Archivio per 26 settembre 2016
L’OBLIO
Alejandra Pizarnik
Sull’altra riva della notte
l’amore è possibile
– portami là –
portami tra le dolci sostanze
che muoiono ogni dì nel tuo ricordo
Giulio Benedetti – L'oblio degli dei
by
Tony Kospan
IL GRUPPO DI FB
D'ARTE POESIA MUSICA ETC.
NATO DALLA PAGINA
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QUANDO LA REALTA'… IN QUESTO CASO… STORICA
SUPERA LA FANTASIA !
QUESTA STORIA E' VENUTA ALLA LUCE UNA VENTINA D'ANNI FA
MA SOLO DA POCO, GRAZIE AL LIBRO DEL FIGLIO,
E' DIVENUTA NOTA IN TUTTO IL MONDO

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ALEX KURZEM
IL BIMBO EBREO CHE DIVENNE LA MASCOTTE DEI NAZISTI
Quest’incredibile e documentata vicenda è assolutamente vera…. e da essa…, dalla rivelazione del bambino diventato ormai anziano al figlio…, è nato un libro divenuto best seller in tutto il mondo…, con il titolo IL BAMBINO SENZA NOME.
Ma andiamo con ordine…
LA STORIA
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Siamo in uno sperduto villaggio tra i boschi della Bielorussia (purtroppo non si è riusciti a scoprire quale) nel mezzo della seconda guerra mondiale…
Il ragazzo vive lì con la sua umile famiglia di origini ebree.
Tutto inizia la sera in cui sua madre dice, “Domani saremo tutti morti”.
Ma lui – come si chiamava allora? non lo sa, non lo ricorda proprio – si era alzato ed era uscito di casa nella notte, era salito sulla collina e da lì, la mattina seguente, aveva visto uno spettacolo di tremendo orrore per chiunque, immaginarsi per un bambino di – forse – cinque anni.
Aveva solo capito che doveva fuggire e nascondersi nella foresta… dormendo sugli alberi di notte.
Ma dopo aver vagato per mesi da solo nei boschi tra la neve ed i lupi viene catturato da un’unità lettone filonazista.

Eccolo ora davanti al plotone di esecuzione ma lì, le spalle contro il muro della scuola, rivolge al sottufficiale che sta per premere il grilletto una strana, ma perfetta domanda da bambino:
“Puoi darmi un pezzo di pane, prima di spararmi?”.
Questa domanda gli salva la vita.

Le SS decidono infatti di prendere quel bambino dai capelli biondissimi e dagli occhi cerulei come loro mascotte, per farne un modello di soldato bambino da utilizzare per la propaganda.
Da questo momento incomincia la vita ‘costruita’ su misura per lui, proprio come le divise – fatte della sua taglia – che gli fanno indossare per trasformarlo nella mascotte dei soldati.
Gli vengono dati un nome, Uldis Kurzemnieks, e una data di nascita;
gli si dice che è russo; gli si insegna a ripetere la storia (alterata) del suo ritrovamento;
viene perfino modificata la data in cui era stato salvato.

Nel 1995 Alex Kurzem ha sessant’anni (almeno, pensa di avere sessant’anni, perché gli è stata attribuita una data di nascita, proprio come gli è stato attribuito un nome) e ha sempre taciuto a tutti e perfino ai suoi familiari il suo passato avvolto nella nebbia di ricordi imprecisi e della volontà di rimozione.
Vive con la sua famiglia in Australia ma ecco che, inventando una scusa per la moglie, lascia Melbourne e si reca dal figlio Mark, a Oxford.
Stringe tra le mani la valigetta che Mark e i suoi fratelli gli hanno sempre visto custodire gelosamente, senza che nessuno di loro potesse mai sbirciarci dentro.

In quella valigetta sono conservate le foto e vari documenti del suo passato di mascotte dei nazisti.
Alex ora vuole ricordare, ritrovare le sue radici, la sua famiglia, il suo passato, vuole sapere tutto, anche il suo nome, perché quello con cui è cresciuto, si è sposato, ha generato tre figli, Alex Kurzem, non è che il nome falso che gli diedero su un foglio di via.
Chiede quindi al figlio di aiutarlo.
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I L L I B R O
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L'AIUTO DEL FIGLIO MARK
Mark ha da poco iniziato la sua vita da ricercatore a Oxford quando suo padre Alex bussa alla sua porta con un angoscioso segreto da confessare.
I brandelli di quel segreto sono rinchiusi in una logora valigia che custodisce i ricordi evanescenti e ossessionanti che per quasi settant’anni suo padre ha cercato di seppellire nell’oblio.
Tocca a Mark ora aiutare suo padre a ricostruire la sua storia, l’epopea di un bambino bielorusso ebreo di cinque anni che è scampato avventurosamente allo sterminio della sua famiglia e del suo villaggio.

