Archivio per marzo 2018

L’UOVO DI PASQUA – La storia.. la leggenda.. e le mitiche uova d’oro di Fabergé   Leave a comment

  


 

 

 

 

L’uovo è sicuramente il simbolo più rappresentativo della Pasqua,

che è, per eccellenza, anche la grande festa della primavera.



 
 

 

 

  


La tradizione di scambiarsi le uova come segno benaugurale è antichissima,

precedente addirittura al Cristianesimo.


 

  

 

 

 

 

 

LA STORIA DELL'UOVO DI PASQUA

 

 

 


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 LA STORIA ANTICA


 

Simbolo della vita che si rinnova l’uovo veniva donato un tempo quando la Pasqua coincideva con i riti primaverili per la fecondità della natura e delle colture… 

I Persiani, per esempio, già 3000 anni fa consideravano l’uovo di gallina un segno augurale in quanto simbolo della natura che si rinnova ed analogamente gli Egizi erano soliti donare all’inizio della primavera uova dipinte ad amici e parenti come augurio di rinascita.

 

 

 

 

 


I Romani erano soliti dire Omne vivum ex ovo, mentre risale alla tradizione orientale (Cina) l’idea che le origini della Terra vadano fatte risalire a un uovo gigante.

Secondo la tradizione cristiana, invece, le uova sono il simbolo della Resurrezione di Cristo.

 

 

 

 

 

 

L'UOVO NELLA LEGGENDA CRISTIANA


 

La leggenda narra che Maria Maddalena, di ritorno dal Santo Sepolcro rimasto vuoto, tornando a casa per raccontare il miracolo ai discepoli, si imbatté in Pietro che non le credette.

Anzi, schernendola Le disse: “Ti crederò solo se le uova che porti nel cestello si coloreranno di rosso”.

Immediatamente le uova assunsero un colore purpureo e lo scettico Pietro fu costretto a piegarsi davanti a cotanto miracolo.

Da allora, alla fine di ogni Messa pasquale, venivano donate ai fedeli uova benedette dipinte di rosso a testimonianza del sangue versato da Gesù.


 

 

 


L'UOVO NEL MEDIOEVO



Nel corso del Medioevo la tradizione voleva che uova sode dipinte a mano fossero servite a pranzo e donate ai servitori, mentre nel XV secolo si diffuse l’usanza di servire per colazione un’omlette preparata con le uova deposte dalla gallina il giorno del Venerdì Santo.

Contrastanti, invece, le leggende che riguardano la nascita dell’uovo fatto interamente di cioccolato: c’è chi dice che fu Luigi XIV il primo a farle realizzare mentre altri, invece, sostengono che l’usanza provenga dalle Americhe poiché il cacao è una pianta originaria del Messico.



 

 

 

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L'UOVO DI PASQUA NELLA STORIA RECENTE


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La tradizione dell'uovo di Pasqua non è mai terminata

ed oggi è più viva che mai..

Ormai però le uova hanno quasi dappertutto la caratteristica

d'esser di cioccolata e con la sorpresa incorporata.






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Dopo un lungo periodo in cui le uova erano artigianali

ora sono diventati un prodotto di larghissimo consumo

e dunque industriali.


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LE UOVA D'ORO

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Prima di concludere questo post non posso non ricordare

le fantastiche uova d'oro di Fabergé…

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Erano prodotte per lo Zar di Russia in occasione della Pasqua





Erano vere e proprie uova matrioska

ed un vero e proprio mix d'arte e gioielleria davvero favoloso.

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Ancor oggi stupiscono per la loro sognante bellezza.



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Chi desidera approfondire la conoscenza

delle mitiche uova Fabergé…

può cliccare qui giù.






 

INFINE DA ORSO TONY

A VOI TUTTI UN UOVO PASQUALE

BENCHE' VIRTUALE 

 

 

 

 

 

 

 

AMI LA STORIA ED I RICORDI DEL PASSATO?


ECCO IL TUO NUOVO GRUPPO DI

 
 
 
 

APPUNTAMENTO TRA LE STELLE – UNA POESIA DI TONY KOSPAN   4 comments

 

 


J. Wall

 

 


APPUNTAMENTO TRA LE STELLE
Tony Kospan


Sì…
l'appuntamento voglio darti.
non per domani
ma per un domani senza tempo
or che persi siamo
nei meandri dei quotidiani affanni.



Segnati l'indirizzo
terza stella a destra
della galassia dell'Amore
prosegui poi
verso il pianetino del Sogno
e lì entra nella calda nuvola Rosa
dove quali segnali troverai
musiche amate ed artistiche forme.



