Archivio per 12 marzo 2017

Felice notte con la bella minipoesia “Universo” di J. R. Jimenez   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 
UNIVERSO
– Juan Ramon Jimenez –

 
Il tuo corpo: gelosia del cielo.
 
La mia anima: gelosia del mare.
 
– Altro cielo pensa la mia anima.
 
Altro mare sogna il tuo corpo -.
 
 
 
 
 
Charles Joshua Chaplin – Sogno
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Buona domenica sera in poesia “Parlami” di A. Fumagalli – arte R. E. Miller – canzone “Lei”   Leave a comment

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Richard E. Miller



 
 

 
 
 


       
 

Il bacio è un dolce scherzo che la natura ha inventato
per fermare i discorsi quando le parole diventano inutili.
Ingrid Bergman
 

 


 

 

    

Richard E. Miller – Donna seduta in giardino
 
 


PARLAMI
Ambrogio Fumagalli
 

Parlami se il cielo


non t’ha più sorriso

se il mare non t’ha più amato

se le nuvole non t’hanno ricoperto

quando faceva freddo

o quando l’amore t’ha lasciato

e ti sentisti morire piano piano

come fosse il luccicare

d’una candela

che si spegne in un soffio

di vento o di tempo.

Parlami dei tuoi passi

dell’amore che ti mancò

del volare che non ti bastò

o quella voglia di sperare

che ti fece sognare

o era un voler pregare

in una mattina d’inverno

quando il gelo

si confuse con la bruma

e il luccicare del ghiaccio

lo scambiasti per l’infinito

cielo stellato.


 

 

 

Richard E. Miller – Donna allo specchio



                   
 
   

 



 

 

 

SOLO PER CHI AMA L'ARTE…

 

 

Richard E. Miller – Primavera – 1914


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YIN e YANG – Ecco la spiegazione dell’antichissima e sempre validissima teoria della saggezza orientale   1 comment

 
 


Yin e Yang rappresentano, nella filosofa cinese,
i due principi fondamentali dell’universo. 
 
Essi sono la rappresentazione della dualità fondamentale
esistente in ogni parte del cosmo… ed in noi…
 
 
 
 
 
L'immagine può contenere: cielo, nuvola, spazio all'aperto e natura
 
 
 
 
 
 Yang: il principio positivo, maschile, rappresentato dal colore bianco

 Yin: il principio negativo, femminile, rappresentato dal colore nero

 

 

 

 
 
 
 
 
In India si dice che l’ora più bella è quella dell’alba, quando la notte aleggia ancora nell’aria e il giorno non è ancora pieno, quando la distinzione fra tenebra e luce  non è ancora netta e per qualche momento l’uomo, se vuole, se sa fare attenzione, può intuire che tutto ciò che nella vita gli appare in contrasto, il buio e la luce, il falso e il vero non sono che due aspetti della stessa cosa.
Sono diversi, ma non facilmente separabili, sono distinti, ma non sono due.


 
Come un uomo e una donna,
che sono sì meravigliosamente differenti,
ma che nell’Amore diventano Uno.
 
 
 
 
 

 
 
 
 
LE QUATTRO LEGGI DELLA RELAZIONE YIN YANG

 

Nella medicina tradizionale Cinese le relazioni tra Yin e Yang vengono riassunte in quattro cosiddette


 

Leggi fondamentali

 

 

Queste leggi sono simbolicamente rappresentate nel disegno del Taiji.

 

Fermiamoci a osservarlo:

 

 

 

 

 

 

Lo spazio è diviso in due colori opposti: questo è ciò che permette li definirli.

Lo Yin è nero perché lo Yang è bianco, non esistono spazi grigi all’interno del diagramma, in ogni punto l’uno o l’altro colore si manifesta solo per contrasto con il suo inverso.

Yin e Yang sono opposti e complementari, pertanto si respingono e si attraggono.

