Care amiche ed amici amanti, come me, della poesia
stavolta parleremo di una particolare situazione
in cui molti si trovano o si sono trovati,
l’esser lontani dalla persona amata.
LA LONTANANZA IN AMORE (A)
POESIE DIPINTI AFORISMI CANZONI E…
a cura di Tony Kospan
Sarà perché spesso accade nel virtuale
d’innamorarsi di chi vive in altre località,
sarà perché spesso il lavoro o altro costringe a cambiar città,
ma il tema della lontananza in amore è sempre molto sentito.

Angela Betta Casale
Tuttavia la lontananza oggi è facilmente attenuabile
grazie ai moderni mezzi di comunicazione
cosa che non era possibile ai nostri antenati
ma quella fisica resta sempre uguale, oggi come ieri.
C’è anche da dire, per la verità, che alcuni ritengono
che stando lontani e quindi senza ripetitive abitudini
ci si può amare meglio e più a lungo.
(v. qui giù l’aforisma di Properzio poeta latino)

William Vincent Cahill
Altre volte poi la lontananza è non fisica ma psicologica…
ma in questo caso è chiaro che è la conseguenza
e non la causa della difficoltà di un rapporto d’amore.
In ogni caso essa ha sempre
una notevole influenza
sull’amore che si vive…
sia in senso positivo che negativo.

Henri-Jean-Guillaume Martin
Prima di passare alle poesie ecco gli aforismi
scelti quest’anno.
Nessun posto è lontano.
Se desiderate essere accanto a qualcuno che amate
forse non ci siete già?
Enrico Brizzi
Le lettere d’amore si nutrono di lontananza.
Carlo Gragnani
Quando l’amante è lontano, più caldo si fa il desiderio;
l’abitudine rende fastidioso l’amato.
Sesto Properzio
La lontananza rimpicciolisce gli oggetti all’occhio,
li ingrandisce al pensiero.
Arthur Schopenhauer
Il cammino attraverso la foresta non è lungo
se si ama la persona che si va a trovare.
Proverbio Africano
Veniamo ora alle poesie prescelte
e come sempre sarà bello leggere quelle (vostre o meno)
che sul tema piacciono a voi
o tutto quel che vi va di esprimere.
Thomas Benjamin Kennington
NON POSSO RAGGIUNGERTI
~ Nadina Spaggiari Ascari ~
Non posso raggiungerti
ho ascoltato il silenzio, ma non ci sei,
ti ho chiamato nei canali aperti al tormento e non ci sei,
ti ho cercato nell’acqua,
nel vento che frusta il prato senza un briciolo di ragione,
ma non ci sei,
non rispondi nemmeno al mio grido verso il tramonto,
che spegne la luce negl’occhi e privo di compassione
porta la notte nel cuore, così, lasciandomi senza di te,
perché tu non rispondi, tu non ci sei.
Ti ho cercato nella luce del cuore e si è schiuso un sussurro,
come un piccolo abbraccio,
un soffio d’angelo, un bisbigliare sommesso,
che diventa presto uragano e mi catapulta sul mio desiderio
e mi dice che devo lasciarmi guidare, fuori da te.
Anima mia,
non posso più scorrerti dentro,
mischiarmi al tuo sangue così. Morirei.
E non è follia è soltanto la febbre che sale, è l’amore,
il mio amore per te.
Devo andarmene da questo delirio,
chiudere il pensiero, dimenticarmi di te.
SENZA DI TE
~ John Keats ~
Non posso esistere senza di te.
Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
la mia vita sembra che si arresti lì,
non vedo più avanti.
Mi hai assorbito.
In questo momento ho la sensazione
come di dissolvermi:
sarei estremamente triste
senza la speranza di rivederti presto.
Avrei paura a staccarmi da te.
Mi hai rapito via l’anima con un potere
cui non posso resistere;
eppure potei resistere finché non ti vidi;
e anche dopo averti veduta
mi sforzai spesso di ragionare
contro le ragioni del mio amore.
Ora non ne sono più capace.
Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio amore è egoista.
Non posso respirare senza di te.
IL PRINCIPE
~ H. Hesse ~
Volevamo costruire assieme
una casa bella e tutta nostra
alta come un castello
per guardare oltre i fiumi e i prati
su boschi silenti.
Tutto volevamo disimparare
ciò che era piccolo e brutto,
volevamo decorare con canti di gioia
vicinanze e lontananze,
le corone di felicità nei capelli.
Ora ho costruito un castello
su un’estrema e silenziosa altura;
la mia nostalgia sta là e guarda
fin alla noia, ed il giorno si fa grigio
– principessa, dove sei rimasta?
Ora affido a tutti i venti
i miei canti arditi.
Loro devono cercarti e trovarti
e svelarti il dolore
di cui soffre il mio cuore.
Devono anche raccontarti
di una seducente infinita felicità,
devono baciarti e tormentarti
e devono rubarti il sonno –
principessa, quando tornerai?
CHE STA FACENDO ADESSO?
~ Nazim Hikmet ~
Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
E’ a casa? per la strada?
Al lavoro? In piedi? Sdraiata?
Forse sta alzando il braccio?
Amor mio
come appare in quel movimento
il polso bianco e rotondo!
Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
Un gattino sulle ginocchia
lei lo accarezza.
O forse sta camminando
ecco il piede che avanza.
Oh i tuoi piedi che mi son cari
che mi camminano sull’anima
che illuminano i miei giorni bui!
A che pensa?
A me? o forse… chi sa
ai fagioli che non si cuociono.
O forse si domanda
perché tanti sono infelici
sulla terra.
che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?


