Archivio per 11 luglio 2017

Buon martedì sera in poesia “Ti adoro” Baudelaire – arte J. A. D. Ingres – canzone “Mamma mia” degli Abba   Leave a comment

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Jean-Auguste-Dominique Ingres – La contessa Haussonville – 1845
La posa, lo sguardo, il vestito… un insieme di sogno









Per quanto difficile possa essere la vita,
c'è sempre qualcosa che è possibile fare.
Guardate le stelle invece dei vostri piedi.
– Stephen Hawkin –


Jean-Auguste-Dominique Ingres – Madame Moitessier



TI ADORO

Charles Baudelaire


T’adoro al pari della volta notturna,
o vaso di tristezza, o grande taciturna!
E tanto più t’amo quanto più mi fuggi, o bella,
e sembri, ornamento delle mie notti,
ironicamente accumulare
la distanza che separa le mie braccia
dalle azzurrità infinite.
Mi porto all’attacco,
m’arrampico all’assalto
come fa una fila di vermi presso un cadavere
e amo,
fiera implacabile e cruda,
sino la freddezza che ti fa più bella ai miei occhi.






Jean-Auguste-Dominique Ingres – L'odalisca






 




IL GRUPPO IN CUI VIVER L'ARTE…
INSIEME

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Jean-Auguste-Dominique Ingres – Ritratto di Fulong





Mini antologia delle canzoni delle nostre estati – IV – “Stessa spiaggia stesso mare” del 1963   Leave a comment

 
 

 
 
 
 
 
 
Questa nostra piccola antologia delle canzoni
che hanno segnato le nostre estati prosegue con questa…

estivissima

 
 
 
 
 
 
 

STESSA SPIAGGIA STESSO MARE
di un autore… mitico… come Mogol.

 
 
 
 
 
 
 
 
LE CANZONI DELL'ESTATE
by Tony Kospan
 
 
IV
 
  
 
 
                    
 
 
 
 
La canzone,
che sembra farci vedere le immagini e sentire i profumi
delle estati degli anni 60… però,
come tanti altri tormentoni estivi,
pur essendo nata da cotanto autore,
non brilla certo per la bellezza del testo.
 
 
 
 
 
 
 
 

La canzone è del 1963…
(un anno ricchissimo di tormentoni estivi)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ecco ora qualche immagine dell'estate di quell'anno…
per viverne (o riviverne) l'atmosfera.
 
 
 
 
Pelé e Rivera
 
 
 
 
Il famoso film Cleopatra
 
 
 
 
 
Una giovane Gina Lollobrigida
 
 
 
 
Immagine dal mitico film L'ape regina
 
 
 

 
Ascoltiamo  ora… l'allegra canzoncina 
prima cantata dalla mitica MINA

 
 
 
 
 
 


e poi, qui giù, nella versione di Piero Focaccia
 potendo leggerne anche il testo…
grazie al fantastico sito di un nostro connazionale
emigrato in Brasile

 
 
 


 
 
 
                             

 
 

Ciaooooooooooo

e felice estate a tutti

da Orso Tony


 

 
 
 

 
 
 
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LA PAGINA DI PSICHE E SOGNO
CHE PUO' AIUTARTI A COLORARE LE TUE ORE

 
 
 





 
 

Arcimboldo.. pittore della meraviglia – Vita.. dipinti ed analisi della sua arte “bizzarra”   5 comments

 
 
 
Una breve biografia…
un’ampia carrellata di opere sorprendenti
 ed un’analisi della sua arte fantastica ed unica.
 
 
 
 
 

Rodolfo II in veste di Vertunno (partic.)


 
 
 
 
L’originalissimo artista milanese creava infatti le sue opere
con un collage di frutta, fiori, rami, conchiglie e pesci
e, pur con pochissimi (ma notissimi) dipinti,
ha un suo preciso posto nella storia dell’arte.
 
 
 
 
 
Arcimboldo
(Milano 5 aprile 1526 – Milano 11 luglio 1593)

 
 
 
ARCIMBOLDO


IL GENIO DELL’ARTE DELLA MERAVIGLIA
 
 
 
 
 
Flora
 
 
 
 

BREVE BIOGRAFIA 


Arcimboldo nacque a Milano nel 1527


Il padre Biagio Arcimboldo o Arcimboldi era pittore presso il Duomo di Milano.


E’ ancora un problema irrisolto la versione corretta del nome dato che lo stesso Giuseppe si firmava in modo diverso di volta in volta.


L’origine del nome è alemanna e la storia del casato risale ai tempi di Carlo Magno al cui seguito c’era un nobiluomo d’origine alemanna Saitfrid Arcimboldi.


