Archivio per ottobre 2018
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BREVE STORIA DELL’OPERA
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“La donna del lago” è un’opera lirica di Gioachino Rossini
su libretto di Andrea Leone Tottola.
Il soggetto deriva dal poema “La donna del lago”
(The Lady of the Lake) di Walter Scott, pubblicato nel 1810.
Pur essendo un capolavoro
ha avuto nel corso degli anni alterne fortune.
Antonio Rossini (Pesaro 29.2.1792 – Parigi, 13.11.1868)
La prima rappresentazione avvenne il 24 ottobre 1819
al teatro San Carlo di Napoli, ma con scarso successo.
Andò meglio nelle repliche
riscuotendo consensi in vari teatri del mondo.
Ma ben presto, già nella 2° parte dell’800,
scomparve dai loro repertori.
Ritornò sulle scene, ma rimaneggiata,
nel 1958 a Firenze al Teatro della Pergola.
Successivamente, con la scoperta dell’edizione critica
e l’avvento del Rossini Opera Festival fu finalmente ripristinata.
La rappresentazione del 1981 a Pesaro diretta da Maurizio Pollini
secondo la versione ripristinata andò molto bene
e da allora l’opera è eseguita con buona regolarità.
LA DONNA DEL LAGO
Ma ora è giunta l’ora di ascoltarla e vederla…
in questo video nella sua versione completa eseguita
sotto la direzione del grande maestro Muti
al Teatro della Scala di Milano.
TONY KOSPAN
IL GRUPPO DEDICATO ALLA STORIA… IN QUALUNQUE CAMPO…
AI RICORDI NOSTRI E DI ALTRI ED ALLE ATMOSFERE DI UN TEMPO

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Spesso l’Arte ama nascondere pensieri e/o messaggi segreti
che solo pochi poi riescono a individuare e comprendere in modo completo.
Questo, nella Storia dell’Arte, è proprio uno dei dipinti
più emblematici in tal senso.
In verità ciò, a mio parere, non vuol dire
che bisogna conoscer tutto lo scibile umano
per comprender un’opera d’arte
ma solo che ci sono tante letture
quante sono le nostre capacità di comprensione
dello spirito e delle idee dell’autore
nonché del mondo reale ed artistico in cui l’opera nasce.
ALLEGORIA DELL’AMORE E DEL TEMPO
– ARTE E SEGRETI –
I PARTE

Agnolo Bronzino
In questo post analizzeremo questo famoso dipinto “manierista” che nasconde, dietro la fantastica ed abbagliante bellezza molto, ma davvero molto…, molto altro…
Ogni immagine che vediamo nel dipinto infatti non è per nulla casuale… ma ci lancia in modo evidente una serie di messaggi, per la verità non tutti, e non del tutto, decifrati… o decifrabili.
Iniziamo dunque, grazie a quest’ampia analisi del Solimano, ricca anche di accenni storici e mitologici, ad approfondire quello che il Bronzino ci vuol dire.
Tony Kospan
L’Allegoria dell’Amore e del Tempo – Il dipinto completo
Il quadro più celebre di Agnolo Bronzino è “L’Allegoria dell’Amore e del Tempo“, attualmente esposto alla National Gallery di Londra.
Fu eseguito attorno al 1546, ed immediatamente mandato da Cosimo, duca di Firenze, a Francesco, re di Francia.
E’ certamente una allegoria, il titolo che ho riportato è quello più diffuso.
Così ne narra il Vasari:
“Fece un quadro di singolare bellezza, che fu mandato in Francia al re Francesco, dentro il quale era una Venere ignuda con Cupido che la baciava, ed il Piacere da un lato e il Giuoco con altri Amori, e dall’altro la Fraude, la Gelosia et altre passioni d’amore”.
C’è qualche inesattezza, ma è comprensibile, il Vasari scriveva a memoria, il quadro era già in Francia da diverso tempo.
Se si dovesse scegliere l’emblema del manierismo maturo non c’è alcun dubbio, sarebbe questo quadro, considerato da molti un’opera di sensualità affascinante, ed il re di Francia lo gradì soprattutto per questo motivo, come ben sapeva quella volpe di Cosimo de’ Medici.
Ma è proprio così?
O, per meglio dire, è solo così?
Nel particolare che inserisco si vede un putto bellissimo che va spargendo petali di rose:
è il simbolo del Piacere, su questo sono tutti d’accordo, fin dal Vasari,
ma chi è la fanciulla assai bella – di una bellezza diversa – il cui volto si vede a fianco del putto?
Il grande Erwin Panofsky ha dedicato alcune delle sue pagine più belle a quest’opera.
Racconto quale è la sua interpretazione, oggi quasi* (nota di Tony Kospan) universalmente condivisa.
Il Piacere (partic. by TK)
La fanciulla il cui bel volto sbuca dietro il putto, è piuttosto strana, se si cerca di guardarne il corpo, che in parte si nasconde sempre dietro il putto, e non è un caso.
Perché la bella veste verde che indossa è in parte sollevata, ed appare un corpo squamoso, da pesce o da rettile.
Più in basso, compariranno delle zampe con artigli ed anche una lunga coda.
In una mano tiene un favo di miele, nell’altra cerca di nascondere un piccolo animale venefico.
Non solo, a ben guardare le due mani sono scambiate: la destra è una sinistra, e la sinistra una destra.

