Archivio per 22 ottobre 2016

Buon sabato sera in poesia.. Forse non vedi.. Solov’ëv – arte.. A. É. Stevens – canzone “Non ti dimentico”   Leave a comment

 

 

Alfred Émile Stevens

 

 

 

 

 

 

 

 

Bimbo, mi chiedi cos'è l'amore?


Cresci e lo saprai!

Bimbo, mi chiedi cos'è la felicità ?

Rimani bimbo e lo saprai!

Jim Morrison

 

 

 


Alfred Émile Stevens – Saluto dal Lungomare – 1891

 

 

FORSE NON VEDI…

Vladimir Sergeevic Solov’ëv

 

Mia cara, forse non vedi

come tutto ciò

che appare ai nostri occhi

è soltanto riflesso

ombra di quel

che agli occhi è invisibile?

Mia cara, forse non odi come

lo stridente stridore del mondo

è un eco fallace

delle trionfanti armonie?

O forse, mia cara, non senti

che solo una cosa v’è al mondo:

ciò che un cuore

a un cuore confida

in un muto saluto?

 

 

Alfred Émile Stevens

 

 

 

 

 

a tutti da Tony Kospan

 

 

 

 

IL NOSTRO MONDO A COLORI
LA PAGINA PER COLORARE I NOSTRI GIORNI


 
 

 
 
 
 
 Alfred Émile Stevens
 
 
 

Forse fu proprio ad Hamoukar la battaglia più antica della storia   Leave a comment

 
 
 
La città della Mesopotamia assediata e distrutta 
da una pioggia di palle d’argilla e di materiale incendiario
 
 
 
 

 

Hamoukar, Siria, 5.500 anni fa 

la battaglia più antica della Storia

 

 

Ma ancora non si sa ancora da chi venne attaccata 

LUIGI BIGNAMI

 

 
 

 

 

 


LA BATTAGLIA PIU’ ANTICA DELLA STORIA

 


Forse fu la prima guerra – o comunque tra le prime – che l’umanità combattè in modo organizzato e che causò la distruzione di una città sotto il “fuoco” di palle di argilla e materiale incendiario.
Le testimonianze di quell’evento sono venute alla luce in Siria, là dove un tempo si estendeva la Mesopotamia.
La città si chiama Hamoukar.
La battaglia che la mise sotto assedio e la distrusse si svolse circa 3.500 anni prima di Cristo.

 

 

Scavi di Hamoukar


 


La scoperta è stata realizzata dall’Oriental Institute dell’Università di Chicago e dal Dipartimento delle Antichità della Siria. 

Hamoukar era un centro dove si costruivano manufatti in ossidiana (una roccia derivata da lave vulcaniche) forse già 4.500 anni prima di Cristo (una delle città più antiche mai costruite dall’umanità) e questo le diede una certa prosperità. 
Si trova nel nord est della Siria a meno di 10 chilometri dal confine con l’Iraq, ma ovviamente a quel tempo questi confini non avevano alcun valore. 

Il lavoro dei ricercatori era quello di capire quale fosse il ruolo delle città di quest’area che fino ad oggi si pensava ricoprissero un posizione periferica rispetto a quelle presenti nel sud dell’Iraq, che erano ancor più antiche e potenti e che alcune si erano riunite in imperi. 

Le ricerche, ancora in corso, hanno dimostrato che anche quelle siriane, invece, avevano un ruolo culturale e spesso anche economico molto importante, tant’è che con esse si era aperto un vero e proprio commercio che a volte aveva portato anche a conflitti di una certa intensità.


 
 Le armi di pietra

 
 

 
Spiega Clemens Reichel dell’Università di Chicago: “Ciò che accadeva nelle città del nord non può essere spiegato come semplice espansione delle culture del sud dell’Iraq, ma che al loro interno si è avuto una propria evoluzione culturale”. 
Le città portate alla luce fino ad oggi, come Tell Brak, Habuba Kabira e la stessa Hamoukar erano molto più grandi e più antiche di quanto ci si aspettava e lo dimostrerebbe anche l’industria dell’ossidiana sorta a Hamoukar. 
Le ricerche in quest’ultima città sono attive dal 1999 e hanno messo in luce che i 160mila metri quadrati che formavano la città erano circondati da mura spesse 3,5 m. Tuttavia la presenza di materiale derivato dalla produzione di ossidiana si estende per oltre 3 milioni di metri quadrati.

