Archivio per 6 aprile 2016

Spunta la luna dal monte – La storia.. il poetico testo.. le emozioni.. la fantastica canzone   2 comments



Una dolce… bella… profonda… emozionante

canzone-poesia

anche adattissima a rincuorarci un po’

in questi nostri tempi per nulla esaltanti.


 

 

 

  

 

 


SPUNTA LA LUNA DAL MONTE

Pierangelo Bertoli & Tazenda

.

CANZONE POESIA

.

 

 

 

 


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.

LA STORIA DELLA CANZONE

.

Spunta la Luna dal monte è la versione italiana della canzone Disamparados, scritta da Luigi Marielli, dei Tazenda che fu cantata ancora inedita da Pierangelo Bertoli al Festival di Sanremo del 1991 che aveva provveduto ad unire alla versione originale quella in italiano.

Il brano ebbe subito molto successo sia da parte del pubblico che della critica ricevendo anche la Targa Tenco.

Il testo originale è la descrizione dolce poetica e crepuscolare di un paesaggio sardo in cui mentre  Luna sorge dietro le montagne dei bambini poveri e disadattati “Disamparados” giocano in un prato.

La musica poi ha vibrazioni e sonorità che sembrano venire dal cielo… anzi dalla Luna per donarci dei brividi sublimi…

 

 

 

 


IL TESTO IN ITALIANO ED IN SARDO


 

Notte scura, notte senza la sera
notte impotente, notte guerriera
per altre vie, con le mani le mie
cerco le tue, cerco noi due.
Spunta la luna dal monte
spunta la luna dal monte.
Tra volti di pietra tra strade di fango
cercando la luna, cercando
danzandoti nella mente,
sfiorando tutta la gente
a volte sciogliendosi in pianto
un canto di sponde sicure
ben presto dimenticato
voce dei poveri resti di un sogno mancato



 





In sos muntonarzos, sos disamparados
chirchende ricattu, chirchende
in mesu a sa zente, in mesu
a s’istrada dimandende.
Sa vida s’ischidat pranghende
bois fizus ‘e niunu
in sos annos irmenticados
tue n’dhas solu chimbantunu
ma paren’ chent’ annos.
Coro meu, fonte ‘ia, gradessida
gai purudeo, potho bier’sa vida.



Dovunque cada l’alba sulla mia strada
senza catene, vi andremo insieme.
Spunta la luna dal monte
beni intonende unu dillu
spunta la luna dal monte
spunta la luna dal monte
beni intonende unu dillu
spunta la luna dal monte
beni intonende unu dillu



In sos muntonarzos, sos disamparados
chirchende ricattu, chirchende
in mesu a sa zente, in mesu
a s’istrada dimandende.
Sa vida s’ischidat pranghende



Tra volti di pietra tra strade di fango
cercando la luna, cercando
danzandoti nella mente,
sfiorando tutta la gente
a volte sedendoti accanto
un canto di sponde sicure
di bimbi festanti in un prato
voce che sale più in alto
di un sogno mancato



In sos muntonarzos, sos disamparados
chirchende ricattu, chirchende





 


LA CANZONE

 

Debbo dire che ogni volta che l’ascolto

mi emoziona sempre…


Eccola… ascoltiamola… riascoltiamola

 

 

fre bia pouce  musicAnimata

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN…





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UN MODO DIVERSO DI VIVER

LA POESIA E LA CULTURA
NELLA PAGINA FB
Frecce (174)




 

 

 

Buon mercoledì pomer. in poesia “Il ramo rubato” di Neruda – arte.. Dalì – canzone “Hey Jude”   5 comments

 
 
 
 
Salvador Dalí
 
 
 
 
 

 

 

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Io considero il mondo per quello che è.

Un palcoscenico dove ognuno deve recitare la sua parte.

– William Shakespeare –

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Salvador Dalí – Mae West – (part.)

 

 

IL RAMO RUBATO

Pablo Neruda

 

Nella notte entreremo

a rubare

un ramo fiorito.