Ti prego… non perderlo…
con lettere incidilo d'eterno fuoco
nel punto più nascosto del tuo cuore.


Lì sarò presente
immagine senza immagine
corpo senza corpo
ma qual luce d'amore
fioca e quasi spenta
che al tuo arrivo brillerà.



Dal nostro incontro
dal nostro abbraccio
ed infin dal nostro bacio
una scintilla scoccherà
ed una nuova stella nascerà.



Non mancare…



 

 



La poesia è stata poi riportata dall'amica Marina

(che ringrazierò sempre) in questo bel video.


 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti


Tony Kospan




 

 

 

 

HANAMI.. FESTA DEI CILIEGI – CONOSCIAMO QUESTA BELLISSIMA TRADIZIONE PRIMAVERILE GIAPPONESE   2 comments







In Giappone l’arrivo della primavera, e più precisamente il periodo che va dalla fine di marzo ai primi di aprile, coincide con l’antichissima usanza chiamata “HANAMI“.









LA FESTA DEI CILIEGI… RITO GIAPPONESE DELLA PRIMAVERA



Si tratta di una millenaria tradizione che vede milioni di cittadini andare fuori città ad ammirare lo spettacolo bellissimo e suggestivo della fioritura dei ciliegi (in giapponese “sakura”.









E’ un gigantesco rito che consiste nell’andare in parchi e giardini (in modo simile alla nostra Pasquetta) a fare pic-nic ed a bere insieme il “sake” (bevanda alcoolica tradizionale ottenuta dalla fermentazione del riso) .










La parola “HANAMI” è composta da “hana” cioè fiori e “mi” guardare. 

Quindi, letteralmente, la parola “hanami” significa proprio “osservare i fiori”. 










In verità il termine “fiori” che è certamente generico può ben essere sostituito da “fiori di ciliegiodato che nella quasi totalità sono questi i fiori che vanno ad ammirare.









Questa tradizione millenaria è densa di antiche simbologie dato che i fiori di ciliegio rappresentano:
la bellezza, i cicli della vita e l’annuale ritorno della primavera.









Questo rito è ancor oggi molto amato e, nonostante l’attuale società ipertecnologica, sempre seguitissimo 
(non so però quest’anno col virus in giro se e come la festa avrà luogo).








E’ comunque sorprendente questa festa perché spinge tante persone a sospendere i frenetici ritmi quotidiani giapponesi per andare ad ammirare insieme… la nascita dei fiori di ciliegio.

Tony Kospan






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PSICHE E SOGNO

IL TUO GRUPPO FB











Venezia.. la città più sognante del mondo – Ecco com’era nel 1938 grazie a fantastico video-documento (HD)   Leave a comment

 






Non so a voi… ma a me fanno davvero sognare
le vere immagini
che ci mostrano le reali atmosfere di un tempo
ed ancor di più se ci giungono da un video.




 



Fantastico video documento… che ci mostra 
come era la città più sognante del mondo nel 1938!






Chi ama le atmosfere di un tempo
ed il fascino di Venezia non può perderselo.



 
 
 
 

Ciao da Tony Kospan



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BENE e MALE – Un’interessante riflessione filosofica di Massimo Cacciari   1 comment

 


 

 


Un profondo ed originale pensiero filosofico
sui concetti di bene e male
 

 
 
 


 
 

IL BENE E IL MALE
~ Massimo Cacciari ~

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dice Platone – e qui la sua risposta diventa canonica -: “del male, e quindi del nostro far male, il Dio non può essere ritenuto causa.


Dio è bene, Dio è immutabile, è semplice, è veritiero, ed è causa di tutti i beni. ‘Theòs anàitios’, Dio è innocente”.


Tutta la riflessione teologica successiva si fonda su questo presupposto platonico: Dio deve essere ritenuto innocente dei mali del mondo, del nostro far male; e quindi è per nostra scelta, è per nostra libertà che noi facciamo male.


Noi non siamo determinati dal Divino ad agire male; le nostre imperfezioni le nostre miserie sono frutto e prodotto della nostra libertà.


Dio è innocente, è l’uomo che è causa del male, è l’uomo – secondo il grande mito che Platone narra nella Repubblica – che si sceglie il proprio ‘dàimon’, il proprio carattere, il proprio demone.


Ma non solo nel momento della scelta nella cultura classica greca l’uomo è libero, non solo nel momento supremo – come lo chiama Platone -: il momento supremo in cui io scelgo il mio carattere, il mio ‘dàimon’.


