Archivio per novembre 2017
Uno scrittore divenuto mitico
per il suo irresistibile… fine… elegante umorismo.
MARK TWAIN
BREVE RICORDO… CON ALCUNI AFORISMI
ED UN… VIDEO
Mark Twain è in realtà lo pseudonimo
di Samuel Langhorne Clemens.
UN BREVE RICORDO
E' stato un grande umorista e scrittore statunitense…
ma prima d'iniziar a scrivere
fu tipografo (da giovanissimo) e poi pilota di battelli sul Mississipi,
cercatore d'oro etc…
Tutte queste attività gli consentirono
di conoscere il vero cuore dell'America profonda.
E' celeberrimo ancor oggi per libri come
Le avventure di Tom Sawyer, Le avventure di Huckleberry Finn,
Il principe e il povero,
Un americano alla corte di re Artù e Vita sul Mississippi.
Viene altresì considerato come uno dei primi grandi protagonisti
della letteratura americana.
Dai suoi libri sono nati dei film e delle serie di cartoni animati…
Ricordiamolo anche noi
con alcuni suoi originali graffianti e divertenti aforismi
ed un video tratto da un film girato da un suo famoso libro.
Mark Twain (Florida 30.11.1835 – Redding 21.4.1910)
ALCUNI AFORISMI
Non ho mai lasciato che la scuola interferisse con la mia educazione.
Il paradiso lo preferisco per il clima, l'inferno per la compagnia…
Che privilegio aveva Adamo!
Quando diceva qualcosa di buono,
sapeva che nessuno l'aveva detta prima
Ognuno di noi è una luna:
ha un lato oscuro che non mostra mai a nessun altro
Non è vero che i mariti, appena vedono una bella donna,
dimenticano di essere sposati.
Al contrario: proprio in quei momenti
se lo ricordano dolorosamente
Mai rimandare a domani ciò che puoi fare benissimo dopodomani
L'umanità senza la donna sarebbe scarsa.
Terribilmente scarsa.
Tra tutti gli animali l'uomo è il più crudele.
è l'unico a infliggere dolore per il piacere di farlo.
La cosa più facile che io abbia mai fatto in vita mia
è smettere di fumare:
dovrei ben saperlo,
perché l'ho fatto un migliaio di volte
Non sapevano che fosse impossibile, allora l'hanno fatto
L'umorismo è una gran cosa, è quello che ci salva.
Non appena spunta, tutte le nostre irritazioni,
tutti i nostri risentimenti scivolano via,
e al posto loro sorge uno spirito solare
Cerchiamo di non essere troppo esigenti:
è meglio possedere diamanti di seconda scelta
che non possederne affatto
Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo,
mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe.
Il letto è il posto più pericoloso del mondo:
vi muore l'80% della gente
L'uomo è l'unico animale che arrossisce.
O che ne abbia bisogno
BREVE VIDEO
E' la scena iniziale del cartoon
nato da uno dei suoi libri più noti…
Ciao da Tony Kospan
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Eccezionale, per la sua rarità, il ritrovamento nel fiume Rodano di una ruota di legno intatta di un carro romano.
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Aveva accanto reperti di grande valore: monete d’oro, elementi architettonici, marmi, statue (tra cui uno splendido ritratto di Giulio Cesare), ed una una misteriosa cassa di legno e bronzo.
Eccola

La ruota, di circa 1 mt di diametro, presenta dieci raggi.
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Ci si domanda se sia stata una piena del Rodano a travolgere il carro ed il suo carico prezioso.
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La ruota rappresenta un ulteriore elemento che consente di conoscere la realtà della Gallia Romana del IV secolo.
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Esempio di carro romano
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Ruote di carri con dieci raggi non erano frequenti ma erano già state riscontrate nell’antichità .
Si ricordano quella conservata nel mausoleo di Igel in Germania, quella scolpita su una stele in Panonnie (Austria), quelle visibili nel mosaico di Boscéaz Orbe in Svizzera e sull’altare dedicato a Giove nel lapidario di Avignone.
