Io parto per strappare una stella al cielo e poi, per paura del ridicolo, mi chino a raccogliere un fiore. – Edmond Rostand –
Le Brun – Autoritratto con la figlia Giulia
LA LONTANANZA DA LEI Ariodante Marianni
La lontananza da lei non si misura in chilometri, in ore di macchina, di treno… è in crampi allo stomaco, in fitte al cuore, giornali letti, bicchieri bevuti.
La lontananza è questa saliva amara, notturna insonnia, meridiana sonnolenza
Ma, pur senza approfondire i significati storici e religiosi
del testo, una cosa mi appare a prima vista
davvero stupefacente ed è
la modernissima concezione dell’archetipo femminile
tutto concentrato su accesi e forti contrasti.
Certo il tutto è velato e coperto dalla simbologia
di Iside e Osiride (la luna ed il sole).
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L’inno è stato trovato nel Papiro di Ossirinco
n.1380, 1. 214-216, risalente al II secolo a.C.
ma ovviamente si ignora
se sia stato scritto proprio in quell’epoca
o sia stato riportato da scritture di epoche anteriori.
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Ma ora leggiamolo.
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INNO A ISIDE
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Perché io sono la prima e l’ultima,
Io sono la venerata e la disprezzata,
Io sono la prostituta e la santa,
Io sono la sposa e la vergine,
Io sono la madre e la figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono la sterile, eppure numerosi sono i miei figli.
Io sono la donna sposata e la nubile,
Io sono colei che dà la luce e colei che non ha mai procreato,
Io sono la consolazione dei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
E fu il mio uomo che mi creò.
Io sono la madre di mio padre,
Io sono la sorella di mio marito,
Ed egli è il mio figliolo respinto.
Rispettatemi sempre,
Poichè io sono la scandalosa e la magnifica.
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Se ci va possiamo anche ascoltarlo in questo video
Il Castello di Neuschwanstein è il castello simbolo della Baviera e sembra uscito dalle favole.
Fu fatto costruire… twitter.com/i/web/status/1…1 hour ago