Archivio per 27 novembre 2018

Il Faro – Poesia di Tony Kospan   5 comments

 

 




IL FARO 

Tony Kospan


 
A mò di quercia te ne stai..
tra le rocce… saldo
ai flutti accanto
con l’occhio tuo fanale
senza sosta il mar scrutando…
 
Faro…
seconda polar stella
ai naviganti… caro sempre…
faro…
pulsante…lucerna 
pur ai poeti… caro sempre
tu
metafora poi sei dell’esistenza nostra.
 
Nei momenti di gran babele
al tuo silenzio ci affidiamo…

Nei momenti d’oscuri assilli
il tuo chiarore ricerchiamo…
 
Metafora sei pur della mia vita
tu ideale di salvezza fermo e forte,
a te m’ispiro a volte,
per esser raggio pur’io di luce
per chi accanto a me l’anela…
 
A te però mi rivolgo anch’io
quando sperduto naufrago
tra i perigliosi gorghi della vita…
in cerca vado della giusta via…


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Ora ecco il bel video creato da una cara amica virtuale,

che ringrazio di tutto cuore, dedicato a questa mia modesta poesia.


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 frecq8h

 

 

Tony Kospan






 

 

Felice martedì sera in poesia “Ti ho cercata” Salinas – Arte J. Lorusso – canzone “La voce del silenzio”   Leave a comment

 

 

Joseph Lorusso

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Non faccio alcuna differenza
tra un libro e una persona, un tramonto, un quadro.
Tutto ciò che amo, lo amo di un unico amore.
– Marina Cvetaeva –
 

 
 
 

 Mina – La voce del silenzio

Joseph Lorusso
 
 

TI HO CERCATA
Pedro Salinas
 
Ti ho cercata nel dubbio:
non ti trovavo mai.
Sono andato in cerca di te
nel dolore.
Tu non venivi di lì.
Mi sono immerso nel profondo
per vedere se, infine, tu c’eri.
Attraverso l’angoscia,
dilaniatrice, ferendomi.
Tu non sorgevi mai dalla ferita.
E nessuno mi ha fatto cenno
un giardino o le tue labbra,
con alberi, con baci ;
nessuno mi ha detto
per questo t’ho perduta
che tu eri sugli ultimi
terrazzi della gioia,
del riso, della certezza.
Che ti si trovava
sulle cime del bacio
senza dubbi e senza domani.
Nel vertice puro
dell’allegria alta,
moltiplicando giubili
per giubili, per risa,
per incanti.
Annotando nell’aria
le incredibili cifre,
senza peso,
della tua felicità..
 
 
 
Joseph Lorusso
 
 
 



 

 

 

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Joseph Lorusso


 
 
 

Eccezionale ritrovamento nel Rodano di una ruota intatta di un carro romano   3 comments

 
 

Eccezionale, per la sua rarità, il ritrovamento nel fiume Rodano di una ruota di legno intatta di un carro romano.
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Aveva accanto reperti di grande valore: monete d’oro, elementi architettonici, marmi, statue (tra cui uno splendido ritratto di Giulio Cesare), ed una una misteriosa cassa di legno e bronzo.

Eccola



 

 

ANTICA POMPEI

 




La ruota, di circa 1 mt di diametro, presenta dieci raggi. 
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Ci si domanda se sia stata una piena del Rodano a travolgere il carro ed il suo carico prezioso.
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La ruota  rappresenta un ulteriore elemento che consente di conoscere la realtà della Gallia Romana del IV secolo.
 
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Esempio di carro romano
 
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Ruote di carri con dieci raggi non erano frequenti ma erano già state riscontrate nell’antichità .

Si ricordano quella conservata nel mausoleo di Igel in Germania, quella scolpita su una stele in Panonnie (Austria), quelle visibili nel mosaico di Boscéaz Orbe in Svizzera e sull’altare dedicato a Giove nel lapidario di Avignone.
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Il reperto è poi stato rimosso dal fiume con molta cura e molte difficoltà per non danneggiarlo.
 
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E’ stato poi prelevato da specialisti del Museo delle Antichità di Arles e del laboratorio Arc-Nucléart a Grenoble per esser poi lì conservato.
 
 
Tony Kospan
 
 
– Fonti web –



ANTICA POMPEI




 





Una bella riflessione di Alberoni sul “mal d’amore”.. dell’energia che può dare.. e del miglior modo per ripartire   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 
Una breve, ma molto interessante, analisi di Alberoni
sulla grande creatività scaturente dalla sofferenza causata 
dal “Mal d’amore” e su come riprendere il cammino
dopo una delusione sentimentale.
 