 
 

 


 

 

Ora Reichel ha portato alla luce le testimonianze che un giorno la città venne posta sotto assedio e che una vera e propria battaglia fece collassare gli edifici e causò incendi che andarono presto fuori controllo che bruciarono quasi l’intera città. 

Secondo lo studioso, la città venne bersagliata da una vera pioggia di pallottole di argilla compressa di alcuni decimetri di diametro. In un solo edificio, considerato di importanza amministrativa, ne sono stati trovati più di 1.000 e almeno uno era riuscito a perforare le mura composte da fango compresso.



 
 

 

 



Sicuramente vi furono numerosi morti, tant’è che sono state trovate una dozzina di tombe successive alla battaglia al cui interno vennero deposte alcune vittime. 

Fino ad oggi si pensava che la città fosse stata distrutta da un terremoto, ma la scoperta delle “pallottole” sconfessa questa ipotesi.

Ma chi invase la città? Ad oggi il nemico rimane un mistero, anche se Secondo Reichel dato il tipo di armi esso doveva provenire dal Sud.


  


(da repubblica.it – impaginaz. t.k. 

 

 

 

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Le armi di pietra rinvenute




 

Cezanne – Emozioni e colori – Biografia.. capolavori ed analisi della sua arte – II PARTE   2 comments

 

 

 

 

 

 

In questa seconda parte cercherò di approfondire

la sua geniale e profonda ricerca pittorica

che sarà feconda anticipatrice dell'arte figurativa moderna.

 

 

 

PAUL CEZANNE


PADRE DELL'ARTE MODERNA


E POETA DEL COLORE


 

 

Autoritratto

 

 

 

II PARTE

 

 

 

Cezanne – Ritratto del padre

 

 


Dalla sua ricerca parte proprio la più grande rivoluzione del ventesimo secolo: la pittura cubista di Picasso.

Con il cubismo si perde completamente il primo termine della sintesi di Cezanne (visione-coscienza), per ricercare solo quella rappresentazione che ha la coscienza delle cose.

Perdendo il primo termine il cubismo romperà definitivamente con il naturalismo e la rappresentazione mimetica della realtà per introdurre sempre più l’arte nei campi dell’astrazione e del non figurativo.


 

 

La signora in blu – 1904

 

 


In Cezanne tutto ciò però è ancora assente.

Egli non perde mai di vista la realtà e il suo aspetto visivo.

Come per i pittori impressionisti, egli è del tutto indifferente ai soggetti.

Li utilizza solo per condurre i suoi esperimenti sul colore.

Ed i suoi soggetti sono in realtà riducibili a poche tipologie: i paesaggi, le nature morte ed i ritratti a figura intera.


 

 

 

 


I paesaggi sono, tra la produzione di Cezanne, quella più emozionante e poetica.

Vi dominano i colori verdi, distesi in infinite tonalità diverse, tra cui si inseriscono tenui tinte di colore diverso.

Sono paesaggi che nascono da una grande sensibilità d’animo e che cercano nella natura la serenità e l’equilibrio senza tempo.


 

 

 

 

 

 


Le nature morte di Cezanne sono quasi sempre dominate dalla frutta.

Inconfondibili sono le sue mele che, come perfette sfere rosse, compaiono un po' ovunque.



 

 

 

 


In questi quadri gli elementi si pongono con grande libertà, cominciando già a mostrare le prime volute rotture con la visione prospettiva.

Cezanne è interessato solo ai volumi non allo spazio.

Tanto che egli affermò che tutta la realtà può essere sempre riconducibile a tre solidi geometrici fondamentali: il cono, il cilindro e la sfera.


