Archivio per 20 dicembre 2017

Buon mercoledì sera in poesia “L’amor mio è vestita di luce” Joyce – arte W. Crane – canzone “Chariot”   Leave a comment



Walter Crane – La mia anima è una barca incantata


 
 
 
 

 
 
 
 

L’amore e l’arte non abbracciano ciò che è bello,
ma ciò che, grazie al loro abbraccio, diventa bello.
– Karl Kraus –

 

 
 
 
 
(Chariot con testo) (cliccare sul triangolino)

Walter Crane – Primavera


 
 
 
L'AMOR MIO E' VESTITA DI LUCE 
James Joyce
 
 
L'amor mio è vestita di luce
 In mezzo ai meli
 Dove i lieti venti più bramano
 Di correre insieme.
 
Là dove i venti lieti restano un poco
 A corteggiare le giovani foglie,
 L'amor mio va lentamente, china
 Alla propria ombra sull'erba;
 
Là, dove il cielo è una coppa azzurrina
 Rovescia sulla terra ridente,
 Va l'amor mio luminoso, sostenendo
 Con garbo la veste.

 
 
 
 (Chariot video con Petula Clark)

Walter Crane – La danza delle 4 stagioni



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POESIE E CULTURA
 

 


Walter Crane – La danza dei 5 sensi

 
 
 

Augurissimi… Gigliola Cinquetti! Buon compleanno con una tua mini biografia e la mitica “Non ho l’età”   Leave a comment

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Nata da una famiglia benestante di Verona
si è diplomata al Liceo Artistico.
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Abbandonati gli studi universitari si dedicò all’attività di cantante
che aveva però già iniziato, e con successo, a 15 anni.


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Il 1963 fu il suo anno magico!
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Infatti dopo aver vinto il Festival di Castrocaro
si presenta a soli 16 anni al Festival di Sanremo del 1964
vincendolo con la canzone “Non ho l’età“.





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Ma non finì lì!
Dopo solo 2 mesi cince a Copenaghen anche l’Eurofestival
sempre con la stessa canzone.

La canzone vendette oltre 4 milioni di dischi in tutta Europa
rimanendo per mesi ai primi posti delle classifiche.

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Verona 20 dicembre 1947

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Nel 1966 rivince Sanremo con “Dio come ti amo
in coppia con Domenico Modugno.

La sua carriera è continuata fino ad oggi con altri discreti successi
ma nessuno ha eguagliato quello ottenuto con “Non ho l’età“.



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Cara Gigliola





Sei la nostra amica di sempre…
quella che non “avrà mai l’età

Riascoltiamo quella mitica canzone ..

(Non ho l’età)



Ancora augurissimi Gigliola…

per altri mille di questi giorni

e sempre… senza avere l’età…






anche da Tony Kospan








E. S. Curtis – L’esploratore che ci fa capire davvero gli Indiani d’America – Documentazione e arte fotografica – II Parte   Leave a comment



Proseguiamo l'approfondimento della vita reale degli Indiani d'America
grazie all'opera davvero storico-documentale di Edward Sheriff Curtis

 
 
 
 
 
 
 
 
Mi pare quindi giusto porre in risalto, con una sua biografia,
l'unico uomo che con coraggio e bravura
si dedicò ad una fatica improba
di ricerca e documentazione fotografica
girando in lungo ed in largo per tutto il Nord America
per conoscere e fotografare usi e costumi dei nativi.

 
 
 
 
 
 
 

EDWARD SHERIFF CURTIS
L'UNICO BIANCO CHE DAVVERO INQUADRO'
GLI INDIANI D'AMERICA

By Tony Kospan

 
 
II PARTE
 
 
 
 

Edward Sheriff Curtis

 
 
 
 
BREVE BIOGRAFIA
 
 
Nato a Whitewater (Wisconsin) piccola cittadina alla confluenza di due fiumi – il Whitewater Creek e lo Spring Brook il 16 febbraio 1868 dopo un'infanzia tranquilla iniziò ad accompagnare il padre, predicatore e veterano della guerra di Secessione, in canoa per raggiungere i paesi in cui doveva tenere i sermoni.

 
 
 

Foto:

 
 
 

Nel 1885 si costruì la prima macchina fotografica.
Ebbe quindi diverse esperienze fotografiche e partecipò a diverse spedizioni scientifiche.
Ben presto il suo amore per lo studio dei Nativi americani ed il desiderio di documentarne cultura… abitudini ed identità delle varie tribù mentre il loro destino di protagonisti della storia si avviava al crepuscolo fu irrefrenabile.
 
