DALLA GRANDE COMMEDIA DI EDUARDO
SABATO, DOMENICA E LUNEDI’…
QUI IN VERSIONE CINEMATOGRAFICA…
IL RAGU’ DI SOFIA LOREN
Le diverse modalità per fare il ragù
sono descritte in questa breve ma famosa scena
che ha un finale… animatissimo (rissa tra signore).
La scena però non desta preoccupazione
restando comunque divertente e godibilissima.
Sono presenti diverse grandi attrici
del Grande Teatro Partenopeo Classico
oltre alla Loren.
![Immagine ridotta [Gif-Animate-Frecce (104).gif - 1kB]](https://i2.wp.com/digilander.libero.it/netnick/Gif-Animate-Frecce/Gif-Animate-Frecce%20(104).gif)

Buona visione
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Un test simpatico e veloce…
Anche il colore della porta che vi piacerebbe aprire…
può rivelar diversi aspetti della nostra personalità.
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SCEGLI LA PORTA CHE APRIRESTI…
E…
TI DIRO’ CHE SEI!
Da sempre, la porta rappresenta il passaggio, il varco
che ci porta in un posto dove potrebbe esserci,
qualcosa che ci attira.
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Allora proviamoci per rilassarci un po’…
e scegliamo la porta che ci piacerebbe aprire…
e avremo delle risposte sul nostro IO
che conosciamo o che non vogliamo riconoscere.
Ricordiamoci sempre però che si tratta solo di un gioco
anche perché mentre si fa un test
si può esser influenzati da fattori esterni o.. interni.
Allora perché non divertirci con questo gioco?
Ogni porta rivela una personalità, scoprite la vostra.
SCEGLIAMO QUINDI UNA DI QUESTE PORTE QUI GIU’
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ANNOTATE ORA IL NUMERO CORRISPONDENTE
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Piano… piano. Pensateci bene.
I test se fatti per caso (ovvero a casaccio) non servono a nulla.
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Molte mie amiche, nei responsi di questo test,
mi hanno riferito di essersi ritrovate alla grande.
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Fatto?
Siete sicure/i?
Allora procediamo!
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Ecco i responsi per le 10 porte.
Basta leggere ora qui giù quello relativo
al numero della vostra porta.
Andiamo.
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PORTA N°1
Siete una persona che sa divertirsi e che ama l’atmosfera leggera e rilassata, apprezzate le cose semplici della vita e vi circondate di bellezza e raffinatezza. Vi piace l’idea di usare il “servizio bello” per i pranzi normali o il vostro oggetto preferito. Amate viaggiare ed entrare in contatto con altre culture, cercate di dare il meglio agli altri e vi piace creare l’atmosfera giusta per mettere a proprio agio qualcuno. Ricordate: se avete bisogno di un consiglio o un conforto non abbiate paura di chiedere agli altri.
PORTA N°2
Siete una persona semplice e pulita che non ama troppo i fronzoli, la vostra vita e ciò che ci circonda deve essere nitida e perfetta. Ma non è che vi state perdendo qualcosa? Mettete molti sforzi nella vostra carriera e nel lavoro di cui siete orgoglioso, ma dovreste impegnarsi anche di più sotto l’aspetto personale. Ricordatevi di voi stessi. La vita sta nel creare il giusto equilibrio di colori tra voi e ciò che vi circonda. Vivete avventure memorabili, lasciate la strada sicura ogni tanto e non ve ne pentirete.
PORTA N°3
Siete una persona eccentrica ed estroversa, avete tante doti, siete brava un po’ in tutto ed vi sapete esprimere in tanti modi; sapete rinnovarvi come persone. Ricordatevi ogni tanto di scendere dalle nuvole e di passare più tempo nella natura che spesso non considerate importante.
PORTA N°4
Siete persone passionali e con animo artistico. passate da un estremo all’altro con facilità, sapete essere cordiali e socievoli e subito dopo impenetrabili ed introversi. Credete che nessuno possa davvero capirvi ma se riuscite ad esprimervi e ad aprirvi potreste sentirvi meglio. Gli altri magari non aspettano altro che voi.
PORTA N°5
Sentite il bisogno di sentirvi indispensabili e a vostro agio in ogni situazione, dovete sentirvi costantemente impegnati a fare qualcosa per stare bene. Correte il rischi odi perdere di vista i vostri obiettivi e priorità. Prendetevi il tempo per rilassarvi e per capire cosa vi piace davvero.
PORTA N°6
Esternamente date l’impressione di essere una persona sicura e tutta d’un pezzo ma dentro avete molta confusione; la vostra personalità può essere anche autodistruttiva perché se qualcosa va male ve la prendete con voi stessi in modo molto violento. Non date peso a cosa gli altri pensano di voi e alle apparenze. Prendetevi il tempo per respirare e riflettere.