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Il reperto è poi stato rimosso dal fiume con molta cura e molte difficoltà per non danneggiarlo.
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E’ stato poi prelevato da specialisti del Museo delle Antichità di Arles e del laboratorio Arc-Nucléart a Grenoble per esser poi lì conservato.
Tony Kospan
– Fonti web –
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FERNANDO PESSOA…
POETA DEL SOGNO E DELL'INTROSPEZIONE
Lisbona 13.6.1888 – Lisbona 30.11.1935
BREVE BIOGRAFIA
Fernando António Nogueira Pessoa nasce a a Lisbona il 13 giugno del 1888 ma all’età di 5 anni va a vivere con la madre a Città del Capo in Sudafrica…
Impara così benissimo l’inglese e scriverà poesie ed altre opere anche in questa lingua.
Nel 1905 torna a Lisbona dove lavorò tutta la vita come “corrispondente commerciale”.
Svolse da giovane un’intensa attività nei circoli culturali portoghesi e fondò e diresse diverse riviste letterarie.
Viene considerato il creatore della corrente “modernista ” portoghese.
Dedicò molti suoi studi all’esoterismo ed alle concezioni mistiche orientali condividendo anche le teorie sulla reincarnazione.
Per comprendere la complessità del suo pensiero basti pensare che nelle sue opere si firma con 3 nomi diversi… ma non per gioco…
Ogni firma… Alberto Caerio, Alvaro de Campos e Ricardo Reis rappresenta davvero una visione diversa della vita rispetto alle altre 2…
La personalità di Alvaro de Campos è quella vicina alle teorie futuriste… ma ciascuno dei tre “eteronimi” meriterebbe una singola analisi ed un lungo discorso a sé stante.
La sua “poetica” è ricca di immaginazione, sensibilità e sogni nell’ambito di una personalità certo sottilmente introversa.
Egli è infatti in perenne ricerca di un equilibrio e molti suoi testi lo testimoniano.
Gli viene universalmente riconosciuta una lucida e grande capacità di esplorazione del mondo del dolore umano… cosa questa che gli consente di rimanere sempre attuale.
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Poche delle sue opere, parte in inglese e parte in portoghese, furono pubblicate in vita… e tutte hanno riscosso un grande successo solo dopo la sua morte… che avvenne il 30 novembre 1935.
Diversi scrittori e critici letterari (in particolare il premio nobel Octavio Paz) affermano che la sua vita, per nulla eccezionale, fa da incredibile contrasto all'eccezionalità delle sue opere
Personalmente lo ritengo uno dei grandissimi…

ALCUNI MITICI AFORISMI
Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso volere d'essere niente.
A parte ciò,
ho in me tutti i sogni del mondo.
E se tutti noi fossimo sogni che qualcuno sogna,
pensieri che qualcuno pensa?
Ripassa domani, realtà!
Basta per oggi, signori!
La mia anima è una misteriosa orchestra;
non so quali strumenti suoni e strida dentro di me:
corde e arpe, timpani e tamburi.
Mi conosco come una sinfonia.
Amo come l'amore ama.
Non conosco altra ragione di amarti che amarti.
Cosa vuoi che ti dica oltre a dirti che ti amo,
se ciò che ti voglio dire è che ti amo?
NULLA
Gli angeli vennero a cercarla
La trovarono al mio fianco,
lì dove le sue ali l’avevano guidata.
Gli angeli vennero per portarla via.
Aveva lasciato la loro casa,
il loro giorno più chiaro
ed era venuta ad abitare presso di me.
Mi amava perché l’amore
ama solo le cose imperfette.
Gli angeli vennero dall’alto
e la portarono via da me.
Se la portarono via per sempre
tra le ali luminose.
É vero che era la loro sorella
e così vicina a Dio come loro.