Questo è ciò che viene espresso dalla prima legge.  Osserviamo che c’è una piccola zona di bianco nel nero e viceversa: Yin e Yang si fondano a vicenda e non possono sussistere indipendentemente l’uno dall’altro, sono inscindibili e comunicanti; entrambi sono inclusi all’interno di un unico cerchio per metterne in rilievo la sostanziale unità.

Questo cerchio rappresenta il Dao, la legge universale che crea, sostanze e ritma la vita esprimendosi attraverso questi due principi polari. Questo è ciò che viene espresso dalla seconda legge.

La linea che divide il cerchio non è una linea retta perché rappresenta un rapporto dinamico; un modello di movimento perpetuo autoregolato, in cui i due elementi sono in uno stretto rapporto di relazione (inversa); più cresce lo Yin tanto diminuisce lo Yang e viceversa, da un punto di vista temporale questo avvicendarsi dà luogo a un’alternanza ma la quantità di Yin e di Yang del totale rimane invariata. Questo è ciò che viene espresso dalla terza legge.  

Infine possiamo osservare che il nero inizia dove il bianco raggiunge il suo apice e viceversa, secondo ciò che la tradizione cinese esprime nella legge fondamentale dei mutamenti: “giunto all’estremo necessariamente si inverte”: Yin e Yang si trasformano reciprocamente (nel loro inverso). Questo è ciò che viene espresso dalla quarta legge

L’estremo freddo genera il caldo, l’estremo caldo genera il freddo; il Qi freddo dà origine al denso, il Qi caldo al rarefatto

 

 

 

 

 

 

MORFOLOGIA E FISIOLOGIA

 

In molti testi di agopuntura si trovano classificazioni delle diverse zone del corpo in termini Yin Yang: la testa è Yang e il corpo Yin, l’addome è Yin e la schiena Yang, il tronco Yin gli arti Yang, l’addome Yin e il torace Yang e via dicendo. Come abbiamo accennato, le categorie di Yin e Yang si applicano per relazione e contrasto; non è possibile classificare una parte del corpo come Yin o Yang se non rispetto a qualche altra parte; il torace è Yin rispetto alla testa ma Yang rispetto all’addorne.

 

 

 

 

 

 

La forma

 

Nel Neijing sono fornite delle semplici coordinate che possono essere applicate a qualsiasi struttura: l’alto è Yang rispetto al basso, la sinistra è Yang rispetto alla destra, l’aspetto posteriore è Yang rispetto all’anteriore, l’estemo (e distale) è Yang rispetto all’interno (e prossimale). Se consideriamo queste indicazioni possiamo notare come  ogni parte si può ulteriormente suddividere in un aspetto Yin (-) e un aspetto Yang (+):

I cinque organi Zang (reni, cuore, fegato, Polmoni,: Milza) hanno caratteristiche prevalentemente Yin poiché rappresentano la parte più interna del corpo, trattengono l’energia senza disperderla e presentano una struttura piena e compatta. I sei organi Fu (stomaco, intestino crasso, intestino tenue, vescica, e vescica biliare) sono Yang rispetto agli Zang poiché trasformano la materia senza trattenerla, la trasportano perché sia evacuata e hanno di con- seguenza una struttura vuota ed elastica.

I cosiddetti meridiani sono orbite energetiche connesse all’attività vitale degli organi interni; sono considerati Yin se associati all’attività di uno Zang (meridiani Taìyin, Shaoyin, Jueyin), Yang se sono associati all’attività di un Fu (meridiani Taiyang, Yangming, Shaoyang). 1 meridiani straordinari (cioè non vincolati a un organo preciso) possono anch’essi essere distinti in Yin (Renmai, Yinqiao, Yinwei) o Yang (Dumai, Yangqiao, Yangwei). Si tratta comunque di divisioni di comodo all’interno di un sistema unitario:

Yin e Yang sono nomi diversi per un’unica specie [di meridiani]. Quelli che stanno in alto e quelli che stanno in basso s’incontrano reciprocamente; i meridiani e i collaterali sfociano l’uno nell’altro in una circolazione ininterrotta.