Johann Heinrich Füssli
CHINO SULLE SERE…
~ Pablo Neruda ~
Chino sulle sere tiro le mie tristi reti
ai tuoi occhi oceanici.
Lì si distende e arde nel più alto fuoco
la mia solitudine che fa girare le braccia come un naufrago.
Faccio rossi segnali ai tuoi occhi assenti
che ondeggiano come il mare sulla riva di una faro.
Conservi solo tenebre, donna distante e mia,
dal tuo sguardo emerge a volte la costa del terrore.
Chino sulle sere getto le mie tristi reti
in quel mare che scuote i tuoi occhi oceanici.
Gli uccelli notturni beccano le prime stelle
che scintillano come la mia anima quando ti amo.
Galoppa la notte sulla sua cavalla cupa
spargendo spighe azzurre sul prato.
Auguro a tutti d’esser sempre…
vicini vicini
all’amata o all’amato.
Tony Kospan
LA POESIA E LA CULTURA
NELLA PAGINA FB



Fabian Perez – Letizia al pomeriggio
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Proserpina – Rossetti – Jane Burden
JANE BURDEN
LA MUSA DI ROSSETTI E DEI PRERAFFAELLITI
a cura di Tony Kospan
Jane Burden
JANE BURDEN – BREVE BIOGRAFIA
Jane nacque ad Oxford il 19 ottobre 1839.
Il padre era uno stalliere e dei suoi primi anni si sa solo che visse in una famiglia povera.
Jane Burden con la sua famiglia
Nell’ottobre del 1857 l’incontro fatale con Dante Gabriel Rossetti ad una rappresentazione teatrale.
Dante rimase rapito dalla sua particolare bellezza.
(Londra 12.5 .828 – Birchington 10.4.1882)
Rossetti, al’epoca sposato (e non solo) la convinse a posare per lui e la dipinse nel ritratto di Ginevra.
Fu così che conobbe William Morris amico di Rossetti e cofondatore, insieme ad altri, della corrente artistica dei Preraffaelliti.
William Morris
L’artista e scrittore Morris la dipinse anch’egli ma in breve si fidanzarono ed egli provvide anche alla sua educazione culturale.
Lei ne fu così entusiasta che divenne capace di leggere anche testi in francese ed in italiano oltre a diventare una pianista di buon livello.
Jane Burden – La belle Iseult – William Morris
Dal loro matrimonio avvenuto nel 1859 nacquero 2 figlie di cui la seconda, May, fu poi anche l’editrice di libri del padre.
Mentre il marito, Morris, si dedicava soprattutto alle sue attività artistiche (decorative) e di promozione sociale e politica che ebbero grande influenza sulla cultura inglese dell’epoca Jane nel 1884 iniziava una relazione amorosa con il poeta Wilfrid Scawen Blunt che terminò qualche anno dopo pur rimanendo sempre l’amicizia tra loro.
Oltre che da Rossetti che la ritrasse numerosissime volte ed a cui fu sempre legata, e dal marito, Jane Burden fu la modella anche di Edward Burne-Jones e Evelyn De Morgan.
Rossetti – Jane burden – Pia dei Tolomei
I PRERAFFAELLITI
Questa corrente nacque nel settembre del 1848 in Inghilterra in opposizione al dominante accademismo dell’epoca e contro le rigidità del Vittorianesimo.