Questa sua attenzione alla geometria solida ritorna anche nei suoi ritratti a figura intera, tra cui spiccano le composizioni delle Grandi Bagnanti.

 

 

 

Gardanne

 

 


La sua tecnica pittorica è decisamente originale ed inconfondibile.

Egli sovrapponeva i colori con spalmature successive, senza mai mischiarle.

Per far ciò, aspettava che il primo strato di colore si asciugasse per poi intersecarlo con nuove spalmature di colore.

Era un metodo molto lento e meticolo, per certi versi simile a quello di Seurat e dei neoimpressionisti che accostavano infiniti e minuscoli puntini.

Cezanne è, tuttavia, molto lontano dai risultati e dagli intenti dei puntinisti.

Egli non ricercava una pittura scientifica, bensì poetica.

La sua rimane però comunque una pittura molto difficile da decifrare e spiegare.

Renoir di lui disse: «Ma come fa? Non mette neanche due macchie di colore su una tela, senza fare una cosa eccezionale!»


 

 

M.me Cezanne


 

 

La sua ricerca fu sempre estremamente solitaria e lontana dai clamori.

Anche per il suo carattere schivo e introverso condusse una vita molto ritirata nella sua Aix-en-Provence.

La sua attività di pittore è del resto contraddistinta da una insoddisfazione perenne.

Egli si sentiva sempre alla ricerca di qualcosa che non riusciva mai pienamente a raggiungere.

La sua scoperta e rivalutazione avvenne solo negli ultimi anni della sua vita.


 

 

Il grande pino


 

 

Nel 1904, due anni prima della morte, il Salon d’Automne espose le sue opere dedicandogli una intera sala.

Dal 1906, anno della sua morte, la sua eredità venne ripresa soprattutto dai cubisti che in Cezanne videro il loro precursore.

Oggi è considerato uno dei grandissimi…


 

 

Il ragazzo dal gilet rosso

 

 

 

F I N E

 

 

 

Immagini e testi da vari siti web – coordinam. e impagin. t.k.

 

 

Ciao da Tony Kospan

 

 

 

Chi desideri leggere la sua biografia,

una prima analisi della sua pittura

e vedere diversi altri suoi noti dipinti…

 

 

 

IL NUOVO GRUPPO IN CUI VIVER L'ARTE
INSIEME

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Les grandes baigneuses (Le grandi bagnanti)

 

Cezanne – Emozioni e colori – Biografia.. capolavori ed analisi della sua arte   6 comments

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E’ considerato l’iniziatore della modernità in pittura…,
primitivo di un’arte nuova,
un visionario che anticipò Cubismo e Astrattismo…



Paul Cezanne – I giocatori di carte



La luce è una cosa che non può essere riprodotta
ma deve essere rappresentata attraverso un’altra cosa,
attraverso il colore.
Sono stato contento di me, quando ho scoperto questo.
Cezanne



Paul Cezanne




C E Z A N N E
PADRE DELL’ARTE MODERNA
E POETA DEL COLORE



Paul Cezanne – Il castello di Medan



I PARTE



Paul Cezanne – Autoritratto
(Aix-en-Provence 19.1.1839 – Aix-en-Provence 22.10.1906)





BREVE BIOGRAFIA



Cezanne è il pittore più enigmatico di tutta la pittura francese dell’ottocento.

Nato nel meridione della Francia, proveniva da una famiglia benestante.

Il padre, di lontane origini piemontesi, era proprietario della banca locale.

Condusse quindi una vita agiata, a differenza degli altri pittori impressionisti, e poté svolgere una solitaria ricerca artistica del tutto lontana dai problemi dei critici e dalla necessità di vendere le sue opere.

Negli anni giovanili, dopo aver iniziato studi giuridici a Parigi, si rese conto di non esser interessato ad essi bensì d’esser portato all’arte.

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Paul Cezanne – Pranzo all’aperto



Qui ebbe modo di venire a contatto con i pittori impressionisti della prima ora quali Pissarro, Degas, Renoir, Monet ed altri.