 
 
 

Foto:

 
 
 
 
 
La sua lunghissima e continua attività di pioniere dalle fredde lande dell'Alaska a quelle aride del Messico lo portò a conoscere a fondo la vita degli Indiani d'America diventando anche amico di diversi capi che gli consentirono di effettuare fotografie irripetibili ed affascinanti.
Questa sua instancabile attività ebbe diversi finanziatori tra cui Theodore Roosevelt, Andrew Carnegie ed i reali di Inghilterra e Belgio.
La collana fotografica che ne derivò ebbe grandissimi riconoscimenti, fin dal primo volume del 1906, ma gli costò problemi psicologici e la sua rovina economico-familiare.
 
 
 
 
 
 
Foto:
 
 
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Le gravi difficoltà economiche però ed i problemi finanziari non gli consentirono, dopo il 1930, di proseguire nella sua libera attività ma dovette accontentarsi di collaborare con altri studi… ed anche di fare il cameraman per Cecil B. DeMille, per il quale avrebbe collaborato anche alle riprese del film I dieci comandamenti.
 
Morì il 21 ottobre 1952 a quasi 85 anni e poco prima che fosse pubblicata la sua autobiografia.
 
 
 
 
 
Foto:
 
 
 
 
 
QUALCHE CONSIDERAZIONE SULLA SUA OPERA
 
 
 
La ricerca storico-documentaristico-fotografica di Edward Sheriff Curtis ha coinciso con il crepuscolo di una epopea, l'epopea del vecchio west e del popolo pellerossa, e ne è fedele nonché ampia ed unica vera testimonianza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Egli era così consapevole di quanto stava accadendo (la fine di una storia e di una civiltà) che svolse con grande senso di responsabilità un’attività frenetica per documentare la vita e la cultura del popolo pellerossa riprendendo cerimonie, momenti di vita e di lavoro, volti e luoghi.
 
Infatti scrisse che secondo l'uso pellerossa il suo nome doveva essere
“Uomo che non ebbe mai tempo per giocare”.
 
 
 
 
 
 
 
 

Foto:
 
 
 
 
Davvero non possiamo non ringraziarlo per la sua incredibile e faticosissima ricerca che lo portò
a percorrere quasi 65.000 chilometri, utilizzando per i suoi spostamenti lungo terreni impervi e veloci corsi d'acqua i mezzi più diversi… dal treno, alla canoa, dai carri ai cavalli ed alle marce a piedi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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IL SOLSTIZIO D’INVERNO – Significato.. miti.. riti.. poesie.. dipinti.. e musiche   5 comments






Ci sono ricorrenze che non nascono da tradizioni umane

ma sono momenti veri della Natura…

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I solstizi e gli equinozi

sono infatti appuntamenti astronomici eterni

che influenzano realmente la nostra vita

e che sono stati considerati molto importanti

in tutte le culture fin dall’antichità.


 




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22 DICEMBRE 2019
ORE 05,19
SOLSTIZIO D’INVERNO


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IL SOLSTIZIO D’INVERNO

 
 
 
Che la luce del nuovo sole possa illuminare
il cammino di tutti voi
Felice Alban Arthuan
 
 
 
 

Ruth Sanderson – Yule sparge i semi che sbocceranno in primavera




Il solstizio, che può essere d’estate o d’inverno, è ciascuno dei due punti dell’orbita terrestre in cui il Sole è alla massima distanza angolare rispetto al piano dell’equatore terrestre.
La parola “solstizio” significa “Sole stazionario”, ed indica il suo non alzarsi né abbassarsi rispetto all’equatore celeste.
E’ in questo momento che la nostra stella si trova alla massima altezza sull’orizzonte dell’emisfero boreale (cioè quello nord, dove si trova l’Italia), mentre a sud la situazione è capovolta.

 

 

 

 

A partire dal 22 giugno le ore di luce sono diminuite gradualmente, fino a raggiungere il minimo che si verifica proprio durante il solstizio d’inverno che quest’anno avviene il 22 dicembre.







Fin dall’antichità l’uomo si è reso conto del cammino ciclico che il Sole descrive nel cielo, traendone così spunto per regolare la propria vita agricola e di caccia e creare bellissime leggende per spiegare e spiegarsi il fenomeno.

Per i greci, ad esempio, il solstizio d’estate coincideva con la “Porta degli uomini “, cioè il momento in cui le anime uscivano dalla caverna cosmica.



   (Invisible power – New age)




SOLSTIZIO D’INVERNO

(Filastrocca)

Quando a dicembre arriva il solstizio
che dell’inverno scandisce l’inizio
il sole pare diventare più mite ed umano
non fa più l’altezzoso nel cielo lontano
insieme a noi si leva tardi al mattino
si tira pigramente sul tetto vicino
rimanendo incantato tutto il giorno
a guardare curioso le case intorno
non c’è chi non lo veda affacciare
che non lo faccia subito entrare
accogliendolo con cordialità e calore
come si trattasse d’un ospite d’onore
in realtà sembra che al solstizio
sia la festa del sole ad avere inizio.



 

 

 

In Perù la divinità associata al Sole ed all’imperatore, Inti, riceveva sacrifici di animali ed offerte, affinché i raccolti estivi fossero abbondanti.