PORTA N°7
Avete un carattere minimalista e sentimentale, vi circondate di ricordi e conservate tutto; la famiglia e gli amici sono importanti per voi, farete qualsiasi cosa per loro e spesso vi dimenticate di voi stessi. Ricordate che per amare gli altri dovete anche amare voi stessi. Prendetevi un po’ di tempo per decidere del vostro futuro. Non è brutto pensare di voler bene anche a voi.
PORTA N°8
Avete un carattere gioviale e giocherellone che porta sempre in un clima un po’ goliardico, ma avete una scarsa autostima e molte ansie. Siete persone solitamente poco organizzate e non siete in grado di risolvere situazioni problematiche. Cercate di essere meno orgogliosi, lasciate entrare nella vostra vita le persone che vi vogliono bene e vi possono aiutare.
PORTA N°9
Siete persone pratiche che cercano di risolvere i problemi in modo sorprendente, vi piace farli anche per gli altri e per i vostri amici. La vita per voi è speciale e lo siete anche voi, sapete trasmettere entusiasmo e ne dovete esser fieri.
PORTA N°10
Amate la tranquillità e la stabilità, siete una persona affidabile che ama la qualità dei dettagli, anche se qualcuno vi può definire un po’ pedanti. Amate la sicurezza delle cose, anche facendo la spesa non azzardate mai. Non volete eccessi e non amate le cose inutili. Sapete anche costruirvi un lato creativo: amate fare schizzi, canticchiare, suonare, anche se sapete che non ne farete mai un lavoro. Non vi esponete troppo con gli altri pensando di apparire deboli, ma ricordate che siamo tutti esseri umani.
Fonti: I siti Vitadadonna.com e donnaweb.net

Se vi va… raccontate la vostra… porta.
Ciao da Tony Kospan



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Giosuè Carducci grande poeta italiano,
e vero mito letterario tra la fine dell’800
e l’inizio del ‘900, è stato il primo italiano
a vincere il premio Nobel per la Letteratura.
(Valdicastello di Pietrasanta 27.71835 – Bologna, 16.2.1907)
Come ricordare un così grande poeta?
Lo farò semplicemente con una mini biografia
e soprattutto con alcune sue mitiche poesie.
BREVISSIMA BIOGRAFIA
Visse la sua fanciullezza in Maremma
le cui atmosfere rivivranno poi in tante sue poesie.
Laureatosi alla Scuola normale superiore di Pisa nel 1856
iniziò ad insegnare in un Ginnasio di Pistoia.
Dopo qualche anno, nel 1860, ottenne la Cattedra
di Letteratura Italiana nell’Università di Bologna.
Nel 1906 fu insignito del Premio Nobel
LA POETICA
L’amore per la patria (siamo in epoca risorgimentale)
e la passione politica, con l’amore per la vita
la famiglia e la natura sono le linee guida
della sua notevole produzione poetica.
Egli a differenza di molti altri poeti del suo tempo,
che esaltano il Romanticismo, sceglie il Classicismo.
Ciò vuol dire per lui esaltare le tradizioni
storiche, culturali e poetiche italiane e far rivivere
idee di orgoglio patrio per un futuro glorioso.
Questo appare chiaro nei suoi versi che,
pur non paludati e pesanti, tuttavia esplorano
in modo raffinato tutte le potenzialità
della lingua italiana del passato e del mondo classico.
Tuttavia non mancano nelle sue opere contaminazioni
“romantiche” e “simboliste”.
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LE POESIE
Quelle da me scelte sono:
le prime 3 classicissime e studiatissime a scuola
e la 4° è una bella poesia d’amore.
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Pianto antico
L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,
nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora
e giugno lo ristora
di luce e di calor.
Tu fior della mia pianta
percossa e inaridita,
tu dell’inutil vita
estremo unico fior,
sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra;
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.
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San Martino
La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull’uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.
Davanti a San Guido
I cipressi che a Bólgheri alti e schietti
Van da San Guido in duplice filar,
Quasi in corsa giganti giovinetti
Mi balzarono incontro e mi guardar.
Mi riconobbero, e— Ben torni omai —
Bisbigliaron vèr’ me co ‘l capo chino —
Perché non scendi ? Perché non ristai ?
Fresca è la sera e a te noto il cammino.
Oh sièditi a le nostre ombre odorate
Ove soffia dal mare il maestrale:
Ira non ti serbiam de le sassate
Tue d’una volta: oh non facean già male!
Nidi portiamo ancor di rusignoli:
Deh perché fuggi rapido cosí ?
Le passere la sera intreccian voli
A noi d’intorno ancora. Oh resta qui! —
— Bei cipressetti, cipressetti miei,
Fedeli amici d’un tempo migliore,
Oh di che cuor con voi mi resterei—
Guardando lor rispondeva — oh di che cuore !
Ma, cipressetti miei, lasciatem’ire:
Or non è piú quel tempo e quell’età.
Se voi sapeste!… via, non fo per dire,
Ma oggi sono una celebrità.