La complementarietà e la continua alternanza tra Yin e Yang fanno sì che in alcuni aspetti della realtà essi scambino i loro attributi; vediamo qualche esempio : Il fuoco è un elemento Yang e l’acqua un elemento Yin ma, nella genesi dei trigrammi del cielo posteriore,il fuoco è la figlia mediana e l’acquail figlio.All’interno del corpo,gli organi-orbite Yin sono cinque(numero dispari – Yang) gli organi orbite Yangsono sei (numero pari – Yin)

 In eziologia, i fattori patogeni celesti danneggiano prevalentemente gli organi Yin, i fattori patogeni alimentari (terrestri) danneggiano general- mente gli organi Yang.

Le sostanze dense o torbide (Zhuo) sono considerate Yin rispetto a quelle fluide e limpide (Qing); però nel cap. 40 del Lingshu si dice che tutti i meridiani Yang sono torbidi e tutti gli Yin limpidi (tranne il Taiyin del piede); questo perché le sostanze grossolane vengono gestite dagli organi- orbite Yang mentre le sostanze quintessenziali dagli organi-orbite Yin.

 

 

 

 

 
 
 
Aspetti fisiologici:
funzione, attività e substrati

 

Se dovessimo tradurre in termini moderni l’antica concezione del ruolo dello Yin Yang nel metabolismo, potremmo considerare Yang 1 atti- vità connessa alla digestione degli alimenti, Yin il loro assorbimento e integrazione (trofismo). Inoltre si potrebbe distinguere tra anabolismo, (Yin) e catabolismo (Yang); tra il trasporto e utilizzo delle sostanze nutrienti (Yang) e la loro conservazione nei tessuti (Yin).

Nella concezione generale dell’attività vitale, gli aspetti ‘visibili’ sono considerati Yin rispetto agli aspetti ‘invisibili’; in linea di massima potremmo dire che l’attività riconducibile a sostanze materiali è Yin rispetto a quella connessa a ‘funzioni’ immateriali. La ‘sostanza-funzione’ unitaria dell’organismo è il Qi, materia-energia-informazione; la materia ne rappresenta il polo Yin, l’inforrnazione  il polo Yang, l’energia configura l’aspetto dell’interazione tra i due poli. Le diverse funzioni dei Qi si differenziano tanto in base alla struttura fisica, quanto in base alla sfera percettiva che loro attiene:

Il Qi dei polmoni comunica con il naso, i polmoni in equilibrio consentono di distinguere profumi e odori; il Qi del cuore comunica con la lingua, il cuore in equilibrio consente alla lingua di distinguere i cinque sapori; il Qi del fegato penetra negli occhi; un fegato in equilibrio consente agli occhi di distinguere i cinque colori; il Qi della milza comunica con la bocca; una milza in equilibrio consente alla bocca di distinguere i cinque cereali; il Qi dei reni comunica con le orecchie, i reni in equilibrio consentono alle orecchie di distinguere i cinque toni.

In senso stretto il Qi è associato all’aspetto ‘invisibile’(Yang) dell’attività vitale: il Qi come pneuma – come forza propulsiva – è considerato Yang rispetto al Sangue, emblema dell’aspetto visibile (Yin). Allo stesso modo il Qingqi (Qi puro), l’aria che respiriamo, è Yang rispetto ai liquidi fisiologici (Jingye):

Lo Yin e lo Yang sono ciò che coniuga l’aspetto femminile e maschile di Sangue e Qi; la destra e la sinistra sono le vie dello Yin e dello Yang; l’acqua e il fuoco ne sono gli emblemi, Yin e Yang sono ciò che consente alle diecimila creature di avere inizio. Perciò si dice: lo Yin è all’interno ed è ciò che custodisce lo Yang; lo Yang è all’esterno ed è ciò che attiva lo Yin. In Occidente si tende ancora oggi a separare l’attività fisiologica da quella psicologica. in Cina, sin dai tempi più remoti, soma e psiche erano unificate in una concezione unitaria della bioenergia, la quale comprendeva tanto gli aspetti materiali del metabolismo quanto gli aspetti ‘sottili’dell’attività psichica.  