Il Cristianesimo sovrappose alle celebrazioni pagane la festività dedicata a San Giovanni Battista. 

Secondo le tradizioni italiane nella notte di San Giovanni le streghe si levavano in volo e raggiungevano il “Grande Noce di Benevento“, l’albero sul quale una dea lunare avrebbe sconfitto il diavolo, rimandandolo negli inferi.

Fino al 1872 a Roma, dopo l’Ave Maria, veniva sparato un colpo di cannone che dava inizio ai festeggiamenti. Il popolo si ritrovava nelle osterie per banchettare con le lumache, considerate in grado di scacciare i litigi ed il pericolo di essere traditi dai propri amati. Ma a partire dal quell’anno la festa venne soppressa dal governo italiano. 

 

 

 (Ice dance – New age)

 




Il Solstizio d’Inverno cade in un giorno variabile dal 20 al 24 dicembre.

E’ definito anche come il giorno più breve o la notte più lunga dell’anno.

In questo giorno il sole compie il suo giro più breve attraverso il cielo, riducendo così le ore di luce del giorno.

Dopo questa data le giornate iniziano nuovamente ad allungarsi.

Nell’antichità era un’importante festività dei popoli pagani per tutte le tradizioni il Solstizio d’Inverno celebra sempre la morte del Dio Sole, la sua trasformazione e la sua rinascita nel ventre della Dea. 

 

 

 

 

 

 Altri termini usati per indicare il Solstizio sono Yule, che sembra derivare dalla parola anglosassone “Yula” o quella scandinava “Jul” o “Iul” che significa “ruota”, la Ruota dell’Anno.


Infatti per le popolazioni anglosassoni proprio il solstizio segnava l’inizio del nuovo anno e per la tradizione druidica  indicava la rinascita del dio Sole in questo giorno. 

 

 

 

  

 

Nell’antica Roma, nel giorno del Solstizio Invernale si celebrava la rinascita del Sole, il “Dies Natalis Soli Invicti” (il giorno di rinascita del Sole Invincibile) dopo l’introduzione, sotto l’imperatore Aureliano, del culto del dio indo-iraniano Mitra nelle tradizioni religiose romane.





Le feste in onore di Mitra erano comprese nell’ampio arco delle festività che i Romani chiamavano Saturnalia, e cioè festeggiamenti dedicati al dio Saturno.


In seguito fu Giulio I nel 325 d.C. circa a trasformare questa festività come ricorrenza per ricordare la nascita di Gesù Cristo, creando una celebrazione alternativa, e  divenuta poi vincente, alla più popolare festa pagana di quei tempi.

 

 

  (Reminiscenze – New age)

 

 
 
 
Anche appendere l’agrifoglio in casa è un’usanza che persiste da tempi antichissimi.

Fin dai tempi più remoti esso rappresenta un segno di protezione e difesa contro le negatività. 

Inoltre rappresenta il Vecchio Dio del Cielo, il Re Agrifoglio che negli antichi miti nordici simboleggia l’anno morente che soccombe al nuovo anno nella simbolica battaglia contro il giovane Re Quercia.
 






SOLSTIZIO D’INVERNO
Parxifal


Come è limpida questa notte
cosi vicina al sole,
eppure cosi immensamente bella,
raccolgo il sorriso delle stelle,
questo meraviglioso dono
del solstizio d’inverno.
Chissà se lontano oltre gli spazi
dell’incommensurabile,
Musetta guarda la luna
che gira intorno al cuore,
che si fa stella,
fiore,
sogno.


La figura di Babbo Natale, strettamente legata a questa festività, è una raffigurazione fantasiosa di santi che durante questo periodo sono dispensatori di doni (come San Nicola o Santa Lucia),  funzione simpaticamente ricoperta nell’antichità da Saturno.

 
 
 

 
 
 

Dalle celebrazioni pagane del solstizio d’inverno e dal desiderio di luce e di festa che per contrasto ne derivano sono infatti nate la figura di Lucia (nel suo significato di portatrice di luce) di bianco vestita e con candele sulla testa e quella di Babbo Natale.

 
 
 
 
Santa Lucia – Carl Larsson
 
 

 

Il Solstizio d’Inverno è occasione per guardare dentro sé stessi per cercare e riconoscere le proprie paure i propri dubbi.

E’ tempo di affrontare, sconfiggere e lasciar andare via tutto ciò che limita e frena la nostra nuova crescita.

E’ tempo di liberarsi dal peso delle insicurezze e dei timori che, gravando sulla nostra anima, ci allontanano da un nuovo inizio, da una nuova rinascita. 

 

 

 

 


 

FINE
 
 
Tony Kospan
 
 



TESTO DAL WEB – CON COORDIN., AMPIE RIELABORAZ. ED IMPAGIN. DI T.K. 
 
 
 
 

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