Passeremo il muro,

nelle tenebre del giardino altrui,

due ombre nell’ombra.

Ancora non se n’è andato l’inverno,

e il melo appare

trasformato d’improvviso

in cascata di stelle odorose.

Nella notte entreremo

fino al suo tremulo firmamento,

e le tue piccole mani e le mie

ruberanno le stelle.

E cautamente

nella nostra casa,

nella notte e nell’ombra,

entrerà con i tuoi passi

il silenzioso passo del profumo

e con i piedi stellati

il corpo chiaro della Primavera.

 

 

Dalì – Destino, telefono bianco e rovine

 

 

 

ro roro roro ro

 

 

 

 
 
 
 



titita     titita      titita
IL GRUPPO DI CHI AMA LA STORIA ED I RICORDI
Frecce2039



 
 

fre bia pouce  musicAnimata      The Beatles – Hey Jude

Dalì – Rosa meditativa




 
 

La vedova allegra – Operetta mitica ed affascinante – Storia.. trama e video   1 comment

 

 


 

 

 

COS’E’ L’OPERETTA?
 
La domanda se rivolta ai più giovani sicuramente
rimarrebbe senza risposta…
ma chi ha qualche annetto in più ricorda
certamente le magnifiche ed allegre serate
a guardar le operette alla TV e sa bene quindi cosa sono.

Ora però lo spiegherò a chi non può saperlo
e lo ricorderò invece a chi le ha conosciute.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L’operetta è una commedia, in parte recitata e in parte cantata,
che, per l’importanza delle parti musicali,
viene in genere considerata come una filiazione del teatro musicale
e, in particolare, dell’operà-comique francese
 
 
Quella che ora leggeremo e ricorderemo
è una tra le più classiche e più amate di sempre.


 
 
 
 
 
 

 
 
 
 


LA VEDOVA ALLEGRA

a cura di Tony Kospan

 
 
 

 
 
 
LA STORIA


 
 
La Vedova Allegra  di Franz Lehár è da sempre considerata
il primo e più importante titolo della storia dell’operetta.


 
 
 
Il titolo originale dell’operetta in tre atti è “Die lustige Witwe“.
 
Fu fu musicata da Lehàr su libretto di Victor Léon e Leo Stein basato sulla trama della commedia “L’attaché d’ambassade” di Henri Meilhac.
 
Debuttò con immediato grande successo il 30 dicembre 1905 al Theater an der Wien di Vienna.
 

Ha attraversato tutto un secolo di cambiamenti profondi, eppure il suo successo non si è mai appannato ed è sicuramente destinato a rinnovarsi nel terzo millennio.
 
Basti pensare che quest’operetta è a tutt’oggi uno dei titoli più rappresentati nelle Stagioni Teatrali di tutto il mondo.

 
 
 
 

 
 
 
 
LA TRAMA
 
 
 
All’ambasciata del Pontevedro a Parigi, c’è grande fermento.
Sta arrivando la Signora Anna Glavari , giovane vedova del ricchissimo banchiere di corte.
L’ambasciatore, il Barone Zeta, ha ricevuto l’incarico di trovare un marito pontevedrino alla vedova e questo per conservare i milioni di dote della signora, in patria. Infatti se la signora Glavari passasse a seconde nozze con un francese, il suo capitale lascerebbe la Banca Nazionale Pontevedrina e per il Pontevedro sarebbe la rovina economica.
Njegus, cancelliere dell’ambasciata, é un po’ troppo pasticcione per una simile impresa ma c’é il conte Danilo che potrebbe andare benissimo. Njegus e Zeta tentano di convincerlo ma lui non ne vuole sapere. Tra Danilo e Anna c’era stata una storia d’amore finita male a causa della famiglia di Danilo. Da parte sua la vedova, pur amando Danilo, non lo vuole dimostrare e fa di tutto per farlo ingelosire. Frattanto si snoda un’altra storia d’amore che vede protagonisti Valencienne, giovane mogliettina di Zeta, e Camillo de Rossillon, un diplomatico francese che la corteggia con assiduità . I due si danno convegno in un chiosco. Li sta per sorprendere il barone Zeta quando Njegus riesce a fare uscire per tempo Valencienne ed a sostituirla con Anna.
 