Il loro obiettivo era il ritorno alla natura ed alla spontaneità che individuavano nell’arte italiana del ‘400 e cioè prima di Raffaello.
Da ciò il nome.
Jane Burden – Monna Rosa – Rossetti
JANE BURDEN – LA MUSA DEI PRERAFFAELLITI
Scrive Antonella Barina:
“ Era di una bellezza inconsueta Jane Burden, figura languida e malinconica – occhi immensi , labbra carnose , nuvola di capelli scuri – che nell’universo prerafaellita dell’Inghilterra della seconda metà dell’Ottocento divenne l’ideale della femminilità”.
Jane Burden – Vedova romana – Rossetti
Così la descrisse poi lo scrittore Henry James dopo averla vista:
“Un’apparizione d’incredibile e meravigliosa intensità. Alta e sottile in lungo abito color porpora, con il volto emaciato e pallido, gli occhi tristi, profondi, scuri, il lungo collo avvolto in fili di perle esotiche”.
Vestito blu – Rossetti – Jane Burden
Questo suo sottile fascino fu esaltato soprattutto da Rossetti che la dipinse numerosissime volte (e con la quale ebbe un intenso scambio epistolare da cui non traspare se ci fosse qualcosa di più di un’amicizia).
La sua figura divenne il simbolo estetico dominante di questa corrente, cosa che non era mai accaduta prima, nè accadrà poi mai più nella storia dell’arte.
Edward Burne-Jones – Estate verde – Jane Burden ed altre modelle
Tony Kospan
F I N E
Fonti: vari siti web – Copyright Tony Kospan
PER LE NOVITA’ DEL BLOG
SE IL BLOG TI PIACE
I S C R I V I T I
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
I nostri giardini classici presentano quasi sempre,
nei viali e tra alberi ed aiuole,
statue inneggianti alla bellezza ed all’armonia
secondo i canoni greci e latini.

LA STATUA PIU’ TERRIFICANTE DEL MONDO
ED IL VICTORIA WAY MEDITATION GARDEN
Altrove però c’è nei parchi una più ampia tipologia di statue…
e così può accadere di trovarsi di fronte
a sculture originali… sorprendenti… e talvolta inquietanti.
Entriamo allora in questo giardino molto, ma molto, molto… particolare.

Siamo dunque nel Victoria’s Way Meditation Garden in Irlanda.
Ed ecco allora cosa possiamo all’improvviso vedere girando nei viali.
.
.

.
La scultura, che sembra emergere da una specie di piccola palude,
ha un aspetto che incute paura
e, per molti versi, appare davvero mostruosa.

La scultura sembra rappresentare in effetti uno zombie,
o un fantasma reincarnato, che sta uscendo fuori dallo stagno
e può far venir un colpo ad un distratto visitatore che se la trovasse davanti.

E’ certo così… ma è da apprezzare comunque la fantasia dell’autore,
(che non sono riuscito ad individuare)
che ha anche ben incastonato la terrificante scultura nell’ambiente paludoso
donandoci così un effetto davvero originale e sorprendente.

