Nato in una ricca famiglia indiana studiò in Inghilterra
ed al suo ritorno in India si dedicò alla cura
delle sue proprietà ed alle sue passioni artistiche.
Tagore… è stato baciato dal genio poetico,
universalmente riconosciuto,
nonostante una vita travagliata da tragici lutti.
Definito poeta dell’Armonia e del Sogno…
vinse il Premio Nobel per la Letteratura nel 1913
ed è stato amatissimo dalla cultura occidentale.
A differenza di Gandhi egli si impegnò molto
nel tentativo di conciliare la cultura del suo paese
con quella del mondo anglosassone.
Visse purtroppo il dolore della perdita
di diversi familiari a lui carissimi.
Nelle sue poesie Tagore esprime i suoi sentimenti
sempre tesi verso il sogno, l’armonia e la bellezza…
nonostante le tante difficoltà
e gli enormi dolori che la vita gli riservò…
E’ stata davvero ammirabile la sua capacità di metabolizzare,
senza perdere mai il suo amore per la vita,
le grandi tragedie che lo colpirono.
Questo è avvenuto grazie ad una grandissima forza d’animo
illuminata dalla magica luce del suo stupendo mondo poetico.
Egli ha una incredibile e rara capacità di…
volare alto… e di farci volare con lui…
con parole semplici e naturali.
Ritengo che non ci possa esser miglior omaggio
ad un poeta che ricordarlo attraverso alcune sue poesie.
belle, dolci e delicate… come farfalle.
BARCHE DI CARTA
Ogni giorno faccio galleggiare
le mie barche di carta a una a una
giù per la corrente del fiume.
Su di esse scrivo il mio nome
e il nome del villaggio dove vivo
in grandi lettere nere.
Io spero che un giorno qualcuno
in qualche paese straniero
le trovi, e sappia chi sono.
Carico le mie barchette con fiori di shiuli, colti dal nostro giardino,
e spero che quei fiori del mattino
sian portati nel paese della notte.
Io varo le mie barchette di carta
e osservo nel cielo le nuvolette
che spiegano le loro bianche vele.
Non so quale mio compagno di giochi
su in cielo le mandi giù per l’aria
a gareggiare con le mie barchette! Quando scende la notte affondo la faccia
nelle braccia, e comincio a sognare
che le mie barchette di carta
galleggiano sotto le stelle.
In esse viaggian le fate del sonno,
e il carico è cesti pieni di sogni.
TU SEI LA NUVOLA DELLA SERA
Tu sei la nuvola della sera che vaga nel cielo dei miei sogni. Io ti dipingo e ti modello con i miei desideri d’amore. Tu sei mia, solo mia, l’abitatrice dei miei infiniti sogni! I tuoi piedi sono rosso-rosati per la vampa del mio desiderio, spigolatrice dei miei canti al tramonto! Le tue labbra sono dolci-amare del sapore del mio vino di dolore. Tu sei mia, solo mia, abitatrice dei miei solitari sogni! Ho oscurato i tuoi occhi con l’ombra della mia passione, frequentatrice della profondità del mio sguardo! T’ho presa e ti stringo, amore mio, nella rete della mia musica. Tu sei mia, solo mia, abitatrice dei miei immortali sogni!
Siamo nel 1945 nell'Ospedale Loreto Mare di Napoli quando accade un fatto… inconsueto.
Una ragazza partorisce un bambino di pelle scura…
Tutti a porsi domande su come la scienza poteva spiegare la cosa… ma la realtà era molto… ma molto… più semplice…
L'anno prima erano giunte in città le truppe americane composte anche da molti soldati neri… ed il caso di neonati mulatti ormai cominciava a non esser più una rarità…
Edoardo Nicolardi, che lavora proprio in quell'ospedale e che aveva già scritto testi di bellissme canzoni come “Voce 'e notte“, sente forte l'impulso di scrivere dei versi sull'episodio.