Nel 1869 iniziò una relazione con una sartina Hortense Fiquet da cui ebbe un figlio Paul.

M.me Cezanne fu sempre la sua modella preferita… come risulta dal gran numero di dipinti a lei dedicati.

Partecipò in quel periodo a diverse mostre ma sempre senza successo.

Egli poi, come gli altri impressionisti, si vide rifiutare le sue opere dalla giuria del Salon ed insieme a loro partecipò alla prima mostra che tennero nello studio del fotografo Nadar nel 1874.

A questa mostra egli espose la sua famosissima opera «La casa dell’impiccato a Auvers».





Paul Cezanne – La casa dell’impiccato a Auvers




In tutta la sua vita, al pari di Van Gogh, vendette una sola tela, e solo qualche anno prima di morire.





Paul Cezanne – Madame Cezanne



Nel 1878 quando il padre seppe della sua relazione con Hortense gli tagliò i viveri.

L’aiutò allora il suo grande amico e già noto scrittore… Emile Zola.

 
Nel 1886 però, riconoscendosi nel personaggio di un pittore fallito descritto nel romanzo di Zola  “L’opera”,  si offese moltissimo e ruppe del tutto l’amicizia con lui che pur durava da moltissimi anni.





Cezanne – Paul Alexis legge a Emile Zola un manoscritto – 1869



Nello stesso anno sposò Hortense facendo pace col padre… che poco dopo morì lasciandogli una grossa eredità.

Qualche anno dopo s’ammalò di diabete.

La pittura era comunque tutto il suo mondo.. tutta la sua vita.

Nel 1896 si separò dalla moglie e partecipò a varie mostre grazie alle quali iniziò ad essere apprezzato ed ammirato soprattutto dai giovani pittori…

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Paul Cezanne – Ragazzo



Verso la fine del secolo ormai era diventato un pittore abbastanza noto.

Sopravvennero però difficoltà economiche e fu costretto a vendere la casa ed a vivere in affitto… ad Aix-en-Provence.

Riuscì però ad aprire uno studio oggi diventato museo.

Morì il 22 ottobre 1906 di polmonite… a 67 anni…

L’anno dopo la sua morte fu allestita a Parigi una retrospettiva dedicata alle sue opere che ebbe un grandissimo successo…

Iniziava il suo mito.




Paul Cezanne – Natura morta



L’ARTISTA



La sua adesione al movimento impressionista fu sempre distaccata.

La sua pittura fin dagli inizi si differenziava nettamente da quella di un Monet o di un Renoir.

Mentre questi ultimi erano interessati solo ai fenomeni percettivi della luce e del colore, Cezanne nelle sue opere porta integre le sue emozioni ed il riconoscimento delle forme e dello spazio.

Ma, per far ciò, egli non ricorse mai agli strumenti tradizionali del disegno, del chiaroscuro e della prospettiva, ma solo al colore.

La sua grande ambizione era di risolvere tutto solo con il colore, arrivando lì dove nessun pittore era mai arrivato: sintetizzare nel colore la visione ottica e la coscienza delle cose. 




Paul Cezanne – Martedì grasso – 1888




Nella pittura ci sono due cose: l’occhio e il cervello,
ed entrambe devono aiutarsi tra loro
Cezanne



  



FINE I PARTE


FONTI VARI SITI WEB – COORDIN E IMPAGINAZ. T.K



Continua…

Nella II parte un approfondimento della sua ricerca pittorica 
ed altri capolavori


Doodle di Google in omaggio a Cezanne



Robert Capa… vera leggenda della fotografia d’arte e di guerra   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

COGLIERE L’ATTIMO

NELLA BATTAGLIA… NEL DOLORE…
NELLA MORTE… NELLA SPERANZA.
 
 
 
 
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RIPRENDERE LA STORIA… VIVERLA… ESSERCI DENTRO
 
 
 
 

Queste appaiono le spinte interiori verso la sua arte fotografica
che però, ahimè, l’hanno poi portato anche a morire
su di un campo di battaglia a soli 41 anni.