L’attività metabolica nel suo insieme è Yin rispetto all’attività psico- cognitiva in senso lato (comprendendo al suo interno anche gli scambi d’informazione a livello cellulare); di conseguenza l’attività neurofisiologica nel suo complesso è relativamente Yang. Naturalmente, secondo lo schema consueto, se ne possono distinguere aspetti Yin e Yang; ad esempio, l’attività neuromotoria è Yin rispetto all’attività neurosensoriale:

Il [Qi del] cielo è insufficiente a nord-ovest, di conseguenza il nord-ovest è un luogo Yin e la vista e l’udito a destra non sono altrettanto chiari che a sinistra. La terra è insufficiente a sud-est, di conseguenza sud-est è un luogo Yang e la mano e  piede a sinistra non hanno la stessa forza che hanno a destra.


 

 

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 L’Imperatore chiese: “Da cosa dipende ciò?”
e Qi Bo rispose: 
 

“L’est [sinistra] è Yang, l’Essenza dello Yangqi si accumula verso l’alto; accumulandosi verso l’alto, fa sì che l’alto sia luminoso e il basso insufficiente; di conseguenza la vista e l’udito sono brillanti però mano e piede non si utilizzano altrettanto bene.

L’ovest [destra] è yin. L’ Essenza dello Yinqi si accumula verso il basso; accumulandosi verso il basso, il basso risulta florido ma l’alto insufficiente; di conseguenza la vista e l’udito non sono brillanti mentre la mano e il piede sono facilitati.

Per quel che riguarda l’insieme delle afflizioni da patogeni(esterni), in alto sono piu’ frequenti a destra in basso a sinistra. Questo perché dove lo Yin e lo Yang di cielo e terra non sono completi, lì i patogeni si installano.

Possiamo distinguere tra un polo Yin costituito dal substrato materiale che conserva o elabora l’informazione (ad esempio i cromosomi, le sinapsi, il tessuto cerebrale ecc.) e un polo Yang costituito dalla percezione sensoriale e dall’attività psicocognitiva in senso lato. il polo Yin è riconducibile al Jing (‘Essenza’), il polo Yang allo Shen (Spirito).

Il Qi rappresenta l’aspetto di integrazione tra i due poli Jing e Shen. Nella concezione cinese, le diverse emozioni non sono altro che flussi di Qi, i quali, nel bene o nel male, incidono in maniera determinante sul funzionamento degli organi interni. Per un parallelo con la terminologia occidentale potremmo associare questo aspetto del Qi all’attivítà psico-neuro-endocrina.

E’ inoltre possibile distinguere le diverse ‘sostanze’ sulla base delle quattro immagini’ dell’Yijing. le più preziose, conservate dall’organismo, hanno sempre in sé sia una componente Yin che una componente Yang; quelle solo Yang rappresentano l’energia di scarto (ossia la dispersione in calore); quelle solo Yin la materia di scarto.

La parte Yin del nutrimento [lett. dei sapori] esce dagli orifizi inferiori, la parte Yang del Qi si manifesta negli orifizi superiori [percezione sensoriale]. La parte grezza del nutrimento è ciò che s’intende per Yin, la sua parte sottile è lo Yang nello Yin. La parte grezza del Qi è ciò che s’intende per Yang, la sua parte sottile è lo Yin nello Yang. La parte grezza dei sapori dev’essere eliminata, la parte sottile scorrere; la parte sottile del Qi si esprime all’esterno; quella più grezza produce calore.

 

 

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

 

 

da “Medicina Cinese”La radice e i fiori di Giulia Boschi


COORDINAMENTO ED IMPAGINAZIONE T.K.

