Fu inaugurata il 31.3.1889 ed anche Google spesso ha festeggiato questo anniversario con un suo doodle.
La Torre… è considerata il simbolo della Francia.
Fu costruita per l’Esposizione Universale
che si tenne quell’anno a Parigi per il centenario della Rivoluzione Francese.
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Ma fu anche il modo per esaltare il progresso e le scoperte scientifiche che allora si susseguivano e che consentivano al Mondo d’avere grande fiducia nella possibilità che il futuro risolvesse quasi tutti i problemi umani.
In fondo siamo in piena Belle Époque…
Jean Beraud
Fu costruita dall’ingegnere Alexandre-Gustave Eiffel (da cui prende il nome) in 26 mesi utilizzando 26.000 barre di ferro.
La costruzione fu possibile soprattutto per la precisione degli studi sulla combinazione di ferro e ghisa…
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La Torre doveva durare solo il tempo dell’Esposizione ma, nonostante fosse criticata, con violenza, dai grandi intellettuali francesi dell’epoca essa fu subito amata dalla maggioranza dei Francesi ed è ancora lì a svettare nel cielo di Parigi.
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La Torre, alta 300 mt (324 con l’antenna) fu utilizzata anche
per le comunicazioni telegrafiche prima e radiotelevisive poi e, fino al 1930, è stata l’edificio più alto al mondo.
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Ancor oggi è uno dei luoghi più visitati di Parigi… anche per l’eccezionale veduta che offre dalla sommità.
Non camminare davanti a me, potrei non seguirti; non camminare dietro di me, non saprei dove condurti; cammina al mio fianco e saremo sempre amici. ~ Anonimo cinese~
Louis Ritman
IL VOLTO DELL’AMORE
Jacques Prévert
Il tenero e rischioso volto dell’amore m’è apparso la sera di un giorno troppo lungo Forse era un arciere con l’arco o forse un musicista con l’arpa io non so più Io non so nulla Tutto quel che so è che m’ha ferita forse con una freccia forse con un canto Tutto quel che so è che m’ha ferita e ferita al cuore scottante oh scottante ferita dell’amore.
Pubblicarono anche diversi libri di poesie insieme…
Tornando ad Emily… che era quella con il carattere più riservato
ancor oggi viene ricordata ed amata da molti per il suo unico ma famoso romanzo Cime tempestose.
Personalmente invece amo soprattutto le sue poesie.
Considerato un classico della letteratura inglese dell’800 il suo romanzo,
per la sua complessa trama e per le suggestioni che dona, ha avuto molte versioni cinematografiche e televisive.
In Italia ebbe molto successo come sceneggiato televisivo prodotto dalla RAI e diretto da Mario Landi nel nel 1956.
Mi fa piacere dunque ricordarla con 3 sue poesie,
in cui sono evidenziati il suo stile e la sua poetica,
e con un video tratto dall’indimenticabile sceneggiato Rai…
ALCUNE POESIE
NON DOVRESTI CONOSCERE LA DISPERAZIONE Emily Bronte
Non dovresti conoscere la disperazione se le stelle scintillano ogni notte; se la rugiada scende silenziosa a sera e il sole indora il mattino. Non dovresti conoscere la disperazione – seppure le lacrime scorrano a fiumi: non sono gli anni più amati per sempre presso il tuo cuore? Piangono, tu piangi, così deve essere; il vento sospira dei tuoi sospiri, e dall’inverno cadono lacrime di neve là dove giacciono le foglie d’autunno; pure, presto rinascono, e il tuo destino dal loro non può separarsi: continua il tuo viaggio, se non con gioia, pure, mai con disperazione!
PIU’ FELICE SONO… Emily Bronte
Più felice sono quando più lontana porto la mia anima dalla sua dimora d’argilla, in una notte di vento quando la luna brilla e l’occhio vaga attraverso mondi di luce
Quando mi annullo e niente mi è accanto né terra, né mare, né cieli tersi e sono tutta spirito, ampiamente errando attraverso infinite immensità.
Undici persone si trovano appese alla corda di un elicottero: sono dieci uomini e una donna.