Appena scritti consulta il consuocero, altro mitico personaggio della canzone napoletana… E. A. Mario… notissimo musicista autore tra l'altro della musica della “Leggenda del Piave“.
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Quest'ultimo compone in breve una musica che, insieme ai versi, diverrà la migliore testimonianza della dura realtà di quegli anni.
Proprio per questa aderenza al momento storico e sociale la canzone veniva percepita ed amata dappertutto, come se fosse una canzone popolare, poiché il successo fu immediato.
Il primo a portarla a farla conoscere fu Renato Carosone ma poi negli anni '70 la Nuova Compagnia di Canto Popolare la portò ai primi posti della Hit parade nazionale.
LA CANZONE
E' giunto il momento di ascoltarla grazie a questo bel video
che consente di immergerci nella difficile… tremenda… atmosfera
Vorrei che il vento soffiasse ogni giorno tra i tuoi capelli,
per poter sentire anche da lontano
il tuo profumo!
Vorrei fare con te quello
che la primavera fa con i ciliegi
POESIA ANTICA
La mitica poesia di Catullo
MILLE BACI
Statua di Amore e Psiche
– Copia di originale greco del II sec. a. C.-
DAMMI MILLE BACI
– Catullo –
Dammi mille baci, poi cento poi altri mille, poi ancora cento poi altri mille, poi cento ancora. Quindi, quando saremo stanchi di contarli, continueremo a baciarci senza pensarci, per non spaventarci e perché nessuno, nessuno dei tanti che ci invidiano, possa farci del male sapendo che si può, coi baci, essere tanto felici.
hanno una loro lunga storia… che risale alla notte dei tempi…
Oggi il rossetto è il cosmetico più usato in tutto il mondo…
STORIA SIGNIFICATO ED ASPETTI DEL…
ROSSETTO…
Marilyn
IL ROSSETTO NELLA STORIA DELLA BELLEZZA
Il rossetto è sinonimo di seduzione, sensualità e sex appeal e ben l'80% delle donne ne fa uso ogni giorno.
Non c’è poi vip o star che non gareggi per il titolo di labbra più sensuali del mondo esponendo rossi infuocati e bocche a prova di bacio.
LA NASCITA
Ma quando è nato veramente il rossetto?
La storia della cosmesi colloca la data del suo ingresso ufficiale nella società della bellezza intorno alla fine dell’ottocento (1883 per l’esattezza), anche se l’abitudine di tingersi le labbra è una delle piacevolezze più antiche della storia dell’umanità come vedremo in seguito.
Ma la data di nascita dello stick portarossetto, con il formato che noi conosciamo è molto più recente e risale al 1915 quando fu inventato da un americano di nome Maurice Levy.
Il rossetto veniva usato dalle donne della Mesopotamia per abbellire le labbra e occasionalmente gli occhi, ben 5000 anni fa.
I primi a fare uso quotidiano del rossetto e, in generale, dei cosmetici sono stati gli antichi Egizi attorno al 4000 a.C.. ed usato con profitto da Cleopatra.
Anche gli Antichi Greci e gli Antichi Romani facevano uso di cosmetici. In particolare utilizzavano cosmetici contenente un elemento tossico come il mercurio. Ma il rossetto divenne popolare solo nel 1500, durante il regno della regina Elisabetta d’Inghilterra, che usava una miscela di una speciale cera e di un colorante vegetale. Nel XIX secolo la Regina Vittoria, definì il trucco una maleducazione.
Liz Taylor
Veniva considerato come qualcosa di volgare e usato solo da attori e prostitute.
In Oriente, perlopiù in Giappone, le geishe utilizzavano un rossetto prodotto dai petali del cartamo o zafferanone (nome comune di una pianta che cresce spontanea in quei luoghi) schiacciato non solo per truccare la bocca ma anche il taglio degli occhi e le sopracciglia.
