Archivio per 10 marzo 2016

Buon giovedì pomer. in poesia “La musica” di Baudelaire – arte.. J. A. D. Ingres – canzone “My oh my”   3 comments




Jean Auguste Dominique Ingres – Ritratto di Fulong

 
 
 
 

 
 
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La musica è la lingua dello spirito. 
La sua segreta corrente vibra tra il cuore 
di chi canta (o suona) e l’anima di chi ascolta.
– Gibran –
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Jean Auguste Dominique Ingres – Madame Moitessier
 
 
 
LA MUSICA
Charles Baudelaire
 
Spesso la musica mi prende come il mare.
Sotto una volta di nebbia
o in un vasto cielo
alzo la vela verso la mia pallida stella.
Petto in fuori e polmoni pieni
come una barca m’inerpico sui cavalloni
che la notte mi nasconde;
sento vibrare in me tutte le passioni
d’un vascello sofferente;
il forte vento,
la tempesta ed i suoi moti convulsi
sull’immenso abisso mi cullano.
Altre volte, calma piatta,
grande specchio della mia disperazione!
 
(trad. t.k.)



Jean Auguste Dominique Ingres – La grande odalisca – 1814














 (Paul Anka – Diana)
Jean Auguste Dominique Ingres – Vicomtesse Othenin D’haussonville – 1845
 

L’emozionante salvataggo di un elefantino… al Kenia Amboseli National Park   1 comment

 
 
 
 
Questo video degli ambientalisti di Amboseli Trust for Elephants,
in Kenya, mostra il salvataggio di un elefantino di 8 mesi
caduto in una buca fangosa.

 
 
 
 
 
 
 
 
La cosa non è stata molto semplice perché la madre, 
presa dal panico, impediva a chiunque di avvicinarsi
e dunque complicava il salvataggio.
 
Comunque i soccorritori, dopo averla allontanata in qualche modo,
 con l'aiuto di jeep e corde riuscivano a liberarlo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Poi il piccolo, appena salvo, correva felice verso la madre (ed i parenti)
e grazie al video possiamo assistere anche al loro abbraccio di… proboscidi.

 

 

 

 

 
Inutile dire che il video furoreggia ancora nel web…



 
 
 
 
 
 
 
Ciao da Tony Kospan




I porcospini – La bella spiegazione dell’empatia nella saggia favoletta di Schopenhauer   8 comments



Ancora una piccola favola…

ma stavolta firmata da un grande filosofo…

Schopenhauer

e la spiegazione dell’empatia







I PORCOSPINI


In una fredda giornata d’inverno

un gruppo di porcospini si rifugia in una grotta

e per proteggersi dal freddo si stringono vicini.


Ben presto però sentono le spine reciproche

e il dolore li costringe ad allontanarsi l’uno dall’altro.


Quando poi il bisogno di riscaldarsi

li porta di nuovo ad avvicinarsi

si pungono di nuovo.


Ripetono più volte questi tentativi,

sballottati avanti e indietro tra due mali,

finché non trovano quella moderata distanza reciproca

che rappresenta la migliore posizione,

quella giusta distanza che consente loro di scaldarsi

e nello stesso tempo di non farsi del male reciprocamente.






Questa, in realtà, è molto di più di una favola…,

è infatti una magnifica… perfetta descrizione

dell’EMPATIA.







Ma cos’è l’empatia?


Ce lo spiega molto bene il brano che segue

che ci consente di approfondire la conoscenza

di quest’aspetto della nostra personalità

che molti confondono con la simpatia. N.T.K.






L’EMPATIA




Ecco il segreto dell’empatia, quella capacità di “sentire l’altro”, di cui tutti noi, seppure a diverso titolo siamo dotati per natura.


L’empatia è ciò che permette agli uomini di riconoscersi a vicenda dal semplice incontro di uno sguardo, di percepire i bisogni dell’altro come altrettanto importanti quanto i propri, entrando in contatto con il suo mondo interiore e le sue emozioni.


E se pensiamo a quanto contano le emozioni nel processo comunicativo possiamo ben capire perché l’empatia sia ritenuta una dote fondamentale per chi vuole essere un buon comunicatore, ma più in generale per chi vuole vivere felicemente qualsiasi tipo di rapporto (di coppia, di amicizia, di lavoro).


L’uomo è per natura un animale sociale; pertanto non può vivere senza relazionarsi con gli altri, ma, come suggerisce il racconto di Schopenhauer, il segreto sta nel trovare la giusta distanza che ci permette di percepire le emozioni dell’altro senza identificarci con esse.


Alcune persone pensano che il modo migliore per stare vicino a chi amano sia provare le stesse emozioni a tal punto da vivere quasi in simbiosi e se l’altro soffre si sentono quasi in dovere di soffrire esattamente come lui.









La vera empatia non richiede un simile sacrificio, che spesso è anche controproducente.


Lo sanno bene tutti coloro che svolgono professioni d’aiuto, medici, infermieri, psicologi per i quali è importante possedere una buona dose di empatia.


Se questi si facessero completamente carico delle problematiche degli altri non riuscirebbero ad essere loro d’aiuto perché sarebbe come pretendere di salvare chi è caduto nelle sabbie mobili gettandosi a pesce dentro di esse.


La vera empatia può essere dunque riassunta nella formula “vicini, ma non troppo”.





Dal libro “Leader di te stesso” di Roberto Re






Ciao da Tony Kospan



    
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