Io sono in qualche modo libero anche durante la mia vita, e la mia libertà, però, coincide nel corso della mia vita con il conoscere; cioè io sono libero nel corso della mia vita di accumulare tutte le conoscenze necessarie perché poi nel momento supremo della decisione io possa essere consapevole del destino che scelgo.


Questo è un tema caratteristico della cultura greca, è la sua dominante – come dire – intellettualistica: la libertà dell’uomo si esplica essenzialmente nella sua volontà di conoscere.


Soltanto qui sta la mia – come dire – possibile salvezza: io posso conoscere il destino, posso conoscere ciò che mi destina.


Solo la conoscenza può salvarmi dal seguire – un’immagine che ricorre in tutta la cultura ellenistica, e anche nella cultura latina, non solo greca – il carro del destino in ceppi come uno schiavo oppresso.


Ciò che sta a me non ha nulla a che vedere con la possibilità di sfuggire il destino; ma ciò che sta a me è essenzialmente la possibilità di conoscere il destino, e dunque di seguirlo volentieri, non come gli schiavi seguono il carro dei vincitori, in catene.


Se la mia libertà consiste nel farmi una ragione dell’unica ragione, dell’unico ‘lògos’ che pervade tutto il cosmo?


Quando io mi son fatto questa ragione che cosa succede del male?


Il male non consiste più, perché tutto è ragione e male e bene non diventano altro che due punti di vista soggettivi: il male non diventa nient’altro che ciò che fa male a me, ma che non riguarda affatto la ragione del tutto; il bene diventa soltanto ciò che fa bene a me, ciò che mi aiuta a vivere, ciò che aiuta il mio benessere, ma non riguarda la ragione del tutto in cui il male e il bene cessano di avere alcun significato, perché ciò che ha significato è nient’altro che il necessario, il ‘lògos’ onnipervadente; male e bene hanno una consistenza veramente soggettiva.


In fondo, se noi rimanessimo fissi a valutazioni di male e di bene, non faremmo altro che dimostrare la nostra mancanza di sapere, perché colui che sa non sa né di male né di bene: sa il necessario.
 
 
 
 


 
 
 
 
Il bene ed il male quindi, secondo la tesi del filosofo veneziano,
non esisterebbero quali realtà a sé stanti
ma solo nella misura in cui sono percepiti da ciascuno.

Cosa ne pensate?

Tony Kospan
 
 
 
 
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L’originalissima ma umanissima “Annunciazione” di Lorenzo Lotto – Quando l’arte ci parla…   Leave a comment




Già conosciamo da altri dipinti il diverso e controcorrente modo
di vedere la realtà, la religiosità, ma anche la pittura,
da parte dell’artista veneziano da pochi decenni riscoperto.



Lorenzo Lotto – Autoritratto – 1540




Anche questa sua “Annunciazione” è del tutto diversa
da analoghi dipinti di altri autori ed ora vedremo perché.



L’Annunciazione



La prima cosa che si nota è che non ci mostra solo
il classico incontro dell’angelo con la futura Madonna
bensì anche l’ambiente in cui Lei si trova con un gatto
e dove si possono osservare oggetti di vita quotidiana
come la cuffia da notte e l’asciugamano appesi alla mensola.






Inoltre è presente anche e soprattutto Dio
che dall’alto sta prendendo la mira
per fecondar virtualmente Maria.






Una umanissima sorpresa, mista a paura,
investe tutta la scena compreso il gatto.







Ma la cosa più sorprendente è la reazione di Maria
all’annuncio dell’Angelo!






La donna infatti volta le spalle a Dio ed all’angelo
e cerca di scappare impaurita (osservare il volto e le mani)
mentre il gatto inarca la schiena per scappare anche lui!







Un altro aspetto, che rende realissima la scena,
è che l’Angelo, che dovrebbe essere puro spirito,
invece è di carne ed ossa
e ne è la prova l’ombra che vediamo a terra!

Il Lotto quindi ci mostra una Madonna,
un Angelo e perfino la Divinità
fatti di carne e sentimenti umanissimi.






Ciò conferma quanto si diceva su
riguardo alla visione semplice, sincera e senza retorica
di tutti gli aspetti della vita e della religione
da parte di questo artista rinascimentale sui generis.

Il dipinto “L’annunciazione” di Lorenzo Lotto del 1534 circa
si trova nel museo civico di Recanati.


FINE


Copyright Tony Kospan
In caso di copia è obbligatorio indicare autore e blog





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IL MONDO DELL’ARTE E DEGLI ARTISTI

NEL GRUPPO DI FB

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Lorenzo Lotto – Autoritratto – 1540





NON BASTA APRIRE LA FINESTRA – Pessoa.. grande cantore del sogno.. appare invece in questa poesia dubbioso   Leave a comment

 
 
 
 
 




   
Una poesia, della serie “grandissime poesie”
 e dalle notevoli e profonde suggestioni.