 
 
 

 

 

 
La vedova sorpresa con Camillo! Tutti sono sconvolti, Danilo furioso abbandona la festa. Tutto ormai sembra compromesso ma Njegus, vero Deus ex-machina, riesce a sciogliere gli equivoci e a far confessare ad Anna e Danilo il loro reciproco amore. La patria é salva. D’ora in poi la signora Glavari non sarà  più “La vedova allegra” ma la felice consorte del conte Danilo Danilowitch.
 
 
 
 

 
 
 
 
 
IL VIDEO – LA VEDOVA ALLEGRA 
 
 
 
Questo video ci consente un vero e proprio tuffo
nell’atmosfera e nelle note magiche di questa operetta
con una brillante Raffaella Carrà
che ci riporta ai bei programmi televisivi di una volta.
 
 
 
 
 
 

 
 

FONTI: VARI SITI WEB –  IMPAG. T.K.

 

 
 
BUONA VISIONE… E BUON ASCOLTO…
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN 

 
 
 
 


LA TUA PAGINA DI SOGNO PER  COLORARE LE TUE ORE
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L’allodola – Sublime poesia d’amore e dolore di Antonia Pozzi   10 comments

 
 
 
 
 
Torello Ancillotti – Donna accanto al fiume




Questa è una delle più belle e più emblematiche poesie
della grande ma sfortunata poetessa milanese.




Antonia Pozzi (Milano 13.2.1912 – Milano 3.2.1938)



 
 

L’ALLODOLA 
di Antonia Pozzi


POESIA SUBLIME D’AMORE E DOLORE
a cura di Tony Kospan


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 Una poesia apparentemente idilliaco-malinconica…
che nasconde invece
un dramma d’amore infinito e forse troppo annullante.






 
L’autrice qualche tempo dopo si suicida,
forse anche per le difficoltà createle dalla sua famiglia,
molto in vista nell’alta borghesia milanese.

 Era stata costretta a troncare una relazione d’amore
col suo professore di latino e greco,
parecchio più grande di lei,
in quanto relazione considerata disdicevole
nell’ambiente “bene” che le era proprio.







La scelta di alcune parole infatti testimonia
la profondità, direi quasi l’abisso, del suo dolore
mentre altre sembrano dolci parole
rivolte solo ad un amore rimpianto.
 
 
Sottolineo in tal senso,
 così come m’è stato dato di apprendere e condividere  
nella mai tanto rimpianta trasmissione
Inconscio e magia” di Gabriele La Porta
alcune significative espressioni come:
 
 
 
– conchiglia che custodiva la pace.
 
–  Ed io ero piana quasi tu fossi un santo
 
 – cammina sul lago








.
La poesia dunque
è una lirica straordinaria, bellissima e coinvolgente,
e nel contempo la sublimazione di un amore impossibile.
 
 
Debbo dire che la poesia ci fa rivivere il dramma che scuote
l’anima sensibile ed elevatissima della poetessa
e la cosa mi commuove sempre facendomela sentire vicina.







.
Se avete vostre riflessioni o opinioni
concordi o discordi mi piacerebbe leggerle.
 
 
Ma veniamo alla poesia.






L’ALLODOLA
Antonia Pozzi
 
 
Dopo il bacio – dall’ombra degli olmi
sulla strada uscivamo
per ritornare:
sorridevamo al domani
come bimbi tranquilli.
Le nostre mani
congiunte
componevano una tenace
conchiglia
che custodiva
la pace.
Ed io ero piana
quasi tu fossi un santo
che placa la vana
tempesta e cammina sul lago.
Io ero un immenso
cielo d’estate
all’alba
su sconfinate
distese di grano.
E il mio cuore
una trillante allodola
che misurava
la serenità.