 
 
 
 
 Courbet – Uomo disperato
 
 
 
 
LA POTENZA CREATIVA DEL… MAL D’AMORE
Francesco Alberoni


 
 
Quante volte mi hanno domandato:
«Come si fa a guarire di mal d’amore, smettere di soffrire se ti sei innamorato e non vieni ricambiato?».
Per rispondere ricordiamo che noi ci innamoriamo quando, stanchi del nostro attuale modo di essere, vogliamo realizzare altre nostre potenzialità e siamo pronti a ricominciare.
Allora ci innamoriamo di chi ci fa intravedere la nuova futura possibile vita.
Così si accende il processo di «stato nascente» in cui noi trasfiguriamo tanto il mondo che la persona amata. 
Sentiamo di avere un’affinità profonda, metafisica, con lei e viviamo il nostro amore come qualcosa che contribuisce all’armonia del mondo, alla perfezione stessa del cosmo.
Perciò se chi amiamo ci dice di no, ci rifiuta, non riusciamo a capire, ci sembra qualcosa di assurdo, ma non sul piano psicologico, sul piano della struttura costitutiva dell’essere. 
E’ un assurdo, un vuoto che ci portiamo dentro per anni.
E che può essere riempito definitivamente solo con un altro innamoramento ricambiato. 
Ma allora non c’è nulla da fare contro il male d’amore?
No.
No perché, nello – stato nascente – , noi stavamo mutando, e le energie che volevano creare una nuova vita sono bloccate, ma ancora presenti.
Non possiamo realizzare una coppia amorosa, ma possiamo orientarle verso un’altra meta.
La terapia dell’innamoramento frustrato è una nuova attività creativa.
Goethe si era innamorato di Charlotre Buffe, quando la ragazza ha sposato un altro, ha pensato al suicidio. 
Però, anziché suicidarsi, ha scritto il romanzo “I dolori del giovane Werther”, in cui un giovane si innamora di una ragazza che (guarda caso) si chiama Charlotte e quando lei sposa un altro, si suicida.
Goethe invece si salva.
Un altro esempio: nel 1883 Nietzsche si innamora di Lou Salomé, vuol sposarla ma lei lo respinge.
E’ sconvolto, fugge, ha degli incubi, è disperato.
Ma non si suicida, scrive di getto, in pochi giorni, un’opera straordinaria:“Così parlò Zarathustra”. 
Concludendo, per guarire da un innamoramento deluso, la terapia efficace sta nel continuare il processo di trasformazione già iniziato.
Anzi, nell’accelerare il cambiamento esplorando nuove strade.
Soprattutto impegnandosi in un grande compito che richieda lotta, lavoro, energia e creatività.
Solo così le forze liberate dall’innamoramento possono incanalarsi in un nuovo progetto.
E la nostalgia, il dolore, la rabbia, la volontà di riscatto o di vendetta diventano potenze costruttive.


 
 
 

 

 

Testo dal web – Impaginaz. T.K.

 

 

 

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LA TUA PAGINA DI PSICHE E SOGNO
CHE PUO’ AIUTARTI A COLORARE LE TUE ORE
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La STORIA (in breve) della BAMBOLA dall’antichità a BARBIE… anche con immagini ed opere d’arte   3 comments

 

 

La bambola è certamente

il giocattolo più antico del mondo.

 

 

Leon Comerre

 



 PICCOLA STORIA DELLA BAMBOLA




 

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Immagine antropomorfa, replica più o meno fedele dell’uomo, la bambola inizia la sua vicenda storica nella notte dei tempi e fin dall’antichità non manca di ispirare filosofi e poeti.




Bambola Antico Egitto


 
 
 
Per Callimaco, ad esempio, nell’”Inno a Cerere”, rappresenta l’emblema della fragilità  umana e la vicenda del protagonista consumato dalla fame insaziabile è paragonata a una bambola di cera che si scioglie al sole.
 
Plutarco, invece, esprime il dolore per la perdita della giovane figlia Timoxena attraverso la contemplazione delle sue bambole, ricordando i giochi della giovinetta e le cure che dedicava loro.


 
 
 

Bambola in terracotta rinvenuta a Pompei

 
 
 
Il gran numero di bambole trovato nelle sepolture di bambine o giovinette, fin dall’epoca preistorica, fa pensare che si trattassero proprio di giocattoli e non di figure di culto, come in un primo tempo si pensava.
 
Molte dovevano essere fatte di stracci, come le nostre in lenci, altre in terracotta.





