Archivio per 26 marzo 2018
Già conosciamo da altri dipinti il diverso e controcorrente modo
di vedere la realtà, la religiosità, ma anche la pittura,
da parte dell’artista veneziano da pochi decenni riscoperto.
Lorenzo Lotto – Autoritratto – 1540
Anche questa sua “Annunciazione” è del tutto diversa
da analoghi dipinti di altri autori ed ora vedremo perché.
L’Annunciazione
La prima cosa che si nota è che non ci mostra solo
il classico incontro dell’angelo con la futura Madonna
bensì anche l’ambiente in cui Lei si trova con un gatto
e dove si possono osservare oggetti di vita quotidiana
come la cuffia da notte e l’asciugamano appesi alla mensola.
Inoltre è presente anche e soprattutto Dio
che dall’alto sta prendendo la mira
per fecondar virtualmente Maria.
Una umanissima sorpresa, mista a paura,
investe tutta la scena compreso il gatto.
Ma la cosa più sorprendente è la reazione di Maria
all’annuncio dell’Angelo!
La donna infatti volta le spalle a Dio ed all’angelo
e cerca di scappare impaurita (osservare il volto e le mani)
mentre il gatto inarca la schiena per scappare anche lui!
Un altro aspetto, che rende realissima la scena,
è che l’Angelo, che dovrebbe essere puro spirito,
invece è di carne ed ossa
e ne è la prova l’ombra che vediamo a terra!
Il Lotto quindi ci mostra una Madonna,
un Angelo e perfino la Divinità
fatti di carne e sentimenti umanissimi.
Ciò conferma quanto si diceva su
riguardo alla visione semplice, sincera e senza retorica
di tutti gli aspetti della vita e della religione
da parte di questo artista rinascimentale sui generis.
Il dipinto “L’annunciazione” di Lorenzo Lotto del 1534 circa
si trova nel museo civico di Recanati.
FINE
Copyright Tony Kospan
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Lorenzo Lotto – Autoritratto – 1540
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Una poesia, della serie “grandissime poesie”
e dalle notevoli e profonde suggestioni.
NON BASTA APRIRE LA FINESTRA
Dalì – Ragazza alla finestra
Pessoa, poeta del sogno, stavolta pur esaltandolo,
dubita che esso, nonostante sia superiore
alla materialità delle cose ed alla freddezza della razionalità,
riesca poi davvero a veder bene quel che c’è
oltre la… “finestra“.
NON BASTA APRIRE LA FINESTRA
Fernando Pessoa
Non basta aprire la finestra
per vedere la campagna e il fiume.
Non basta non essere ciechi
per vedere gli alberi e i fiori.
Bisogna anche non aver nessuna filosofia.
Con la filosofia non vi sono alberi:
vi sono solo idee.
Vi è soltanto ognuno di noi,
simile ad una spelonca.
C’è solo una finestra chiusa
e tutto il mondo fuori;
e un sogno di ciò che potrebbe esser visto
se la finestra si aprisse,
che mai è quello che si vede
quando la finestra si apre.
Alcuni ritengono però che la poesia parli
di luoghi da visitare, di paesaggi da vedere
perché più belli dal vero che sognati,
ma, secondo me, qui v’è chiaramente
una visione che va molto oltre
e quindi che sia una poesia soprattutto metafisica.
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Penso che Pessoa ci voglia dire:
– della nostra incapacità di vedere la verità solo con i nostri occhi,
– del pericolo di farci condizionare dai ragionamenti della filosofia
– della possibilità di vedere molto più in là della realtà
grazie ai nostri… sogni.
Tuttavia però poi termina con l’amara considerazione
che nonostante ciò
la verità è… comunque sempre diversa.
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In altre parole ed in estrema sintesi
il significato è, a mio parere, dolce-amaro,
e ci lascia un senso di vuoto e di incompletezza.
Noi non conosciamo e non conosceremo mai la vera realtà…
che è quella che è oltre noi… (oltre la finestra)
ma la possiamo solo immaginare… sognare…
in quanto siamo prigionieri delle nostre convenzioni sociali
dei nostri tabù… delle nostre sovrastrutture mentali.
Però nemmeno questo sognare, ahimè,
corrisponderà mai alla verità sconosciuta
o inconoscibile da noi umani.
Per questo si può parlare di poesia metafisica…
La mia è però una personalissima interpretazione
e mi piacerebbe legger quel che ne pensate voi.
Pessoa
CIAO DA TONY KOSPAN
ARTE MUSICA POESIA HUMOUR
NEL GRUPPO PSICHE E SOGNO
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E’ forse, o senza forse,
il più grande compositore musicale di tutti i tempi
e per molti, il suo genio,
va oltre il concetto stesso di musica!
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Bonn 16.12.1770 – Vienna 26.3.1827
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Nell’anniversario della nascita di Beethoven
desidero rendergli omaggio
attraverso una sua mitica musica
associata ad una grande opera di Klimt
tra l’altro creata proprio in suo onore…
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Dunque l’associazione tra arte e musica
in questo caso infatti
non è di fantasia ma è in “re ipsa”.
Klimt – Fregio di Beethoven – Parete A
IL FREGIO DI BEETHOVEN
Il Fregio, lungo 24 metri e sviluppato su tre pareti
fu eseguito in occasione della XIX mostra della Secessione
dedicata nel 1902 (e quindi 111 anni fa)
alla grande scultura di Max Klinger raffigurante l’apoteosi di Beethoven.
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Il tema del Fregio è una interpretazione della Nona Sinfonia di Beethoven.
Klimt – Fregio di Beethoven – Parete B
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Klimt dipinge direttamente sulla parete
senza preoccuparsi di cercare materiali duraturi
pensando che l’opera sarebbe stata eliminata
alla fine della manifestazione.
Per fortuna, nonostante tutto ciò,
si è potuto conservar bene l’opera.
Klimt , che è un amante dei simboli
qui vuol narrare
la lotta tra bene e male…
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Klimt – Fregio di Beethoven – Parete C
Non può non esser in questo caso che la mitica
9° sinfonia
che possiamo ascoltare in questo bel video
che associa anch’esso i 2 grandi artisti.
BUONA VISIONE E BUON ASCOLTO DA TONY KOSPAN
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