 
 
 
 

 

ROBERT CAPA

IL LEGGENDARIO
 
 
ARTE FOTOGRAFICA E STORIA DI GUERRA
a cura di Tony Kospan

 
 
 
 
 
 
 
Robert Capa (Budapest 22.10.1913 – Thai Binh 25.05.1954)
 
 
 
 

BREVE BIOGRAFIA

 
 
 
Endre Friedman (il vero nome di Robert Capa) nasce a Budapest il 22 ottobre 1913.
Esiliato dall’Ungheria nel 1931 per aver partecipato ad attività studentesche di sinistra, si trasferisce a Berlino dove si iscrive al corso di giornalismo.
Alla fine dell’anno apprende  che l’attività della sartoria dei genitori va male ed allora un conoscente ungherese lo aiuta allora a trovare un lavoro di fattorino e aiutante di laboratorio presso Dephot, un’importante agenzia fotografica di Berlino.
Il direttore scopre ben presto il suo talento e comincia ad affidargli dei piccoli servizi fotografici.
Ottiene il primo incarico importante in dicembre, quando Guttam lo manda a Copenaghen per fotografare una lezione di Lev Trotzkij agli studenti danesi.
Nel 1933, al momento dell’ascesa al potere di Hitler, fugge però da Berlino, e precisamente subito dopo il drammatico incendio del Reichstag avvenuto il 27 febbraio.
Si reca dunque a Vienna, dove ottiene il permesso di tornare a Budapest, la città natia. Qui trascorre l’estate ma poi per vivere e per seguire il suo istinto errabondo ed irrequieto parte alla volta di Parigi.


 
 
 
Tumulti a Parigi
 
 
 
Nella città francese incontra Gerda Taro, una profuga tedesca, e se ne innamora. In quel periodo, viene inviato in Spagna per una serie di servizi fotogiornalistici su interessamento di Simon Guttmann.
E’ l’anno 1936 quando, con un colpo di fantasia, si inventa un personaggio di fantasia, spacciando a tutti il suo lavoro come il frutto di un fotografo americano di successo.
 
 
 

Robert Capa e Gerda Taro (Il suo grande amore)

 
 
 

E’ la stessa Gerda, in verità, che vende ai redattori le fotografie di Edward sotto “mentite spoglie”.

Ben presto il trucco viene scoperto, allora cambia il proprio nome con quello di Robert Capa.
Fotografa i tumulti di Parigi, si reca in Spagna con Gerda Taro, per fotografare la guerra civile.
Effettua un secondo viaggio in Spagna in novembre per fotografare la resistenza di Madrid.
E’ presente su vari fronti spagnoli, da solo e con Gerda, diventata nel frattempo una fotogiornalista indipendente.


 
 
 
Sua mitica (e controversa) fotografia
 
 
 
 
Nel luglio del ’37, Gerda va a fotografare da sola la battaglia di Brunete a ovest di Madrid ma durante una ritirata, nella confusione, muore. Capa, che sperava di sposarla non si risolleverà mai dal dolore.
L’anno dopo trascorre sei mesi in Cina per documentare la resistenza contro l’invasione giapponese ma, tornato in Spagna nel ’39, fa in tempo a fotografare la capitolazione di Barcellona.
 Realizza vari servizi in Francia, tra i quali un lungo servizio sul Giro di Francia.
 
 
 
 

Robert Capa

 
 
 
 
Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, in settembre, s’imbarca per New York dove comincia a realizzare vari servizi per conto di ” Life “.
Trascorre allora alcuni mesi in Messico per fotografare la campagna presidenziale e le elezioni.
Non contento, attraversa l’Atlantico con un convoglio di trasporto di aerei americani in Inghilterra, realizzando numerosi servizi sulle attività belliche degli alleati in Gran Bretagna.
Intanto, la guerra mondiale è scoppiata e Capa, da marzo a maggio del ’43, realizza un reportage fotografico sulle vittorie degli alleati in Nord Africa, mentre in Luglio e Agosto, fotografa i successi militari degli alleati in Sicilia.
 