Qualche critico, fermandosi alla pelle squamosa, ha ritenuto che fosse una Arpia, ma sono le mani, a svelare l’identità:
la mano cattiva che offre il dono, la mano buona che nasconde il veleno: una duplicità vertiginosa.
E’ la Frode (anche l’Inganno o l’Ipocrisia, secondo gli iconologi del ’500), la cui caratteristica fondamentale è proprio la duplicità:
per questo il viso è bellissimo ed il corpo orribile,
per questo le mani sono scambiate,
per questo non sta in primo piano, ma si nasconde dietro al putto, che è il simbolo del Piacere e del Gioco.
Proprio negli anni in cui opera il Bronzino si diffonde il gusto dei labirinti:
grafici, scolpiti, realizzati nei giardini, quasi a significare la perdita di senso, la difficoltà di trovare una risposta univoca:
la Frode è una moderna Sfinge, più insidiosa di quella che incontrò Edipo.
L’inganno – La fanciulla dietro al putto (guardate le mani n.T.K.)
Se si esamina il particolare in basso a destra del quadro del Bronzino, si scoprono altri aspetti di cui alcuni inattesi.
Non lo è il pomo nella mano (splendida!) di Venere, un dono che la dea intende offrire ad Amore o Cupido (si badi, è suo figlio, in quasi tutti i miti, e quindi c’è pure il coté incestuoso);
tiene il pomo in modo che Cupido lo veda – però con l’altra mano tiene una freccia, che Cupido non può vedere, ma di ciò poi.
Si intravedono anche parte delle gambe della dea, che è di una bellezza non so dire se divina o diabolica, ed il Bronzino a questo voleva portarci, ad una ammirazione tanto forte quanto turbata.

Pomo, Gambe della dea e maschere (partic.)
Si vede che il putto ha una cavigliera ornata con campanelli, un motivo dell’antichità ellenistica che rimanda al Piacere ed al Gioco.
Si intravedono anche le zampe con gli artigli della bella fanciulla, la Frode, e la sua lunga coda, simile, diremmo noi, a quella di un enorme serpente a sonagli, che presumibilmente il Bronzino non conosceva (ma che strano, sonagli-campanelli!).
– Continua –
Autore del testo Solimano – Impaginazione e presentazione di Tony Kospan
LA TUA PAGINA SPECIALE
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SIMPATICISSIMA MEDITAZIONE DI WOODY ALLEN
COME DOVEVA ESSERE LA NOSTRA VITA
La cosa più ingiusta della vita è come finisce.
Voglio dire: la vita è dura e impiega la maggior parte del nostro tempo…
Cosa ottieni alla fine?
La morte.
Che significa !
Che cos’è la morte ?
Una specie di bonus per aver vissuto?
Credo che il ciclo vitale dovrebbe essere del tutto rovesciato.
Bisognerebbe iniziare morendo, così ci si leva subito il pensiero.
Poi in un ospizio dal quale si viene buttati fuori perchè troppo giovani.
Ti danno una gratifica e quindi cominci a lavorare e
per quarant’anni, fino a che sarai sufficientemente giovane per goderti la pensione
Seguono, feste, alcool, erba ed il liceo.
Finalmente cominciano le elementari, diventi bambino, giochi e non hai responsabilità,
diventi un neonato, ritorni nel ventre di tua madre,
passi i tuoi ultimi nove mesi galleggiando e finisci il tutto con un bell’orgasmo !
Woody Allen
Ciaoooooooooo da
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Tony Kospan


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Una simpatica (e precisa) riflessione sulla stupidità
e sull’influenza altamente negativa degli stupidi nella nostra vita.
LE LEGGI FONDAMENTALI DELLA STUPIDITA’
Carlo Maria Cipolla
1. Sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
2. La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona.
3. Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.

4. Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.

5. La persona stupida è il tipo di persona più pericolosa che esista. Non è difficile comprendere come il potere politico o economico o burocratico accresca il potenziale nocivo di una persona stupida. Ma dobbiamo ancora spiegare e capire cosa essenzialmente rende pericolosa una persona stupida; in altre parole in cosa consiste il potere della stupidità.