Il precoce contatto di Giuseppe con l’arte e la letteratura fu favorito dall’amicizia del padre con Bernardino Luini allievo di Leonardo da Vinci anche se non è documentato un contatto diretto con i due artisti.


In ogni modo grazie al Luini Arcimboldo ebbe l’opportunità di venire in possesso degli appunti e dei quaderni con gli schizzi di Leonardo.


Arcimboldo coltivò contatti anche con filosofi e altri scienziati dell’epoca e debuttò come pittore nel 1549 a soli 22 anni come aiutante del padre presso il Duomo di Milano per alcuni disegni per le vetrate.


Molti lo conoscono per le sue raffigurazioni di volti formati dagli oggetti più disparati come animali piante libri e altro ma presso la corte dell’imperatore Ferdinando I d’Austria dove visse per ben 25 anni fu molto ben veduto e ben pagato anche per molte sue altre invenzioni come giostre giochi e decorazioni per matrimoni e altre feste


Morì nel 1593 a Milano. 

 

 

  ALCUNE TRA LE SUE OPERE PIU’ NOTE

 

Come si può vedere esse sono spesso… in serie.


 

 

LE 4 STAGIONI

 

 

 

L’autunno

 

 

 

L’inverno

 

 

 

La primavera

 
 
 
 
L’estate

 

 

I 4 ELEMENTI

 

 

Aria (1566)

 

 

Fuoco (1566)

 

 

Terra (1570)

 

 

Acqua (1566)  



 



UN’ANALISI DELLA SUA OPERA 


 


Grazie a pochissimi quadri conosciuti da tutti, soprattutto attraverso ogni sorta di riproduzioni e rielaborazioni utilizzate nei contesti più diversi compresa la pubblicità, Arcimboldo è oggi sicuramente uno degli artisti più famosi della storia dell’arte.

L’aggettivo «arcimboldesco» è diventato sinonimo di bizzarro, stravagante, eccentrico, fantastico, sorprendente, immaginifico, surreale

Il «segreto» dello straordinario successo delle sue composizioni antropomorfe che appaiono come dei complicati puzzle (fatti di frutta, verdure, fiori, uccelli, pesci, conchiglie, o oggetti vari) sta nell’ambiguo e affascinante scarto, facilmente decodificabile con un po’ d’attenzione a una lettura immediata, fra l’osservazione dei particolari e dell’insieme unitario.

Tutto dipende dalla distanza da cui si osservano queste opere.


 



Bibliotecario


 



L’ortolano


A uno sguardo ravvicinato si è colpiti dalla brulicante e formicolante presenza di innumerevoli elementi dipinti con estrema precisione naturalistica, mentre da una prospettiva più distante il tutto si ricompatta per formare l’immagine strana ma assolutamente verosimigliante di teste (o più precisamente di mezzi busti) anche con accentuate connotazioni espressive, sia pure al limite del grottesco.



L’effetto paradossale e ambivalente (percettivamente reversibile) mette in gioco nel modo più spettacolare e intrigante, all’interno stesso del dipinto, una dialettica fra realtà e rappresentazione, fra mimesi e apparenza illusoria. 


 


Il Giurista
 
 
 
 

Natura morta con fiori, frutta e verdura di stagione

 
 

 
A questo livello di fruizione della «magia» della pittura si ferma lo sguardo del grande pubblico, poco interessato, per lo più, a interpretazioni più complesse di ordine simbolico e allegorico legato al contesto storico culturale dell’epoca dell’artista.


In ogni caso si tratta di qualcosa di fondamentale, e perciò sempre attuale.


L’analisi dell’attualità dell’«Effetto Arcimboldo» che continua giustamente ad avere un enorme successo documenta l’influenza dell’opera dell’artista sulle generazioni seguenti, ma soprattutto sull’arte d’avanguardia ed in particolare su quella dadaista e surrealista.


Francesco Poli

 

 

Eva e la mela




UN PERSONALE PARERE



La sua arte bizzarra non ha alcun riferimento con la pittura del ‘500.


Alcuni vedono nella sua opera un’anticipazione del surrealismo ma la sua arte è animata da un vero ed assoluto piacere per il gioco caricaturale e scherzoso per prendere in giro la realtà… ma, a mio parere, in questo gioco il nostro mostra vera genialità se ancor oggi le immagini delle sue opere destano stupore e sono amatissime e ricercatissime nel web.




Allegoria dell’estate


 

 

 

Fonti web.. testo analisi Francesco Poli – impaginazione e rielaborazione by Tony Kospan

 

 

Ciao da Tony Kospan 

 

 

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IL SALOTTO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L’ARTE






 (Estate)



 
 
 
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