 
 

Bilbao 1937 – Guerra civile spagnola




 

 

 

 

Durante la parte rimanente dell’anno documenta i combattimenti nell’Italia continentale, compresa la liberazione di Napoli.
 
 
 
 
Qui è con Ufficiale americano nei pressi di Napoli

 
 
 

Gli avvenimenti sono convulsi e si succedono senza sosta.  
Nel Gennaio del 1944, ad esempio, partecipa allo sbarco alleato ad Anzio, mentre il 6 Giugno sbarca con il primo contingente delle forze americane a Omaha-Beach in Normandia.
 
 
 

 La liberazione della Francia – Parigi 26 agosto 1944

 

 

E’ al seguito delle truppe americane e francesi durante la campagna che si conclude con la liberazione di Parigi il 25 agosto. 
In dicembre, fotografa la battaglia di Bulge.
 
 
 
 
Prigionieri tedeschi
 
 
 
Paracadutato poi con le truppe americane in Germania, fotografa l’invasione degli alleati a Lipsia, Norimberga e Berlino.
 
 
 
 
 
Berlino distrutta
 
 
 
 
In giugno incontra Ingrid Bergman a Parigi con cui vive una storia d’amore durata 2 anni.
 
 
 
 

Ingrid Bergman

 

 

Terminato il conflitto mondiale, diventa cittadino americano. 

Trascorre alcuni mesi a Hollywood, scrivendo le sue memorie di guerra.

Nel 1947, insieme con gli amici Henri Cartier-Bresson, David Seymour (detto “Chim” ), George Rodger e William Vandivert fonda l’agenzia fotografica cooperativa “Magnum”.

Per un mese viaggia in Unione Sovietica in compagnia dell’amico John Steinbeck.

 
 
 

Israele – dichiarazione d’indipendenza
 
 
 

La sua opera di testimone del secolo è instancabile: Nei due anni che vanno dal 1948 al ’50 effettua tre viaggi in Israele.
Durante il primo realizza servizi fotografici sulla dichiarazione d’indipendenza e i combattimenti successivi.
Nel corso degli ultimi due viaggi si concentra invece sul problema dell’arrivo dei primi profughi.
Finito di “fare il suo dovere”, si trasferisce nuovamente a Parigi, dove assume il ruolo di presidente della Magnum, dedicando molto tempo al lavoro dell’agenzia.
Purtroppo, quelli sono anche gli anni del maccartismo, della caccia alle streghe scatenata in america.
A causa di false accuse di comunismo, dunque, il governo degli Stati Uniti gli ritira il passaporto per alcuni mesi impedendogli di viaggiare per lavorare.
 
 
 
 

 
 
 
Nel 1954 giunge ad Hanoi attorno al 9 Maggio in veste di inviato di ” Life ” per fotografare la guerra dei francesi in Indocina per un mese.
Il 25 Maggio accompagna una missione militare francese da Namdinh al delta del Fiume Rosso.







Durante una sosta del convoglio lungo la strada, Capa si allontana in un campo insieme con un drappello di militari dove calpesta una mina anti-uomo, rimanendo ucciso.
 
 
 
 
 

 
 
 
 
L’anno dopo, ” Life ” e Overseas Press Club istituiscono il Premio annuale Robert Capa “per la fotografia di altissima qualità sostenuta da eccezionale coraggio e spirito d’iniziativa all’estero”.
 
 
 
 
 
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UN VIDEO CON TANTE ALTRE SUE FOTO
 
 
Possiamo ora anche guardare nel video che segue,
ascoltando le note de “LA VIE EN ROSE“,
altre foto della sua vasta ed importantissima produzione.
 
Produzione importantissima
sia da un punto di vista documentaristico e storico
che artistico.
 
 
  
 
 
 
 
 
 
 
  
Testi ed immagini dal web liberamente adattati
 
  
 Ciao da Tony Kospan

 
 
 

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Robert Capa fotografa Picasso



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