Essenzialmente gli stupidi sono pericolosi e funesti perché le persone ragionevoli trovano difficile immaginare e capire un comportamento stupido. Una persona intelligente può capire la logica di un bandito. Le azioni del bandito seguono un modello di razionalità. Il bandito vuole un “più” sul suo conto. Dato che non è abbastanza intelligente per escogitare metodi con cui ottenere un “più” per sé procurando allo stesso tempo un “più” anche ad altri, egli otterrà il suo “più” causando un “meno” al suo prossimo. Tutto ciò non è giusto, ma è razionale, e se si è razionali lo si può prevedere. Si possono insomma prevedere le azioni di un bandito, le sue sporche manovre e le sue deplorevoli aspirazioni e spesso si possono approntare le difese opportune.
Con una persona stupida tutto ciò è assolutamente impossibile.Come è implicito nella Terza Legge Fondamentale, una creatura stupida vi perseguiterà senza ragione, senza un piano preciso, nei tempi e nei luoghi più improbabili e impensabili.
Non vi è alcun modo razionale per prevedere se, quando, come e perché, una creatura stupida porterà avanti il suo attacco.
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Di fronte ad un individuo stupido, si è completamente alla sua mercé.
Poiché le azioni di una persona stupida non sono conformi alle regole della razionalità, ne consegue che:
a) generalmente si viene colti di sorpresa dall’attacco;
b) anche quando si acquista consapevolezza dell’attacco, non si riesce ad organizzare una difesa razionale, perché l’attacco, in se stesso, è sprovvisto di una qualsiasi struttura razionale.

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Il fatto che l’attività e di movimenti di una creatura stupida siano assolutamente erratici ed irrazionali, non solo rende la difesa problematica, ma rende anche estremamente difficile qualunque contrattacco – come cercare di sparare ad un oggetto capace dei più improbabili e inimmaginabili movimenti.
Questo è ciò che Dickens e Schiller avevano in mente quando l’uno affermò che “con la stupidità e la buona digestione l’uomo può affrontare molte cose” e l’altro che”contro la stupidità gli stessi Dei combattono invano”.

Occorre tener conto anche di un’altra circostanza.
La persona intelligente sa di essere intelligente.
Il bandito è cosciente di essere un bandito.
Lo sprovveduto è penosamente pervaso dal senso della propria sprovvedutezza.
Al contrario di tutti questi personaggi, lo stupido non sa di essere stupido. Ciò contribuisce potentemente a dare maggior forza, incidenza ed efficacia alla sua azione devastatrice.
Lo stupido non è inibito da quel sentimento che gli anglosassoni chiamano self-consciousness.

Col sorriso sulle labbra, come se compisse la cosa più naturale del mondo, lo stupido comparirà improvvisamente a scatafasciare i tuoi piani, distruggere la tua pace, complicarti la vita ed il lavoro, farti perdere denaro, tempo, buonumore, appetito, produttività – e tutto questo senza malizia, senza rimorso, e senza ragione.
Stupidamente.

CIAO DA TONY KOSPAN
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Care amiche ed amici stavolta affronteremo un tema
amatissimo dai poeti, e dagli artisti in genere, fin dall’antichità
IL VINO
IN POESIA AFORISMI ARTE CANZONI E… NON SOLO
a cura di Tony Kospan
E’ davvero molto grande il numero delle poesie
dedicate già dai nostri lontani antenati greci e latini
a questa bevanda che rappresenta una delle grandi
scoperte dell’Umanità.
Ecco come già ne parlava Omero circa 4000 anni fa.
IL VINO
Omero
Il vino mi spinge
il vino folle
che fa cantare anche l’uomo più saggio
e lo fa ridere mollemente
e lo costringe a danzare
e tira fuori la parola
che sta meglio non detta

Michelangelo
Sappiamo ormai da tempo che la medicina
ha riconosciuto al vino notevoli proprietà
salutari se, ovviamente, bevuto con moderazione.
Conosciamo però pure quali sono i pericoli
di un non corretto o eccessivo uso
che vanno dall’ubriachezza… all’alcoolismo…
alla guida pericolosa… etc.
Il suo rapporto con la poesia è stato sempre
molto stretto e non solo perché il vino
è amato dai poeti… ma anche perché.
Come la poesia, il vino è cultura… cultura millenaria
Come il vino, la poesia per esser sublime… dev’esser genuina
Come la poesia, il vino è vita… sia per chi lo crea che per chi ne gode
Come il vino, la poesia… porta al dialogo… alla conoscenza
Come la poesia, il vino… è capace di colorare la vita
Come il vino, la poesia… ha molto spesso a che fare con l’amore
Come la poesia il vino… fa emergere la verità (In vino veritas)
Tony Kospan
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Il tema è certamente vastissimo… per cui mi fermo qua…
ma prima di passare alle poesie, come di consueto,
possiamo leggere alcuni aforismi o brevi brani
“illuminanti” ma anche simpaticissimi…
iniziando con 2… brindisi veneziani.
Chi ben beve ben dorme,
chi ben dorme mal no pensa,
chi mal no pensa mal no fa.
Chi mal no fa in Paradiso va.
Ora ben bevè che el Paradiso avarè…
Brindisi veneziano del XIV sec.
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MIRANDOLINA:
Faccio un brindisi, e me ne vado subito.
Un brindisi che mi ha insegnato mia nonna.
“Viva Bacco, e viva Amore:
L’uno e l’altro ci consola;
Uno passa per la gola,
L’altro va dagli occhi al cuore.
Bevo il vin, cogli occhi poi…
Faccio quel che fate voi.”
Carlo Goldoni – La locandiera
*********************
Io sono bellezza e amore;
io sono amicizia, tuo conforto;
io sono colui che dimentica e perdona.
Io sono lo Spirito del Vino.
William Ernest Henley
*********************
Grande è la fortuna di colui che possiede
una buona bottiglia, un buon libro, un buon amico.
Molière
*********************
Nessun uomo lo può far ridere,
ma ciò non meraviglia:
non beve vino.
William Shakespeare – Falstaff