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LA TUA PAGINA DI SOGNO

 



L'immagine può contenere: cielo





Pablo Neruda – Un accenno alla poetica e le più belle poesie d’amore.. del grandissimo poeta cileno   Leave a comment


 

La poetica di Neruda in generale spazia
dal senso di vicinanza alla natura.. all’impegno sociale e politico,
dalla difesa del sud del mondo.. all’amore in ogni suo aspetto.
 
 
E’ però quella che riguarda quest’ultimo tema

 che lo ha reso leggendario.

 

 

 

 

 

NERUDA
LA SUA POETICA D’AMORE
ED ALCUNE GRANDI POESIE
a cura di Tony Kospan

per il blog

 
 
 

 

  

 

LA POETICA DI NERUDA

 

 
Anche se, come abbiamo visto nella sua biografia, il mondo dei suoi versi spazia in molteplici ambiti ai quali poi negli ultimi anni si aggiunsero pure liriche e riflessioni che, sempre in modo sublime, affrontarono temi morali ed indagarono sul senso della vita, qui parleremo soprattutto della sua poetica d’amore pur con un accenno alla sua poetica generale.
 
Il bello (o il curioso) è che poi non era questo genere di poesia che apprezzava di più… in quanto era convinto che le sue poesie più importanti fossero invece quelle di natura sociale.
 
Eh sì… al contrario sono proprio le poesie d’amore che lo fanno ritenere oggi uno dei più grandi poeti di sempre ed in particolare… il più grande cantore dell’amore.
 
Amore che lui canta in ogni suo aspetto… e senza confini… se non quelli… umani.
 
L’amore da vivere in modo intenso, totale, senza riserve, per un’ora, per un giorno o per la vita.
 
 
 
 

 
 

I suoi versi non presentano parole raffinate o difficili… né paroloni… né tantomeno misteriose contorsioni da decifrare… bensì vocaboli e frasi semplici… naturali a volte perfino umili… eppure però capaci di donarci, con la loro armonia e musicalità, insieme alla bellezza delle immagini che evocano, grandiose coinvolgenti emozioni.
 
Tuttavia non possiamo, anche se solo per un attimo, non dare prima uno sguardo anche alla sua tematica poetica complessiva.
 
Egli appare nei suoi versi un osservatore della vita umana nei suoi vari aspetti con passione, intensità ed in modo quasi incantato.
 
Ma è proprio “cantando” la “normalità” del vivere che i suoi versi acquistano significati universali.
 
Infatti viene da molti anche definito “Il profeta dell’Uomo“.
 
Certo l’ideale sarebbe leggere le sue poesie in originale per coglierne al massimo la musicalità – nonostante la massima libertà metrica – ma ritengo che la lettura in italiano non la danneggi poi molto vista la vicinanza linguistica con lo spagnolo.


Tornando alla sua poetica d’amore essa è caratterizzata anche da un ritmo incalzante che ci conquista, ci avvolge, ci coinvolge, ci prende l’anima… con stupore e calore.  
 
 
 
 

 

 

 

Neruda poi non ha alcuna remora a mostrare, denudando il suo cuore ed anche il suo IO, il suo temperamento caldo e passionale.
 
Stupisce infine questo suo cantare l’amore in modo sempre giovanile ed emozionante nonostante le grandi e gravi vicissitudini della sua vita umana e politica di cui abbiamo parlato nella sua biografia.
 
Ma ora è giunto il momento di passare dalla teoria alla… pratica… e cioè di leggere ora diverse sue poesie d’amore da me scelte per questa occasione (tralasciando in questa sede quelle di genere più erotico che saranno eventualmente oggetto di un post ad hoc) alle quali mi piacerebbe che voi ne aggiungeste altre dal suo vastissimo repertorio.
 
