donna un altare.
Il trono esalta, l’altare santifica.


L’uomo è il cervello. La donna il cuore.
Il cervello fabbrica luce, il cuore produce amore.
La luce feconda, l’amore resuscita.
L’uomo è forte per la ragione.
La donna è invincibile per le lacrime.
La ragione convince, le lacrime commuovono.
 
L’uomo è capace di tutti gli eroismi.
La donna di tutti i martìri.
L’eroismo nobilita, il martirio sublima.
L’uomo ha la supremazia.
La donna la preferenza.
La supremazia significa forza;
la preferenza rappresenta il diritto.


L’uomo è un genio. La donna un angelo.
Il genio è incommensurabile;
l’angelo indefinibile.
L’aspirazione dell’uomo è la gloria suprema.
L’aspirazione della donna è la virtù estrema.
La gloria rende tutto grande; la virtù rende tutto divino.


L’uomo è un codice. La donna un vangelo.
Il codice corregge, il vangelo perfeziona.
L’uomo pensa. La donna sogna.
Pensare è avere il cranio di una larva;
sognare è avere sulla fronte un’aureola.


L’uomo è un oceano. La donna un lago.
L’oceano ha la perla che adorna;
il lago la poesia che abbaglia.
L’uomo è l’aquila che vola.
La donna è l’usignolo che canta.
Volare è dominare lo spazio;
cantare è conquistare l’Anima.


L’uomo è un tempio. La donna il sacrario.
Dinanzi al tempio ci scopriamo;
davanti al sacrario ci inginocchiamo. Infine:
l’uomo si trova dove termina la terra,
la donna dove comincia il cielo.



Renoir – Innamorati



CIAO DA TONY KOSPAN



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