Edouard Manet – Chez le Père Lathuille
Tutte le poesie prescelte vanno, a mio parere,
centellinate e gustate come un buon bicchiere di vino
e vi scoprirete oltre all’amore per il nettare degli dei
tanti altri profumi come quelli della passione
(D’annunzio Yeats e Neruda) o della riflessione
(Li Po e Pascoli) ma anche tanto altro.
Come sempre mi piacerebbe leggere quelle
che sul tema amate voi…
IN MEZZO AI FIORI
Li Po *
In mezzo ai fiori, con una coppa di vino
mi trovo a bere solo: non ho compagni.
Alzo la tazza e l’offro alla splendente luna.
Mi rivolgo all’ombra: siamo così in tre.
Poiché la luna non può bere
e l’ombra unicamente segue il mio corpo.
Alla luna m’accompagno, intanto, e all’ombra;
poiché bisogna pur godere: è primavera.
Io canto: la luna mi guarda e pare avanzi.
Io danzo: l’ombra mi si agita in disordine.
Finché in me sono, siamo buoni amici,
quando cado ubriaco, ognuno se ne va.
Una platonica amicizia stabiliamo eterna:
il prossimo incontro lassù nella Via d’Argento.
* Poeta cinese del 700 d. C.

Gillis Van Tilborch – A noble family meal
I TRE GRAPPOLI
Giovanni Pascoli
Ha tre, Giacinto, grappoli la vite.
Bevi del primo il limpido piacere;
bevi dell’altro l’oblio breve e mite;
e… più non bere:
ché sonno è il terzo, e con lo sguardo acuto
nel nero sonno vigila, da un canto,
sappi, il dolore; e alto grida un muto
pianto già pianto.
Jan Vermeer – Giovinetta con bicchiere di vino
CANZONE AL VINO
William Butler Yeats
Il vino raggiunge la bocca
E l’amore raggiunge gli occhi,
Questa è la sola verità
che ci è dato conoscere
Prima di invecchiare e morire.
Sollevo il bicchiere alle labbra,
Ti guardo e sospiro.
CON IL FIOR DE LA BOCCA UMIDA A BERE
Gabriele D’Annunzio
Con il fior de la bocca umida a bere
ella attinge il cristallo. Io lentamente
le verso a stille il vin dolce ed ardente
entro quel rosso fiore de ‘l piacere;
e chinato su lei, muto coppiere,
guardo le forme dilettosamente:
la sua testa d’Ermète adolescente
e la sagliente spira de’l bicchiere.
Or, poi che le pupille a l’amorosa
concordia de le due forme stupende
io solo, io solo, io solo ho dilettate,
godo infranger la coppa preziosa;
e improvviso un desìo vano mi prende
d’infranger le membra bene amate.
ODE AL VINO
Pablo Neruda
Vino color del giorno,
vino color della notte,
vino con piedi di porpora
o sangue di topazio,
vino,
stellato figlio della terra,
vino,
liscio come una spada d`oro,
morbido come un disordinato velluto,
vino inchiocciolato e sospeso,
amoroso,
marino,
non sei mai presente in una sola coppa,
in un canto, in un uomo,
sei corale, gregario,
e, quanto meno, scambievole.
A volte
ti nutri di ricordi mortali,
sulla tua onda
andiamo di tomba in tomba,
tagliapietre del sepolcro gelato,
e piangiamo lacrime passeggere,
ma il tuo bel vestito di primavera
è diverso,
il cuore monta ai rami,
il vento muove il giorno,
nulla rimane nella tua anima immobile.
Il vino
muove la primavera,
cresce come una pianta di allegria,
cadono muri, rocce,
si chiudono gli abissi,
nasce il canto.
Oh, tu, caraffa di vino, nel deserto
con la bella che amo,
disse il vecchio poeta.
Che la brocca di vino
al bacio dell`amore aggiunga il suo bacio
Amor mio, d`improvviso
il tuo fianco
è la curva colma della coppa
il tuo petto è il grappolo,
la luce dell`alcol la tua chioma,
le uve i tuoi capezzoli,
il tuo ombelico sigillo puro
impresso sul tuo ventre di anfora,
e il tuo amore la cascata
di vino inestinguibile,
la chiarità che cade sui miei sensi,
lo splendore terrestre della vita.
Ma non soltanto amore,
bacio bruciante
e cuore bruciato,
tu sei, vino di vita,
ma amicizia degli esseri,
trasparenza,
coro di disciplina,
abbondanza di fiori.
Amo sulla tavola,
quando si conversa,
la luce di una bottiglia
di intelligente vino.
Lo bevano;
ricordino in ogni goccia d`oro
o coppa di topazio
o cucchiaio di porpora
che l`autunno lavorò
fino a riempire di vino le anfore,
e impari l`uomo oscuro,
nel cerimoniale del suo lavoro,
e ricordare la terra e i suoi doveri,
a diffondere il cantico del frutto.