Dal momento che la corda non era sufficientemente resistente per sostenere tutte e undici le persone, decisero che uno doveva lasciarsi cadere nel vuoto altrimenti sarebbero dovuti morire tutti.
Non riuscivano a mettersi d’accordo su chi dovesse compiere il gesto fino a quando la donna non tenne un commovente discorso dicendo che sarebbe stata lei a lasciare volontariamente la corda dal momento che le donne sono abituate a rinunciare a tutto per i loro figli e i loro uomini e a regalare tutto agli uomini senza ricevere nulla in cambio.
Appena finì di parlare, tutti gli uomini iniziarono a battere le mani….
Morale: Non sottovalutate mai il potere di una donna…
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IL RUSCELLO
Un giorno tre amici partirono per una escursione e all’improvviso si trovarono davanti a un grande torrente impetuoso.
Dovevano assolutamente passare dall’altra parte ma non avevano nessun’idea di come attraversarlo. Uno dei tre si mise allora a pregare:
“Ti prego, mio Dio, dammi la forza di attraversare il torrente”.
E PUF! Dio gli donò due braccia robuste e due gambe potenti così che fu capace di attraversare il torrente a nuoto in due ore, ma per due volte fu sul punto di annegare.
Vedendo ciò il secondo amico anche lui pregò Dio:
“Ti Prego, Signore, dammi la forza .. e i mezzi per attraversare il torrente”.
E PUF! Dio gli diede una scialuppa e dei remi con cui poté attraversare il torrente in un’ora, ma per due volte fu sul punto di capovolgersi. Il terzo compagno, forte delle esperienze degli altri due, decise anche lui di rivolgersi a Dio:
“Ti prego, o Dio, dammi la forza, i mezzi…e l’intelligenza per attraversare il torrente”.
E PUF! Dio lo tramutò in donna. …Lei verificò la cartina, camminò per circa 200 metri a monte e traversò il ponte.
Morale: Senza parole….
IL MAIALE
Un uomo sta guidando su una tortuosa e stretta strada di montagna.
Una donna guida sulla stessa strada ma in senso inverso.
Nel momento in cui si incrociano, la donna apre il finestrino dell’auto e grida accorata… maialeeeee!!”.
L’uomo, immediatamente, apre il proprio finestrino e risponde: “Puttanaaa!!”.
Ognuno di loro continua per la propria strada e però, appena l’uomo gira il tornante successivo va a sbattere contro un grosso maiale al centro della strada.
Morale: Se solo gli uomini stessero ad … ASCOLTARE…
Tissot – Giovane donna in barca
LA BARCA
Una coppia andò in vacanza su un lago in cui si poteva pescare.
Lui amava pescare all’alba e lei adorava la lettura.
Una mattina lui tornò dopo alcune ore di pesca e decise di sdariarsi e schiacciare un pisolino.
Benchè il lago non le fosse familiare, lei decise di uscire in barca.
Remò un po’, ancorò la barca e ricominciòa leggere il suo libro.
Dopo un po’ apparve una guardia vicino alla sua barca.
Richiamò la donna e le disse: “Buongiorno, signora… Cosa sta facendo?”
“Leggo” – rispose lei, pensando che fosse evidente.
“Si trova in un’area di divieto di pesca”
“Ma non sto pescando! Non lo vede?”
“Sì però ha con sè tutto l’occorrente. Dovrà seguirmi e la dovrò multare”.
“Se lo fa, la denuncio per violenza carnale!” – disse la donna indignata.
“Ma.. ma se non l’ho neanche toccata!”
“Sì, però ha con sè tutto l’occorrente!”
Morale: Non discutere mai con donne che sanno… leggere …
Parecchi anni fa, un uomo vendeva palloncini per le strade di New York.
Quando gli affari erano un pò fiacchi, faceva volare in aria un palloncino.
Mentre volteggiava in aria, si radunava una nuova folla di acquirenti e le vendite riprendevano per qualche minuto.
Alternava i colori, sciogliendone prima uno bianco, poi uno rosso e uno giallo.
Dopo un po’ un ragazzino afroamericano gli dette uno strattone alla manica della giacca, lo guardò negli occhi e gli fece una domanda acuta:
“Signore, se lasciasse andare un palloncino nero, salirebbe in alto?”