Dalla Seconda guerra mondiale in poi la diffusione dei cosmetici si fece capillare in tutto il mondo occidentale. L’uso nella forma attuale fu diffuso soprattutto grazie alla cinematografia, cioè ai films prodotti, soprattutto dagli USA, proprio durante il secondo conflitto.
IL SIGNIFICATO DEL ROSSETTO
Ma che significato ha il rossetto nella nostra cultura? Da sempre simbolo di seduzione le labbra sono il punto del viso che più di ogni altro viene inconsciamente associato alla carica di femminilità di una donna, complici rossetti e matite che ne enfatizzano il fascino. Secondo gli antropologi, le labbra piene ed estroflesse delle donne, avrebbero infatti la funzione di richiamo sessuale. Siccome l’essere umano non esibisce le proprie regioni genitali quando è eccitato (come fanno i nostri cugini primati), trasmette lo stesso messaggio attraverso qualcosa di simile. Le labbra della bocca non solo somigliano a quelle dei genitali femminili, ma quando la donna è sessualmente stimolata, queste arrossano e inturgidiscono.
Frantisek Kupka – Rossetto – 1908
Colorarle con il rossetto rievocherebbe questa condizione. La psicologa Monica Moore della Webster University, ha per altro osservato che talvolta l’atto di mettere il rossetto di fronte ad uomo è un segnale di disponibilità all’approccio. E’ innegabile del resto che la fisionomia del volto dipenda in maniera diretta dall’aspetto, dal movimento e dal colore delle labbra, uno degli strumenti più seducenti del fascino femminile. Con la bocca si sorride, si bacia, si parla. E labbra turgide e piene, morbide e vellutate, carnose e rosse sono inevitabilmente sinonimo di bellezza e salute. Ben lo sanno le donne che ricorrono al bisturi per ritoccarsele. Le labbra ideali? Secondo l’editore Harlequin Enterprises, che ha condotto tempo fa un sondaggio piacciono soprattutto quelle morbide e umide e dal sapore di fragola. Va bene il rossetto per il 37% degli uomini del campione, ma nature al momento clou soprattutto in Francia dove il 63% apprezza il look naturale, come del resto il 60% dei tedeschi e il 52% degli olandesi.
IL TRAMONTO DELLE LABBRA AL SILICONE
Definitivamente tramontata l’era delle labbra al silicone come rivela una ricerca Astra Demoskopea, secondo la quale il 70% degli uomini italiani non amano le labbra rifatte, o “a cerotto”, e preferiscono baciare e ammirare labbra tutte naturali, più “desiderabili” se sane, preferibilmente carnose e possibilmente sensuali. Non piace l’eccessivo make-up, con una leggera approvazione nell’utilizzo di lucidalabbra e trucco leggero.
CONCLUSIONI
Non è insomma sempre vero che ricorrere al rossetto sia l’unico modo per accentuare la luminosità del proprio volto.
Spesso ci sono labbra già naturalmente colorite e luminose, che non hanno bisogno di alcun intervento.
Per scegliere la tonalità di rossetto giusta bisogna tenere presenti il colore della pelle e quello dei capelli.
Per cui una bionda sceglierà un rosa avorio, una nera con la pelle chiara il rosso vivo.
Nella nostra cultura la scelta del colore per le labbra è anche una decisione che sembra dover riflettere la nostra personalità. Superati i tempi in cui il rosso rappresentava il colore delle prostitute e qualsiasi donna “per bene” se ne sarebbe tenuta lontana; oggi l’industria cosmetica propone una tale varietà di tinte di rosso, che è impossibile non trovare quello che soddisfi realmente in ogni occasione e stato d’animo.
Ma al di là di tutto, scegliere il rossetto vuol dire per la donna mettere in rilievo la propria personalità, la voglia di mettersi in gioco e di parlare di sé. Secondo alcuni psicologi infatti, il rossetto usato può influire sul proprio modo di porsi nei confronti dell’altro.