Un saluto infine a voi tutti
con un bel brindisi con un buon vino spumante
Tony Kospan

ARTE POESIA MUSICA HUMOUR
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Jean-Marc Nattier – Alleanza tra Amore e Vino
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Cari amici… ma… ma… noi… sì noi… poi…
in che rapporti siamo con l’amore?
Cioè… siamo…
romantici… realisti o distaccati ?
Scopriamolo con questo test!
E’un test facilissimo!
Basta indicare o scrivere il numero della domanda
e la lettera corrispondente alle Vs risposte…
(ad esempio 1a 2b 3c…etc…)
Mentre lo facciamo possiamo ascoltare,
se ci va, un pò di musica…

(
S E I
ROMANTICO/A REALISTA O DISTACCATO/A?
Si parte…
Rispondete a queste domande…
segnandovi la lettera corrispondente alla vs risposta.

1 – UNA RELAZIONE NASCE DA:
a – dal sentimento
b – dall’attrazione
2.- QUANDO VIVO UNA RELAZIONE DI COPPIA:
a – mi aspetto che la vita non cambi molto
b – la mia vita cambi in funzione delle nuove esigenze
3. IN UNA RELAZIONE VORREI:
a – che l’altro/a non mi stesse sempre addosso
b – condividere con l’altro/a ogni cosa
4. ALLA BASE DI UNA RELAZIONE OCCORRONO:
a – passione e sentimento.
b – emozioni e seduzione.
5. NON MI PIACE:
a – quando l’altro/a mi chiede di esprimere i miei sentimenti.
b – quando l’altro/a non esprime quello che prova
6. UNA RELAZIONE STABILE:
a – soffoca libertà e autonomia
b – crea complicità e condivisione
7. IL SESSO:
a – si può separare dai sentimenti.
b – senza amore è insoddisfacente.
8. MI COINVOLGONO LE STORIE:
a – struggenti e passionali.
b – emozionanti e sensuali.
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.
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COME LEGGERLO?
LA COSA E’ SEMPLICE …










INNANZITUTTO… CALCOLARE IL PUNTEGGIO…
Non credo che ci sia proprio bisogno della calcolatrice
ma di un piccolo calcolo …sì …. ed eccoci qua ….
Guardate il punteggio relativo ad ogni vs. risposta
e fate la somma…
|
| A
| B
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1
| 3
| 0
|
2
| 0
| 2
|
3
| 0
| 3
|
4
| 3
| 0
|
5
| 0
| 2
|
6
| 0
| 2
|
7
| 0
| 3
|
8
| 3
| 0
|
|
| |
Fatto?
IL RESPONSO
SE AVETE TOTALIZZATO:
OLTRE 14 PUNTI
SEI ROMANTICO/A
Sei una persona emotiva e sensibile che tende a lasciarsi a illusioni romantiche e a costruire immagini e situazioni idealizzate.
Per te l’amore è legato alla passione e all’appagamento mentale prima ancora che fisico, e aspiri alla completa fusione con l’altro sottovalutando l’importanza dello spazio tra 2 persone. Rincorrere l’ “amore vero” può essere entusiasmante e coinvolgente ma spesso è ricambiato ahimé con sofferenza ed ansia.








DA 7 A 13 PUNTI
SEI REALISTA
Risulti una persona aperta alla dimensione dell’emozione e capace di dar voce ai sentimenti senza eccedere in sdolcinature, lasciando spazio alla comunicazione delle emozioni, dei sentimenti e delle sensazioni e a tutta la dimensione della corporeità.
Ti approcci all’amore con i presupposti per instaurare rapporti sentimentali significativi e duraturi, in grado di combattere la noia della quotidianitàmse la coppia riesce a rinnovarsi continuamente.