Non dobbiamo infine dimenticare che oltre a questa statua
nel parco c’è anche tanto altro, sempre di assoluta originalità,
per cui chi entra… si può attendere… di tutto!

Tony Kospan







IL TUO GRUPPO D’ARTE
.gif)


Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Origine, storia e leggenda,
della bella tradizione di donare
il mughetto il 1° Maggio
Però prima appare opportuno
innanzitutto rivolgere il nostro pensiero alla
Festa del Lavoro
ed a tutti coloro che si sono battuti perché esistesse
un giorno dedicato alla dignità del lavoro.
Ed un altro bisogna rivolgerlo a tutti quelli che lavorando
perdono la vita o si feriscono gravemente
Ed infine, a tutti coloro che
cercano davvero un lavoro senza però riuscirci
con la speranza che questa difficoltà possa presto ridursi per tutti
nonostante l’attuale tremenda situazione.
Ma veniamo a questa storica e suggestiva tradizione,
diffusa in varie parti d’Europa,
di regalare il 1° maggio dei mughetti alle signore.
IL MUGHETTO
LEGGENDA… STORIA E…1° MAGGIO
a cura di Tony Kospan
LA LEGGENDA DEL MUGHETTO
Il Mughetto è considerato sinonimo di felicità che ritorna e di portafortuna.
Secondo la leggenda San Leonardo dovette combattere contro il demonio con le sembianze del diavolo.
Egli vinse, ma il combattimento fu difficile e le gocce del suo sangue sul terreno si trasformarono in bianchi campanellini.
In Francia durante la festa del primo maggio si offre mughetto per buon augurio.
LA STORIA DEL “LEGAME”
TRA IL MUGHETTO
ED IL 1° GIORNO DI MAGGIO
Il primo maggio del 1561, Carlo IX introdusse la tradizione d’offrire un rametto di mughetto come porta fortuna.
Tradizione ancora più antica… e del tutto pagana… era poi il celebrare l’arrivo della primavera offrendo tre rami di mughetto alla persona amata, agli amici, ed alle donne come segno d’amicizia.

Nei tempi antichi poi questa era la data in cui i naviganti uscivano in mare.
Per i Celtici, il 1° maggio era poi l’inizio della prima metà del loro anno.
Nel Medio Evo col 1° maggio iniziava il mese dei fidanzamenti.

Nel Rinascimento, il mughetto era un amuleto portafortuna associato alla celebrazione del Primo giorno di Maggio.
Tenere in grande considerazione il primo giorno di Maggio dunque risale ad ancor prima che diventasse la festa del lavoro e dei lavoratori.
IL MUGHETTO IL 1° MAGGIO
E LA FESTA DEL LAVORO
Dal 1889 infine il 1° maggio è stato universalmente conosciuto come il Giorno della Festa del Lavoro.
Il primo maggio del 1895, al cantante Mayol fu presentato un mughetto dalla sua amica Jenny Cook, e quella sera lo mise all’occhiello al posto della tradizionale camelia.
Nel 1900, il primo maggio, il capo delle sartine offrì ai suoi clienti e lavoratori dei mughetti.
Da allora la tradizione di associare mughetto, 1° maggio e Festa del Lavoro si è estesa in diversi paesi occidentali… ma resta diffusissima soprattutto in Francia… e nei paesi francofoni.

PERCHE’ IL MUGHETTO?
Perché è sinonimo di ritorno della felicità e di portafortuna.
Trasmette un messaggio d’amore perché fiorisce all’inizio della primavera e l’atto di cercarlo nelle foreste ombreggiate è un’opportunità per le prime passeggiate dell’anno per i boschi ed all’aperto.
Ha un profumo così delizioso che è anche usato per creare profumi.
L’OMAGGIO DI ORSO TONY
L’Orso quindi non può non offrire,
per la festa del 1° Maggio
come ogni anno, un bel mazzo di mughetti,
benché virtuali, a tutte le signore,
amiche o meno, reali o virtuali
che leggeranno questo post.
AUGURO ANCORA A TUTTI…
TONY KOSPAN
PER LE NOVITA’ DEL BLOG
.
.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...