Eccezionale, per la sua rarità, il ritrovamento nel fiume Rodano di una ruota di legno intatta di un carro romano.
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Aveva accanto reperti di grande valore: monete d’oro, elementi architettonici, marmi, statue (tra cui uno splendido ritratto di Giulio Cesare), ed una una misteriosa cassa di legno e bronzo.
Eccola

La ruota, di circa 1 mt di diametro, presenta dieci raggi.
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Ci si domanda se sia stata una piena del Rodano a travolgere il carro ed il suo carico prezioso.
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La ruota rappresenta un ulteriore elemento che consente di conoscere la realtà della Gallia Romana del IV secolo.
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Esempio di carro romano
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Ruote di carri con dieci raggi non erano frequenti ma erano già state riscontrate nell’antichità .
Si ricordano quella conservata nel mausoleo di Igel in Germania, quella scolpita su una stele in Panonnie (Austria), quelle visibili nel mosaico di Boscéaz Orbe in Svizzera e sull’altare dedicato a Giove nel lapidario di Avignone.
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Il reperto è poi stato rimosso dal fiume con molta cura e molte difficoltà per non danneggiarlo.
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E’ stato poi prelevato da specialisti del Museo delle Antichità di Arles e del laboratorio Arc-Nucléart a Grenoble per esser poi lì conservato.
Tony Kospan
– Fonti web –
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Una breve, ma molto interessante, analisi di Alberoni
sulla grande creatività scaturente dalla sofferenza causata
dal “Mal d’amore” e su come riprendere il cammino
dopo una delusione sentimentale.
LA POTENZA CREATIVA DEL… MAL D’AMORE
Francesco Alberoni
Quante volte mi hanno domandato:
«Come si fa a guarire di mal d’amore, smettere di soffrire se ti sei innamorato e non vieni ricambiato?».
Per rispondere ricordiamo che noi ci innamoriamo quando, stanchi del nostro attuale modo di essere, vogliamo realizzare altre nostre potenzialità e siamo pronti a ricominciare.
Allora ci innamoriamo di chi ci fa intravedere la nuova futura possibile vita.
Così si accende il processo di «stato nascente» in cui noi trasfiguriamo tanto il mondo che la persona amata.
Sentiamo di avere un’affinità profonda, metafisica, con lei e viviamo il nostro amore come qualcosa che contribuisce all’armonia del mondo, alla perfezione stessa del cosmo.
Perciò se chi amiamo ci dice di no, ci rifiuta, non riusciamo a capire, ci sembra qualcosa di assurdo, ma non sul piano psicologico, sul piano della struttura costitutiva dell’essere.
E’ un assurdo, un vuoto che ci portiamo dentro per anni.
E che può essere riempito definitivamente solo con un altro innamoramento ricambiato.
Ma allora non c’è nulla da fare contro il male d’amore?
No.
No perché, nello – stato nascente – , noi stavamo mutando, e le energie che volevano creare una nuova vita sono bloccate, ma ancora presenti.
Non possiamo realizzare una coppia amorosa, ma possiamo orientarle verso un’altra meta.
La terapia dell’innamoramento frustrato è una nuova attività creativa.
Goethe si era innamorato di Charlotre Buffe, quando la ragazza ha sposato un altro, ha pensato al suicidio.
Però, anziché suicidarsi, ha scritto il romanzo “I dolori del giovane Werther”, in cui un giovane si innamora di una ragazza che (guarda caso) si chiama Charlotte e quando lei sposa un altro, si suicida.
Goethe invece si salva.
Un altro esempio: nel 1883 Nietzsche si innamora di Lou Salomé, vuol sposarla ma lei lo respinge.
E’ sconvolto, fugge, ha degli incubi, è disperato.
Ma non si suicida, scrive di getto, in pochi giorni, un’opera straordinaria:“Così parlò Zarathustra”.
Concludendo, per guarire da un innamoramento deluso, la terapia efficace sta nel continuare il processo di trasformazione già iniziato.
Anzi, nell’accelerare il cambiamento esplorando nuove strade.
Soprattutto impegnandosi in un grande compito che richieda lotta, lavoro, energia e creatività.
Solo così le forze liberate dall’innamoramento possono incanalarsi in un nuovo progetto.
E la nostalgia, il dolore, la rabbia, la volontà di riscatto o di vendetta diventano potenze costruttive.

Testo dal web – Impaginaz. T.K.
LA TUA PAGINA DI PSICHE E SOGNO
CHE PUO’ AIUTARTI A COLORARE LE TUE ORE
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La bambola è certamente
il giocattolo più antico del mondo.

Leon Comerre
PICCOLA STORIA DELLA BAMBOLA

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Immagine antropomorfa, replica più o meno fedele dell’uomo, la bambola inizia la sua vicenda storica nella notte dei tempi e fin dall’antichità non manca di ispirare filosofi e poeti.