 
Tony Kospan




 
 
 
 
 
cuore 00009cuore 00009cuore 00009cuore 00009cuore 00009
 
 
 
 
 
 
 
LE PIU’ BELLE POESIE D’AMORE DI NERUDA
 
 
 
 
 

 
 
 
E’ OGGI
 


E’ oggi: tutto l’ieri andò cadendo
entro dita di luce e occhi di sogno,
domani arriverà con passi verdi:
nessuno arresta il fiume dell’aurora.
Nessuno arresta il fiume delle tue mani,
gli occhi dei tuoi sogni, beneamata,
sei tremito del tempo che trascorre
tra luce verticale e sole cupo,
e il cielo chiude su te le sue ali
portandoti, traendoti alle mie braccia
con puntuale, misteriosa cortesia.
Per questo canto il giorno e la luna,
il mare, il tempo, tutti i pianeti,
la tua voce diurna e la tua pelle notturna.
 
 
 
 
 


 
 
 
IL TUO SORRISO
 
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’ aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’ improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d’ aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della
vita.
Amore mio, nell’ ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d’ improvviso
vedi che il mio sangue macchina
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d’autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera,
amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, delle strade
contorte dell’isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l’aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.
 
 
 
 

 
 
 
XLIV SONETTO
 


Saprai che non t’amo e che t’amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un’ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.
Io t’amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l’infinito,
per non cessare d’amarti mai:
per questo non t’amo ancora.
T’amo e non t’amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.
Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t’amo quando non t’amo
e per questo t’amo quando t’amo.

 
da Cento sonetti d’amore

 
 
 
 
 
 
 
XVII SONETTO
 

Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.
T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
 
da Cento sonetti d’amore
 
 
 
 
 
 
 
 
XLVIII SONETTO
 


Due amanti felici fanno un solo pane,
una sola goccia di luna nell’erba,
lascian camminando due ombre che s’unisco,
lasciano un solo sole vuoto in un letto.
Di tutte le verità scelsero il giorno:
non s’uccisero con fili, ma con un aroma
e non spezzarono la pace né le parole.
E’ la felicità una torre trasparente.
L’aria, il vino vanno coi due amanti,
gli regala la notte i suoi petali felici,
hanno diritto a tutti i garofani.
Due amanti felici non hanno fine né morte,
nascono e muoiono più volte vivendo,
hanno l’eternità della natura.

 
da Cento sonetti d’amore  
 
 
 

 
 
 
 
 
IL RAMO RUBATO


Nella notte entreremo
a rubare
un ramo fiorito.
Passeremo il muro,
nelle tenebre del giardino altrui,
due ombre nell’ombra.
Ancora non se n’è andato l’inverno,
e il melo appare
trasformato d’improvviso
in cascata di stelle odorose.
Nella notte entreremo
fino al suo tremulo firmamento,
e le tue piccole mani e le mie
ruberanno le stelle.
E cautamente
nella nostra casa,
nella notte e nell’ombra,
entrerà con i tuoi passi
il silenzioso passo del profumo
e con i piedi stellati
il corpo chiaro della Primavera.

 
 
 
 

 
 
 
 
 
SETE DI TE M’INCALZA
 


Sete di te m’incalza nelle notti affamate.
Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.
Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
Mi segui come gli astri seguono la notte.
Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
Solco per il torbido seme del mio nome.
Esista una terra mia che non copra la tua orma.
Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.
Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
Come poter non amarti se per questo devo amarti.
Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
Sete di te, sete di te, ghirlanda atroce e dolce.
Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
Gli occhi hanno sete, perché esistono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, perché esistono i tuoi baci.
L’anima è accesa di queste braccia che ti amano.
Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
E in essa si distrugge come l’acqua nel fuoco.

 
da “Il Fromboliere Entusiasta”
 
 
 

indacoindaco

 
 
 
Ed infine in formato  video…
 
 
 
 
 
 
 
 

 

F I N E
 

CIAO DA TONY KOSPAN

 
 
 
 
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Chi desiderasse leggere la romanzesca storia della vita 
di Pablo Neruda con immagini sue ed altre poesie.
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LA TUA PIU’ BELLA PAGINA DI FB
Frecce (51)

 

 




Arte e bellezza a… pelo d’acqua. Sean Yoro con le sue opere davvero particolari fa impazzire il web   Leave a comment

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Sean Yoro (ma si fa chiamare Hula)
come un pittore sì usa pennelli e colori
ma per operare si serve anche di una tavola da surf!