 
Più spesso però erano in legno o avorio, con gli arti snodabili, connessi con filo metallico o perni in osso.
 
I particolari sono curatissimi, anche nella resa delle dita delle mani e dei piedi, fin nelle unghie.
 
E inoltre pettinate secondo la moda del tempo. Talvolta vi è anche il corredino della bambola.



 
 
 


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Per le fanciulle greche, poi, il passaggio dalla pubertà all’altare diventava tale con la consacrazione delle bambole ad Artemide: si trattava di un rito che simboleggiava la rinuncia al gioco, quindi all’infanzia e alla verginità, e veniva scandito da cerimonie solenni durante le quali le bambole e i loro corredi, unitamente agli altri giocattoli, venivano offerti alla dea.

Modellate in argilla o costruite in legno con gli arti snodati o in altro modo… le bambole nell’antichità facevano anche parte dei corredi funebri: ne sono state trovate infatti sia accanto a mummie egiziane che nei sarcofagi romani.

 


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Erano ancora di pezza o di legno nel Medioevo ma nel Rinascimento, con il raffinarsi delle arti, anche le bambole conquistano eleganza e raffinatezza. 

Eleonora d’Aragona, duchessa di Ferrara e moglie di Ercole I, acquistò e inviò a Milano ad Anna Sforza, fidanzata undicenne di suo figlio Alfonso d’Este, una bambola con tutto il suo corredo contenuto in cassette e forzieri foderati internamente di seta.


 
Gli abiti erano opera nientemeno che del primo sarto di corte, Tommaso da Napoli, che realizzò per l’occasione vesti in velluto, damasco, taffettà e broccato d’oro, un tessuto che solitamente era riservato alla confezione dell’abito nuziale delle grandi dame.

Anche presso la corte di Francia, nazione destinata poi a diventare capitale del giocattolo, c’erano usanze simili.

Nel 1571 la duchessa Claudia di Lorena ordinò le bambole più eleganti di Parigi per donarle alla figlia, appena nata, della duchessa di Baviera.

Nel fasto delle corti europee seicentesche le bambole, considerate doni eccentrici e oggetti di lusso, continuano a incuriosire soprattutto gli adulti e divennero le protagoniste anche di capricci “regali”.




Jean Etienne Liotard – Ragazza con bambola

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Il futuro Luigi XIII si divertiva così tanto con tali balocchi che ne ricevette in dono una carrozza piena: rigide e imbustate in corsetti steccati, incorniciate da pesanti gorgiere così come dettava la moda del tempo, quelle bambole erano destinate a suggerire i continui balli e ricevimenti che si susseguivano a corte sancendo il connubio tra bambole e moda, l’una ideale messaggera dell’altra.

Nel XVIII secolo la bambola ha ormai acquisito identità e caratteristiche che ne fanno un oggetto del tutto autonomo.

Legata indissolubilmente alla moda, diviene manichino per provare le sontuose toilette, le acconciature e i gioielli in quelle corti ove i dettagli dell’abbigliamento devono essere ben studiati e dosati.

 

Angelo de Courten – Creatrice di bambole

 

 

Bambina dell’epoca vittoriana con bambola

 


Ma è l’Ottocento il secolo d’oro di queste creature tanto affascinanti.

Passata la Rivoluzione Francese e tramontato l’Ancien Régime, la produzione delle bambole subisce il processo di industrializzazione in perfetta sintonia con le esigenze dei “tempi moderni”.




Friedrich Von Amerling


 

Bambola in bisquit – 1880


 

 E così vengono impiegati nuovi materiali, quali il biscuit e la porcellana lucida, soprattutto per la realizzazione della testa.

Grazie alla lavorabilità della porcellana, infatti, è possibile raggiungere effetti di grande raffinatezza soprattutto nei particolari della decorazione del volto.






Charles Haigh-Wood


 
 


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La finitura con uno strato di vernice lucida steso prima della cottura, infatti, dà ai loro visi quella lucentezza che le caratterizza ancora oggi e che, unitamente al gusto del dettaglio nella scelta di accessori raffinati come gioielli, guanti e cappelli, le rende veri e propri oggetti da collezionare: esse portano con sé tutto il fascino e l’atmosfera magica di un nostalgico passato che sono, in fondo, l’essenza stessa della bambola.



 


Bambole tipo Lenci

 


Ma veniamo al ‘900 ed alle bambole tipo Lenci.

Questo genere di bambole prende il nome da una famosa ditta Torinese… ma si diffuse in tutto il mondo.

Essendo costituite soprattutto da stoffe avevano come principale caratteristica il poterle lavare.