Bambola Antico Egitto
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Per Callimaco, ad esempio, nell’”Inno a Cerere”, rappresenta l’emblema della fragilità umana e la vicenda del protagonista consumato dalla fame insaziabile è paragonata a una bambola di cera che si scioglie al sole.
Plutarco, invece, esprime il dolore per la perdita della giovane figlia Timoxena attraverso la contemplazione delle sue bambole, ricordando i giochi della giovinetta e le cure che dedicava loro.

Bambola in terracotta rinvenuta a Pompei
Il gran numero di bambole trovato nelle sepolture di bambine o giovinette, fin dall’epoca preistorica, fa pensare che si trattassero proprio di giocattoli e non di figure di culto, come in un primo tempo si pensava.
Molte dovevano essere fatte di stracci, come le nostre in lenci, altre in terracotta.

Più spesso però erano in legno o avorio, con gli arti snodabili, connessi con filo metallico o perni in osso.
I particolari sono curatissimi, anche nella resa delle dita delle mani e dei piedi, fin nelle unghie.
E inoltre pettinate secondo la moda del tempo. Talvolta vi è anche il corredino della bambola.
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Per le fanciulle greche, poi, il passaggio dalla pubertà all’altare diventava tale con la consacrazione delle bambole ad Artemide: si trattava di un rito che simboleggiava la rinuncia al gioco, quindi all’infanzia e alla verginità, e veniva scandito da cerimonie solenni durante le quali le bambole e i loro corredi, unitamente agli altri giocattoli, venivano offerti alla dea.
Modellate in argilla o costruite in legno con gli arti snodati o in altro modo… le bambole nell’antichità facevano anche parte dei corredi funebri: ne sono state trovate infatti sia accanto a mummie egiziane che nei sarcofagi romani.
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Erano ancora di pezza o di legno nel Medioevo ma nel Rinascimento, con il raffinarsi delle arti, anche le bambole conquistano eleganza e raffinatezza.
Eleonora d’Aragona, duchessa di Ferrara e moglie di Ercole I, acquistò e inviò a Milano ad Anna Sforza, fidanzata undicenne di suo figlio Alfonso d’Este, una bambola con tutto il suo corredo contenuto in cassette e forzieri foderati internamente di seta.
Gli abiti erano opera nientemeno che del primo sarto di corte, Tommaso da Napoli, che realizzò per l’occasione vesti in velluto, damasco, taffettà e broccato d’oro, un tessuto che solitamente era riservato alla confezione dell’abito nuziale delle grandi dame.
Anche presso la corte di Francia, nazione destinata poi a diventare capitale del giocattolo, c’erano usanze simili.
Nel 1571 la duchessa Claudia di Lorena ordinò le bambole più eleganti di Parigi per donarle alla figlia, appena nata, della duchessa di Baviera.
Nel fasto delle corti europee seicentesche le bambole, considerate doni eccentrici e oggetti di lusso, continuano a incuriosire soprattutto gli adulti e divennero le protagoniste anche di capricci “regali”.

Jean Etienne Liotard – Ragazza con bambola
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Il futuro Luigi XIII si divertiva così tanto con tali balocchi che ne ricevette in dono una carrozza piena: rigide e imbustate in corsetti steccati, incorniciate da pesanti gorgiere così come dettava la moda del tempo, quelle bambole erano destinate a suggerire i continui balli e ricevimenti che si susseguivano a corte sancendo il connubio tra bambole e moda, l’una ideale messaggera dell’altra.
Nel XVIII secolo la bambola ha ormai acquisito identità e caratteristiche che ne fanno un oggetto del tutto autonomo.
Legata indissolubilmente alla moda, diviene manichino per provare le sontuose toilette, le acconciature e i gioielli in quelle corti ove i dettagli dell’abbigliamento devono essere ben studiati e dosati.

Angelo de Courten – Creatrice di bambole

Bambina dell’epoca vittoriana con bambola
Ma è l’Ottocento il secolo d’oro di queste creature tanto affascinanti.
Passata la Rivoluzione Francese e tramontato l’Ancien Régime, la produzione delle bambole subisce il processo di industrializzazione in perfetta sintonia con le esigenze dei “tempi moderni”.

Friedrich Von Amerling

Bambola in bisquit – 1880
E così vengono impiegati nuovi materiali, quali il biscuit e la porcellana lucida, soprattutto per la realizzazione della testa.
Grazie alla lavorabilità della porcellana, infatti, è possibile raggiungere effetti di grande raffinatezza soprattutto nei particolari della decorazione del volto.