Il giovane artista, di origini hawaiane, che vive a New York
ha infatti completamente stravolto il concetto di “street art”
(arte di strada) dipingendo le sue opere a filo d’acqua
raggiungendo effetti davvero originali e sorprendenti.






Egli nel creare i suoi murales esprime insieme l’amore per la natura
(che gli viene dalle sue origini) quello per le donne e quello per il surf.






Infatti dipinge, con abilità di surfista equilibirista,
stando su di una tavola da surf che usa come pedana galleggiante
(anche se in verità dipinge anche su altri supporti).






Le immagini iperrealistiche dei suoi graffiti,
quasi sempre di donne, emergono dall’acqua solo in parte
creando riflessi ed effetti simili al “trompe l’oeil”
ed apparendo affascinanti e coinvolgenti.








Le sue opere hanno avuto l’effetto di rivitalizzare
e rendere interessanti i sobborghi di New York
altrimenti super degradati… prima di spostarsi poi
in altre località degli Usa.








E’ sua intenzione andare in giro per il mondo
per creare, nel suo in confondibile stile,
tantissime altre opere..


Tony Kospan




color blu 11
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
I N S I E M E
Ripped Note


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Breve ricordo di Nilla Pizzi… regina della canzone… negli anni ’50 e ’60 e della canzoncina cult… Papaveri e Papere   2 comments





E' stata una vera e propria star
della canzone italiana negli anni '50 e '60.






Adionilla Pizzi (il suo vero nome) era definita
la «regina della musica italiana»…
per i suoi grandi successi nei primi Festival di Sanremo.




Sant'Agata Bolognese 16 4 1919 – Segrate 12 3 2011



Mi fa piacere ricordarla con questo post
dedicato ad una sua simpaticissima canzone
che è certo tra i suoi più grandi successi…





Quella che ascolteremo però
non è una gran bella canzone in senso classico…
né come testo né come musica…
ma che all'epoca era un vero e proprio simpatico cult.





Nilla Pizzi




Si tratta di Papaveri e Papere i cui autori sono
Vittorio Mascheroni e Mario Panzeri
autori di tante altre canzoni di successo.





In verità, come accennavo su,  la canzone
è solo una canzone simpatica e divertente…
quasi ingenuamente divertente…
anche se molti pensano alla presenza di significati nascosti…
e sottilmente politici…
la paperina = il popolo
e
i papaveri = i potenti…
come scrisse lo stesso Panzeri…





Tuttavia essa entrò allora,
ed è rimasta sempre, nel cuore degli Italiani.

La canzone segnò davvero un'epoca
dato che il suo successo durò molto a lungo.



 Nilla Pizzi con Antony Quinn



La canzone fu la 2° classificata al Festival di Sanremo del 1952,
dopo Vola Colomba, sempre cantata da Nilla Pizzi,
ma ebbe però molto più successo della prima…



I cantanti del II Festival di Sanremo – Nilla è al centro



Il motivetto, insieme alla strofa che segue…
è di quelli che, una volta entrati nella mente,
per qualche magia…,
vi restano appiccicati… per sempre…






“Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti,
e tu sei piccolina, e tu sei piccolina,
lo sai che i papaveri son alti, alti, alti,
sei nata paperina, che cosa ci vuoi far…”


Ma ora ascoltiamola…in questo video…
simpaticissimo e… floreale…





1981 – Nilla Pizzi madrina al Festival di Sanremo



Nei decenni successivi la sua carriera andò a declinare
ma di tanto in tanto tornava sulle scene,
soprattutto in TV, dove riceveva premi ed omaggi
e dove riproponeva al pubblico,
che le era sempre rimasto affezionato,
i suoi mitici successi come:
Grazie dei fior, L'edera, Vola colomba, Tutte le mamme, etc…






CIAO DA TONY KOSPAN



 

AMI LA STORIA ED I RICORDI DEL PASSATO?

