Archivio per 6 aprile 2017

L’ALLODOLA – Sublime ma dolorosa poesia d’amore della grande poetessa milanese Antonia Pozzi   1 comment

 
 
 
 
 




Questa è una delle più belle
e più simboliche poesie
della grande ma sfortunata poetessa milanese.







 
 

L’ALLODOLA 
di Antonia Pozzi


POESIA SUBLIME D’AMORE E DOLORE
a cura di Tony Kospan





 
 Una poesia apparentemente idilliaco-malinconica…
che nasconde invece
un dramma d’amore infinito e forse troppo annullante.






 
L’autrice qualche tempo dopo si suicida,
forse anche per le altre difficoltà createle dalla sua famiglia,
molto in vista nell’alta borghesia milanese.
 
 


Era stata costretta a troncare una relazione d’amore
col suo professore di latino e greco,
parecchio più grande di lei,
in quanto relazione considerata disdicevole
nell'ambiente “bene” che le era proprio.




Antonia Pozzi (Milano 13.2.1912 – Milano 3.2.1938)




La scelta di alcune parole infatti testimonia
la profondità, direi quasi l’abisso, del suo dolore…
mentre altre… sembrano dolci parole
rivolte solo ad un amore rimpianto.
 
 
Sottolineo in tal senso,
 così come m’è stato dato di apprendere e condividere  
nella mai tanto rimpianta trasmissione
Inconscio e magia” di Gabriele La Porta
alcune significative espressioni come..
 
 
 
– conchiglia che custodiva la pace.
 
–  Ed io ero piana quasi tu fossi un santo
 
 – cammina sul lago








La poesia dunque…
è una lirica straordinaria, bellissima e coinvolgente,
e la sublimazione di un amore impossibile.
 
 
Debbo dire che la poesia fa rivivere il dramma che scuote
l’anima sensibile ed elevatissima della poetessa
e la cosa mi commuove… facendomela sentire vicina.








Se avete vostre riflessioni o opinioni…
concordi o discordi… mi piacerebbe leggerle.
 
 
Ma veniamo alla poesia.




Torello Ancillotti – Donna accanto al fiume



L’ALLODOLA
Antonia Pozzi
 
 
Dopo il bacio – dall’ombra degli olmi
sulla strada uscivamo
per ritornare:
sorridevamo al domani
come bimbi tranquilli.
Le nostre mani
congiunte
componevano una tenace
conchiglia
che custodiva
la pace.
Ed io ero piana
quasi tu fossi un santo
che placa la vana
tempesta e cammina sul lago.
Io ero un immenso
cielo d’estate
all’alba
su sconfinate
distese di grano.
E il mio cuore
una trillante allodola
che misurava
la serenità.




John Everett Millais


 
 
 


 
 
 
 Immagini gif della grande poetessa




Ciao da Tony Kospan
 

 
 


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UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA (E NON SOLO)
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La vedova allegra – Storia.. trama e video della mitica ed affascinante operetta   Leave a comment

 

 


 

 

 

COS’E’ L’OPERETTA?
 
La domanda se rivolta ai più giovani sicuramente
rimarrebbe senza risposta…
ma chi ha qualche annetto in più ricorda
certamente le magnifiche ed allegre serate
a guardar le operette alla TV e sa bene quindi cosa sono.

Ora però lo spiegherò a chi non può saperlo
e lo ricorderò invece a chi le ha conosciute.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L’operetta è una commedia, in parte recitata e in parte cantata,
che, per l’importanza delle parti musicali,
viene in genere considerata come una filiazione del teatro musicale
e, in particolare, dell’operà-comique francese
 
 
Quella che ora leggeremo e ricorderemo
è una tra le più classiche e più amate di sempre.


 
 
 
 
 
 

 
 
 
 


LA VEDOVA ALLEGRA

a cura di Tony Kospan

 
 
 

 
 
 
LA STORIA


 
 
La Vedova Allegra  di Franz Lehár è da sempre considerata
il primo e più importante titolo della storia dell’operetta.


 
 
 
Il titolo originale dell’operetta in tre atti è “Die lustige Witwe“.
 
Fu fu musicata da Lehàr su libretto di Victor Léon e Leo Stein basato sulla trama della commedia “L’attaché d’ambassade” di Henri Meilhac.
 
Debuttò con immediato grande successo il 30 dicembre 1905 al Theater an der Wien di Vienna.
 

Ha attraversato tutto un secolo di cambiamenti profondi, eppure il suo successo non si è mai appannato ed è sicuramente destinato a rinnovarsi nel terzo millennio.
 
Basti pensare che quest’operetta è a tutt’oggi uno dei titoli più rappresentati nelle Stagioni Teatrali di tutto il mondo.