Charles Haigh-Wood
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La finitura con uno strato di vernice lucida steso prima della cottura, infatti, dà ai loro visi quella lucentezza che le caratterizza ancora oggi e che, unitamente al gusto del dettaglio nella scelta di accessori raffinati come gioielli, guanti e cappelli, le rende veri e propri oggetti da collezionare: esse portano con sé tutto il fascino e l’atmosfera magica di un nostalgico passato che sono, in fondo, l’essenza stessa della bambola.
Bambole tipo Lenci
Ma veniamo al ‘900 ed alle bambole tipo Lenci.
Questo genere di bambole prende il nome da una famosa ditta Torinese… ma si diffuse in tutto il mondo.
Essendo costituite soprattutto da stoffe avevano come principale caratteristica il poterle lavare.

Bambole dei primi del ’900
CURIOSITA’ SULLE BAMBOLE
Contese a suon di milioni nelle numerose aste internazionali tra i collezionisti sparsi in tutto il mondo, le bambole, specialmente quelle antiche prodotte tra l’inizio del XIX secolo e i primi anni del XX, sono oggetti misteriosi il cui fascino è tuttora fonte di interminabili e dotte disquisizioni.
Infine è da ricordare che in una stradina della vecchia Napoli esiste un vero e proprio Ospedale per bambole rotte…

LA BAMBOLA OGGI
LA RIVOLUZIONE DI BARBIE
BAMBOLA CULT DEGLI ULTIMI 50 ANNI
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La bambola più venduta al mondo, vera icona di più generazioni di bambine e non, nasceva infatti il 9 marzo del 1959 negli Stati Uniti dalla casa di produzione di giocattoli “Mattel” e da subito fu un successo planetario.
Barbie è diventata il simbolo del glamour, con i suoi accessori sempre alla moda e la possibilità di cambiare look a secondo delle tendenze, immersa nel suo mondo perfetto, sempre sorridente.
Nell’universo “Barbie” è stato sempre presente il fidanzato storico Ken, ma negli ultimi anni è sparito a favore di una immagine più aggressiva, da single… rampante, della bionda.
E come non ricordare i cavalli sempre bellissimi o le “sorelle” di varie razze e colore per cercare di espandere sempre più la bambola in giro per il mondo.
La storia della bambola…
continua… e continuerà… certamente…
finché nel mondo ci saranno bambine…
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CIAO DA TONY KOSPAN
FONTI: VARI SITI WEB – RICERCHE COORDIN. LIBERO ADATTAM. E IMPAGIN. ORSO TONY
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Sappiamo tutti che il nostro cervello
è formato da 2 emisferi
ciascuno con specifiche competenze…
e che comunicano tra loro
attraverso il cd. corpo calloso.
Ecco un elenco (ma a grandi linee)
delle competenze dei due emisferi:
Emisfero sinistro
|
Emisfero destro
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logica
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istinto
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lingua, parole (parlare, leggere, scrivere)
|
disegno, musica, canto, arte, danza
|
affronta una cosa alla volta
|
integra diversi input contemporaneamente
|
elabora le informazioni in maniera lineare
|
percepisce e pensa in modo olistico
|
compie operazioni in modo sequenziale
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sede dei sogni
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concreto, razionale
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spirituale, sacro, mistico
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calcolo matematico
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interpretazione di forme e volumi
|
dogmi e vecchie regole
|
dà nuove regole
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vecchie soluzioni a nuovi problemi
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nuove soluzioni a vecchi problemi
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comunicazione logica
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comunicazione gestuale, emozionale
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mette in sequenza, linearità, lista
|
visione d’insieme, schemi
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classificazione
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percezione
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ragionamento
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sintesi
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memoria verbale
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memoria visiva
|
dettagli
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globale
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bianco e nero
|
colori
|
spazio 2D
|
spazio 3D
|
metodo
|
intuito
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nota le differenze
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nota le somiglianze
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scompone
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ricompone
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pone obiettivi
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più sensibile alle idee positive
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tempo (prima, dopo)
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focalizzazione sul presente (qui e ora)
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orecchio sx (linguaggio, particolari del discorso)
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orecchio sx (musciale, discorso in generale)
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occhio dx (vedere da vicino, mettere a fuoco)
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occhio sx (vedere da lontano, spaziare)
|
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tabella dal web
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In sintesi, ma molto ampia, possiamo dire
che uno è addetto alla razionalità…al metodo…
e l'altro alla fantasia… all'istinto…
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Noi utilizziamo entrambi gli emisferi a turno,
a seconda delle occasioni in cui ci troviamo ad agire…
ma abbiamo anche… naturalmente la tendenza
ad usare uno più dell'altro che pertanto
possiamo definire dominante.
Come possiamo stabilire quale facciamo lavorare di più
e quindi alla fin fine dominare?
Questo test di un può aiutarci a capirlo…
Se ci va raccontiamo
qual è il nostro emisfero dominante…
Ciao
Tony Kospan
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