Il venditore di palloncini guardò il ragazzo e con saggezza e comprensione gli disse:
“Figliolo, è solo quello che è dentro i palloncini che li fa salire verso il cielo”.
Raccontino dal web
“Se fossi più giovane, se fossi più ricco,
se fossi più grande, se fossi più bello…”
Come il bambino della storia molte persone pensano che il successo, ma anche il solo star bene con sé stessi, dipenda esclusivamente da fattori esterni e non da ciò che hanno dentro.
Ecco perché passano tutta la loro vita aspettando che altri li facciano volare… finché poi non si sgonfiano… perché non hanno trovato il tempo, o forse il coraggio, di guardarsi veramente dentro ed esprimere poi le proprie potenzialità quali che siano.
Però quel che conta non è tanto l’affermazione in sé e per sé, che va comunque ricercata senza frenesie ed evitando competizioni eccessive, continue ed inutili, ma l’esser contenti con se stessi per esser riusciti in ogni caso ad esprimere ed a “far volare”, il proprio mondo interiore.
Vincent Van Gogh è proprio il prototipo dell’artista maledetto… dalla breve e tormentata vita conclusasi con un suicidio.
Sue costanti amiche sono angosce ed emarginazione… che lo avvicinano ad artisti e poeti del suo tempo come ad esempio Toulouse-Lautrec e Rimbaud.
Questa tradizione “nera” era nata già col romanticismo ma si era ampliata nel mondo artistico di fine ‘800.
Eppure da queste sofferenze psicologiche per la non accettazione delle realtà sociali sono nate opere immortali…
Notte stellata sul Rodano
BREVE BIOGRAFIA
Figlio di un pastore protestante dopo svariati lavori ebbe ad un certo punto anche lui una vocazione religiosa e divenne un predicatore.
Nello svolger la sua missione girando per poveri villaggi di minatori si appassionò alle loro lotte per migliorar le loro tremende condizioni di vita.
Questo però lo fece ritenere un soggetto socialmente pericoloso e fu licenziato.
Dopo un periodo di crisi e di sofferenze psicologiche ormai 27enne iniziò a dipingere.
La sua attività di pittore durò 10 anni scanditi da momenti di depressione ed altri di esaltazione.
Autoritratto
Innamoratosi di una prostituta nel 1882 andò a convivere con lei poi la lasciò e si trasferì nel nord dell’Olanda sempre consigliato ed assistito dal fratello Theo sia in campo artistico che economico.
Il miglior risultato di questo primo periodo è “I mangiatori di patate” del 1885 che vediamo qui giù.
Mangiatori di patate
L’anno dopo raggiunge il fratello a Parigi che si trovava lì per lavoro e qui frequenta l’atelier Cormon, dove conosce altri giovani pittori come Toulouse – Lautrec ed incontra artisti come Pissarro, Gauguin, Seurat, Signac etc.
Questo gli consentì di approfondire la tematica dell’evoluzione dell’impressionismo e di affinare la sua arte soprattutto nell’uso del colore e nel contempo gli diede nuovi entusiasmi.
La taverna – Paris – 1886
Dopo 2 anni si trasferì in una cittadina del sud della Francia… Arles dove lo raggiunse Paul Gauguin.
Qui dopo un breve periodo d’intensa e favolosa (dal punto artistico) collaborazione Gauguin andò via ed in quell’occasione accadde la controversa storia del taglio del lobo di Van Gogh.
L’orecchio tagliato
Dopo la partenza di Gauguin entrò di nuovo in una grave crisi psicologica alternata da momenti di euforia ed altri di depressione che ebbero fine col suo suicidio con un colpo di pistola.
I suoi quadri più famosi furono realizzati in pochissimi anni ed in vita non ebbe alcun riconoscimento tranne un articolo di giornale.
Subito dopo la morte però la sua arte fu riconosciuta e lui divenne un vero e proprio mito.
Autoritratto
LE OPERE
Il suo primo significativo periodo definito di Nuenen è contaddistinto dal grande interesse per la pittura sociale nella quale il tema principale è quello del mondo degli umili.
Significativa in tal senso è, come si diceva su, la tela “I mangiatori di patate“. che abbiamo visto su.