 
 
 
 

 
 
 
 
LA TRAMA
 
 
 
All’ambasciata del Pontevedro a Parigi, c’è grande fermento.
Sta arrivando la Signora Anna Glavari , giovane vedova del ricchissimo banchiere di corte.
L’ambasciatore, il Barone Zeta, ha ricevuto l’incarico di trovare un marito pontevedrino alla vedova e questo per conservare i milioni di dote della signora, in patria. Infatti se la signora Glavari passasse a seconde nozze con un francese, il suo capitale lascerebbe la Banca Nazionale Pontevedrina e per il Pontevedro sarebbe la rovina economica.
Njegus, cancelliere dell’ambasciata, é un po’ troppo pasticcione per una simile impresa ma c’é il conte Danilo che potrebbe andare benissimo. Njegus e Zeta tentano di convincerlo ma lui non ne vuole sapere. Tra Danilo e Anna c’era stata una storia d’amore finita male a causa della famiglia di Danilo. Da parte sua la vedova, pur amando Danilo, non lo vuole dimostrare e fa di tutto per farlo ingelosire. Frattanto si snoda un’altra storia d’amore che vede protagonisti Valencienne, giovane mogliettina di Zeta, e Camillo de Rossillon, un diplomatico francese che la corteggia con assiduità . I due si danno convegno in un chiosco. Li sta per sorprendere il barone Zeta quando Njegus riesce a fare uscire per tempo Valencienne ed a sostituirla con Anna.
 
 
 
 

 

 

 
La vedova sorpresa con Camillo! Tutti sono sconvolti, Danilo furioso abbandona la festa. Tutto ormai sembra compromesso ma Njegus, vero Deus ex-machina, riesce a sciogliere gli equivoci e a far confessare ad Anna e Danilo il loro reciproco amore. La patria é salva. D’ora in poi la signora Glavari non sarà  più “La vedova allegra” ma la felice consorte del conte Danilo Danilowitch.
 
 
 
 

 
 
 
 
 
IL VIDEO – LA VEDOVA ALLEGRA 
 
 
 
Questo video ci consente un vero e proprio tuffo
nell’atmosfera e nelle note magiche di questa operetta
con una brillante Raffaella Carrà
che ci riporta ai bei programmi televisivi di una volta.
 
 
 
 
 
 

 
 

FONTI: VARI SITI WEB –  IMPAG. T.K.

 

 
 
BUONA VISIONE… E BUON ASCOLTO…
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN 

 
 
 
 


LA TUA PAGINA DI SOGNO PER  COLORARE LE TUE ORE
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SPUNTA LA LUNA DAL MONTE – La storia.. il poetico testo.. le emozioni.. la bellissima canzone   2 comments



Una dolce… bella… profonda… emozionante

canzone-poesia

anche adattissima a rincuorarci un po’

in questi nostri tempi per nulla esaltanti.


 

 

 

  

 

 


SPUNTA LA LUNA DAL MONTE

Pierangelo Bertoli & Tazenda

.

CANZONE POESIA

.

 

 

 

 


.

.

LA STORIA DELLA CANZONE

.

Spunta la Luna dal monte è la versione italiana della canzone Disamparados, scritta da Luigi Marielli, dei Tazenda che fu cantata ancora inedita da Pierangelo Bertoli al Festival di Sanremo del 1991 che aveva provveduto ad unire alla versione originale quella in italiano.

Il brano ebbe subito molto successo sia da parte del pubblico che della critica ricevendo anche la Targa Tenco.

Il testo originale è la descrizione dolce poetica e crepuscolare di un paesaggio sardo in cui mentre  Luna sorge dietro le montagne dei bambini poveri e disadattati “Disamparados” giocano in un prato.

La musica poi ha vibrazioni e sonorità che sembrano venire dal cielo… anzi dalla Luna per donarci dei brividi sublimi…

 

 

 

 


IL TESTO IN ITALIANO ED IN SARDO


 

Notte scura, notte senza la sera
notte impotente, notte guerriera
per altre vie, con le mani le mie
cerco le tue, cerco noi due.
Spunta la luna dal monte
spunta la luna dal monte.
Tra volti di pietra tra strade di fango
cercando la luna, cercando
danzandoti nella mente,
sfiorando tutta la gente
a volte sciogliendosi in pianto
un canto di sponde sicure
ben presto dimenticato
voce dei poveri resti di un sogno mancato



 





In sos muntonarzos, sos disamparados
chirchende ricattu, chirchende
in mesu a sa zente, in mesu
a s’istrada dimandende.
Sa vida s’ischidat pranghende
bois fizus ‘e niunu
in sos annos irmenticados
tue n’dhas solu chimbantunu
ma paren’ chent’ annos.
Coro meu, fonte ‘ia, gradessida
gai purudeo, potho bier’sa vida.



Dovunque cada l’alba sulla mia strada
senza catene, vi andremo insieme.
Spunta la luna dal monte
beni intonende unu dillu
spunta la luna dal monte
spunta la luna dal monte
beni intonende unu dillu
spunta la luna dal monte
beni intonende unu dillu



In sos muntonarzos, sos disamparados
chirchende ricattu, chirchende
in mesu a sa zente, in mesu
a s’istrada dimandende.
Sa vida s’ischidat pranghende



Tra volti di pietra tra strade di fango
cercando la luna, cercando
danzandoti nella mente,
sfiorando tutta la gente
a volte sedendoti accanto
un canto di sponde sicure
di bimbi festanti in un prato
voce che sale più in alto
di un sogno mancato



In sos muntonarzos, sos disamparados
chirchende ricattu, chirchende





 


LA CANZONE

 

Debbo dire che ogni volta che l’ascolto

mi emoziona sempre…


Eccola… ascoltiamola… riascoltiamola

 

 

fre bia pouce  musicAnimata

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN…





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