Una poesia che per la sua magia e la sua spiritualità
colpisce diritto al cuore…..
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Richard S. Johnson
NON HO BISOGNO DI DENARO…
Alda Merini
(Milano 21 3 1931 – Milano, 1º 11 2009)
Non penso siano necessarie parole
per descriverne la bellezza…
in quanto basta leggerla…
per gustarla con la mente e l’animo.
Essa ci consente di immergerci in un mondo
di sentimenti sublimi…
capaci di arricchire il nostro spirito…
e di elevarci sopra esagerati materialismi e consumismi…
Heinrich Vogeler (1872-1942) – Dreams II
Personalmente ritengo che questa breve poesia
sia tra le sue più belle
per l’intrinseco ed elevatissimo valore morale.
L’autrice è unanimemente considerata
la nostra più grande poetessa del 20° secolo…
NON HO BISOGNO DI DENARO…
Alda Merini
Io non ho bisogno di denaro. Ho bisogno di sentimenti, di parole, di parole scelte sapientemente, di fiori detti pensieri, di rose dette presenze, di sogni che abitino gli alberi, di canzoni che facciano danzare le statue, di stelle che mormorino all’orecchio degli amanti…. Ho bisogno di poesia, questa magia che brucia la pesantezza delle parole, che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
Ma è anche una delle più belle poesie d’amore di sempre,
e, per molti, la più bella.
E’ un vero inno alla forza travolgente
ed alla bellezza sublime dell’amore…
La poesia scorre come un fiume in piena
e le emozioni che dona
fluiscono come l’acqua quando rompe gli argini,
ma avendo in sé un’interna.. coinvolgente armonia.
Dinanzi alla forza magnetica del vero amore ardente
ogni altra cosa intorno sembra perder valore…
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QUESTO AMORE (CET AMOUR) Jacques Prévert
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
Cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore così bello
Così felice
Così gioioso
Così irrisorio
Tremante di paura come un bambino quando e buio
Così sicuro dì sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che faceva paura
Agli altri
E li faceva parlare e impallidire
Questo amore tenuto d’occhio
Perché noi lo tenevamo d’occhio
Braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Perché noi l’abbiamo braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Questo amore tutt’intero
Così vivo ancora
E baciato dal sole
E’ il tuo amore
E’ il mio amore
E’ quel che e stato
Questa cosa sempre nuova
Che non e mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda viva come l’estate
Sia tu che io possiamo
Andare e tornare possiamo
Dimenticare
E poi riaddormentarci
Svegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognarci della morte
Ringiovanire
E svegli sorridere ridere
Il nostro amore non si muove
Testardo come un mulo
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Stupido come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
Ci parla senza dire
E io l’ascolto tremando
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti quelli che si amano
E che si sono amati
Oh sì gli grido
Per te per me per tutti gli altri
Che non conosco
Resta dove sei
Non andartene via
Resta dov’eri un tempo
Resta dove sei
Non muoverti
Non te ne andare
Noi che siamo amati noi t’abbiamo
Dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci morire assiderati
Lontano sempre più lontano
Dove tu vuoi
Dacci un segno di vita
Più tardi, più tardi, di notte
Nella foresta del ricordo
Sorgi improvviso
Tendici la mano
Portaci in salvo.
La canzone appare una poesia per la bellezza del testo
ma anche perché esprime una serena ed affettuosa solidarietà
verso chi non può avere le normali possibilità di muoversi
e di vivere… normalmente a causa di una menomazione.
Il testo infatti si muove in modo gioioso e davvero amichevole
verso i nostri amici/fratelli che soffrono
e dunque lontano dai soliti cliché lamentevoli
ed in tal modo rimuove inveterati (ma resistenti) tabù.
La canzone non è di un cantautore triste, anzi,
ma è di un cantante noto per poesie allegre
(ma talvolta anche impegnate)
come Morandi, e la cosa può stupire
chi è portato ad etichettare le persone solo dalle apparenze.
Quello che però non capisco, e la cosa non depone affatto bene
per la nostra società, è come sia stato possibile
– che una così bella canzone abbia avuto,
sì un buon successo, ma non quello che avrebbe meritato
ma anche come mai sia scomparsa quasi del tutto.
