La verità era uno specchio che cadendo dal cielo si ruppe.
Ciascuno ne prese un pezzo
e vedendo riflessa in esso la propria immagine,
credette di possedere l’intera verità Rumi – Sec. XIII
Jean-Marc Nattier – Adelaide di Francia nelle vesti di Diana
VITA DELLA MIA VITA
Rabindranath Tagore
Vita della mia vita,
sempre cercherò di conservare
puro il mio corpo,
sapendo che la tua carezza vivente
mi sfiora tutte le membra.
Sempre cercherò di allontanare
ogni falsità dai miei pensieri,
sapendo che tu sei la verità
che nella mente
mi ha acceso la luce della ragione.
Sempre cercherò di scacciare
ogni malvagità dal mio cuore,
e di farvi fiorire l’amore,
sapendo che hai la tua dimora
nel più profondo del cuore.
E sempre cercherò nelle mie azioni
di rivelare te,
sapendo che è il tuo potere
che mi dà la forza di agire.
Jean-Marc Nattier – La musa della Commedia
Jean-Marc Nattier– Alleanza tra Amore e Vino
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
INSIEME
Jean-Marc Nattier – Adelaide di Francia nelle vesti di Flora
Castel del Porco era un piccolo maniero ove regnava la felicità e gli abitanti trascorrevano serenamente lo scorrere del tempo.
Uno sventurato giorno però, Federico dalle Tasche Vuote, decise di conquistarlo, aiutato dai suoi temibili cavalieri.
Le battaglie che seguirono furono molto aspre e i valorosi soldati del castello, anche se in pochi, si difendevano con grande forza e coraggio.
Ma Federico era persona molto superba e non si dava per vinto, così ordinò ai suoi uomini di assediare il castello giorno e notte.
Con il passare dei giorni all’interno della fortezza i soldati diventavano sempre più deboli perché il cibo scarseggiava e la situazione appariva disperata.
L’unica cosa rimasta ancora da mangiare era un grosso porco, insufficiente per saziare tutti.
Quando ormai tutto sembrava perduto, il capitano ebbe un’idea geniale e ordinò: “Cominciate a ridere, ballare e festeggiare.
Arrostite il porco e gettatelo già dalle mura!”
Gli uomini rimasero sbalorditi chiedendosi se il loro comandante fosse uscito di senno, ma così fecero poiché riponevano grande fiducia in lui.
Quando Federico dalle Tasche Vuote udì i festeggiamenti e vide il porco gettato dalle mura,
pensò che i suoi avversari avessero viveri ancora in abbondanza e forza per affrontare mille battaglie;
Nato a Napoli il 17 novembre del 1917 , Gino esordisce come cantante ed anche di discreto successo grazie alla sua voce… poi però viene attratto dal teatro e fa tanta gavetta tra avanspettacoli e sceneggiate… recitando in varie compagnie teatrali italiane… anche con interpreti famosi…
Eduardo lo volle con sé nella commedia in cui debuttava il figlio Luca, alla fine degli anni 60, IL FIGLIO DI PULCINELLA, e poi nella sua compagnia al Teatro San Ferdinando.
Dopo un anno di incomprensioni, per l’estrema cura dei particolari, da parte di Eduardo scoppiò tra loro una grande sintonia… “nel complesso” di caratteri non facili.
Infatti recitò con lui in Uomo e Galantuomonel ruolo del commissario,Le voci di dentronel ruolo di Pasquale Cimmaruta, Il sindaco del rione Sanitànel ruolo di Vicienzo ‘o Cuozzo, Il contrattonel ruolo di Giacomino Trocina), De Pretore Vincenzo, Quei figuri di tanti anni fa.
Ma l’interpretazione che ce lo fa ricordare con simpatia e stima per la sua grande capacità d’attore
è quella di Zio Pasqualino in Natale in casa Cupiello.
«Cara matre…». Tommasino Cupiell (Luca De Filippo) legge la lettera di Natale alla madre (Pupella Maggio)
e tra gli auspici di benessere e prosperità esclude zio Pasqualino (Gino Maringola). Che non ci sta:
«Mietteme dint ’a nota della salute perché sinò stanotte ce ntussecammo Natale…».
Nel 1981 si ritirò a vita privata nei Quartieri Spagnoli dove però non smise mai d’insegnare teatro ai giovani desiderosi d’intraprendere la carriera d’attore…
Ricordiamolo rivedendolo in quella famosisima scena…
Tony Kospan
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
I N S I E M E
Napoli 17 novembre del 1917 – Napoli 26 maggio 2011