John Everett Millais

 
 
 
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 Immagini gif della grande poetessa



Ciao da Tony Kospan 










 

Raffaello Sanzio… pittore “divino” – Biografia… analisi e dipinti di suprema bellezza   4 comments



Trasfigurazione di Cristo (partic.)



Curioso il suo destino, 

nascere e morire di Venerdì Santo,

ma la sua fama è tutta dovuta

alla sua eccezionale e “divina” capacità 

di dipingere di cui diede prova fin da piccolo.





La Madonna della rosa





RAFFAELLO SANZIO

.

VITA E CAPOLAVORI DEL… PITTORE DIVINO

.

a cura di Tony Kospan





Urbino 28.3.1483 – Roma 6.4.1520



BREVE BIOGRAFIA



Rimasto orfano a soli 11 anni non si perse d’animo
ma iniziò a studiare le opere di grandi pittori
ed a 14 entrò nella bottega del Perugino
che fu il suo vero maestro
e cominciò ben presto anche a lavorare per dei committenti.




La speranza



Il suo più che significativo contributo alla realizzazione
di una Pala in onore di Nicola da Tolentino 
a Città di Castello
evidenziò subito le sue notevoli capacità
e fu l’inizio di una travolgente carriera artistica
che in pratica proseguì senza soste.



Sposalizio della Vergine



Innumerevoli e bellissime furono le opere che nei 3 periodi
in cui storicamente è divisa la sua vita umana ed artistica,
(Perugino, Fiorentino e Romano),
egli ci ha donato.

A Roma, quando era ormai all’apice della notorietà,
Leone X lo preferì ad altri mitici artisti come Michelangelo,
e lo nominò, alla morte del Bramante,
direttore della
Fabbrica di San Pietro.




Trionfo di Galatea



Negli ultimi anni alternò quindi la passione per la pittura
con altri lavori come quelli di topografo e di architetto.




Dama con il liocorno (partic.)




Alla sua morte (a soli 37 anni) dopo 15 giorni di febbre,
causati, per alcuni, da eccessi amorosi, tutta Roma,
compreso il Papa, soffrì moltissimo per la perdita di colui
che veniva ritenuto il “
Pittore Divino“.




Trasfigurazione di Cristo



Racconta il Vasari che, trovandosi nella camera in cui era morto 
una delle sue ultime opere… la mitica “Trasfigurazione“, 
nel vedere il corpo morto e quella viva,
faceva scoppiare l’anima di dolore a ognuno che quivi guardava”.




La scuola di Atene



BREVE ANALISI DELLA SUA ARTE


Goethe così definisce la sua arte…
“Raffaello è sempre riuscito a fare quello
che gli altri immaginavano di fare”

Raffaello interpreta perfettamente
il sentire artistico della sua epoca 
ed esalta i valori civili ed umanistici
della cultura classica e della storia occidentale.




Madonna del Cardellino (partic.)



Egli non vive le sofferenze delle ricerche di Leonardo da Vinci 
né le turbolenze religiose di Michelangelo Buonarroti 
ma si caratterizza per una grande serenità interiore
e ed una celestiale visione della vita 
che lo portano
a creare opere che sono capolavori assoluti ed eterni.



Madonna della seggiola



Si può dire infine che Raffaello sia l’artista
che ha conquistato la vetta più alta
dell’assoluta bellezza nel campo della pittura.

Questo però, per gli studiosi di Storia dell’Arte,
era considerato un suo limite benché eccelso.



fre bia pouce (La storia del “particolare” più famoso della storia dell’arte)
I mitici Angeli (particolare della Madonna Sistina)



Tuttavia studi recenti hanno rivalutato
in pieno la sua arte sotto ogni punto di vista.

Sorprende, oltre alla sublime bellezza della sua arte
anche l’enorme quantità di opere
rispetto alla brevità della sua vita.



fre bia pouce (La storia del dipinto e “l’incontro” con Rembrandt)
Baldassarre Castiglione



F I N E



Fonti – Vari siti Web – Rielaborazione ed impaginazione T. K.




MARRONE CHIARO
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE
Frecce2039



Raffaello da giovane – Autoritratto

.

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