Ma mi amava perché
il mio cuore non aveva una sorella.
Se la portarono via,
ed è tutto quel che accadde.
E’ L’AMORE CHE E’ ESSENZIALE
E’ l’amore che è essenziale.
Il sesso è solo un accidente.
Può essere uguale
o differente.
L’uomo non è un animale
è una carne intelligente,
anche se a volte malata.

CONTEMPLO
Contemplo il lago silenzioso
che la brezza fa rabbrividire.
Non so se penso a tutto
o se tutto mi dimentica.
Nulla il lago mi dice
né la brezza cullandolo.
Non so se sono felice
né se desidero esserlo.
Tremuli solchi sorridono
sull’acqua addormentata.
Perché ho fatto dei sogni
la mia unica vita?
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LA POESIA
Nella mia mente è sopita una poesia
che esprimerà la mia anima intera.
La sento vaga come il suono e il vento
eppure scolpita in piena chiarezza.
Non ha strofa, né verso né parola.
Non è neppure come la sogno.
E' un mero sentimento, indefinito,
una felice bruma intorno al pensiero.
Giorno e notte nel mio mistero
la sogno, la leggo e riprovo a sillabarla,
e sempre la parola precisa è sul bordo di me stesso
come per librarsi nella sua vaga compiutezza.
So che non sarà mai scritta.
So che non so che cosa sia.
Ma sono contento di sognarla,
e una falsa felicità,
benché falsa, è felicità.
TONY KOSPAN
PER CHI AMA LA POESIA
ED IL SUO MONDO
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Grande bellezza e dolce sensualità,
queste sono state le doti che l'hanno fatta divenire
un'icona sexy del cinema italiano.
Pola 28.11.1941 – Ladispoli 22.6.2015
Nata a Pola in Istria… quando era solo una bimba
fu costretta a rifugiarsi con la famiglia a Roma
alla fine della 2° guerra mondiale.
Qui, ormai giovane donna,
partecipò ad alcuni “Caroselli”
e fu attrice in alcuni fotoromanzi.
Lasciò allora il corso che seguiva
per diventare insegnante di ginnastica.
A 25 anni poi, nel 1966, con “Le sedicenni”
entrò nel mondo del cinema.
Seguirono altri film che pian piano evidenziarono
le sue irresistibili doti di morbida e sognante “femme fatale“.
Nel 1971 ebbe una storia con Jean-Paul Belmondo
conosciuto sul set de “Gli sposi dell'anno secondo“.
Ma fu con “Malizia” di S. Samperi che le arrise,
in modo esplosivo, il grande successo
e non solo di pubblico, in quanto vinse pure
un David di Donatello ed un Nastro d'argento.
Seguirono, fino a tutti gli anni '80, tanti film di successo
ed alcuni anche sotto la direzione di grandi registi
come Giuseppe Patroni Griffi (Divina creatura, 1975)
o Luchino Visconti (L'innocente, 1976) mostrando
le sue doti di attrice completa
ed in grado di recitare ruoli di diverso genere.
Nel 1991 però, come un fulmine a ciel sereno,
ci fu la notizia del suo arresto
per spaccio di droga che sorprese l'Italia.
Fu l'inizio della sua fine in quanto non si riprese più
mostrando così una grande fragilità caratteriale
che però era molto probabilmente
una notevole componente del suo particolare fascino.
Alla fine fu assolta in quanto era solo consumatrice.
Nel 2000 ci fu il suo ritorno al cinema con Samperi
ma il film “Malizia 2000” fu un grande fiasco
ed a causa di alcune infiltrazioni di collagene
fatte per alcune scene il viso ne rimase deturpato.
Malizia 2000
Ha vissuto gli ultimi anni in totale anonimato
e con grande tristezza per dolorose vicende giudiziarie
avendo dovuto denunciare il figlio e la badante
d'appropriazione indebita di soldi ed appartamenti.
