Archivio per 12 gennaio 2016

Voglio un amore doloroso – Un inconsueto D’Annunzio stavolta esalta… l’amore sublime   3 comments







Sarà forse per la nota fama
di uomo esageratamente trasgressivo
ma lo ritenevo incapace di visioni così profonde.



Gabriele D’Annunzio
Pescara 12 3 1863 – Gardone Riviera 1º marzo 1938



Questa poesia, che per certi aspetti
precorre la psicanalisi freudiana,
invece smentisce questa “impossibilità”
anche se poi occhieggia comunque quel
letto di porpora”.






Di cosa ci parla dunque questa poesia?
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Ci dice innanzitutto che il vero amore
quello che ti squassa il cuore…
non può non essere… ahimè…
anche doloroso ed inquieto…
e che però l’importante è che alla fine
ci consenta di conoscere e
vivere attimi d’infinito.




Andrew Gonzalez
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Ci dice anche che il poeta desidera far all’amore…
con la donna che ama…
(o, secondo altra interpretazione, che lo sta già facendo).
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Ci parla infine dell’amore come ricerca dell’Assoluto
e che sia capace di andare oltre la morte.
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Mi farebbe piacere conoscere però
anche il vostro pensiero.

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Arthur Hughes

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VOGLIO UN AMORE DOLOROSO
Gabriele D’Annunzio
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Voglio un amore doloroso, lento,
che lento sia come una lenta morte,
e senza fine (voglio che più forte
sia della morte) e senza mutamento.
Voglio che senza tregua in un tormento
occulto sien le nostre anime assorte;
e un mare sia presso a le nostre porte,
solo, che pianga in un silenzio intento.
Voglio che sia la torre alta granito,
ed alta sia così che nel sereno
sembri attingere il grande astro polare.
Voglio un letto di porpora, e trovare
in quell’ombra giacendo su quel seno,
come in fondo a un sepolcro, l’Infinito.


Paolo e Francesca – Amos Cassioli


Ciao da Tony Kospan

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UN MODO DIVERSO DI VIVER LA POESIA E LA CULTURA
NELLA PAGINA FB
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Arthur Hughes



Un vero orologio composto da fiori? Sì è la meridiana di Linneo! Conosciamola   Leave a comment








Carl Nilsson Linnaeus, noto da noi come Linneo,
è stato un grande medico, botanico e naturalista svedese,
geniale ideatore della classificazione scientifica
“binomica” degli organismi viventi che ha consentito
l'enorme progresso della loro conoscenza.






Linneo, considerato il fondatore della moderna botanica,
scrisse anche numerosi libri sui suoi studi,
sulle ricerche fatte nei suoi viaggi di studio
per il mondo ed ebbe grandi riconoscimenti in vita.




(Råshult 23.5.1707 – Uppsala 10.1.1778)



Qui però parlerò di una sua particolare creazione…
la MERIDIANA DEI FIORI.


Cos'è? Un modo originale di sapere che ora è!

Cioè solo guardando i fiori…


Essi infatti aprono e/o chiudono i loro petali

in ore diverse durante il giorno.







Le più mattiniere sono le rose

che in primavera si aprono alle cinque.


Poi, man mano si aprono gli altri fiori:

l'erba gatta alle sei, le margherite africane alle otto,

le genziane alle nove, i papaveri alle dieci,

la lattuga selvatica a mezzogiorno e i garofani alle tredici.


Fino ad arrivare alle sedici,

quando si sbottona una pianta particolarmente pigra,

la bella di notte.







Di pomeriggio, comunque,

è più frequente invece che i fiori si richiudano:

alle 14 le primule rosse,

alle 15 i denti di leone,

alle cinque della sera le ninfee.


Il meccanismo di apertura e chiusura dei petali

avviene soprattutto per consentire l'impollinazione

da parte delle diverse specie di insetti

o per difenderla da agenti (sempre insetti)

estranei che potrebbero danneggiarla.







Questo vero e proprio orologio vegetale

è una creazione di Linneo

che lo brevettò anche.


Il naturalista svedese lo creò anche materialmente

facendo fare in un prato un'aiuola rotonda

col quadrante diviso in dodici spicchi colorati

costituiti da piante diverse.







Il margine d'errore della Meridiana non è grande…

al massimo può arrivare a mezz'ora…


Tuttavia bisogna far attenzione alla geografia

in quanto i ritmi biologici delle varie specie di piante

cambiano a seconda della latitudine in cui si trovano…





Della storia e del funzionamento di questa meridiana

e di altre originali particolarità di piante e fiori

ce ne parlò in modo esauriente e dotto lo studioso della natura

Giorgio Celli nel suo ultimo libro

Le piante non sono angeli – Dalai Editore





Tony Kospan




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Vasco Pratolini… lo scrittore neorealista “dei baci sulla bocca, dei baci rubati agli angoli della strada “- Biografia e poetica   3 comments

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Da giovanetto ho conosciuto Vasco Pratolini,

grande scrittore fiorentino dallo stile semplice ma umanissimo,

attraverso la lettura dei suoi romanzi.



LA POETICA NEOREALISTA






Stile semplice dicevo…

ma in realtà si tratta di una grande capacità d’immersione,

con naturalezza, nella realtà popolare certo molto fiorentina,

ma nel contempo anche universale.



Vasco Pratolini (Firenze 19.10.1913 – Roma 12.1.1991)




Nelle sue opere colpiscono infatti

i reali dialoghi delle persone normali,

le speranze della gente umile e senza pretese

ma pure i loro  amori e le loro passioni…

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Per questo molto bella ed aderente al vero

mi appare la definizione di

scrittore dei baci sulla bocca, dei baci rubati agli angoli della strada

letta nel web.








Ma perché era così attratto da questo mondo?


Soprattutto perché era proprio quello il suo mondo,

essendo molto umili le sue origini,

benché poi fin da ragazzo fosse attratto dalle letture .







BREVE BIOGRAFIA



Persa la madre quand’era piccolo,

fu allevato dai nonni materni

e da giovanetto fece vari mestieri.


Poi iniziò a lavorare in una tipografia

ma qui già sognava di dedicarsi alla scrittura.







Grazie al pittore Ottone Rosai

iniziò a scrivere sulla rivista “Il bargello

e con Alfonso Gatto, poeta salernitano,

creò la rivista “Campo di Marte” 

poi soppressa dal regime fascista.


Partecipò alla Resistenza e dopo la guerra, nel 1948,

 si trasferì a Napoli, dove visse sino al 1951.






Questi ultimi furono gli anni per lui più intensi

in quanto scrisse alcune tra le sue opere più belle

e collaborò alla sceneggiatura di alcuni mitici film neorealisti

come Paisà di Roberto Rossellini,

Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti,

 Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy etc.






Nel 1952 si trasferì a Roma, da dove non si allontanerà più.


Lì scrisse altri bei romanzi

e partecipò fino alla fine alla vita intellettuale italiana

che aveva, all’epoca, il suo fulcro nella capitale.








Vediamo ora una scena del film girato da Carlo Lizzani nel 1953

nato da uno dei suoi più noti romanzi…

che ci consente di conoscere le tipiche “atmosfere

narrate dallo scrittore fiorentino.

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IL VIDEO


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Alcune tra le sue opere più note:

Le amiche(1943), Il quartiere(1944), Cronaca familiare(1947), Cronache di poveri amanti(1947), Le ragazze di San Frediano(1949), La domenica della povera gente (1952), Metello (1955) Diario sentimentale (1956) e Lo scialo (1960)



Tony Kospan

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