Un’altra amara riflessione riguarda i motivi per cui siano così rare le canzoni
che affrontano temi, certo non facili, ma così importanti
anche se poi in tanti si ergono a loro paladini.
Certo qualcuno dirà, con il consueto cinismo
che contraddistingue la nostra società,
che la canzone è stato creata apposta per commuovere
ma intanto
come mai nessuno ci aveva pensato prima (né dopo)?
Ritengo pertanto doveroso riportarla in evidenza
attraverso i miei canali di comunicazione
quantunque modesti e limitati.
IL MIO AMICO
Morandi – Falagiani
Il mio amico cammina che sembra un pendolo
attraversa la strada e tutti lo guardano
in questo mondo veloce si muove a fatica
ma tu guarda che razza di scherzi ti fa la vita
il mio amico è sempre stato cosi’ fino da piccolo
con la faccia bambina ed impaurita che sembra un cucciolo
quando parla il mio amico farfuglia piano
e le parole nell’aria si sciolgono come venissero da lontano
ma il mio amico è il mio amico e solo io so com’è
lui ha un cuore pulito che un altro non c’è
il mio amico quando è solo ascolta canzoni
e ad ogni nota riaffiorano in lui vecchie e nuove passioni
quando tu sei arreso e non sai cosa fare
lui ti dice addormentati e prova a sognare
vorrei essere anch’io cosi’ ingenuo e felice
invece corro e da sempre non trovo mai pace
il mio amico almeno è una bella persona
uno strano violino con le corde di seta
in un mondo distratto che cinico suona
questo grande concerto che in fondo è la vita
il mio amico non parla mai di odio e sfortuna
anzi dice era peggio non essere nato
non avrei mai potuto vedere la luna
e tutte le altre bellezze che Dio ha creato
Il mio amico a volte scompare e non lo vedo piu’
anche lui soffre mesi d’amore e non li manda giù
gli succede di solito con una sconosciuta
e ogni volta ancor prima che inizia è una storia finita
ma il mio amico è il mio amico e solo io so dov’è
se vuol farsi trovare, se ha bisogno di me
o se invece vuol stare per giorni a parlare
sulla spiaggia da solo con le onde del mare
il mio amico che gioca con gli occhi a pallone
ci incoraggia e soffre anche in allenamento
lui dai bordi del campo comanda l’azione
ondeggiando leggero come grano nel vento
dal mio amico ho imparato un milione di cose
per esempio ad amare senza essere riamato
a guardare la luna e i giardini di rose
e tutte le altre bellezze che Dio ha creato
Il mio amico è il mio amico e non lo cambierei
i ricordi piu’ belli ce li ho isieme a lui
in questo mondo veloce il mio amico si muove a fatica
proprio lui che mi aiuta a capire e ad amare la vita.
Personalità forte ma complessa… ed una vita avventurosa.
Intellettuale libera e moderna, ma nel contempo,
molto legata alle tradizioni di Santa Madre Russia
Donna e madre passionale capace, senza timore alcuno,
di rivelare i suoi sentimenti più segreti nelle sue fantastiche poesie.
(Bol'soj Fontan, 23 giugno 1889 – Mosca, 5 marzo 1966)
BREVE BIOGRAFIA
Nata in una nobile famiglia ben presto iniziò a scrivere poesie che furono apprezzate negli ambienti letterari (ma non dal padre) e pubblicate.
Nel 1912 fece un viaggio a Parigi dove conobbe Modigliani
con cui strinse una buona amicizia e che la ritrasse più volte.
Modigliani – Ritratto di Anna Achmatova
Tornata in Russia fu vista con diffidenza
dalle nuove Autorità post-rivoluzionarie.
Donna passionale ebbe diverse ma complesse
relazioni sentimentali in un alternarsi di gioie e dolori.
Nel 1921 il marito fu fucilato per attività controrivoluzionarie,
nonostante i suoi tentativi di salvarlo, e poi al tempo delle cd. purghe staliniane
le fu incarcerato il figlio per esser condannato a morte
cosa che per fortuna non avvenne
anche se dovette subire la deportazione.