Quando l'amico Lino Banfi iniziò una battaglia
per farle avere il sostegno previsto per gli artisti
dalla Legge Bacchelli lei chiese di soprassedere
in quanto voleva essere dimenticata…
Penso che noi tutti però preferiamo ricordarla
nei suoi momenti di magico splendore
anche se la sua vicenda umana ed artistica
ci insegna come sia facile passare
dal grande successo ad un inesorabile rapido declino.
Rivediamo infine alcune famose scene di suoi film
in questo video-ricordo a lei dedicato.
Laura Antonelli, l'incanto di una donna
Ciao Laura e grazie per le emozioni che ci hai donato…
Tony Kospan
LA TUA PAGINA CULTURALE DI FB
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Joseph Lorusso
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Non faccio alcuna differenza
tra un libro e una persona, un tramonto, un quadro.
Tutto ciò che amo, lo amo di un unico amore.
– Marina Cvetaeva –
Mina – La voce del silenzio
TI HO CERCATA
Pedro Salinas
Ti ho cercata nel dubbio:
non ti trovavo mai.
Sono andato in cerca di te
nel dolore.
Tu non venivi di lì.
Mi sono immerso nel profondo
per vedere se, infine, tu c’eri.
Attraverso l’angoscia,
dilaniatrice, ferendomi.
Tu non sorgevi mai dalla ferita.
E nessuno mi ha fatto cenno
un giardino o le tue labbra,
con alberi, con baci ;
nessuno mi ha detto
per questo t’ho perduta
che tu eri sugli ultimi
terrazzi della gioia,
del riso, della certezza.
Che ti si trovava
sulle cime del bacio
senza dubbi e senza domani.
Nel vertice puro
dell’allegria alta,
moltiplicando giubili
per giubili, per risa,
per incanti.
Annotando nell’aria
le incredibili cifre,
senza peso,
della tua felicità..
Joseph Lorusso
PER LE NOVITA' DEL BLOG
SE IL BLOG TI PIACE
I S C R I V I T I
Joseph Lorusso
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L’AMORE
Leo Buscaglia
L’Amore è come uno specchio,
quando ami qualcuno
tu diventi il suo specchio
e lui il tuo…
E specchiandoti
nel reciproco Amore
vedi l’infinito…
by Tony Kospan
PER LE NOVITA' DEL BLOG
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I S C R I V I T I
Leonid Afremov
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Un interessante articolo sul rapporto, ormai ampiamente riconosciuto,
tra la malinconia e l’arte insieme a dipinti, poesie e canzoni in tema.
LA MALINCONIA NELL’ARTE.. NELLE POESIE E NON SOLO
PER IL BLOG IL MONDO DI ORSOSOGNANTE
La malinconia – Durer – (Partic.)
La malinconia è il più legittimo tra tutti i toni poetici.
(Edgar Allan Poe)
La malinconia è la felicità di essere triste.
(Victor Hugo)
La malinconia e la felicità sono come due persone che fingono di non conoscersi
e si incontrano di continuo ad appuntamenti segreti.
(Fabrizio Caramagna)
Paul Delvaux – Elogio della Malinconia
Rifuggita, nella nostra società iperattiva tutta volta verso l’esterno, la malinconia può essere letta come un bisogno di rivolgere l’attenzione verso l’interno, quella dimensione in cui gli artisti traggono ispirazione e carica per la loro attività.

Francesco Hayez – Pensiero malinconico
Da cosa dipende quel vago malessere che spesso accompagna la nostra vita?
Perché non siamo felici di ciò che possediamo e delle mete che abbiamo già raggiunto?
Da dove proviene quella struggente sensazione di non essere veramente a “casa”?
è lo stato di malinconia, quel vissuto psicologico che sperimentiamo di frequente nei momenti di “sosta”, di “arresto” nel corso della nostra vita.
Gli antichi la descrivono come “afflizione dell’anima” affine alla tristezza, ma non così dolorosa, e anche se cupa e profonda porta con se una certa tenerezza e dolcezza.