DA 0 A 6 PUNTI
SEI DISTACCATO/A
Instauri rapporti privi di profondi coinvolgimenti emotivi dando priorità alla corporeità. Preferisci un approccio diretto tenendoti lontano dal sogno e dall’amore romantico.
Si rifugge dalle relazioni intime e profonde per timore di essere abbandonati, di essere colpiti nelle proprie fragilità, di perdere la propria individualità.
Così le tue relazioni si esprimono principalmente attraverso canali fisici e probabilmente hanno breve durata.
RACCONTIAMO SE VOGLIAMO… IL NOSTRO…
E…
SE QUALCUNO HA PROBLEMI
SONO A DISPOSIZIONE
CIAO DA ORSO TONY
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TEST dal supplemento LA SALUTE
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Per sorridere… solo per sorridere…
LE DIFFERENZE
Tra il seno di una donna e un trenino elettrico?
Nessuna, sono fatti tutti e due per i bambini
ma ci giocano i… grandi!
Fra un cardinale che fa all’amore con Miss Italia
e tu che fai all’amore con Miss Italia?
Se lo fa il Cardinale è un peccato,
se lo fai tu è un…. miracolo!
Un messicano vestito e uno nudo?
Il messicano vestito dice: “Hasta la vista!”,
mentre quello nudo dice: “Ah Vista la hasta?”.
Una bionda ed una Ferrari?
La Ferrari non si presta agli amici.
Tra una fata e una strega?
Due anni di matrimonio.
Tra i pedoni e i capitali?
Nessuna, entrambi possono essere investiti!!!
Tra uno stupido e uno specchio?
Lo specchio riflette e lo stupido no!
Tra le ragazze buone e le cattive?
Le buone vanno in Paradiso e le cattive dappertutto.
Il calcio maschile e quello femminile?
In quello femminile non ci sono i falli!
Uno pneumatico e 365 profilattici?
Lo pneumatico è un Good Year,
365 profilattici sono un very very Good Year!
TESTO ED IMMAGINI DAL WEB… IMPAG. T.K.
CIAO DA TONY KOSPAN
UNO SPAZIO VIRTUALE COMUNE D’ARTE
POESIA MUSICA SOGNI RACCCONTI
RIFLESSIONI BUONUMORE ETC
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La città della Mesopotamia assediata e distrutta
da una pioggia di palle d’argilla e di materiale incendiario
Hamoukar, Siria, 5.500 anni fa
la battaglia più antica della Storia
Ma ancora non si sa ancora da chi venne attaccata
LUIGI BIGNAMI
LA BATTAGLIA PIU’ ANTICA DELLA STORIA
Forse fu la prima guerra – o comunque tra le prime – che l’umanità combattè in modo organizzato e che causò la distruzione di una città sotto il “fuoco” di palle di argilla e materiale incendiario.
Le testimonianze di quell’evento sono venute alla luce in Siria, là dove un tempo si estendeva la Mesopotamia.
La città si chiama Hamoukar.
La battaglia che la mise sotto assedio e la distrusse si svolse circa 3.500 anni prima di Cristo.

Scavi di Hamoukar
La scoperta è stata realizzata dall’Oriental Institute dell’Università di Chicago e dal Dipartimento delle Antichità della Siria.
Hamoukar era un centro dove si costruivano manufatti in ossidiana (una roccia derivata da lave vulcaniche) forse già 4.500 anni prima di Cristo (una delle città più antiche mai costruite dall’umanità) e questo le diede una certa prosperità.
Si trova nel nord est della Siria a meno di 10 chilometri dal confine con l’Iraq, ma ovviamente a quel tempo questi confini non avevano alcun valore.
Il lavoro dei ricercatori era quello di capire quale fosse il ruolo delle città di quest’area che fino ad oggi si pensava ricoprissero un posizione periferica rispetto a quelle presenti nel sud dell’Iraq, che erano ancor più antiche e potenti e che alcune si erano riunite in imperi.
Le ricerche, ancora in corso, hanno dimostrato che anche quelle siriane, invece, avevano un ruolo culturale e spesso anche economico molto importante, tant’è che con esse si era aperto un vero e proprio commercio che a volte aveva portato anche a conflitti di una certa intensità.
Le armi di pietra
Spiega Clemens Reichel dell’Università di Chicago: “Ciò che accadeva nelle città del nord non può essere spiegato come semplice espansione delle culture del sud dell’Iraq, ma che al loro interno si è avuto una propria evoluzione culturale”.
Le città portate alla luce fino ad oggi, come Tell Brak, Habuba Kabira e la stessa Hamoukar erano molto più grandi e più antiche di quanto ci si aspettava e lo dimostrerebbe anche l’industria dell’ossidiana sorta a Hamoukar.
Le ricerche in quest’ultima città sono attive dal 1999 e hanno messo in luce che i 160mila metri quadrati che formavano la città erano circondati da mura spesse 3,5 m. Tuttavia la presenza di materiale derivato dalla produzione di ossidiana si estende per oltre 3 milioni di metri quadrati.

Ora Reichel ha portato alla luce le testimonianze che un giorno la città venne posta sotto assedio e che una vera e propria battaglia fece collassare gli edifici e causò incendi che andarono presto fuori controllo che bruciarono quasi l’intera città.
Secondo lo studioso, la città venne bersagliata da una vera pioggia di pallottole di argilla compressa di alcuni decimetri di diametro. In un solo edificio, considerato di importanza amministrativa, ne sono stati trovati più di 1.000 e almeno uno era riuscito a perforare le mura composte da fango compresso.

Sicuramente vi furono numerosi morti, tant’è che sono state trovate una dozzina di tombe successive alla battaglia al cui interno vennero deposte alcune vittime.
Fino ad oggi si pensava che la città fosse stata distrutta da un terremoto, ma la scoperta delle “pallottole” sconfessa questa ipotesi.
Ma chi invase la città? Ad oggi il nemico rimane un mistero, anche se Secondo Reichel dato il tipo di armi esso doveva provenire dal Sud.
(da repubblica.it – impaginaz. t.k.)