UNA RECENSIONE DEL LIBRO
Non si esce indenni dalla lettura di questo libro.
Perché non solo vi ritroviamo le descrizioni delle carneficine compiute dai nazisti, ma a questi crimini se ne aggiungono altri, che non grondano sangue ma che sono più sottilmente crudeli.
Che non annientano la vita ma la manipolano, che non distruggono ma rubano l’identità di un individuo, privando della sua eredità culturale lui e i suoi figli e i figli dei figli.
Non possiamo non essere pervasi pure noi dall’angoscia duplice dell’uomo che si domanda chi sia (o chi fosse prima di diventare quello che è ora) e se debba giudicarsi colpevole per quello che ha fatto, che gli hanno fatto fare, che non sa se ha fatto.
Un bambino di sei, sette, otto anni, distingue tra bene e male?
E, se un bambino è (lo diceva Rousseau) per sua natura buono e innocente, quanto maggiormente colpevole è chi lo mette sulla strada del male?
Avrebbe dovuto, lui, avrebbe potuto sottrarsi, fare qualcosa di diverso da quello che ha fatto?
Questa è la copertina ed il titolo del libro pubblicato in Italia dove sarà possibile leggere tutta la storia in modo molto più ampio ed approfondito.

Notizie e informazioni dal Web liberamente adattate ed impaginate da T. K.
Ciao da Tony Kospan








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Ecco un passo che mi ha incuriosito…
in quanto naviga in… floreali… ipotesi suggestive….
e per questo ve lo propongo…
LA VITA E’ UN FIORE

E' davvero suggestivo ma ovviamente
va interpretato con serena e simpatica leggerezza…
LA VITA E’ UN FIORE
Cos’è un fiore?
E’ un organo sessuale che sboccia, si rende attraente con la forma, il colore, il profumo.
E’ un mezzo di trasmissione di vita.
Cos’ha a che vedere coi cadaveri, rimasugli di corpi ormai senza vita?
Che significa portare fiori nei cimiteri?
Illusione di portare vita a qualcosa che vita non ha più.
Chi ha lasciato il corpo vive in un’altra dimensione nella quale i mezzi di trasmissione sono i pensieri.
E allora, invece di un fiore, manda un pensiero d’amore.
Ti darà la coscienza della continuazione di un rapporto la cui espressione fisica è stata solo un episodio, ma che, su altri piani, continua ad essere vivo, così come la parte che recita un attore è solo un particolare della sua vita: poi lascia il palcoscenico e continua la sua esistenza.
Creare significa far vivere per sempre; manifestare significa dare aspetti diversi ad una stessa creazione.
Tu sei eterno, non dare troppa importanza a questa tua parentesi terrena; intendila per quello che è: un modo per trasferire l’amore di cui sei fatto nel mondo materiale.
Su questa terra sei come un fiore: sei sbocciato, hai vissuto la tua parte di piena maturità, hai attratto qualcuno ed ora ti avvii alla fase del declino.
Non hai più molto tempo per trasmettere amore.
Non l’hai mai trasmesso?
Comincia ora prima che tu non ne sia più capace.
Hai dato amore?
E allora continua a darne: gli altri si aspettano che tu gliene dia sempre.
E ricordati che, se è importante come sei stato nella tua fase di infiorescenza, ancora più importante è lo stato in cui ti troverai quando ti staccherai dalla pianta: se morirai amando, quanto amore avrai nella nuova vita?

Ma… cosa ne pensiamo?
TESTO DA LA STAZIONE CELESTE – IMPAGIN. T.K.
CIAO DA TONY KOSPAN
IL TUO SALOTTO CULTURALE SU FACEBOOK
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Sir Frank Bernard Dicksee
L’amore è il fiume della vita del mondo.
– Henry Ward Beecher –
(
L'offerta – Frank Bernard Dicksee
CUPIDO MONELLO TESTARDO!
Goethe
Cupido, monello testardo!
M’hai chiesto un riparo per poche ore,
e quanti giorni e notti sei rimasto!
Adesso il padrone in casa mia sei tu!
Sono scacciato dal mio ampio letto;
sto per terra, e di notte mi tormento;
il tuo capriccio attizza fiamma su fiamma nel fuoco,
brucia le scorte d’inverno
e arde me misero.
Hai spostato e scompigliato gli oggetti miei,
io cerco, e sono come cieco e smarrito.
Strepiti senza ritegno, e io temo che l’animula
fugga via per sfuggire te,
e abbandoni questa capanna.
Sir Frank Bernard Dicksee – Leila
PER LE NOVITA' DEL BLOG
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I S C R I V I T I
Giulietta e Romeo – Sir Frank Bernard Dicksee
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La sua è stata una grandissima figura
che è ancor oggi, dopo quasi un millennio,
amatissima sia dai credenti che non.