 
 
 
NON BASTA APRIRE LA FINESTRA
 
 




Dalì – Ragazza alla finestra
 
 
 
 

Pessoa, poeta del sogno, stavolta pur esaltandolo,
dubita che esso, nonostante sia superiore 
alla materialità delle cose ed alla freddezza della razionalità,
riesca poi davvero a veder bene  quel che c’è 
oltre la… “finestra“.



 
  
 
 
 

NON BASTA APRIRE LA FINESTRA
Fernando Pessoa
 
 
Non basta aprire la finestra
per vedere la campagna e il fiume.
Non basta non essere ciechi
per vedere gli alberi e i fiori.
Bisogna anche non aver nessuna filosofia.
Con la filosofia non vi sono alberi:
vi sono solo idee.
Vi è soltanto ognuno di noi,
simile ad una spelonca.
C’è solo una finestra chiusa
e tutto il mondo fuori; 
e un sogno di ciò che potrebbe esser visto 
se la finestra si aprisse, 
che mai è quello che si vede
quando la finestra si apre.

 
 
 
 
 
 
 

 


Alcuni ritengono però che la poesia parli


di luoghi da visitare, di paesaggi da vedere

perché più belli dal vero che sognati,

ma, secondo me, qui v’è chiaramente

una visione che va molto oltre

e quindi che sia una poesia soprattutto metafisica.


 


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Penso che Pessoa ci voglia dire:
– della nostra incapacità di vedere la verità solo con i nostri occhi,
– del pericolo di farci condizionare dai ragionamenti della filosofia
– della possibilità di vedere molto più in là della realtà
grazie ai nostri… sogni.

Tuttavia però poi termina con l’amara considerazione
che nonostante ciò
la verità è… comunque sempre diversa.

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In altre parole ed in estrema sintesi
il significato è, a mio parere, dolce-amaro,
e ci lascia un senso di vuoto e di incompletezza.

Noi non conosciamo e non conosceremo mai la vera realtà…
che è quella che è oltre noi… (oltre la finestra)
ma la possiamo solo immaginare… sognare…
in quanto siamo prigionieri delle nostre convenzioni sociali
dei nostri tabù… delle nostre sovrastrutture mentali.

Però nemmeno questo sognare, ahimè,
corrisponderà mai alla verità sconosciuta
o inconoscibile da noi umani.






Per questo si può parlare di poesia metafisica…

La mia è però una personalissima interpretazione
e mi piacerebbe legger quel che ne pensate voi.



Pessoa


CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 
 
 

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ARTE MUSICA POESIA HUMOUR
NEL GRUPPO PSICHE E SOGNO

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Omaggio a Beethoven con la mitica 9° Sinfonia e con “Il fregio”… il grande dipinto dedicatogli da Klimt   Leave a comment


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E’ forse, o senza forse,
 il più grande compositore musicale di tutti i tempi
e per molti, il suo genio,
va oltre il concetto stesso di musica!

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Bonn 16.12.1770 – Vienna 26.3.1827

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Nell’anniversario della nascita di Beethoven

desidero rendergli omaggio

attraverso una sua mitica musica

associata ad una grande opera di Klimt

tra l’altro creata proprio in suo onore…

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Dunque l’associazione tra arte e musica
in questo caso infatti
non è di fantasia ma è in “re ipsa”.
 
 
 
 

Klimt – Fregio di Beethoven – Parete A


 
 
  
IL FREGIO DI BEETHOVEN
 
 

Il Fregio, lungo 24 metri e sviluppato su tre pareti
fu eseguito in occasione della XIX mostra della Secessione
dedicata nel 1902 (e quindi 111 anni fa)
alla grande scultura di Max Klinger raffigurante l’apoteosi di Beethoven.
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Il tema del Fregio è una interpretazione della Nona Sinfonia di Beethoven.
 
 
 
 

Klimt – Fregio di Beethoven – Parete B

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Klimt dipinge direttamente sulla parete 
senza preoccuparsi di cercare materiali duraturi
pensando che l’opera sarebbe stata eliminata
alla fine della manifestazione.
 
Per fortuna, nonostante tutto ciò,
si è potuto conservar bene l’opera.
 
Klimt , che è un amante dei simboli 
qui vuol narrare
la lotta tra bene e male 
 
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Klimt – Fregio di Beethoven – Parete C

 


E la musica?





 


Non può non esser in questo caso che la mitica


9° sinfonia


che possiamo ascoltare in questo bel video

che associa anch’esso i 2 grandi artisti.