Inoltre, a differenza della tristezza, che sfiora la depressione e non induce alla riflessione, la malinconia si alimenta di un pensiero più intimo forse più a contatto con la “ragioni” del cuore.
Marie Constance Charpentier – La melanconia
Il termine malinconia deriva dal greco, mélas, nero e cholé, bile, quindi “bile nera” che insieme con il flegma, la bile gialla, e il sangue, formava i “quattro umori”.
Questi umori si credeva controllassero tutta l’esistenza e i comportamenti dell’uomo e, a seconda del modo in cui si combinavano, determinavano il carattere degli individui; in perfetta corrispondenza con gli elementi del cosmo e i suoi cicli, come l’alternarsi delle stagioni.
Nel linguaggio moderno la parola “malinconia” o “melanconia” si usa per indicare indifferentemente cose alquanto diverse tra loro.
Nella nostra cultura medica viene indicata come prodromo della depressione, e viene riconosciuta come tale quando si accompagna a sensi di colpa e a umore depresso, sintomi però non scatenati da eventi ben identificabili e per lo più non caratterizzati da ansia.
Le persone che ne soffrono manifestano anche insonnia, perdita dell’appetito e incapacità di trarre piacere.
Questo “atteggiamento” scientifico, di sicura utilità per diagnosticare preventivamente una patologia depressiva, ha messo però in ombra la malinconia come “stato dell’anima”, talvolta penoso e deprimente e talaltra dolcemente pensoso o nostalgico, includendo tutte le manifestazioni in un’unica definizione di carattere clinico.
Elio Occhipinti
Ma eccoci alle poesie, associate a dipinti e canzoni.
(Malinconia – Luca Carboni)
Arnold Bocklin – Malinconia
MALINCONIA E ARTE
Daniele Bollea
La malinconia d’una
perduta armonia
è il vento perenne
che soffia nell’arte.
Si placa nelle opere
che la vantano.
Ma poi riattacca la cicala
e si rimette al vento.
Già è altrove
l’occhio quieto del ciclone.
(Giuni Russo – Malinconia)
Louis Jean Francois Lagrenee – Malinconia
VOLUTTA’ DELLA MALINCONIA
Johann Wolfgang von Goethe
Non asciugatevi, non asciugatevi,
lacrime del sempiterno amore!
Oh come a occhi che vanno asciugandosi
il mondo appare squallido, smorto!
Non asciugatevi, non asciugatevi,
lacrime dell’amore infelice!
(Malinconia – Riccardo Fogli)
Edvard Munch – Malinconia
NEL LAGO DEI TUOI OCCHI
Guillaume Apollinaire
Nel lago dei tuoi occhi assai profondo
il mio cuore si annega e si discioglie
E là dentro lo disfano nell’acqua
di amore e di follia
un po’ Ricordo, un po’ Malinconia.
F I N E
Testo ed immagini dal web – Impaginazione e coordinam. T. K.
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
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Nella Giornata mondiale contro la Violenza sulle Donne
che si celebra il 25 novembre di ogni anno
e che fu istituita dall’Onu nel 1999
per tener vivo un argomento sempre attuale,
ma spesso trascurato,
come quello della violenza di genere, degli stupri e del femminicidio
mi fa piacere riproporre questo brano davvero originale, benché duro.
In realtà l’ignoranza “sentimentale”
che vedo spesso nei social network che seguo
è davvero estesissima e diffusissima.
Molti si beano nel dire
“se mia moglie mi lascia la uccido”
come se fosse una cosa normale
e non un’aberrazione del concetto d’amore!
Ed altri mettono pure il “like” (“mi piace”).
Ma se questa è la cultura dell’amore dei nostri connazionali,
a mio parere ancora vicina a quella delle caverne,
(senza parlar poi di quella addirittura allucinante di altri popoli),
come meravigliarsi di quel che accade nelle nostre case
ed intorno a noi?