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Le armi di pietra rinvenute
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Dalì – Persistenza del tempo
Stavolta parleremo di un tema non semplice che forse a qualcuno potrà non piacere
ma che volenti o nolenti ci tocca tutti ed appassiona l'Umanità da sempre.
Parlo del Tempo, ma non del meteo, bensì di quella che è la più misteriosa
dimensione del nostro vivere.
IL TEMPO IN POESIA.. IN ARTE..
IN AFORISMI.. IN CANZONI E NON SOLO
a cura di Tony Kospan
Cos'è il tempo?
Filosofi, scienziati e poeti hanno cercato da sempre
di dare una risposta chiara e precisa
a questo immenso interrogativo… ma invano.
Sant'Agostino è stato, a mio parere,
tra i pensatori che meglio hanno saputo descriverlo.
Ecco allora 2 suoi noti saggi aforismi…
– Se nessuno me lo chiede, so cos'è il tempo,
ma se mi si chiede di spiegarlo, non so cosa dire.
– Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell'anima.
Il passato non esiste in quanto non è più,
il futuro non esiste in quanto deve ancora essere,
e il presente è solo un istante inesistente
di separazione tra passato e futuro.
Ordunque è solo un modo per distinguere presente, passato e futuro
o è un qualcosa di reale ed a sé stante?
Certo il tempo, come ci dice poi Virgilio,
“Sed fugit interea, fugit irreparabile tempus“,
non fa altro che fuggire e non possiamo fermarlo.
Il tema, come immaginerete, è tosto ed enorme
e quindi preferisco che ne parlino altri aforismi,
poesie, canzoni ed alcuni significativi dipinti.
Il tempo per leggere, come il tempo per amare,
dilata il tempo per vivere.
Daniel Pennac
Il tempo è la cosa più importante:
esso è un semplice pseudonimo della vita stessa.
Antonio Gramsci
Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo:
quelle che ci riportano indietro chiamate… ricordi
e quelle che ci spingono avanti chiamate… sogni.
Jeremy Irons
Il presente è figlio del nostro passato
e padre del nostro futuro.
Trattiamolo bene.
Tony Kospan
Il tempo è molto lento per coloro che aspettano,
molto veloce per coloro che hanno paura,
molto lungo per chi si lamenta,
molto breve per quelli che festeggiano,
ma, per tutti quelli che amano, il tempo è eternità.
W. Shakespeare
Eccoci dunque alle opere di poeti che ci hanno dato, con i loro versi,
la loro visione del tempo, le loro riflessioni sul tempo,
le loro emozioni collegate al tempo
iniziando dalla mitica “Carpe Diem” del poeta latino Orazio.
Come sempre sarà bello legger le poesie che sul tema amate voi.
(Il tempo se ne va – Celentano)
Samy Charnine – Almost Time
CARPE DIEM
Orazio (Odi XI)
Tu non chiedere
– non è concesso sapere –
quale fine a me e quale fine a te
gli Dèi abbiano concesso,
o Leuconoe, e non
consultare i calcoli babilonesi.
E' meglio patire ciò che sarà
sia che Giove ci attribuirà molti inverni
o che questo sia l'ultimo,
il quale fa infrangere le onde del mar Tirreno
sulle opposte scogliere,
tu sii saggia e filtra i vini e recidi
ogni lunga speranza che oltrepassi
il breve spazio del tempo immediato.
Mentre parliamo esso è già fuggito.
Cogli l'attimo, credendo il meno
possibile nel domani.
(Non C'è Tempo – 99 Posse)
Lohmuller Giury
TI AUGURO TEMPO
Elli Michler
(erroneamente creduta come poesia indiana)
Non ti Auguro un Dono qualsiasi
ti auguro soltanto quello che i più non hanno
Ti Auguro Tempo, per divertirti e per ridere
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa
Ti Auguro Tempo, per il tuo Fare e per il tuo Pensare
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri
Ti Auguro Tempo, non per affrettarti e correre
ma tempo per essere contento
Ti Auguro Tempo, Non Soltanto per Trascorrerlo
ti auguro tempo perché te ne resti
tempo per stupirti e per fidarti
e non soltanto per guardarlo all’orologio
Ti Auguro tempo per Toccare le Stelle
e tempo per crescere, per maturare
Ti Auguro Tempo per Sperare
nuovamente e per amare
non ha più senso rimandare
Ti Auguro Tempo per trovare te stesso
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come dono
Ti Auguro Tempo anche per perdonare
Ti Auguro Tempo
tempo per la vita.
(Nel mio Tempo – Jovanotti)
IL TEMPO PASSATO
Percy Bisshe Shelley
Come il fantasma d'un amico amato
è il tempo passato.
Un tono che ora è per sempre volato
via, una speranza che ora è per sempre andata
un amore così dolce da non poter durare
fu il tempo passato.
Ci furon dolci sogni nella notte
del tempo passato.
Di gioia o di tristezza, ogni
giorno un'ombra avanti proiettava
e ci faceva desiderare
che potesse durare
quel tempo passato.
C'e' rimpianto, quasi rimorso,
per il tempo passato.
E' come il cadavere d'un bimbo molto amato
che il padre veglia, sinché alla fine la bellezza
è un ricordo, lasciato cadere dal tempo passato.
(Time – Pink Floyd)
De Chirico
MI DUOLE IL TEMPO
Ghiannis Ritsos
Mi duole in petto la bellezza:
mi dolgono le luci
nel pomeriggio arrugginito;
mi duole
questo colore sulla nube
– viola plumbeoviola repellente;
il mezzo anello della luna
che brilla appena
– mi duole.
Passò un battello.
Una barca; i remi; gli innamorati;
il tempo.
I ragazzi di ieri sono invecchiati.
Non tornerai indietro.
Serata grigia, luna sottile,
– mi fa male il tempo.
(Avec le temps – Leo Ferré)
Giorgione – Le tre età dell'uomo
TEMPO
Ada Negri
Giorno per giorno, anno per anno, il tempo
nostro cammina! L'ora ch'è sì lenta
al desiderio, tu la tocchi infine
con le tue mani; e quasi a te non credi,
tanta è la gioia: l'ora che giammai
affrontare vorresti, a cauto passo
ti s'accosta e t'afferra – e nulla al mondo
da lei ti salva. Non è sorta l'alba
che piombata è la notte; e già la notte
cede al sol che ritorna, e via ne porta
la ruota insonne. Ma non v'è momento
che non gravi su noi con la potenza
dei secoli; e la vita ha in ogni battito
la tremenda misura dell'eterno.
Che il tempo scorra felice per tutti.
Tony Kospan
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“Che la musica influenzi l’umore è cosa nota.
Meno risaputo è che la musica possa agire direttamente sull’organismo modificando il nostro stato emotivo, fisico e mentale.
Questo fenomeno – chiamato effetto Mozart – non si verifica solo ascoltando le sinfonie del grande Amadeus, ma anche i canti gregoriani, un certo tipo di jazz e di pop, i ritmi sudamericani, le armonie new age e persino un po' di sano e robusto rock’n'roll.”
Queste citazioni sono prese dalla presentazione all’edizione italiana del libro di Don Campbell “Effetto Mozart”.