 

Bambole dei primi del ’900

 

 

CURIOSITA’ SULLE BAMBOLE


 

Contese a suon di milioni nelle numerose aste internazionali tra i collezionisti sparsi in tutto il mondo, le bambole, specialmente quelle antiche prodotte tra l’inizio del XIX secolo e i primi anni del XX, sono oggetti misteriosi il cui fascino è tuttora fonte di interminabili e dotte disquisizioni.

Infine è da ricordare che in una stradina della  vecchia Napoli esiste un vero e proprio Ospedale per bambole rotte…

 

 

 

LA BAMBOLA OGGI

 

LA RIVOLUZIONE DI BARBIE
BAMBOLA CULT DEGLI ULTIMI 50 ANNI
 
 
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 La bambola più venduta al mondo, vera icona di più generazioni di bambine e non, nasceva infatti il 9 marzo del 1959 negli Stati Uniti dalla casa di produzione di giocattoli “Mattel” e da subito fu un successo planetario.
 
 Barbie è diventata il simbolo del glamour, con i suoi accessori sempre alla moda e la possibilità di cambiare look a secondo delle tendenze, immersa nel suo mondo perfetto, sempre sorridente.
 
 
 
 
 
 
 
Nell’universo “Barbie” è stato sempre presente il fidanzato storico Ken, ma negli ultimi anni è sparito a favore di una immagine più aggressiva, da single… rampante, della bionda.
 
 E come non ricordare i cavalli sempre bellissimi o le “sorelle” di varie razze e colore per cercare di espandere sempre più la bambola in giro per il mondo.
 
 
 

 
 
 
La storia della bambola…
continua… e continuerà… certamente…
finché nel mondo ci saranno bambine…
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CIAO DA TONY KOSPAN


 

 

FONTI: VARI SITI  WEB – RICERCHE COORDIN. LIBERO ADATTAM. E IMPAGIN. ORSO TONY

IN CASO DI COPIA RIFERIRE ALMENO IN MODO CHIARO DA DOVE IL POST E’ STATO COPIATO!!!!

 

 

 

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Quale emisfero del nostro cervello è dominante? Questo test ci dice se in noi domina.. la razionalità o la fantasia   Leave a comment





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Sappiamo tutti che il nostro cervello
è formato da 2 emisferi
ciascuno con specifiche competenze…
e che comunicano tra loro
attraverso il cd. corpo calloso.



Ecco un elenco (ma a grandi linee) 
delle competenze dei due emisferi:


Emisfero sinistro

Emisfero destro

logica

istinto

lingua, parole (parlare, leggere, scrivere)

disegno, musica, canto, arte, danza

affronta una cosa alla volta

integra diversi input contemporaneamente

elabora le informazioni in maniera lineare

percepisce e pensa in modo olistico

compie operazioni in modo sequenziale

sede dei sogni

concreto, razionale

spirituale, sacro, mistico

calcolo matematico

interpretazione di forme e volumi

dogmi e vecchie regole

dà nuove regole

vecchie soluzioni a nuovi problemi

nuove soluzioni a vecchi problemi

comunicazione logica

comunicazione gestuale, emozionale

mette in sequenza, linearità, lista

visione d’insieme, schemi

classificazione

percezione

ragionamento

sintesi

memoria verbale

memoria visiva

dettagli

globale

bianco e nero

colori

spazio 2D

spazio 3D

metodo

intuito

nota le differenze

nota le somiglianze

scompone

ricompone

pone obiettivi

più sensibile alle idee positive

tempo (prima, dopo)

focalizzazione sul presente (qui e ora)

orecchio sx (linguaggio, particolari del discorso)

orecchio sx (musciale, discorso in generale)

occhio dx (vedere da vicino, mettere a fuoco)

occhio sx (vedere da lontano, spaziare)

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tabella dal web




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In sintesi, ma molto ampia, possiamo dire
che uno è addetto alla razionalità…al metodo
e l'altro alla fantasia… all'istinto

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Noi utilizziamo entrambi gli emisferi a turno,
a seconda delle occasioni in cui ci troviamo ad agire…
ma abbiamo anche… naturalmente la tendenza
ad usare uno più dell'altro che pertanto
possiamo definire dominante.








Come possiamo stabilire quale facciamo lavorare di più
e quindi alla fin fine dominare?

Questo test di un può aiutarci a capirlo…








Se ci va raccontiamo
qual è il nostro emisfero dominante…


Ciao


Tony Kospan




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Pubblicato 27 novembre 2018 da tonykospan21 in TEST E GIOCHI

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