E so legger di greco e di latino,
E scrivo e scrivo, e ho molte altre virtú:
Non son piú, cipressetti, un birichino,
E sassi in specie non ne tiro piú.
E massime a le piante. — Un mormorio
Pe’ dubitanti vertici ondeggiò
E il dí cadente con un ghigno pio
Tra i verdi cupi roseo brillò.
Intesi allora che i cipressi e il sole
Una gentil pietade avean di me,
E presto il mormorio si fe’ parole:
— Ben lo sappiamo: un pover uom tu se’.
Ben lo sappiamo, e il vento ce lo disse
Che rapisce de gli uomini i sospir,
Come dentro al tuo petto eterne risse
Ardon che tu né sai né puoi lenir.
A le querce ed a noi qui puoi contare
L’umana tua tristezza e il vostro duol.
Vedi come pacato e azzurro è il mare,
Come ridente a lui discende il sol!
E come questo occaso è pien di voli,
Com’è allegro de’ passeri il garrire!
A notte canteranno i rusignoli:
Rimanti, e i rei fantasmi oh non seguire;
I rei fantasmi che da’ fondi neri
De i cuor vostri battuti dal pensier
Guizzan come da i vostri cimiteri
Putride fiamme innanzi al passegger.
Rimanti; e noi, dimani, a mezzo il giorno,
Che de le grandi querce a l’ombra stan
Ammusando i cavalli e intorno intorno
Tutto è silenzio ne l’ardente pian,
Ti canteremo noi cipressi i cori
Che vanno eterni fra la terra e il cielo:
Da quegli olmi le ninfe usciran fuori
Te ventilando co ‘l lor bianco velo;
E Pan l’eterno che su l’erme alture
A quell’ora e ne i pian solingo va
Il dissidio, o mortal, de le tue cure
Ne la diva armonia sommergerà. —
Ed io—Lontano, oltre Apennin, m’aspetta
La Tittí — rispondea; — lasciatem’ire.
è la Tittí come una passeretta,
Ma non ha penne per il suo vestire.
E mangia altro che bacche di cipresso;
Né io sono per anche un manzoniano
Che tiri quattro paghe per il lesso.
Addio, cipressi! addio, dolce mio piano! —
— Che vuoi che diciam dunque al cimitero
Dove la nonna tua sepolta sta? —
E fuggíano, e pareano un corteo nero
Che brontolando in fretta in fretta va.
Di cima al poggio allor, dal cimitero,
Giú de’ cipressi per la verde via,
Alta, solenne, vestita di nero
Parvemi riveder nonna Lucia:
La signora Lucia, da la cui bocca,
Tra l’ondeggiar de i candidi capelli,
La favella toscana, ch’è sí sciocca
Nel manzonismo de gli stenterelli,
Canora discendea, co ‘l mesto accento
De la Versilia che nel cuor mi sta,
Come da un sirventese del trecento,
Piena di forza e di soavità.
O nonna, o nonna! deh com’era bella
Quand’ero bimbo! ditemela ancor,
Ditela a quest’uom savio la novella
Di lei che cerca il suo perduto amor!
— Sette paia di scarpe ho consumate
Di tutto ferro per te ritrovare:
Sette verghe di ferro ho logorate
Per appoggiarmi nel fatale andare:
Sette fiasche di lacrime ho colmate,
Sette lunghi anni, di lacrime amare:
Tu dormi a le mie grida disperate,
E il gallo canta, e non ti vuoi svegliare.
— Deh come bella, o nonna, e come vera
è la novella ancor! Proprio cosí.
E quello che cercai mattina e sera
Tanti e tanti anni in vano, è forse qui,
Sotto questi cipressi, ove non spero,
Ove non penso di posarmi piú:
Forse, nonna, è nel vostro cimitero
Tra quegli altri cipressi ermo là su.
Ansimando fuggía la vaporiera
Mentr’io cosí piangeva entro il mio cuore;
E di polledri una leggiadra schiera
Annitrendo correa lieta al rumore.
Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo
Rosso e turchino, non si scomodò:
Tutto quel chiasso ei non degnò d’un guardo
E a brucar serio e lento seguitò.

Qui regna amore
Ove sei? de’ sereni occhi ridenti
A chi tempri il bel raggio, o donna mia?
E l’intima del cor tuo melodia
A chi armonizzi ne’ soavi accenti?
Siedi tra l’erbe e i fiori e a’ freschi venti
Dài la dolce e pensosa alma in balía?
O le membra concesso hai de la pia
Onda a gli amplessi di vigor frementi?
Oh, dovunque tu sei, voluttuosa
Se l’aura o l’onda con mormorio lento
Ti sfiora il viso o a’ bianchi omeri posa,
è l’amor mio che in ogni sentimento
Vive e ti cerca in ogni bella cosa
E ti cinge d’eterno abbracciamento.
F I N E
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