Per questo auspico che si introduca finalmente nelle scuole
la materia dell’educazione sentimentale…
sennò saremo sempre prigionieri di stereotipi superati e senza senso.
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Ma è giunto il momento di leggere il bell’articolo di Lella Costa che sfata,
con splendida amara ironia, i ridicoli luoghi comuni assolutori degli amici e dei parenti dei responsabili di crimini contro le donne.
STOP VIOLENZA SULLE DONNE!
E BASTA CON LE SCUSE!
SMETTETELA! E PER SEMPRE!
La prima volta che per la strada, tornando da scuola, un tale ti si è avvicinato e ha cominciato a dirti cose, e tu non le capivi nemmeno, ma hai intuito lo schifo prima ancora del pericolo, e sei scappata via, e la notte non riuscivi a dormire, ma neanche a dirlo.
Come se un po’, almeno un po’, te la fossi andata a cercare.
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La manomorta sull’autobus, e se provi a reagire intorno c’è solo scherno, e donne più grandi che stringono le labbra contrariate – da che mondo e mondo – son cose che succedono, non sei né la prima né l’ultima, fai finta di niente che è meglio, e poi a vestirti in quella maniera un po’, almeno un po’, te la sei andata a cercare.
(Quale maniera, di che cosa state parlando, avevo i jeans, faceva freddo, non si vedeva niente.)
Le facce delle madri degli imputati nei processi per stupro.
Ti aspetteresti che maledicessero i figli, che li disconoscessero, bibliche, inesorabili, che stringessero tra le braccia la vittima, e la consolassero, e le chiedessero scusa e avessero cura di lei.
E invece la guardano con odio e disprezzo lei, la rovina dei loro bravissimi ragazzi, lei che ci stava, altroché se ci stava, lei che li ha provocati, lei che se l’è andata a cercare.
Le donne, le bambine violentate dai padri, dai mariti, dai fratelli, dagli amici di famiglia, che preferiscono tacere, subire, sperare che la smettano da soli, perché mai, mai potrebbero sopportare che si sapesse, che se ne parlasse.
Troppa vergogna.
Le vittime che si vergognano al posto dei loro carnefici..

Niente da dire, è il crimine perfetto.
Complimenti.
E poi, si fa presto a dire violenza, a dire stupro, ma insomma si sa che a volte si trascende, ma il desiderio acceca, travolge e poi che diamine, alle donne piace…
è sempre stato così.
Vis grata puellae, no?
No.
Che siate stramaledetti, no.
Non provate a spacciare per complicità il sopruso, per gioco la brutalità.
E soprattutto smettetela di tirare in ballo l’istinto, la provocazione, il desiderio irrefrenabile.
Balle. Non c’è desiderio in uno stupro, mai.
Non c’è nemmeno sguardo.
Una donna vale l’altra, con buona pace dei moralisti e dei prefetti.
Non c’entra l’abbigliamento, l’ora, il posto, l’incoscienza, neppure l’età – andate a chiederlo a chi lavora nei centri di soccorso – alle donne stuprate.
Non esiste picchiare… uccidere… per amore
Andate a leggere i resoconti di donne più che adulte, più che modeste, a volte precocemente piegate da una vita di torti e miseria.
Andate a dirlo a loro, che se la sono andata a cercare.
Andate a dirlo alla ragazza omosessuale che è stata violentata perché “imparasse la lezione”, che si è trattato di attrazione fatale e incontrollabile.
Andate a dirlo alle donne vittime di quelli che chiamiamo stupri etnici, e neanche ci rendiamo conto dell’abominio, dell’orrore assoluto che evochiamo.
E poi smettetela, per sempre.
Lella Costa
(E polis – Milano)
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Ciao da Tony Kospan
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Guillaume Seignac


Nel vero amore…
è l’anima che abbraccia il corpo.
Friedrich Nietzsche

