densa anch'essa di tanti aspetti simbolici.
Per il fascino che emana e le emozioni che dona,

artista genovese, allievo del Corradini, che fu
anche l'autore del bozzetto preparatorio.
familiari, artistici, religiosi ed esoterici
seguendo le diverse opinioni dei tanti studiosi
che si sono impegnati nel cercar
di comprendere il vero significato dell'opera.

per mondarlo dalla sua pessima fama.
da una pesante rete da cui è avvolto.
con in testa una coroncina, con fiamma sulla fronte,
e che tiene un piede su di un globo
al quale è poi appoggiato un libro.

la parabola di Gesù che ridà la vista ad un cieco
con la scritta “Qui non vident videant” .
(Coloro che non vedono… vedano)
del padre che era sì stato un grandissimo peccatore,
“Asservito alle giovanili brame” così è scritto sulla lapide,
ma che poi alla fine era riuscito a comprender gli errori commessi
ed a pentirsi rinunciando alle ricchezze ed al titolo nobiliare
(proprio a favore di Raimondo) ritirandosi in convento
e così liberandosi dalle tenebre del male.
(V. la sua biografia nella I parte)

che si apre in un movimento potente che coinvolge chi l'osserva.
lasciando a bocca aperta tutti coloro che l'osservano
è l'incredibile rete che morbidamente avvolge l'uomo.
un caso senza precedenti nella storia della scultura…
e frutto di una lavorazione davvero geniale.

quello di trasformare il marmo in una plastica rete,
così preciso da esser da alcuni paragonato a quello degli orafi.
non se la sentirono di aiutar il Queirolo, per paura di romperla,
per cui lo scultore dovette far tutto da solo.

per la liberazione dal peccato e dall'illusione di dominio
per giungere infine a ritrovare la vera fede.
scolpita sul basamento (Gesù che dona la vista al cieco)
confermano questa tesi.
religiosa in quanto può anche rappresentare
il pentimento dello stesso Principe per le sue attività esoteriche.
alle autorità religiose (che lo consideravano eretico e massonico)
con le quali affermava con forza la sincerità del suo pentimento.

che ci giunge da una semplice osservazione dell'opera
fortemente ideata e voluta dal Principe in tutti i suoi particolari
al punto che per alcuni non il padre… ma proprio lui…
potrebbe esserne il vero soggetto rappresentato.
di non poter lavorare per nessun'altra persona,
e collo stretto ligame di non potersi licenziare”
con la bendatura dell'adepto per poi esserne liberato
per poter finalmente conoscere la Luce della Verità della Loggia.
un simbolo dell'Illuminismo mentre il libro aperto
è un chiaro accenno alle grandi luci esoteriche che,
consentendo di vedere oltre l'apparente ed ingannatrice realtà,
portano all'uso della razionalità ed a vivere secondo virtù.

vi furono non pochi e non semplici conflitti per salvarsi dai quali
che qualcosa di misterioso e segreto aleggia in essa.

anche qui i vari concetti e simboli impressi nella scultura…
si affiancano, si sovrappongono, si fondono
in una sintesi sia tra aspetti simili ma anche tra opposti
con un risultato alla fine davvero mirabile.
non è infatti diversa da quella della personalità del Principe.
scienziato ma amante dell'arte, alchimista e generale dell'esercito,
bigotto ed eretico, nobile ma anche incline a contrar debiti,
colto ma anche superstizioso etc etc…
mi appare fatica improba se non del tutto inutile e senza senso
in quanto appaiono presenti, in modo più o meno evidente,
tutti i simboli allegorici su elencati.
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