 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
BUONA VISIONE E BUON ASCOLTO DA TONY KOSPAN
 
 
  
 
 

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Buona Domenica delle Palme in poesia “Lo dirò con un sorriso” D. M. Turoldo – arte Vermeer – canzone Mi ritorni in mente   1 comment

 

 

 

Johannes Vermeer – La ragazza con l'orecchino di perla

 

 

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cuorecuorecuorecuorecuorecuorecuore

 
Non posso perdere l'unica cosa che mi mantiene vivo:
la SPERANZA.
Una parola che, spesso si trova con noi al mattino,
viene ferita nel corso della giornata
e muore all'imbrunire, ma resuscita con l'aurora.
– Paulo Coelho – 
cuorecuorecuorecuorecuorecuorecuore 
 
 
 
 
 
Johannes Vermeer – Giovane donna che legge una lettera davanti alla finestra
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 


LO DIRO' CON UN SORRISO


– David Maria Turoldo –


Andrò in giro per le strade sorridendo,


finché gli altri diranno:- è pazzo!


E mi fermerò soprattutto


Coi bambini a giocare in periferia,


poi lascerò un fiore ad ogni finestra


e saluterò chiunque incontrerò per via,


stringendogli la mano.


E poi suonerò con le mie mani


le campane della torre a più riprese


finché sarò esausto,


e dirò a tutti: PACE!


Ma lo dirò in silenzio


e solo con un sorriso,


ma tutti capiranno.


 


 

Vermeer – La lattaia (part.)

 

 

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a tutti da Orso Tony

 

 

 

  
P O E S I E ?
In questa pagina FB
un modo diverso di viverle






Foto:

Vermeer – Il bicchiere di vino


 

 

Esorcizziamo il pericolo degli orrendi virus dei nostri pc… tablet etc… con vignette e barzellettine   Leave a comment

 

 

 

Sono la tremenda croce di noi internauti…

 

Proviamo almeno ad esorcizzarli un pò

con… l'humour…

 

 

 

 

 

 

SORRIDIAMO CON I MALEDETTI VIRUS…

 

 

 

   

 

Virus Bobbit:

Rimuove una parte vitale del vostro hard-disk, quindi la riattacca (ma quella parte non funzionerà mai più bene come prima).

 

 

 

 

Virus Tim:

Ogni tre minuti vi ripete di che gran servizio stiate usufruendo.

 

 

 

 

Virus Vofafone:

Ogni tre minuti vi ripete che state pagando troppo per il servizio offertovi dal virus Telecom.

 

 

 

 

 

Virus del Diritto alla Vita:

Non vi permetterà di cancellare un file, qualunque sia l’età del file. Se tentate di cancellare un file, vi costringerà a vedere prima uno psicologo per cercare possibili alternative.

 

 

 

 

Virus dell’FBI:

Divide il vostro HD in centinaia di piccolissime unità, ognuna delle quali non fa praticamente niente, ma ognuna di esse pretende di essere la parte più importante del vostro computer.

 

   

 

 

Virus ISTAT:

Il 60% dei computer infettati perderà, nel 14% dei casi, il 38% dei dati in essi contenuti (con un margine di errore del 3.5 %).

 

 

 

 

Virus Alitalia:

Siete a Roma, ma i vostri dati sono ad Acapulco.

 

 

 

 

Virus Freudiano:

Il vostro computer è ossessionato dall’idea di sposare la sua scheda madre.


 

 


 

 

Virus Tossico:

I vostri programmi si bloccano ogni paio di minuti chiedendovi qualche spicciolo.  

 

 

 

 

Virus Elvis:

Il vostro computer ingrassa, rallenta e diventa pigro, quindi si auto-distrugge. Ricompare presso supermercati, stazioni di servizio e fast-food in tutti gli Stati Uniti centrali.

 

 

 

 

 

Virus Star Trek:

Invade il vostro sistema in posti dove nessun virus era andato prima.

 

 

 

 

Virus Assistenza Medica:

Controlla il vostro computer per un giorno, non trova niente di guasto, e vi spedisce un conto di 3 milioni a casa.

 

 

 

 

Virus Parlamentare:

Il computer si blocca, lo schermo si divide in due ed appaiono messaggi su entrambi i lati del video che accusano del problema l’altro lato del video

 

 

CHE STIANO LONTANO DA NOI IN OGNI CASO…!!!A bocca aperta


 

 

 

 

 

TESTO DAL WEB – IMPAGINAZIONE T.K.

 

 

 

CIAOOOOOOOO INTERNAUTI… 

 

TONY KOSPAN




 

 

 

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