Dello stesso autore sono in vendita numerosi CD che l’autore pubblicizza affermando:
“Le vostre orecchie, la vostra voce e il vostro repertorio musicale sono il più potente strumento di cura a vostra disposizione”.
Le potenzialità terapeutiche della musica ci vengono insomma presentate come un dato certo ed acquisito, una realtà scientifica.
Ma è davvero così?
EFFETTO MOZART
ovvero
EFFETTI DELL’EDUCAZIONE MUSICALE
Ripercorriamo insieme la storia del cosiddetto “Effetto Mozart” e scopriremo un’interessante miscela di dati scientifici, distorsioni mediatiche ed interessi commerciali.
Successivamente alla pubblicazione dei lavori della Rauscher i media, interpretando superficialmente i dati oggettivi e non prestando attenzione al dibattito scientifico in corso, instillarono nel grande pubblico l’idea che bastasse ascoltare Mozart per diventare più intelligenti.
Un po’ come quando da giovani studenti si mette il libro sotto al cuscino nella speranza, la mattina dopo, di sapere la lezione.

E’ facile comprendere che esiste una chiara differenza tra l’ascolto passivo di musica classica, fulcro del lavoro originale della Rauscher, ed gli effetti di una sistematica educazione musicale.
Quest’ultima richiede periodi prolungati di attenzione, una pratica quotidiana, l’apprendimento di una complessa simbologia, la memorizzazione di ampi passaggi musicali, ed inoltre, specie nella musica strumentale, la progressiva padronanza di raffinate abilità motorie.
Questo, specie se avviene nell’infanzia, un periodo di grande plasticità neuronale, può avere significativamente influenzare lo sviluppo cognitivo del bambino.
Tuttavia non possiamo assumere a priori che l’insegnamento di uno strumento musicale sia di per sé più efficace di un corso di informatica di base o di una lingua straniera, sebbene per alcuni bambini probabilmente possa essere più divertente.

Vari studi hanno verificato un legame tra partecipazione a corsi di musica in età prescolare e IQ.
Tuttavia una correlazione tra due eventi non implica di per sé un rapporto di causa ed effetto.
Dobbiamo quindi correre ad iscrivere i nostri figli ad un corso di musica? Perché no! Di certo ne risulteranno arricchiti.
Ma non aspettiamoci di ritrovare un piccolo Einstein al nostro tavolo.
Godiamoci quindi l’ascolto di un brano di Mozart, e ben venga un incremento dell’attenzione all’educazione musicale nei curricula scolastici, ma non aspettiamoci di guarire da una malattia o di diventare improvvisamente studenti più brillanti…

Sì… godiamocela davvero questa mitica musica mozartiana in un video ad hoc.



WEB – Estratto da un articolo di Bruna Pelucchi – Impaginazione T.K.
Questi nuovi studi riportano dunque in una dimensione più realistica gli effetti dell’educazione musicale. (N.T.K.)
Ciao da Tony Kospan
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