ECCO IL TUO NUOVO GRUPPO DI

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Gabriele D’Annunzio – Breve ricordo del mitico “Vate” anche con 3 sue poesie di cui una.. inusuale   Leave a comment



Ricordare in breve

la figura umana… la vita e le opere di Gabriele D’Annunzio,

non è assolutamente facile sia per la loro complessità

che per diversi aspetti ancor oggi molto controversi.







Mi limiterò qui a ricordare che è stato

scrittore, poeta, drammaturgo, aviatore, militare,

politico, patriota, giornalista ed… eroe di guerra e che

in campo letterario è considerato il più alto esponente italiano

del Decadentismo assieme a Giovanni Pascoli.






Volendo però render omaggio all’indubbia

genialità del Vate anche nel campo della poesia

approfondirò prima quella che mi appare più sorprendente

rispetto alla sua mitica fama di irresistibile dongiovanni

Voglio un amore doloroso“.





 


 


 
Sarà forse per la nota fama
di uomo esageratamente trasgressivo…
in tanti aspetti della vita…
che lo ritenevo incapace di visioni così profonde.

 


 
 
Gabriele D’Annunzio
 Pescara 12 3 1863 – Gardone Riviera 1º marzo 1938


 


 
Ma questa poesia, che per certi aspetti
precorre la psicanalisi freudiana,
 invece smentisce quest’impossibilità…
anche se poi occhieggia comunque quel…
 ”letto di porpora”…

 
 
 
 



Di cosa ci parla dunque questa poesia?
 Ci dice innanzitutto che il vero amore
quello che ti squassa il cuore…
non può non essere…  ahimè…
anche doloroso ed inquieto…
e che però l’importante è che alla fine ci consenta
di conoscere e vivere attimi d’infinito


 
 
Andrew Gonzalez
 
 
 
 
Ci dice anche che il poeta desidera far all’amore…
con la donna che ama…
(o, secondo altra interpretazione, che lo sta già facendo).


Ci parla infine dell’amore
come ricerca dell’Assoluto…
 che vada oltre la morte…
Mi farebbe piacere conoscere però
anche il vostro pensiero…
 
 
 
 

 

 

 
 

Arthur Hughes

 
 
 
 
  
VOGLIO UN AMORE DOLOROSO
Gabriele D’Annunzio
 
Voglio un amore doloroso, lento,
che lento sia come una lenta morte,
e senza fine (voglio che più forte
sia della morte) e senza mutamento.
 
Voglio che senza tregua in un tormento
occulto sien le nostre anime assorte;
e un mare sia presso a le nostre porte,
solo, che pianga in un silenzio intento.
 
Voglio che sia la torre alta granito,
ed alta sia così che nel sereno
sembri attingere il grande astro polare.
 
Voglio un letto di porpora, e trovare
in quell’ombra giacendo su quel seno,
come in fondo a un sepolcro, l’Infinito.

 

 


 

Paolo e Francesca – Amos Cassioli



Ed ora ecco in video altre 2 sue mitiche poesie


lette entrambe dal grande Vittorio Gassman


.


 La pioggia nel pineto

Corot – Orfeo ed Euridice


.

.

 Sera Fiesolana


 

 

 

Ciao da Tony Kospan

 

 

 


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UN MODO DIVERSO DI VIVER
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Buonanotte con la bella minipoesia “L’incontro” di Luigi Ederle   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
Coby Whitmore
 
 
 
 
 

L’INCONTRO

Luigi Ederle


 

del tuo pensiero

colgo l'attimo 

 

e mi viene l'amore

come onda sul mare 

 

là oltre la sabbia

nasce il nostro domani 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
par Tony Kospan
 
 
 
 
 

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