LA SENTENZA
E sul mio petto ancora vivo piombò la parola di pietra Non fa nulla, vi ero pronta, in qualche modo ne verrò a capo. Oggi ho da fare molte cose: occorre sino in fondo uccidere la memoria, occorre che l'anima impietrisca, occorre di nuovo imparare a vivere. Se no…. Oltre la finestra l'ardente fremito dell'estate come una festa. Da tanto lo presentivo: una giornata radiosa e la casa deserta.
Espulsa dall'Unione degli Scrittori per
“estetismo e disimpegno politico“ fu però riabilitata nel 1955.
Fu una grande lettrice ed estimatrice di Dante Alighieri per il quale aveva un vero e proprio culto…
LA SUA POETICA.
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La sua poetica appare un mix di misticismo, sentimentalismo e psicologia… ma dopo la rivoluzione di ottobre le sue poesie furono soggette a censura…
perché e si facevano espressione della sofferenza di un intero popolo
e dunque erano animate da impegno sociale
non apprezzato dalla autorità post rivoluzionarie.
In essa è viva una religiosità semplice ma genuina
insieme a valori della Grande Madre Russia
visti però con nuovi occhi e nuove speranze per il futuro.
Con suo figlio nel 1925+
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Ma è soprattutto la sua capacità di svelare apertamente
nei suoi versi ogni più intimo aspetto del suo cuore
che fa di lei un caso davvero unico nella letteratura russa.
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Anche il primato della coscienza e dell'indipendenza di pensiero
appare sempre con evidenza nelle sue poesie
nonostante il suo carattere apparentemente sottomesso.
Personalmente apprezzo soprattutto le sue poesie d'amore
per la loro intrinseca forza espressiva unita a sofferta originalità.
Narhan Altman – Ritratto di Anna Achmatova
ALCUNE SUE POESIE
Leggiamo ora alcune sue poesie, a parer mio significative,
che ci consentono di conoscer meglio la sua poetica… ed il suo cuore.
NE' MISTERO NE' DOLORE
Né mistero né dolore né volontà sapiente del destino: sempre quell'incontrarci ci lasciava l'impressione di una lotta.
Ed io, indovinato dal mattino l'attimo del tuo arrivo, percepivo nei palmi socchiusi il morso leggero di un tremito.
Con dita arse sgualcivo la variopinta tovaglia del tavolo… Capivo fin da allora quanto è angusta questa terra.
ULTIMO BRINDISI
Bevo a una casa distrutta, alla mia vita sciagurata, a solitudini vissute in due e bevo anche a te: all'inganno di labbra che tradirono, al morto gelo dei tuoi occhi, ad un mondo crudele e rozzo, ad un Dio che non ci ha salvato.
AH TU PENSAVI
Ah, tu pensavi che anch’io fossi una che si possa dimenticare e che si butti, pregando e piangendo, sotto gli zoccoli di un baio.
O prenda a chiedere alle maghe radichette nell’acqua incantata, e ti invii il regalo terribile di un fazzoletto odoroso e fatale.
Sii maledetto. Non sfiorerò con gemiti o sguardi l’anima dannata, ma ti giuro sul paradiso, sull’icona miracolosa e sull’ebbrezza delle nostre notti ardenti: mai più tornerò da te.
(Da Anno Domini)
C'E' NELL'INTIMITA' DEGLI UOMINI UN CONFINE
C’è nell’intimità degli uomini un confine che né l’amore, né la passione possono osare: le labbra si fondono nel terribile silenzio e il cuore si spezza per amore.
Anche l’amicizia qui è impotente, e gli anni pieni di felicità alta infiammata, quando l’anima è libera e distratta dal lento languore della voluttà.
Pazzo è colui che vi si appresta, raggiungerlo è morire d’angoscia…
Ora puoi capire perché non batte
il mio cuore sotto la tua mano.
IL CUORE BATTEVA
Il cuore batteva e tremava, come per un dolore. I pallidi fiori dondolavano la corolla, di nuovo sognavo
quella lontana libertà quel paese dove sono stata con te.