Notte d’inverno
Il periodo parigino segna un totale rinnovamento, come abbiamo accennato su.
Van Gogh modifica la tecnica di stendere i colori con rapide pennellate e li rischiara.
I soggetti diventano per lo più urbani… sia interni che esterni ma anche i paesaggi.
Caffetteria in piazza
La stagione di Arles è quella dei suoi capolavori.
E’ il periodo breve ma intenso della completa maturazione in cui lascia libero e totale spazio all’esplosione del colore e che termina con la notissima “Camera da letto“.
Ecco alcuni capolavori di questo periodo partendo dalla mitica “Notte Stellata“.
Notte Stellata
La ronda dei carcerati
Barche di pescatori
Camera da letto
Agostina Segatori al Café du Tambourin – 1887
La casa gialla
Il mandorlo in fiore
Infine in questo bel video possiamo ammirare
una bella carrellata di tanti altri suoi capolavori
e il mio corpo aveva riconosciuto nel suo una casa dolce e solida, morbida e generosa, senza soffitte scure e porte chiuse, senza angoli proibiti né cantine condannate all’umiliazione del tempo.
ma se mi si chiede di spiegarlo, non so cosa dire”.
A proposito dello scorrere del tempo e del rischio di sprecarlo…
ecco quella che è forse la più bella poesia/preghiera che esista.
E' di uno scrittore e filosofo francese del secolo scorso.
INSEGNAMI AD USARE BENE IL TEMPO
Jean Guitton
Dio mio,
insegnami ad usare bene il tempo che tu mi dai
e ad impiegarlo bene, senza sciuparne.
Insegnami a prevedere senza tormentarmi,
insegnami a trarre profitto dagli errori passati,
senza lasciarmi prendere dagli scrupoli.
Insegnami ad immaginare l’avvenire
senza disperarmi che non possa essere
quale io l’immagino.
Insegnami a piangere sulle mie colpe
senza cadere nell’inquietudine.
Insegnami ad agire senza fretta,
e ad affrettarmi senza precipitazione.
Insegnami ad unire la fretta alla lentezza,
la serenità al fervore, lo zelo alla pace.
Aiutami quando comincio,
perché è proprio allora che io sono debole.
Veglia sulla mia attenzione quando lavoro,
e soprattutto riempi Tu i vuoti delle mie opere.
Fà che io ami il tempo
che tanto assomiglia alla Tua grazia
perche’ esso porta tutte le opere alla loro fine
e alla loro perfezione
senza che noi abbiamo l’impressione
di parteciparvi in qualche modo.
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Sempre in materia di Tempo,
e sempre di un autore francese,
è la famosissima… mitica canzone-poesia che segue
e di cui possiamo leggere il testo in italiano
mentre l'ascoltiamo nel video in lingua originale.
Avec le temps
(Con il tempo)
di Léo Ferré
Col tempo sai, col tempo tutto se ne va Non ricordi più il viso, non ricordi la voce Quando il cuore ormai tace a che serve cercare Ti lascio andare, forse meglio così
Col tempo sai, col tempo tutto se ne va L'altra che adoravi, che cercavi nel buio L'altra che indovinavi in un batter di ciglia E tra le frasi e le righe e il fondotinta Di promesse agghindate per uscire a ballare
Col tempo sai, tutto scompare. Col tempo sai col tempo tutto se ne va Ogni cosa appassisce e mi scopro a frugare In vetrine di morti, Quando il sabato sera La tenerezza rimane senza compagnia.
Col tempo sai, col tempo tutto se ne va L'altra a cui tu credevi per un raffreddore, per niente L'altra che ricoprivi di gioielli e di vento Per cui avresti impegnato anche l'anima al monte A cui ti trascinavi alla pari di un cane
Col tempo sai tutto va bene Col tempo sai, col tempo tutto se ne va Non ricordi più il fuoco, non ricordi le voci Della gente da poco e il loro sussurrare Non ritardare copriti con il freddo che fa.
Col tempo sai, col tempo tutto se ne va E ti senti il biancore di un cavallo sfiancato In un letto straniero ti senti gelato Solitario ma in fondo in pace col mondo E ti senti ingannato dagli anni perduti E allora, col tempo sai… non si ama più.