SAN FRANCESCO
IN UNA VISIONE LAICA
Tony Kospan
San Francesco (Assisi 1182 ca. – Assisi 1226)
Il suo amore per il creato in genere… gli umili… gli animali… la natura in ogni sua forma… ne fanno un antesignano immenso e geniale del pensiero moderno.
Ne è la più chiara rappresentazione questa sua famosissima poesia.
IL CANTICO DELLE CREATURE
Altissimu, onnipotente bon Signore,
Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne
benedictione. Ad Te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore cum tucte le Tue creature,
spetialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi Signore, per sor’Acqua.
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.
Laudato si’, mi Signore, per quelli che perdonano per lo
Tuo amore
et sostengono infrmitate et tribulatione.
Beati quelli ke ‘l sosterranno in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato s’ mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.

Questa sua mitica poesia in volgare lo fa ritenere anche uno dei più grandi iniziatori della storia della Letteratura Italiana.
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Le celebrazioni per la sua festa costituiscono ogni anno quindi un momento forte, a mio parere, per ripensare la sua personalità e la sua missione, sia in chiave religiosa che laica nonché il suo lascito ai posteri ( che ahimè sembra che non l'abbiano proprio colto ) in temini d'amore e fratellanza universale… ma anche di libertà di pensiero e di capacità di opporsi ai diktat di cieche autorità… (come umilmente fece nei confronti delle Autorità ecclesiastiche)

In tempi difficili come questi dobbiamo, se non vogliamo perdere il filo di una vita degna e ragionevole
e rimanere prigionieri solo di una facile continua protesta:
– lasciar cadere il “lamentoso urlante vergognoso ciarpame” che ci bombarda da ogni dove…, (soprattutto dai mass media e da chi li guida…)
– cercare di esser vicini alle persone che maggiormente soffrono per la crisi…
– focalizzare le eterne problematiche veramente essenziali del nostro esser… umani.
Queste problematiche sono rappresentate principalmente da tre aspetti
che non possono, nè potranno, essere messi mai da parte
né da chi crede… né da chi non crede:
Dio o il Mistero della Vita
L’Uomo
La Natura
Giotto (San Francesco incontra Papa Innocenzo)
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Tony Kospan
LA TUA NUOVA PAGINA DI PSICHE E SOGNO
PER COLORARE LE TUE ORE…

Giotto – San-Francesco predica agli uccelli
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Anna Magnani e Marlon Brando
ANNA MAGNANI… il suo nome
ma per tutti… era NANNARELLA…
E’ stata una donna che ha lasciato una traccia indelebile
nella storia del cinema italiano e mondiale
(Roma 7.3.1908 – Roma 26.9.1973)
Oltre ad essere una delle più grandi attrici italiane di sempre
è stata anche un eccezionale simbolo della romanità…
Vera e propria STAR del cinema internazionale,
vincitrice dell’Oscar nel 1956,
ha interpretato film memorabili come Roma città aperta, di Rossellini;
Bellissima di Visconti, Mamma Roma, di Pasolini… etc…
Ha anche lavorato con altri grandi registi
come Fellini, Monicelli e Kramer.
Ricordiamola con questo magnifico video omaggio
contenente diverse scene da film nelle quali, tra l’altro,
canta e recita anche in lingua napoletana…

(‘O suerdato ‘nnamurato)
Per il suo urlo nella scena finale di ROMA CITTA’ APERTA,
capolavoro del Neorealismo italiano… che vinse il NASTRO D’ARGENTO,
e di cui possiamo vedere qui una famosissima drammatica scena…
Pier Paolo Pasolini le dedicò la poesia che possiamo leggere più giù.


“Quasi emblema, in noi l’urlo della Magnani
sotto le ciocche disordinatamente assolute,
rinnova nelle disperate panoramiche,
e nelle occhiate vive e mute
si addensa il senso della tragedia.
E’ lì che si dissolve e mutila
il presente, e assorda il canto degli aedi”.
Era sì grande artista… ma anche donna vera… schietta…
Con la sua romanità… universale… ha lasciato un segno indelebile
non solo nella Storia del Cinema ma anche
nei cuori di milioni di persone che l’hanno seguita… ammirata ed amata.
Tony Kospan

IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L’ARTE
I N S I E M E
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